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Nuova legge, divisi sul no al cemento

Consumo di suolo: incentivi per recuperare edifici dismessi, oneri di urbanizzazione più cari

MILANO Come a Cassinetta di Lugagnano ? «apripista» nel 2007 ? Solza, Ronco Briantino, Ardesio, Ozzero, Pregnana Milanese e altri ancora tra i 1.531 comuni lombardi che hanno già scelto il «consumo di suolo zero»: questa è la prospettiva che il territorio regionale può vedersi aperta, fra 30 mesi, dalla nuova legge approvata l?altra notte dal consiglio regionale, con 41 voti della maggioranza e 27 «no» di Pd, M5S e Patto Civico. Sei sono i punti cardine della nuova normativa: da subito sono impossibili varianti su suoli con destinazione agricola; sono previsti incentivi per il recupero di aree ed edifici dismessi; scende da 3 anni a due e mezzo il tempo utile per realizzare i progetti di nuove costruzioni su aree ex agricole divenute edificabili: in Lombardia si tratta di 600 milioni di metri quadrati. E ancora: le infrastrutture sovracomunali (autostrade e ferrovie) rientrano nel computo del suolo «mangiato»; la soglia del consumo dovrà basarsi sulle indicazioni Istat relative all?aumento della popolazione. Infine, la legge prevede disincentivi, con un balzello del 5% a carico dei costruttori che intendono edificare «dentro il tessuto urbano» e un aumento degli oneri di urbanizzazione da un minimo del 20 a un massimo del 30% al di fuori dei centri abitati. Dopo nove mesi di veti incrociati, litigi e modifiche in corso d?opera, è così finalmente arrivata al traguardo la nuova normativa che manda in pensione quella del 2005. Una vittoria del cemento secondo alcuni, del verde secondo altri: nello stesso mondo ambientalista le due maggiori organizzazioni, Wwf e Legambiente, esprimono parere opposti. Paola Brambilla, presidente regionale del Wwf, esulta e parla di «un risultato importante che ora dovrebbe stimolare il governo all?emanazione di una legge che riconosca il valore ecologico del suolo»: si tratta di considerare la terra come bene comune, come «casa di tutti gli habitat naturali». È invece una bocciatura quella espressa da Damiano Di Simine, numero uno di Legambiente Lombardia: «Il futuro non sono le lottizzazioni, ma le ristrutturazi0ni dei vecchi edifici. Dopotutto il mercato immobiliare è da tempo senza domanda: c?è chi costruisce, ma non c?è chi compra. Tanto che nella nostra regione ci sono 1,4 milioni di vani vuoti, a cui si sommano centinaia di capannoni e uffici non utilizzati». Su questo stesso tema, che cavalca da anni, torna anche Coldiretti, ricordando che sono ben più di 4 mila i chilometri quadrati (una superficie equivalente alle province di Cremona e Mantova) sottratti dal cemento all?agricoltura tra il 1990 ed oggi: «Finalmente l?argomento è stato affrontato ? dice il presidente regionale Ettore Prandini ?. Meglio sarebbe se lo stop alle costruzioni fosse immediato. Ma durante la finestra dei 30 mesi di edificazione possibile, probabilmente sarà ancora la crisi a fare da calmiere e a frenare il cemento. Per questo noi auspichiamo che almeno una parte di quei 600 milioni di metri quadrati tornino all?originaria destinazione agricola».Il presidente Roberto Maroni e la maggioranza sottolineano che «si tratta di una svolta epocale, resa possibile con un provvedimento coraggioso e fortemente voluto». L?assessore al Territorio, Viviana Beccalossi, ricorda« le misure di incentivazione per gli interventi di recupero e ristrutturazione del costruito e la valorizzazione dei terreni dismessi». «Questa è una brutta legge, il suolo lombardo aveva bisogno di ben altro. Abbiamo cercato di ridurre il danno e in parte ci siamo riusciti», dicono invece i capigruppo di Pd e Patto Civico, Enrico Brambilla e Lucia Castellano. Negativo anche il giudizio dei Cinque stelle: «È una legge sbagliata ? sottolinea Gianmarco Corbetta ? che favorirà comunque il consumo di suolo».Via libera invece all?unanimità del consiglio regionale all?istituzione della «Banca della terra lombarda», che punta a «mantenere e incrementare la produttività agricola e a favorire il ricambio generazionale, affidando ai giovani e alle donne le terre demaniali abbandonate».© RIPRODUZIONE RISERVATAIl confronto Fonte: Ersaf Regione Lombardia d’Arco Fonte: Istat, 2012 L’urbanizzazione del suolo e la progressiva antropizzazione del territorio sono evidenti confrontando le due cartine della Lombardia 1954 2012 LEGENDA LA CLASSIFICA Le dieci province più cementificate d’Italia Monza e Brianza Napoli Milano Varese Trieste Padova Roma Como Treviso Prato Dati % di superfici edificate Aree antropizzate Aree agricole Territori boscati e ambienti seminaturali Aree umide Corpi idrici 0 10 20 30 40 50 54 43 37 29 28 23 20 19 19 18
Guardini Laura
http://archiviostorico.corriere.it/2014/novembre/21/Nuova_legge_divisi_sul_cemento_co_0_20141121_2b85cb06-7149-11e4-9424-dee50095f931.shtml

