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Al via il restyling del piano basso del Serpentone. Vince il progetto «Respiro» presentato dall’architetto Peretti. Nasceranno parco e piazza.
Si dice che la speranza è l’ultima a morire. Corviale da ieri ha trovato il suo Respiro. Anche se solo un pezzo. È stato decretato il vincitore del bando dell’Ater per il Concorso Internazionale di Progettazione «Rigenerare Corviale», promosso e finanziato dalla Regione Lazio con la consulenza scientifica e l’assistenza dell’Area Concorsi dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia. 9,5 milioni di euro lo stanziamento in essere per la realizzazione. 45 progetti pervenuti e quattro giorni di lavoro intenso con una giuria internazionale ha individuato i sei progetti più meritevoli. A sbaragliare è stato quello coordinato da Laura Peretti dello Studio Insito, architetta di origine vicentina trapiantata nella Capitale, che ha chiamato il suo lavoro proprio così: «ll Respiro di Corviale» «perché questo è un quartiere che non respira», ha spiegato, tenendoci a ringraziare gli organizzatori. Medaglia d’argento al progetto coordinato da Abdr architetti associati, che affronta il tema della riconnessione dell’edificio inteso come elemento autonomo inserito nel tessuto urbano. Terzo posto a quello coordinato dall’architetto Juha Samuli Miettinen. I riconoscimenti sono stati assegnati nel corso dell’incontro stampa all’Acquario Romano di piazza Fanti alla presenza di Fabio Refrigeri, assessore regionale alle Infrastrutture, Politiche abitative e Ambiente, Giovanni Tamburino e Claudio Rosi, commissario straordinario e direttore dell’Ater Roma. Il progetto interessa la modifica del piano terra, senza toccare le abitazioni. Per adesso il famoso quarto piano, che secondo il progetto originario doveva essere il centro pulsante di Corviale, pieno di negozi, rimane, dunque, ancora nelle mani degli abusivi che ne hanno preso possesso nel tempo, con gli ascensori periodicamente distrutti e tutto il degrado che negli anni le pagine di cronaca hanno raccontato senza fine.
Corviale, il Serpentone dei romani; per tutti l’emblema del malessere sociale della Capitale sulla via Portuense nella periferia sud-ovest della città, alveare umano lungo un chilometro tra incuria e storie disagiate su uno sfondo di acciaio, pannelli di cemento armato e pareti vetrate, con i servizi mai finiti. Storia nota. Nacque sul filo dell’avanguardia: lo progettò la squadra diretta dall’architetto Mario Fiorentino nel 1972 per conto dell’allora Iacp, nove piani, 6 lotti per oltre 6.000 persone, più di 120 famiglie. E si è trasformato in un ghetto che oggi fa oltre 5 mila abitanti. Per molti, da tempo immemore, il simbolo della depressione capitolina, tanto da far lanciare la proposta all’allora assessore regionale alla Casa Teodoro Buontempo:«Demoliamolo e ricostruiamo un quartiere a misura d’uomo».
A breve, il piano terra, avrà un volto nuovo. Peretti ha immaginato una grande piazza che, interrompendo la linearità seriale dell’edificio, ricostruisce un pezzo di città con un sistema chiaro di relazioni degli spazi pubblici e della circolazione e nuovi servizi, con un centro della biodiversità che sarà il cuore civile dell’impianto. Cambiando l’asse di arrivo: la strada non più parallela e rigida, si entra attraverso un parco; ad ogni gruppo di abitazioni sono associati corpi scala, atri per produrre avvicinamento, puntando alla riconnessione del suolo dell’Agro romano. «Si è chiesto al mondo dell’Architettura di trasformare Corviale da città fortificata a complesso permeabile e accogliente, riversando al suo interno funzioni nuove, tutte le attività piccole e grandi che possono rendere il luogo vitale giorno e notte. Con questo Concorso il progetto di recupero e riqualificazione di Corviale diventa la prima sperimentazione, e senza dubbio la più significativa e complessa, di rigenerazione urbana delle periferie romane», ha sottolineato l’architetto Paola Rossi, Coordinatrice Area Concorsi dell’OARPPC.