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Città grandi e immobili commerciali, il mercato riparte da lì

Che fosse una ripresa a zig zag lo si era capito dai dati sullo stato di salute del mercato immobiliare italiano che si sono succeduti degli ultimi trimestri , dove a cifre con davanti il segno più si sono alternate altrettante cifre a segno meno. Niente cambio di rotta deciso e preciso, dunque, piuttosto un

citta1Che fosse una ripresa a zig zag lo si era capito dai dati sullo stato di salute del mercato immobiliare italiano che si sono succeduti degli ultimi trimestri, dove a cifre con davanti il segno più si sono alternate altrettante cifre a segno meno.

Niente cambio di rotta deciso e preciso, dunque, piuttosto un limbo, dove ad un passo avanti spesso e volentieri segue un passo indietro.

E in attesa di una vera svolta, meglio accontentarsi dei rimbalzi di mercato su volumi di vendite scesi a livelli “che più bassi non si poteva”.

Questo dicono anche gli ultimi dati diffusi dall’Istat che riguardano gli atti firmati davanti ai notai per compravendite e mutui chiusi nel corso del terzo trimestre del 2014.

Da luglio a settembre dell’anno passato, il mercato immobiliare ha ripreso a crescere – scrive l’Istat nel dossier scaricabile in allegato in versione integrale – segnando un +3,7% sul terzo trimestre 2013, dopo la battuta d’arresto del secondo trimestre.

Nei primi nove mesi dell’anno, la crescita è stata dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2013 (per un totale di 425.975 le convenzioni rogate).

Sempre rispetto al terzo trimestre del 2013, i segnali di miglioramento riguardano sia il comparto delle abitazioni (+3,7%), sia il comparto economico (+4,8%), definizione sotto il cui cappello finiscono negozi, uffici e gli altri spazi commerciali, artigianali e industriali.

Le case in termini assoluti pesano per oltre il 90% delle transazioni totali, ma si stanno muovendo più lentamente rispetto agli altri asset.

I notai che hanno sede nelle grandi città italiane sono i principali beneficiari di questi segnali positivi che arrivano dal mercato, con aumenti del 4,8% sul comparto abitativo (contro il +2,8% degli archivi notarili con sede nelle città più piccole) e del 14,7% sul comparto economico (a fronte dello -0,9% nei centri minori).

Bene anche i mutui per comprare casa, che registrano uno spiccato aumento (+13,9%, per un totale di 66.350 nuove pratiche).

Nei primi nove mesi dell’anno, la crescita è stata del 7,8% per un totale di 201.079 rogiti firmati.

Numeri tutt’altro che scontati, viste le difficoltà che le banche hanno avuto ad erogare credito negli ultimi anni.

Anche in fatto di finanziamenti si replica quindi il gap tra grandi e piccole città già visto nel conteggio delle compravendite, dove le “big” sembrano fare da apripista: il balzo in avanti dei mutui negli Archivi notarili dei grandi centri è stato stato del 16 6,1%, mentre nei centri più piccoli del 12,4%.


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