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Progetti sperimentali di volontariato: on line la direttiva 266

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato la Direttiva Annualità 2014 per la presentazione di progetti sperimentali di volontariato finanziati con il Fondo per il volontariato istituito ai sensi della Legge 266/91. ( http://www.csvnet.it/notizie/le-notizie/istituzioni/1365-progetti-sperimentali-di-volontariato-on-line-la-direttiva-266 )

Per questa annualità‚ sono stati individuati come prioritari i seguenti ambiti di intervento: cittadinanza attiva‚ pari opportunità‚ accoglienza e reinserimento sociale di soggetti svantaggiati‚ esclusione sociale‚ legalità e corresponsabilità‚ il sostegno a distanza e il volontariato d’impresa.

Le risorse finanziarie complessivamente disponibili per l’anno 2014 sono pari a 2 milioni di euro.

I progetti possono essere presentati da Organizzazioni di volontariato legalmente costituite da almeno due anni e regolarmente iscritte nei registri regionali.

Le domande di contributo devono essere presentate utilizzando il formulario allegato alle Linee di Indirizzo che dovrà essere trasmesso attraverso la piattaforma informatica (attiva dal 20 novembre) www.direttiva266.it appositamente realizzata da CSVnet, entro e non oltre le ore 13.00 del giorno 10 dicembre 2014.

Il costo complessivo del progetto non può superare la cifra di € 30.000‚ di cui il 90% a carico del Ministero e il restante 10% a carico dell’Organizzazione proponente; tale quota del 10% può essere coperta anche attraverso la valorizzazione dell’attività svolta dai volontari.

Le Organizzazioni possono usufruire della consulenza gratuita dei Centri di Servizio per il Volontariato‚ sia per quanto riguarda la presentazione del progetto attraverso la piattaforma sia per quanto riguarda l’avvio e la gestione dei progetti che hanno ottenuto il finanziamento.

 

 

http://www.associazioniinrete.it/progetti-sperimentali-volontariato-on-line-direttiva-266/

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Riforma terzo settore, tutte le richieste delle 37 audizioni alla Camera

In Commissione Affari sociali si è concluso il giro di audizioni informali con le associazioni e gli enti pubblici che avevano chiesto di essere ascoltate: fra quelle convocate, hanno risposto in 37. Ecco dove trovare online i loro contributi
Un altro passo è compiuto. Si sono concluse in Commissione Affari sociali, a Montecitorio, le audizioni informali sul disegno di legge delega di riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale: due settimane di lavoro nel corso del quale sono state convocate e poi ascoltate quelle realtà – del terzo settore, ma non solo – che avevano chiesto di essere sentite per portare il proprio contributo alla discussione. Delle circa cinquanta sigle che erano state convocate, sono state 37 quelle che effettivamente si sono presentate e con le quali i parlamentari della Commissione hanno potuto confrontarsi. Una parte di queste ha reso anche noto, attraverso il proprio sito internet, il contributo scritto consegnato alla Commissione: una scelta preziosa, dal momento che il servizio della Camera dei deputati non fornisce, nel caso delle audizioni informali, alcun contenuto – neppure in sintesi – degli interventi svolti davanti alla Commissione. Commissione che ora è pronta, dopo aver formalmente indicato il testo del governo come testo base per la discussione, ad aprire i termini per la presentazione degli emendamenti e per la discussione nel dettaglio sul testo. Come la relatrice, la deputata Pd Donata Lenzi, anticipa a RS – l’Agenzia di Redattore sociale , la discussione verterà soprattutto sulla necessità di rendere più chiaro il testo del ddl delega in quelle parti che si prestano a differenti interpretazioni, e in particolare ci si confronterà sul modello di impresa sociale che intende promuovere.

