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Una passeggiata narrante all’ ombra del Serpentone

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Corviale visto da Via Portuense

Camminare tra paesaggi urbani e naturali, ascoltare storie che ne svelano anime nascoste: queste sono le passeggiate narranti dell’associazione culturale GoTellGo per promuovere la cultura del camminare, sia come conoscenza del territorio e interazione con le comunità sia come benessere fisico e mentale. Già perché si tratta di passeggiate a tema dove un GoTeller racconta una storia legata al traggitto percorso. L’occupazione nazista a Roma narrata passeggiando tra le vie della città legate a quel periodo; una camminata tra i quartieri descritti da Pasolini nel romanzo “Ragazzi di vita” per scoprire il valore letterario di quei luoghi: camminare e ascoltare per scoprire il patrimonio storico, letterario e architettonico racchiuso in un paesaggio. Ma oltre ad ascoltare, tutti sono invitati ad arricchire i racconti dei GoTeller con le proprie storie personali. Inoltre l’associzione ha creato un’APP per iPhone, iPad e Android, con la quale in qualsiasi momento si può conoscere un itinerario descritto da esperti che operano nel settore dei beni culturali.
Non solo il centro storico ma anche le periferie possono raccontare storie che coinvolgono un’intera città: come ci ha mostrato la GoTeller Irene Ranaldi che ci ha accompagnato attraverso Corviale raccontandone la storia che lo ha fatto divenire simbolo di degrado nell’immaginario collettivo dei romani. Avendo partecipato alla passeggiata, ciò che mi ha colpito è la libertà di vivere in maniera soggettiva quest’esperienza e allo stesso tempo poterla condividere con più persone.

Elisa ci racconterà come ha riscoperto il proprio quartiere durante la passeggiata e come ci si può emozionare davanti a un particolare, come un graffito, finora mai visto.

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Lato estremo a sud di Corviale

L’itinerario è partito dalla biblioteca Renato Nicolini, già Corviale, in cui ci hanno illustrato le funzioni, le sale e i fondi speciali contenuti al suo interno. Siamo passati davanti al Mitreo, il centro polifunzionale che offre ogni anno corsi e laboratori diversi e rappresenta il centro pulsante della cultura. Ogni settimana spettacoli ed eventi spaziano dal ballo alla rassegna cinematografica, alle mostre fotografiche e alle esposizioni temporanee. Siamo arrivati poi all’interno del palazzo, in cui tutto sembra così silenzioso e piatto che anche un murales mi fa riflettere. Dentro il kilometro di cemento di Corviale non esiste solo il degrado e la periferia di un mondo distante dalla normalità, dentro Corviale ci sono le persone, i volti, le storie, le condivisioni, spazi e idee.Corviale racchiude la storia di moltissimi uomini e donne, storie che, grande o piccola che siano, vale la pena di raccontare. E molte storie sono state raccontate, come ci suggerisce la roadbook – goTeller Irene Ranaldi; dalla bibliografia copiosa in ambito architettonico e sociologico, alla filmografia più recente “Et in terra pax”, girato amatorialmente tra i lotti del Serpentone.Storie che collegano i vari terrazzi dell’edificio, nato negli anni ’70 per sopperire alla notevole urbanizzazione che stava investendo la capitale. Le prime case sono state consegnate nel 1982 e a distanza di trenta anni le cose non sono cambiate. Almeno dall’esterno. La muraglia di cemento che si staglia dalla campagna romana sulla Portuense e a pochi chilometri dalle spiagge di Fiumicino, non ha subito nessuna modifica. Ma c’è chi, a differenza di quanto tutti credono, ancora crede nelle potenzialità dell’impresa sociale, potenziale del palazzone.
Ne abbiamo parlato anche con il presidente del Comitato Inquilini Angelo Scamponi che ha il suo ufficio nel piano terra del terzo lotto. Il comitato è stato attivo fin da subito, fin dai primi insediamenti negli appartamenti e da sempre si è contraddistinto per la forza con cui ha combattuto la lotta per ottenere i servizi primari per lo stabile: dalla linea di autobus che percorrono tutta la via, agli ascensori che funzionino fino al nono piano. Negli androni dei ballatoi moltissimi giovani si radunano, parlano, nascondono i loro segreti e le loro storie, tanto da sembrare infastiditi dalla nostra intromissione. Ma se a qualcuno di loro si chiede “Tu dove abiti?” risponderanno con tono deciso “Abito a Corviale”.

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Caselle di posta di un intero lotto

E questo è perché Corviale è un’identità, rappresenta un’identità in cui si ritrova il senso di appartenenza, la consapevolezza di esserci. Una freccia che guarda Trieste con la coda e Tunisi con la punta e le collega, in astratto. Un’idea che scavalca l’ovvia collocazione di Corviale nella mappatura di Roma. 

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la Cavea di Corviale

L’arena, costruita come un teatro antico, con le gradinate di cemento e un’ottima acustica, era nata per gli spettacoli all’aperto. La campagna della Tenuta dei Massimi, posta dietro l‘orchestra, il nome greco per definire il palco centrale rotondo, avrebbe dato sfondi piacevoli alle rappresentazioni. Ma purtroppo, è sede di raduni e incontri dei ragazzi nullafacenti del Serpentone: documentato anche nel film “Et in terra pax”, di recente produzione, la cruda realtà della cava è il divertimento di far girare a vuoto i motorini nel cerchio.

L’ultima tappa del tour è stato il Farmer’s Market di Corviale, un mercato al coperto, di fronte alla sede del Municipio e della Polizia Municipale, dove la spesa è a chilometro zero.

In tutto questo si spera che la riqualificazione dell’edificio e del quartiere venga fatta, perché lo testimoniano le tante persone che vivono le idee di Corviale,e io non sono la sola a sperare che questo struttura diventi veramente un patrimonio della città.
Si può dire, filosoficamente, che Corviale è l’Essere, l’appartenenza, l’origine, il cuore per cui tutto si muove. E io questo cuore lo sento vivo.”

Introduzione di Ivan Selloni

Racconto  e  fotografie di Elisa Longo

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