Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Mafia Capitale, Pignatone: “A Roma presto altre operazioni”. Pecoraro: “Ipotesi commissariamento appalti”

Ancora due arresti da parte dei carabinieri del Ros nell'ambito dell' inchiesta Mafia Capitale . In manette sono finiti Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, entrambi per associazione di tipo mafioso. Sono accusati di aver assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite dalla 'cupola romana' e la 'ndrangheta. Una terza persona, indagata

Ancora due arresti da parte dei carabinieri del Ros nell’ambito dell’ inchiesta Mafia Capitale . In manette sono finiti Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, entrambi per associazione di tipo mafioso. Sono accusati di aver assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite dalla ‘cupola romana’ e la ‘ndrangheta. Una terza persona, indagata a piede libero, è stata perquisita. Gli interventi dei carabinieri, disposti dal gip di Roma su richiesta della procura distrettuale antimafia, sono stati eseguiti nelle province di Roma, Latina e Vibo Valentia. Intanto, gli uomini del Comando provinciale della Guardia di finanza di Roma hanno sequestrato altre due società cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi che avevano un giro d’affari annuo di 15 milioni di euro. “Oggi abbiamo fatto un passo avanti. Non c’è un collegamento con le mafie classiche. È una mafia originale e originaria perché è una mafia romana con caratteri suoi propri – ha commentato il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone – Non c’è un’unica associazione mafiosa che controlla Roma, come a Palermo o Reggio Calabria. Ci sono alcune associazioni specifiche che sono a Roma, come per esempio a Ostia i Fasciani e altre, collegate a Cosa nostra, nella città”. In totale, la Guardia di finanza ha eseguito sequestri per 220 milioni di euro. “Ma è una cifra destinata a crescere”, ha aggiunto Pignatone. Che ha poi annunciato: “Presto ci saranno altre operazioni”.

Nel corso dell’audizione in commissione antimafia, sulla maxi inchiesta Mafia capitale, il procuratore capo Pignatone ha poi sottolineato che “ieri il Comune ha detto che c’era una gara in corso per Ater per 25 milioni, anche questa è stata sospesa e anche qui si profilava un’aggiudicazione a Buzzi e alle solite cooperative”. Il procuratore capo di Roma ha inoltre ricordato che il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, “ha ritenuto di revocare un appalto per il cup del valore di non meno di 60 milioni di euro. I benificiari sarebbero stati in tutto ed in parte Buzzi o le sue cooperative”. Ascoltato in commissione Antimafia, in serata, anche il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. “Ho incontrato Cantone: ci potrebbe essere una richiesta di commissariamento degli appalti se Cantone lo riterrà” ha detto Pecoraro durante l’audizione.

Riesame. E questa mattina si sono tenute le udienze del tribunale del Riesame di Roma, al lavoro sui ricorsi presentati da alcuni degli arrestati nell’inchiesta Mafia Capitale. In aula si sono presentati Massimo Carminati, considerato a capo della cupola capitolina, e il suo braccio destro Riccardo Brugia, entrambi accompagnati dall’avvocato Giosuè Bruno Naso.  “Non si aspettino richieste di giudizio abbreviato o di altri riti alternativi. Questo è un processo che faremo in aula con il contraddittorio delle parti, pretendendo che le prove si formino in aula davanti ai giudici”. E’ quanto dichiarato dall’avvocato Giosuè Domenico Naso, al termine dell’udienza tenutasi oggi davanti ai giudici del tribunale del riesame di Roma. L’avvocato Naso, difensore di Massimo Carminati, Riccardo Brugia, Fabrizio Franco Testa e Roberto Lacopo, ha poi spiegato ai giornalisti che quella che secondo la procura sarebbe una “cupola capitolina” guidata da Massimo Carminati “non è un’associazione mafiosa”. “Questa vicenda romana -ha dichiarato il penalista- è lo spaccato di una realtà mortificante che purtroppo esiste soprattutto intorno alle amministrazioni locali”. “Se pure Carminati fosse il dominus di qualcosa -ha sottolineato l’avvocato Naso- quel qualcosa non è mafia”.