Ecco in ordine cronologico l’elenco delle organizzazioni che erano state convocate: riportiamo non soltanto le 37 che si sono effettivamente presentate, ma tutte quelle che avevano fatto domanda e avevano ricevuto la convocazione alla Camera. Laddove si è fatta la scelta di rendere pubblico il proprio contributo, viene indicato anche il link dal quale è possibile giungere al documento integrale (o ad una sua sintesi).

Il 10 novembre scorso, nella prima audizione, dedicata in modo specifico al servizio civile, sono stati convocati: la Conferenza nazionale enti per il servizio civile (CNESC); il Forum Nazionale Servizio Civile ; la Consulta nazionale servizio civile, l’Associazione mosaico ; Cesc project ; l’Associazione italiana servizio civile (AISeC); l’Associazioni provinciali invalidi civili e cittadini anziani (A.P.I.CI).

Data la sua importanza e la sua ampia rappresentanza, a seguire, sempre lo scorso 10 novembre, è stato dato spazio al Forum nazionale del terzo settore , che ha presentato nel dettaglio un documento contenente la posizione sull’intero testo del ddl, comprensivo di proposte di emendamenti.

A seguire, lo stesso giorno, l’audizione informale è continuata con la convocazione di Caritas Italiana (assente); Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato (ConVol); Coordinamento nazionale dei centri di Servizio per il volontariato (CSVnet); Associazione di fondazioni e di casse di risparmio (Acri), Associazione difesa utenti servizi bancari finanziari postali e assicurativi (Adusbef); Cittadinanzattiva ; Fondazione I bambini delle fate, Campagna sbilanciamoci, Fairwatch, Libera, Dipartimento advocacy dell’Associazione WeWorld onlus, Federazione volontari del soccorso della regione Lombardia, oltre a Luca Gori (ricercatore Istituto Dirpolis-Scuola Sant’Anna di Pisa) e al giornalista Giuliano Marrucci.

In una successiva audizione, sempre del 10 novembre scorso, la Commissione ha potuto ascoltare i contributi di Alleanza delle cooperative italiane sociali ; Banca Popolare Etica ; Emergency; Transparency International; Human Foundation (la cui posizione era stata precedentemente resa nota ); Centro Elis; Harambée-Africa International; Centri di aiuto alla Vita (Cav).

A conclusione della giornata del 10 novembre è stata infine la volta di Guardia di finanza; Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili; Consiglio nazionale del notariato (Cnn).

Nella seduta del 13 novembre sono stati ascoltati i rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, che ha fatto riferimento al parere sul ddl delega che la stessa Conferenza aveva presentato in Conferenza unificata quattro settimane prima; in seguito i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil (che hanno presentato un documento unitario ). A seguire, è stata la volta dell’ Istituto nazionale di statistica (Istat), che ha presentato il documento integrale e un allegato statistico . Ha poi preso la parola l’Agenzia delle Entrate , seguita dall’ Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol). L’audizione dell’ Autorità nazionale anticorruzione (Anac), prevista per il 13 novembre, è stata rinviata al 18 novembre.

Il 18 novembre, oltre all’Anac, sono state ascoltate Transparency International (audizione non effettuata il 10 novembre precedente), la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), la Federazione italiana della mutualità integrativa volontaria (Fimiv), la Comunità di San Patrignano , il Movimento delle associazioni di volontariato italiano (Mo.D.A.V.I.) e l’ Organizzazione per l’educazione allo sport (Opes). Il 21 novembre, infine, si sono svolte le ultime due audizioni previste, quella della Corte dei Conti e quella del Codacons. (ska)

Su RS – L’Agenzia di Redattore sociale puoi leggere il Focus dedicato alla riforma del terzo settore con tutti gli articoli sul tema. In particolare, fra quelli dedicati alle audizioni:

