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TARANTO Partono i primi incontri per dare seguito operativo alle misure di rilancio di Taranto previste nel decreto legge dell’antivigilia di Natale, in vigore dal 5 gennaio. Oggi in Comune, su iniziativa del sindaco, Ezio Stefàno, si riunisce la commissione Urbanistica per individuare le priorità da sottoporre al ministero dei Beni
TARANTO
Partono i primi incontri per dare seguito operativo alle misure di rilancio di Taranto previste nel decreto legge dell’antivigilia di Natale, in vigore dal 5 gennaio. Oggi in Comune, su iniziativa del sindaco, Ezio Stefàno, si riunisce la commissione Urbanistica per individuare le priorità da sottoporre al ministero dei Beni culturali per il piano di recupero della Città vecchia. Dopo che il Comune avrà redatto il piano, toccherà infatti al ministero valutarlo entro 60 giorni dalla ricezione. Trenta, invece, sono i giorni concessi agli altri ministeri ed enti perché si esprimano sulle richieste di assenso che avanzerà il Comune sempre in merito al progetto Città vecchia. «Se adesso ci concentrassimo solo sulle critiche al decreto, faremmo una cosa sbagliata – commenta il sindaco di Taranto –. Pensiamo piuttosto a fare tutto quello che compete a noi, a farlo bene e nei tempi previsti, perchè questo ci legittimerà ulteriormente nel chiedere al Parlamento e al Governo di cambiare gli aspetti del decreto che non condividiamo». Il Comune fa intanto presente che per la Città vecchia azioni di recupero sono già in corso e che prossimamente sarà scelta la società di progettazione, fra le quattro candidatesi, che dovrà «mappare» la parte antica. Gli interventi urgenti cui il Comune pensa riguardano la ristrutturazione degli edifici, la valorizzazione degli ipogei (costruzioni sotterranee di interesse storico e antropologico) e il miglioramento delle reti impiantistiche e infrastrutturali. Da verificare se si potrà intervenire sul patrimonio privato. C’è da chiarire l’aspetto risorse, visto che il decreto rimanda alle decisioni del Cipe che potrà attingere al Fondo di sviluppo e coesione.
Sul porto, dove il decreto estende i poteri del commissario-presidente dell’Autorità portuale a tutte le opere, si attende che entro due settimane il Tar di Lecce fissi l’udienza per discutere dei due ricorsi, presentati da altrettante imprese (Grandi Lavori Fincosit e Piacentini), contro l’affidamento dei dragaggi ad Astaldi. I lavori, per 51,867 milioni di euro, dovevano essere consegnati il 5 gennaio. «Ci siamo fermati – spiega il presidente dell’Authority, Sergio Prete – perché i progetti concorrenti sono diversi tra loro e l’affidamento riguarda un lavoro preliminare che ovviamente cambia se si sceglie l’una o l’altra soluzione. Ma se il Tar non darà, come auspichiamo, la sospensiva, siamo pronti a ripartire in modo da non far saltare il cronoprogramma».
Per la tutela ambientale, infine, la Regione Puglia sta lavorando all’attuazione delle misure previste già nella legge Ilva-Terra dei Fuochi del 2014 a partire dal Centro ambiente e salute. In tal senso, dice l’assessore alla Sanità, Donato Pentassuglia, ci sono 8 milioni da utilizzare. L’Arpa Puglia, però, col direttore generale Giorgio Assennato, è critica sul decreto in quanto non vi è traccia del previsto potenziamento degli organici di Taranto dell’Agenzia ambientale in modo da rafforzare i controlli. Il 24 dicembre Palazzo Chigi parlava di «assunzioni a tempo indeterminato».
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