L’ordinanza di arresto. Il gip nell’ordinanza di arresto per Rotolo e Salvatore Ruggiero, che erano stati assunti da Buzzi, scrive: “L’associazione criminale romana, grazie alla mediazione di Rotolo Rocco aveva stipulato un accordo con il clan Mancuso di Limbadi, in virtù del quale aveva potuto svolgere le proprie attività in Calabria godendo della protezione della ‘ndrangheta. Nel corso dell’attività investigativa – scrive ancora il gip- è stato accertato che, circa cinque anni prima, l’associazione criminale romana, grazie alla mediazione di Rotolo Rocco (formalmente dipendente della “Cooperativa 29 Giugno”, presso la quale si occupa della gestione del deposito mezzi sito in via Affile 3, all’interno del quale vengono custoditi anche gli articolati di Giovanni Campennì) e Ruggiero Salvatore (lavoratore dipendente, dal 1998 al 1999, presso la “Soc. Coop. 29 Giugno Coop Sociale Srl” di Buzzi Salvatore, mentre dal 2009 inserito nella società Roma Multiservizi spa, presieduta sino all’ottobre 2013 da Franco Panzironi, ex ad di Ama arrestato anche lui), aveva stipulato un accordo con il clan Mancuso di Limbadi, in virtù del quale l’associazione romana aveva potuto svolgere le proprie attività in Calabria godendo della protezione della ‘ndrangheta mentre il clan Mancuso aveva inviato su Roma un proprio emissario, Giovanni Campennì (in quanto a lui Buzzi ha più volte spiegato il metodo con il quale l’associazione operava e la figura di Massimo Carminati), tramite il quale avviare attività imprenditoriali in collaborazione con l’associazione romana”.

Le indagini. Per gli inquirenti, quindi, gli indagati, ritenuti organici all’organizzazione denominata Mafia Capitale, hanno assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite da Buzzi Salvatore, sotto il controllo di Massimo Carminati, e la cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) consorteria di matrice ‘ndranghetista egemone nel vibonese. In particolare hanno documentato come, a partire dal luglio 2014, Salvatore Buzzi con l’assenso dell’ex Nar avesse affidato la gestione dell’appalto della pulizia del mercato Esquilino a Giovanni Campennì, ritenuto “imprenditore di riferimento” della cosca Mancuso, attraverso la creazione di una Onlus denominata “Cooperativa Santo Stefano”. I carabinieri sono riusciti a documentare, inoltre, come già nel 2009 Rotolo e Ruggiero si fossero recati in Calabria, su richiesta di Buzzi, allo scopo di accreditarsi con la cosca Mancuso, tramite esponenti della cosca Piromalli con riferimento all’esigenza di ricollocare gli immigrati in esubero presso il Cpt di Crotone. Secondo gli investigatori, dunque, Ruggiero e Rotolo avrebbero fornito uno “stabile contributo” alle attività di ‘Mafia Capitale’ proprio avvalendosi dei rapporti privilegiati instaurati con “qualificati esponenti” della ‘ndrangheta.

Condividi  

La cooperativa di ‘ndranghetisti. Era nata verso la fine del 2013 ”l’idea di costituire una cooperativa, con personaggi già inseriti nelle attività imprenditoriale di Salvatore Buzzi, cui far partecipare Giovanni Campennì (imprenditore incensurato, ndr), quindi seguendo le indicazioni dei Mancuso, e altri di origine calabrese stanziali su Roma”. Ma il “progetto si perfeziona con il benestare di Massimo Carminati il quale, il 5 febbraio 2014, in un incontro con Buzzi e Campennì acconsentiva all’ingresso di quest’ultimo nella gestione delle attività sul mercato Esquilino”, si legge nell’ordinanza del gip Flavia Costantini. Stando al gip, i cinque soggetti che avrebbero dovuto amministrare la cooperativa Santo Stefano risultavano da Buzzi ”già individuati in Giovanni Campennì, Rocco Rotolo, Guido Colantuono, Vito Marchetto e Salvatore Ruggiero. Nella circostanza emergeva senza alcun dubbio che l’attività gestita dalla nascente cooperativa sarebbe stata quella già svolta dalla ’29 giugno’ presso il mercato Esquilino a Roma”.

