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Leed, la quarta versione aggiungerà il requisito di equità sociale

Se il concetto di sostenibilità è fondato su tre pilastri che comprendono l'impatto ambientale, economico e sociale, la certificazione Leed si è concentrata molto sui primi due aspetti tralasciando il terzo. La riflessione viene dallo stesso US Green Building Council (USGBC), responsabile del sistema di rating più diffuso al mondo. Non

Se il concetto di sostenibilità è fondato su tre pilastri che comprendono l’impatto ambientale, economico e sociale, la certificazione Leed si è concentrata molto sui primi due aspetti tralasciando il terzo. La riflessione viene dallo stesso US Green Building Council (USGBC), responsabile del sistema di rating più diffuso al mondo.
Non che il benessere della comunità non sia contemplato nel protocollo- dichiara Bredan Owens , vice presidente di Leed- ma forse lo è in modo indiretto e ci siamo resi conto che avremmo potuto fare di più.
Gruppo di lavoro in Social Equity
Per ‘raddrizzare il tiro’ l’USGBC ha deciso di inserire il requisito di equità sociale fra uno dei sette pilastri che caratterizzeranno la quarta versione del sistema di rating. E per farlo è stato creato un team di lavoro denominato appunto ‘Social Equity Working Group’ che si occuperà, come spiega Owens, di ‘incoraggiare e premiare i progetti fondati su queste buone pratiche.’

Tre progetti pilota che corrisponderanno a tre crediti
Per il momento si sta lavorando su tre progetti pilota, che corrisponderanno a rispettivi crediti. Il primo, Social Equity in the Community, assegnerà un punto Leed ai progetti volti a supportare la vulnerabilità della popolazione. Il secondo si concentrerà invece sui processi di filiera, promuovendo tutte le attività produttive svolte in condizioni umane dignitose. Mentre il terzo intende premiare i team e le aziende certificate per l’impegno in campagne di rispetto nei diritti umani o che rispettano, da un punto di vista contrattuale e formativo, i lavoratori, attraverso programmi di apprendistato, GED test e iniziative analoghe.
Si potrebbe concepire un sistema di rating per l’impatto sociale strutturato e dettagliato così come lo è quello per l’impatto ambientale- riferisce Raphael Sperry , presidente dell’Ordine degli Architetti, Designer e Progettisti impegnati nella Responsabilità Sociale e responsabile del team che sta lavorando al requisito Leed sull’equità sociale- per il momento abbiamo preferito però concentrarci soltanto su tre aspetti, che rappresenteranno i primi tasselli di un lungo percorso.
Compatibilità con altri protoccolli di responsabilità sociale

Per ottenere con più facilità i crediti Leed gli architetti potranno anche abbracciare alcuni programmi esistenti incentrati sulla responsabilità sociale, come il SEED Evaluator (Social Economic Environmental Design) o la Enterprise Green Communities Certification. “Stiamo cercando di valutare- spiega Susan Kaplan, vicepresidente del Social Equity Working Group- il panorama certificativo esistente e di prevedere, nel caso in cui i nostri requisiti vengano soddisfatti da altri protocolli, una forma di compensazione e di riconoscimento.”

 

http://www.casaeclima.com/ar_20424__ESTERO-Best-Practice-leed-usgbc-equit-sociale-Leed-la-quarta-versione-aggiunger-il-requisito-di-equit-sociale.html

 

 

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