– Riforma terzo settore, oltre 30 sigle in audizione non stop alla Camera
– Riforma terzo settore, Forum: “Troppa impresa sociale, il volontariato si sente trascurato”
– Riforma terzo settore, le regioni: “E’ centralista, fate spazio anche a noi”
– Non profit, Istat verso il censimento continuo: “Registro unico, ma distinzioni chiare”
– Riforma terzo settore, Convol: “No ai rimborsi forfettari”
– Riforma terzo settore, Modavi: “Eliminare incertezza sul 5 per mille è una svolta”
– Riforma terzo settore, “sull’impresa sociale testo a rischio incostituzionalità”

 

 

http://www.associazioniinrete.it/riforma-settore-tutte-richieste-delle-37-audizioni-camera/


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ISTAT – Il valore economico e sociale del lavoro volontario

Il 2 dicembre 2014 alle ore 10.00 si svolgerà, presso l’Aula Magna dell’Istat in via Cesare Balbo 14, il convegno dal  titolo “Il valore economico e sociale del lavoro volontario”.

Durante l’evento, organizzato da Istat, in collaborazione con CSVnet (rete dei Centri di Servizio per il Volontariato) e Fondazione Volontariato e Partecipazione, vengono presentati i risultati della rilevazione sul lavoro volontario. In particolare, si tratta della prima rivelazione, svoltasi nel 2013, che nella definizione di azione volontaria, condivisa a livello internazionale, include oltre all’attività organizzata anche l’azione volontaria individuale.

I principali dati raccolti forniscono una fotografia dell’azione volontaria degli italiani sia sotto il profilo sociale che economico: l’obiettivo del convegno è quello di diffondere i primi approfondimenti realizzati in entrambi gli ambiti e favorire il confronto fra rappresentanti del Terzo settore, ricercatori e decisori pubblici sui risultati.

Nella prima parte del convegno vengono illustrate le linee generali dell’indagine, i profili dei volontari, le professioni dei volontari nel volontariato individuale e in quello organizzato, le motivazioni e le ricadute dell’azione volontaria. Nella seconda parte esponenti delle reti nazionali del volontariato analizzeranno i risultati nell’ottica del contributo del lavoro volontario alla costruzione della società del benessere.

Per partecipare all’evento è necessario inviare una email di adesione alla casella di posta elettronica eventi@istat.it . Alla stessa mail si prega di far pervenire eventuali disdette. Le adesioni saranno accettate fino ad esaurimento dei posti disponibili e comunque entro le ore 12.00 di lunedì 1 dicembre 2014.

 

http://www.associazioniinrete.it/istat-valore-economico-sociale-volontario/

 

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Veneto: categorie, ordini e università sottoscrivono un patto per la rigenerazione urbana

L imitare la corsa al consumo di suolo, aumentare inclusione sociale e sostenibilità, generare processi economici virtuosi legati alla rigenerazione della città.

Con queste finalità si è costituito in Veneto il “Patto per un programma regionale di strategie e politiche di Rigenerazione urbana sostenibile”, un tavolo di lavoro e di discussione costituito spontaneamente da 18 soggetti istituzionali: categorie economiche, ordini professionali, costruttori, ambientalisti e sindacati.

Il “Patto” si propone di diventare interlocutore della Regione Veneto e dei Comuni su un programma organico di riforma delle politiche di governo del territorio, tenendo in maggiore considerazione gli aspetti ambientali, di coesione sociale, di competitività del territorio veneto.

I PROMOTORI . I promotori sono: Ance Veneto, Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Federazione Ordini Architetti del Veneto, Federazione Ordine degli Ingegneri del Veneto, Federazione Ordini Dottori Agronomi del Veneto, Feneal Uil, Fillea Cigl, Filca Cisl, Istituto Nazionale di Bioarchitettura, Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente, Ordine Geologi del Veneto, Ordine Psicologi Consiglio Regionale Veneto, Unioncamere Veneto, Università degli Studi di Padova, Università Iuav di Venezia, Consorzio di Bonifica Bacchiglione, Gruppi di Azione Locale (GAL) del Veneto.
La città – sostengono unitariamente gli aderenti – è il luogo privilegiato per vivere, lavorare, divertirsi e conseguentemente investire. A differenza di ferrovie e autostrade, ogni euro di denaro pubblico investito nella città ne attrae quattro dal mercato privato.
La presentazione pubblica del nuovo coordinamento avverrà mercoledì 3 dicembre nel corso di un convegno che si svolgerà a partire dalle 9,30 nell’aula magna Galileo Galilei dell’Università di Padova.