Pignatone in audizione in commissione antimafia. “Altra caratteristica” della mafia capitale, per Pignatone, “è la trasversalità. Una interna, visto che Carminati viene dall’estrema destra e Buzzi da sinistra. Lo stesso Buzzi dice a chi gli chiede come faccia a frequentare Carminati, che ‘la politica è una cosa, gli affari sono affari’. C’è poi una trasversalità esterna – ha aggiunto – visto che quella mafia si rapporta, seppure in modo diverso con le due giunte”. Anche nella giunta Marino “rimane la presenza pesante di Buzzi e del mondo delle cooperative che si caratterizza con tentativi di corruzione anche della nuova amministrazione. Non solo assessori e consiglieri ma tutta la burocrazia comunale che a Roma ha dimensioni enormi. Carminati e Buzzi erano tranquilli sull’esito delle elezioni. La loro prima preferenza era la continuazione” dell’amministrazione Alemanno “ma erano in ogni caso tranquilli. Vantavano agganci anche qui”.

Per il procuratore capo “l’essenza del reato di associazione mafiosa consiste nel metodo mafioso: la capacità di ricorrere alla violenza” per raggiungere i fini dell’associazione “e la consapevolezza in un certo ambiente per creare omertà e soggezione nell’interlocutore. Si tratta di una mafia locale. C’è un capo che è Carminati, un capo militare, Brugia, e poi uno che cura i rapporti politico amministrativi, che è Buzzi. La caratteristica fondamentale di questa mafia è che è romana e non può in quanto tale non avere rapporti con la politica”.

Pignatone durante l’audizione in commissione Antimafia ha sottolineato che  in questa indagine, sulla raccolta di voti “non ci sono spunti tali da contestare il 416 ter, ovvero il voto di scambio”. Inoltre, Pignatone ha chiarito che “per quanto riguarda il progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle non c’e’ un’attività di indagine. La Procura di Roma, come mia scelta direttiva, non apre fascicoli su base di notizie di stampa e articoli di giornale perche’ riteniamo che ci faremmo strumentalizzare da tizio o caio. Chi vuole che ci siano indagini fa un esposto”.

Pecoraro in commissione Antimafia.  “Entro fine settimana verranno resi noti i nomi delle tre persone che faranno parte della commissione di accesso e verranno controllati tutti i dipartimenti e i municipi: l’auspicio è che non si trovi traccia di infiltrazioni, altrimenti la soluzione non auspicabile è lo scioglimento per mafia del Comune. Ci auguriamo non avvenga”. A dirlo è stato il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro durante l’audizione della commissione Antimafia. Che poi ha aggiunto: “Ho incontrato Cantone: ci potrebbe
essere una richiesta di commissariamento degli appalti se Cantone lo riterrà”. Pecoraro ha accusato il fatto che nell’ambito dei “Comuni i controlli non vengono fatti, nè ci sono nelle Regioni. L’unico controllo è quello della Corte dei Conti. Dobbiamo rivedere l’ordinamento dello Stato – ha proseguito il prefetto  – e degli enti locali. Ora faremo i controlli che andavano fatti prima, ma probabilmente arriveremo tardi”.

Il prefetto ha inoltre sottolineato che “a Roma- ci sono esponenti di tutte le mafie, che investono e riciclano in tutti i settori economici, e vivono in connivenza tra di loro e con esponenti della criminalità locale, interessata soprattutto a rapine, traffico di stupefacenti e usura”.

Infine, rispetto alle indiscrezioni secondo cui anche il prefetto avrebbe incontrato Salvatore Buzzi, Pecoraro durante l’audizione in commissione Antimafia ha ammesso:  “Ho ricevuto Salvatore Buzzi, neanche sapevo chi fosse. Mi ha chiamato il dottor Letta, dicendomi di riceverlo. Siamo senza paracadute, chiunque può venire da me come da voi”.

Sequestrate due coop di Buzzi.   Il nuovo sequestro riguarda altre due società cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Roma – Sezione misure di prevenzione a seguito di richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma ed eseguito da parte del Nucleo di polizia tributaria, riguarda le quote societarie, il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale, comprese le disponibilità finanziarie, della ’29 Giugno Servizi Società Cooperativa di Produzione e Lavoro’, con sede a Roma, in via Pomona 3; e ‘Formula Sociale Società Cooperativa Sociale Onlus’, in via Mozart 43, sempre nella capitale.

 

http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/12/11/news/mafia_capitale_due_nuovi_arresti_in_manette_rotolo_e_ruggiero-102609309/

 

Articolo Originale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *