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Terminator Genisys

Nonno Terminator e i suoi cari

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di Alan Taylor. Con Arnold SchwarzeneggerEmilia ClarkeJai CourtneyJ. K. SimmonsJason Clarke USA 2015

Nel 2029 le macchine hanno sconfitto gli uomini e, dopo un conflitto che ha decimato l’umanità, la Terra è un ammasso di rovine. Un manipolo di resistenti, guidati da John Connor (J. Clarke), si prepara all’attacco finale e con un attacco a sorpresa riesce a conquistare il quartier generale delle macchine ma mentre si preparano a distruggere Skynet – il fulcro della comunità robotica – i cyborg riescono ad inviare nel 1984 un Terminator T-800 (Brett Azar, sosia di Schwarzegger giovane) per uccidere Sarah (E.Clarke), madre di Connor. Questi manda il suo braccio destro Kyle Reese (Courtney) a proteggere la madre e lui, mentre sta per essere lanciato nel passato, vede un Cyborg, Alex (Matt Smith) che assale a tradimento John. Nel 1984 Il T-800 si trova faccia a faccia con se stesso (Schwarzernegger) invecchiato e viene sconfitto, mentre Kyle raggiunge Sarah che non è affatto l’ingenua ragazza che immaginava: il Terminator che la protegge – e che lei chiama “papà” – le ha detto tutto, compreso il fatto (che Reese ignora) che dovrà accoppiarsi con Kyle per far nascere John. Sulle loro tracce c’è anche il terribile T100, che travestito da poliziotto, che aveva convinto il giovane detective O’Brien (Wayne Bastrup) ad arrestarlo per poi cercare di ucciderli entrambi, Terminator li salva e con Sarah e Kyle va in un rifugio dove ha costruito uno Skynet artigianale; il piano è quello di andare nel 1997 per impedire la nascita dei robot ma Kyle – che ha avuto delle visioni, relative ad un network Genisys durante il viaggio nel tempo – la convince a muovere nel 2017. Appena arrivati, nudi e dentro ad una palla di fuoco, vengono arrestati e portati in una clinica per accertamenti; qui li raggiunge John che li aiuta a fuggire e li incita a seguirlo; nella fuga li aiuta un ex poliziotto (Simmons) alcolizzato che altri non è che l’agente O’Brien, ancora sotto shock per quanto ha visto nell’84 e perché nessuno gli nha mai creduto. Il gruppo dei fuggitivi è raggiunto dal Terminator che capisce che John è posseduto da Skynet. I ricordi di Kyle gli rendono chiaro che il network globale Genysis, in grado di collegare tutte le apparecchiature del globo e che sarà messo in funzione da lì a 24 ore, è la chiave per far schiavizzare dalle macchine l’umanità. I nostri arrivano alla fabbrica di Genysis e qui devono vedersela con John e con Alex, che è l’ologramma pensante di Genysis. Terminator sacrifica la propria vita per salvare i suoi protetti (ma, nel finale, lo vediamo tornare pimpante e pronto ad un nuovo sequel) è l’umanità è salva.

Narrano le leggende di cinema – ma la storia ha varie conferme – che il giovane Cameron, venuto in Italia perché innamorato del nostro cinema e, in particolare, di Fellini, si era trovato a dirigere un fantasy di serie b e che il produttore, irritato dai suoi tentativi di girarlo al meglio, lo avesse cacciato dicendogli: “Il cinema non è cosa per te!”. Risultato: il produttore il filmetto lo ha finito e firmato lui e il povero Cameron, durante il viaggio di ritorno, per distrarsi dalla delusione, aveva scritto una sceneggiatura: era Terminator. Ovviamente, questa storiella si riferisce ad un capolavoro, che ha dato origine a quattro sequel in trent’anni, nessuno – compreso il secondo sempre diretto da Cameron – all’altezza del prototipo. Quest’ ultimo è un onesto drone che si lascia seguire, niente di più se si esclude il grande carisma di Schwarzy che conosce tutti trucchi e sa magnetizzare con poche, geniali smorfie da duro il suo, irriducibile pubblico. C’è anche il J.K. Simmons di Whiplash e non è poco.

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