APPELLO ALLA REGIONE VENETO . Il “Patto” chiederà alla Regione Veneto di svolgere, di concerto con le altre regioni, un ruolo attivo nella Conferenza Stato-Regioni affinché il governo provveda quanto prima all’approvazione di una organica legge di programmazione finalizzata a superare l’attuale impianto frammentario e settoriale delle politiche urbane. La Regione, dal canto suo, è chiamata a supportare i propositi di riforma anche con una legge regionale di indirizzo.

LE PROPOSTE . Tra le soluzioni individuate dal coordinamento, anche la costituzione di un Comitato Interministeriale per le politiche urbane, cabina di regia in grado di tradurre in provvedimenti operativi i programmi pluriennali e le linee di indirizzo di volta in volta definite. Il comitato potrà essere affiancato da un’Agenzia Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile per la selezione a livello nazionale e regionale dei siti in cui intervenire. Essenziale sarà poi la definizione di nuovi strumenti finanziari in grado di attirare gli investimenti privati (fondo di rotazione, raccolte obbligazionarie di scopo, fondo di solidarietà per la realizzazione di alloggi sociali, forme di micro-credito) e un chiaro indirizzo nell’impiego dei fondi strutturali europei verso politiche di riqualificazione urbana. La programmazione dei fondi europei e nazionali per il periodo 2014-2020 rappresenta, infatti, una straordinaria occasione per rilanciare le politiche urbane. Per usare bene i fondi è però indispensabile definire una strategia nazionale sulle città, in grado di sostenere un salto di qualità verso le più innovative esperienze europee in materia.

 

 

http://www.casaeclima.com/ar_20455__ITALIA-Ultime-notizie-rigenerazione-urbana-sostenibile-veneto-patto-Veneto-categorie-ordini-e-universit-sottoscrivono-un-patto-per-la-rigenerazione-urbana-.html

 

 

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Leed, la quarta versione aggiungerà il requisito di equità sociale

Se il concetto di sostenibilità è fondato su tre pilastri che comprendono l’impatto ambientale, economico e sociale, la certificazione Leed si è concentrata molto sui primi due aspetti tralasciando il terzo. La riflessione viene dallo stesso US Green Building Council (USGBC), responsabile del sistema di rating più diffuso al mondo.
Non che il benessere della comunità non sia contemplato nel protocollo- dichiara Bredan Owens , vice presidente di Leed- ma forse lo è in modo indiretto e ci siamo resi conto che avremmo potuto fare di più.
Gruppo di lavoro in Social Equity
Per ‘raddrizzare il tiro’ l’USGBC ha deciso di inserire il requisito di equità sociale fra uno dei sette pilastri che caratterizzeranno la quarta versione del sistema di rating. E per farlo è stato creato un team di lavoro denominato appunto ‘Social Equity Working Group’ che si occuperà, come spiega Owens, di ‘incoraggiare e premiare i progetti fondati su queste buone pratiche.’

Tre progetti pilota che corrisponderanno a tre crediti
Per il momento si sta lavorando su tre progetti pilota, che corrisponderanno a rispettivi crediti. Il primo, Social Equity in the Community, assegnerà un punto Leed ai progetti volti a supportare la vulnerabilità della popolazione. Il secondo si concentrerà invece sui processi di filiera, promuovendo tutte le attività produttive svolte in condizioni umane dignitose. Mentre il terzo intende premiare i team e le aziende certificate per l’impegno in campagne di rispetto nei diritti umani o che rispettano, da un punto di vista contrattuale e formativo, i lavoratori, attraverso programmi di apprendistato, GED test e iniziative analoghe.
Si potrebbe concepire un sistema di rating per l’impatto sociale strutturato e dettagliato così come lo è quello per l’impatto ambientale- riferisce Raphael Sperry , presidente dell’Ordine degli Architetti, Designer e Progettisti impegnati nella Responsabilità Sociale e responsabile del team che sta lavorando al requisito Leed sull’equità sociale- per il momento abbiamo preferito però concentrarci soltanto su tre aspetti, che rappresenteranno i primi tasselli di un lungo percorso.
Compatibilità con altri protoccolli di responsabilità sociale

