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La donna nuda che cadde sulla terra
di Jonathan Glazer. Con Scarlett Johansson, Antonia Campbell-Hughes, Paul Brannigan, Krystof Hadek, Robert J. Goodwin USA, Gran Bretagna 2013
In Scozia, un alieno in tuta da motociclista (Campbell-Hughes) raccoglie un cadavere di donna e dà i vestiti ad un’altra aliena che, prese di sembianze umane di Laura (Johansson), gira con un camper per Glascow e chiede informazioni ai passanti. Ad uno di questi, Joe (Joe Szousa) dà un passaggio e dopo averlo sedotto lo porta in una casa desolata e, quando sono nudi, lo attira in una palude nera che lo inghiotte. Stessa sorte avrà di lì a poco Andrew (Brannigan), il quale, sommerso dal liquido nero e oleoso vede Joe disossarsi e sgonfiarsi (finiranno entrambi in una fornace a fornire nutrimento agli alieni). Laura assiste al coraggioso e vano tentativo di un nuotatore (Hadek), di salvare la moglie preda del mare agitato e, quando lui stremato torna a riv, lo uccide e ne trascina via il cadavere. Poco dopo deve fuggire da un uomo violento (Jeremy McWilliams) che, spalleggiato da altri teppisti, tenta di tirarla giù dal camper. Di lì a poco prende su Adam (Adam Pearson), un timido giovane afflitto da una malattia che lo rende simile ad elephant man; lo porta nel suo covo, si spoglia con lui ma ne prova pietà e fugge via. Ora gli alieni la cercano – evidentemente per sopprimerla – e lei fugge a piedi nelle Highlands. Qui incontra un uomo gentile (Michael Moreland) che la ospita e la corteggia garbatamente; quando però fanno l’amore, Laura lo allontana, si guarda terrorizzata la vagina e fugge per i boschi; qui si imbatte in un taglialegna (Dale Acton), che cerca di violentarla ma, quando sotto la pelle di donna appare uno strano pigmento scuro, terrorizzato le dà fuoco.
Glazer (Sexy beast, Birt –Io sono Sean) ha partecipato con questo film alla Mostra di Venezia del 2013 (e l’uscita così ritardata rischia di far arrivare il film nelle nostre sale già abbondantemente piratato); non è certo sorprendente che sia stato scelto: stralunato e scarno è molto nelle corde del direttore del festival Barbera. In realtà è una sorta di aggiornamento estetizzante del filone fantascientifico dell’invasione da parte di quinte colonne extraterrestri – quello che va dall’inimitabile L’invasione degli ultracorpi (1956, di Don Siegel) a Ho sposato un mostro venuto dallo spazio (1958, di Gene Fowler jr.), fino a L’uomo che cadde sulla terra (1976, di Nicolas Roeg) e a Starman (1984, di John Carpenter). Detto che senza la Johansson il film non avrebbe alcuna ragion d’essere, non si può non apprezzare il lavoro della casting Kahleen Crawford, collaboratrice di Ken Loach, che, seguendo le indicazioni del regista che voleva una recitazione in straniato understatement, ha scelto prevalentemente attori presi dalla strada (anche Brannigan, già protagonista de La parte degli angeli, era un non professionista quando Loach gli aveva affidato il ruolo); in particolare Adam Pearson è un vero malato di neurofibromatosi.