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Un bacio

L’ultimo melò

di Ivan Cotroneo. Con Rimau Grillo RitzbergerValentina RomaniLeonardo PazzagliThomas Trabacchi  Italia 2016

In provincia di Udine vive Blu (Romani) , un’adolescente chiusa e difficile chee scrive un quotidiano diario alla se stessa di quindici anni dopo. Lei è oggetto di isolamento e scherno da parte dei suoi compagni a causa di una partouze nella quale il fidanzato Giò (Eugenio Franceschini), un po’ più grande di lei, la aveva coinvolta qualche mese prima ma, caparbiamente, si difende attaccando e rivendicando quel gesto come una scelta. Nella sua classe arriva Lorenzo (Grillo Ritzberger), un giovane gay che aveva perso i genitori da ragazzino ed ora, dopo varie dolorose esperienze, è stato adottato da Renato (Trabacchi), operaio nella fabbrica del padre di Blu – Davide (Giorgio Marchesi) – e dalla moglie Stefania (Susy Laude), cassiere in un supermercato. Lorenzo è all’apparenza forte e combattivo (già dall’abbigliamento sfida il perbenismo dei compagni, che reagiscono subito emarginandolo) e la professoressa Longardi (Sara Bertelà), intelligente ed aperta, lo mette al banco con Blu. Nella loro classe c’è anche Antonio (Pazzagli), considerato da tutti uno stupido e che ha un po’ di considerazione dagli altri solo perché è la colonna della squadra scolastica di basket; lui è, in realtà, molto condizionato dall’ ansiosa possessività dei genitori, Vincenzo (Sergio Romano) e soprattutto la madre Ines (Laura Mazzi), traumatizzati dalla morte in un incidente di suo fratello Massimo (Alessandro Sperduti). In palestra Lorenzo nota il bell’Antonio e se ne innamora; poco dopo lui e Blu, che sono diventati subito amici, lo invitano ad un party “di sfigati”, visto loro tre sono gli unici esclusi dalla festa-evento di una loro compagna molto popolare a scuola. I tre diventano inseparabili, ciascuno traendo forza da quell’amicizia: Lorenzo va scuola con le unghie smaltate di nero e quando la retrograda professoressa Messina (Lisa Galantini) lo vuole sospendere per il baccano che ne è nato in classe, lui – oltre che sulla piena solidarietà dei genitori adottivi che lo difendono – può contare sull’appoggio di Blu; lei, a sua volta, che non può contare né sul padre troppo indaffarato, né sulla madre Nina (Simonetta Solder), scrittrice mancata, alla quale lei nasconde le lettere di rifiuto degli editori, ora sembra aver ritrovato un sorriso non solo di triste sarcasmo; Antonio, infine, ha dal brillante Lorenzo un bell’aiuto nelle proprie difficoltà scolastiche e in entrambi una spinta per uscire dalla iperprotettività familiare. Un giorno decidono di vendicarsi del mobbing al quale sono soggetti e mandano su youtube un video nel quale rivelano particolari imbarazzanti sui loro persecutori e questi si vendicano mettendo a soqquadro l’aula ed incolpandoli del vandalismo. Saranno puniti con tre giorni di sospensione e, liberi dalla scuola, una mattina decidono di andare a fare un bagno nel fiume; mentre i due ragazzi si spogliano, Lorenzo non resiste e abbraccia l’amico, che reagisce violentemente e scappa via, deciso a non vederlo più. Blu, inoltre, scopre che il romanzo che la madre ha scritto e pubblicato su internet, è un’imbarazzante autobiografia nella quale dice di lei e del padre cose intime e spiacevoli e ha con lei un duro scontro. Lorenzo non si rassegna alla chiusura di Antonio e, il giorno del suo compleanno, si presenta nella palestra dove lui si stava allenando con un regalo. Il ragazzo, schernito dai compagni di squadra, lo picchia con rabbia e lui scappa. Stefania, nonostante le sue proteste, vedendolo tornare malconcio, decide che andrà a denunciare l’accaduto a scuola ma, la notte, Antonio – che ha visto che il regalo era una cornice con una foto di loro tre insieme quando erano felici, va a chiamarlo per scusarsi e Lorenzo sceso ad abbracciarlo, gli si butta tra le braccia e lo bacia sulla bocca. Antonio, che ha ricambiato il bacio, turbato scappa via. Blu, intanto, è contenta perché è tornato Giò e si mette in tiro per l’incontro. La sera, dopo aver fatto l’amore, lui le mostra, sfrontat, il video della famosa notte dell’ammucchiata e lei, rivedendosi, si rende conto di non essere stata affatto consenziente ma di aver subìto un vero stupro. In lacrime, racconta tutto alla mamma che la convince ad andare con lei a denunciare il fidanzato ed i suoi amici. Antonio, intanto, ha rubato la pistola al padre, guardia giurata, e a scuola uccide Lorenzo.

In questi anni particolarmente bui culturalmente, afflitti dal piattume conformistico di un politically correct furbetto e clientelare, le uniche possibilità che consentono di uscire appena, appena dall’ultra-seminato (a meno di non essere geni come Zalone o disperati come Caligari) sono la comicità ed il melò; la prima perché anche la più conformista (e le nostre lo sono parecchio) delle situazioni brillanti un minimo di ribalderia lo deve prevedere, la seconda perché l’eccesso porta con sé, in qualche modo, la negazione di quanto si vuole sottolineare. La grandezza registica di Matarazzo consentiva di leggere i drammi dell’onore e della purezza calpestati che erano la base del suo cinema di successo (Catene, Tormento, I figli di nessuno) anche in chiave ironicamente seriosa e di apprezzarne appieno la realizzazione. Oggi l’imperante cultura omofila ha bisogno, per poter essere tradotta in un racconto di diffusa condivisione, dei toni, dei colori e delle ingenuità tecniche (quelle farfalline che escono dalla camicia di Lorenzo) di chi, come Cotroneo – dopo il dimenticabile esordio alla regia con La krypyonite nella borsa– si è ricordato, in questo film di essere stato l’ideatore della non banale serie televisiva Tutti pazzi per amore. Certo si affaccia dalle quinte dell’impianto un bel po’ d’indigeribile fabiofazismo (Cotroneo, per dire, ha sceneggiato senza battere ciglio il veltroniano Piano,solo) ma, insomma, accontentiamoci.

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