Per ottenere con più facilità i crediti Leed gli architetti potranno anche abbracciare alcuni programmi esistenti incentrati sulla responsabilità sociale, come il SEED Evaluator (Social Economic Environmental Design) o la Enterprise Green Communities Certification. “Stiamo cercando di valutare- spiega Susan Kaplan, vicepresidente del Social Equity Working Group- il panorama certificativo esistente e di prevedere, nel caso in cui i nostri requisiti vengano soddisfatti da altri protocolli, una forma di compensazione e di riconoscimento.”

 

http://www.casaeclima.com/ar_20424__ESTERO-Best-Practice-leed-usgbc-equit-sociale-Leed-la-quarta-versione-aggiunger-il-requisito-di-equit-sociale.html

 

 

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Londra senza manodopera: muratori a 1.260 euro a settimana

La capitale inglese sta vivendo   un nuovo boom dell’edilizia , con lavori in corso un po’ ovunque (molti i grattacieli in costruzione, ma ci sono anche progetti di riqualificazione consistenti, come quello dell’ormai ex quartier generale di Scotland Yard, annunciato stamattina dal sindaco Boris Johnson ).  
 
A mancare è invece la manodopera da ingaggiare nei cantieri che producono abitazioni, uffici, spazi commerciali. Non si tratta di profili specializzati, bensì di semplici muratori. Un fenomeno che si sta allargando a macchia d’olio, come ha confermato un portavoce di Manpower, spiegando alla BBC come la multinazionale del recruiting che rappresenta è stata costretta a importare manodopera dal Portogallo e che la paga di un muratore oggi è raddoppiata rispetto alle retribuzioni degli ultimi anni.  
Vista la situazione di bisogno, le imprese di costruzioni e le società di sviluppo immobiliare sono oggi pronte a sborsare anche mille sterline per una settimana di lavoro. L’equivalente di circa 1.260 euro, da paremetrare certamente al costo della vita nella Capitale, ma moltiplicando per quattro, lo stipendio può superare l’equivalente di 4.900 euro al mese.   
 
Per il prossimo anno inoltre si prevede il rilascio di permessi per la costruzione di altre 230mila abitazioni, con tutto quello che ne consegue in termini di opportunità di lavoro.  
 
Il governo britannico sta da tempo cercando di ovviare al problema dell’estinzione di competenze in questo campo e ha avviato un programma per la “crescita di talenti domestici” nel settore. Ma ci vorrà tempo per vedere i risultati. Intanto un’azienda su tre ha deciso di non partecipare a nuovi appalti nella Capitale, proprio per la mancanza di operai edili specializzati in grado di sostenere i lavori. Sempre secondo un’indagine targata Manpower, le aziende della filiera immobiliare si preparano ad una nuova impennata della domanda di operai, trainata dall’aumento degli investimenti in comparti come l’energia e le utility.  
monitorimmobiliare.it


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Tra gli interventi che potranno ripartire Passante ferroviario di Torino, Metro C di Roma e metropolitana di Napoli

