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Fondi europei

soldiNicola Zingaretti: “Missione compiuta! Abbiamo speso tutti i fondi europei che erano stati assegnati al Lazio per il 2013”ue




Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta

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programma generale di azione dell_UE in materia di ambiente fino al 2020




I primi bandi Horizon 2020 con circa 15 miliardi per il 2014-2015

ueCommissione europea presenta i primi bandi a valere sul nuovo programma di ricerca e innovazione dell’Ue Horizon 2020. Le risorse per il primo biennio, 2014-2015, ammontano a 15 miliardi di euro.

E’ la prima volta la Commissione indica le priorità di finanziamento con un orizzonte temporale di due anni, in modo da fornire ai ricercatori e alle imprese un’inedita certezza sulla direzione della politica di ricerca dell’Unione.

La maggior parte dei bandi che saranno finanziati con la dotazione del 2014,aperta da oggi stesso, mentre altri seguiranno nel corso del prossimo anno.

Per le prime call previste nel quadro della dotazione 2014 saranno stanziati oltre 7 miliardi di euro, suddivisi tra i tre pilastri fondamentali di Horizon 2020:

Eccellenza scientifica: sono previsti stanziamenti per circa 3 miliardi di euro, che includono 1,7 miliardi di fondi dal Consiglio europeo della ricerca per ricercatori di alto livello e 800 milioni di euro per le borse di ricerca Marie Sklodowska-Curie rivolte ai giovani ricercatori;
Leadership industriale: 1,8 miliardi di euro per sostenere la ricerca in settori come le TIC, le nanotecnologie, la robotica, le biotecnologie e la ricerca spaziale;
Sfide della società: si prevedono finanziamenti per 2,8 miliardi di euro per progetti innovativi realizzati nel quadro delle sette sfide previste nel terzo pilastro di Horizon, riconducibili a:
– sanità;
– agricoltura,
– ricerca marittima e bioeconomia;
– energia;
– trasporti;
– azione per il clima, ambiente, efficienza sotto il profilo delle risorse e materie prime;
– società riflessive;
– sicurezza.
Gli inviti per il 2014-2015 includono anche uno strumento dedicato alle piccole e medie imprese, che prevede uno stanziamento di 500 milioni di euro distribuiti su due anni.

Il budget complessivo di Horizon 2020 è di 77,028 miliardi di euro a prezzi correnti, quelli cioè vigenti attualmente sul mercato.

primi bandi Horizon 2020: http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/master_calls.html




Fondi europei 2014-2020, la tutela dell’ambiente ai primi posti nella programmazione

soldiTra gli obiettivi dell’accordo di partenariato la transizione verso un’economia a basse emissioni e la prevenzione dei rischi ambientali

C’è molta attenzione alla tutela dell’ambiente e del territorio nella bozza di accordo di partenariato per la nuova programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020, presentata il 10 dicembre scorso alla stampa dal ministro per la Coesione Territoriale, Carlo Trigilia.

La bozza di accordo di partenariato è stata inviata alla Commissione europea per le osservazioni, a cui si aggiungeranno anche quelle delle amministrazioni centrali e regionali, delle rappresentanze dei Comuni e del partenariato.

All’Italia fondi Ue per 32 miliardi di euro

L’Italia beneficerà di un totale di risorse comunitarie pari a 32.268 milioni di euro (incluse le risorse destinate alla cooperazione territoriale per 1.137 milioni di euro e al fondo per gli indigenti per 659 milioni di euro), di cui 7.695 milioni di euro per le regioni più sviluppate, 1.102 milioni di euro per le regioni in transizione, e 22.334 milioni di euro per le regioni meno sviluppate (prezzi correnti).

Alla quota comunitaria si aggiungerà il cofinanziamento nazionale a carico del Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183 del 1987, preventivato nel d.d.l. per la formazione del bilancio annuale (Legge di Stabilità per il 2014) nella misura di 24 miliardi di euro, nonché la quota di cofinanziamento di fonte regionale da destinare ai POR (quantificabile in una cifra pari al 30 per cento del cofinanziamento complessivo del programma). Il cofinanziamento consentirà, quindi, di raddoppiare il volume di risorse assegnato dalla Commissione Europea.

In totale 100 miliardi per la coesione territoriale

A queste risorse si aggiungeranno anche quelle del Fondo Sviluppo e Coesione, il cui rifinanziamento per il periodo 2014-2020 è previsto nel disegno di legge di Stabilità per il 2014 per un importo complessivo nel settennio di programmazione di circa 55 miliardi di euro. Una parte rilevante di queste risorse dovrebbe essere destinata, secondo la proposta del ministro per la Coesione Territoriale, alle amministrazioni centrali nella proporzione del 60% (nel ciclo in corso la proporzione è del 50%). Inoltre, il Fondo opererà per investimenti pubblici destinando l’80% delle risorse alle regioni del Centro-Sud e il 20% al Centro-Nord. Nel complesso il volume di risorse per la Coesione Territoriale nel prossimo ciclo 2014-2020 supererà i 100 miliardi di euro.
Green economy e tutela dell’ambiente

In chiave antirecessiva e per sostenere la domanda e l’occupazione, la nuova programmazione dei Fondi Ue pone come obiettivi strategici di tipo strutturale l’internazionalizzazione, la digitalizzazione, l’innovazione, la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, la qualità dell’istruzione e del capitale umano, la lotta alla povertà. Tra gli obiettivi dei regolamenti 2014-2020 troviamo il sostegno alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; la promozione dell’adattamento al cambiamento climatico e della prevenzione e gestione dei rischi; la tutela dell’ambiente e la promozione dell’uso efficiente delle risorse; lo sviluppo dei sistemi di trasporto sostenibili e l’eliminazione delle strozzature nelle principali infrastrutture di rete; la promozione dell’occupazione sostenibile e di qualità e il sostegno alla mobilità dei lavoratori.
http://www.casaeclima.com/index.php?option=com_content&view=article&id=17863:fondi-europei-2014-2020-la-tutela-dellambiente-ai-primi-posti-nella-programmazione&catid=1:latest-news&Itemid=50




Bozza di Accordo di partenariato per la programmazione fondi UE

ueAccordo-di-partenariato-2014-2010




Brevetti green, l’Italia cresce in Europa

brevettiNegli ultimi cinque anni le invenzioni a tecnologia verde salgono del 5,4%, quelle nelle nuove «Ket» dell’1,1%
Crescono in Europa i brevetti italiani «green». Nelle difficoltà della crisi in cui si trova a lottare ormai da tempo, il Belpaese sta dando buona prova di sé e della sua fama di nazione di inventori. Negli ultimi cinque anni i brevetti a tecnologia «verde» registrati a livello europeo mostrano una crescita del 5,4% e quelli nelle Ket (dall’inglese Key Enabling Technologies) dell’1,1%: un andamento che vale più di quel che appare, visto che le cosiddette «tecnologie abilitanti» sono ritenute capaci di innescare processi di innovazione accelerata in modo trasversale in più settori produttivi.
A DIRLO sono i numeri dell’Osservatorio brevetti di Unioncamere: evidenziano, nel periodo compreso tra il 1999 e il 2012, le oltre 14 mila domande italiane pubblicate dall’Ufficio Europeo dei Brevetti riconducibili alle Ket, pari al 27,9% di tutta l’attività brevettuale nazionale rivolta al mercato continentale. La distribuzione di queste tecnologie evidenzia una forte specializzazione nella manifattura avanzata (69,5% delle domande di brevetto), a cui seguono i materiali avanzati (10,2%), la fotonica (7,4%), le biotecnologie (6,8%), la micro e nanoelettronica (5,7%) e le nanotecnologie (0,4%). Sempre nello stesso periodo, una quota pari al 5,5% delle richieste rientra nei settori della green economy, da più parti considerati ambiti con forti opportunità di sviluppo e di investimento e ormai parte integrante del modello di crescita delle imprese italiane più dinamiche sui mercati internazionali.
NONOSTANTE la generale contrazione nel numero di domande italiane di registrazione presentate agli uffici europei (passate dalle 4.423 del 2008 alle 3.819 del 2012, con una riduzione media annua del 3,6% nel quinquennio), in questi ultimi anni il Paese mostra un incremento dello sviluppo tecnologico su settori applicativi che la Commissione Europea reputa a forte valenza strategica, con ricadute positive sia per quanto riguarda la competitività delle imprese sia sulla capacità in prospettiva di attrarre capitali in cerca di idee e progetti imprenditoriali con previsioni a lungo termine. Un dato ancora più significativo se si considera il periodo difficile cui si riferisce e che in tutti i settori, meno l’edilizia, le aziende che innovano lo fanno nell’organizzazione, nel marketing, nel design. Una conferma dell’orientamento sempre più marcato del nostro sistema produttivo verso la cosiddetta «soft innovation», l’innovazione non solo tecnologica industriale ma anche e soprattutto nelle componenti intangibili della competitività.
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