Si tratta, lo ricordiamo, di finanziamenti che verranno revocati se non saranno rispettate le scadenze di cantierabilità e appaltabilità previste dallo Sblocca Italia (Legge 164/2014).
In particolare, dovranno essere cantierabili entro il 31 dicembre 2014, il completamento della copertura del Passante ferroviario di Torino; il completamento del sistema idrico Basento-Bradano, Settore G; l’asse autostradale Trieste-Venezia; gli interventi di soppressione e automazione di passaggi a livello sulla rete ferroviaria, individuati, con priorità per la tratta terminale pugliese del corridoio ferroviario adriatico da Bologna a Lecce; la tratta Colosseo-Piazza Venezia della Linea C di Roma. A questo gruppo di interventi sono stati assegnati 335 milioni di euro. Dovranno essere appaltabili entro il 31 dicembre 2014 e cantierabili entro il 30 giugno 2015 l’ulteriore lotto costruttivo Asse AV/AC Verona Padova; il completamento dell’asse viario Lecco-Bergamo; la messa in sicurezza dell’asse ferroviario Cuneo-Ventimiglia; il completamento e l’ottimizzazione della Torino-Milano con la viabilità locale mediante l’interconnessione tra la SS 32 e la SP 299-Tangenziale di Novara-lotto 0 e lotto 1; il terzo Valico dei Giovi-AV Milano Genova; il Nuovo Tunnel del Brennero; il Quadrilatero Umbria-Marche; il completamento della Linea 1 della metropolitana di Napoli; il rifinanziamento dell’articolo 1, comma 70, della legge 27 dicembre 2013, n.147, relativo al superamento delle criticità sulle infrastrutture viarie concernenti ponti e gallerie; la messa in sicurezza dei principali svincoli della Strada Statale 131 in Sardegna. Queste opere potranno contare su 1059 milioni di euro.
Il Decreto interministeriale spiega nel dettaglio cosa si intende per cantierabile entro il 31 dicembre 2014.  Per non perdere i 335 milioni inerenti al primo gruppo di opere dovranno essere rispettati una serie di adempimenti:
– il Commissario per l’emergenza ed il traffico della Regione Friuli Venezia Giulia per la “Terza corsia dell’Asse autostradale Trieste-Venezia” deve presentare alla direzione competente del Ministero delle Infrastrutture un ulteriore stralcio del piano dellelavorazioni;
– per la “tratta Colosseo – Piazza Venezia della Linea C di Roma”il Comune deve trasmettere il progetto definitivo aggiornato alla struttura tecnica di missione;
– per il completamento della copertura del Passante ferroviario di Torino, il Comune deve trasmettere il progetto definitivo aggiornato alla struttura tecnica di missione;
– per il completamento del sistema idrico Basento-Bradano, settore G, la Regione Basilicata deve trasmettere il progetto definitivo aggiornato alla struttura tecnica di missione;
– per quanto riguarda gli interventi di soppressione e automazione dei passaggi a livello sulla rete ferroviaria Bologna Lecce, la società Rete ferroviaria Italiana deve trasmettere alla struttura tecnica di missione il programma complessivo degli interventi.
Analogamente, il Decreto interministeriale spiega quando un’opera può essere considerata appaltabile entro il 31 dicembre 2014. Per evitare la revoca dei 1059 milioni relativi al secondo gruppo di opere, il decreto fissa un’altra serie di  obblighi:
– per il completamento e l’ottimizzazione della Torino Milano con la viabilità locale, l’Anas deve inviare al Ministero delle infrastrutture il progetto definitivo perchè possa essere aperta la conferenza di servizi. Entro 60 giorni dalla sua chiusura deve inoltre essere approvato il progetto definitivo e pubblicato il bando di gara;
– per il superamento delle criticità presenti su ponti e gallerie, l’Anas deve pubblicare bandi di gara per il 30% del valore assentito;
– per la messa in sicurezza degli svincoli sulla Ss 131, l’Anas deve inviare al Mit il progetto definitivo per l’apertura della conferenza di servizi. Entro 60 giorni dalla sua chiusura deve inoltre essere approvato il progetto definitivo e pubblicato il bando di gara;
 – il Comune di Napoli deve trasmettere il progetto definitivo del completamento della linea 1 della metropolitana perchè sia inviato al Cipe. La stessa procedura deve essere seguita dalle Province di Lecco e Bergamo per il completamento dell’asse viario Lecco – Bergamo;
 – nell’ambito del quadrilatero Umbria Marche, la società Quadrilatero SpA deve inviare una relazione sull’andamento dei lavori dal quale emerga uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 90% inerente al maxilotto 1 e lo stralcio del progetto definitivo per il maxilotto 2;
 – per l’Alta Velocità Verona Venezia Padova, RFI deve trasmettere alla struttura tecnica di missione l’accordo per la redazione dei progetti definitivi;
– per il Terzo valico dei Giovi sulla linea AV/AC Milano Genova, RFI deve inviare l’aggiornamento dei lotti costruttivi;
– per la messa in sicurezza dell’asse ferroviario Cuneo-Ventimiglia, la Regione Piemonte deve infine stipulare un protocollo di intesa con RFI. Perch le risorse economiche non vengano revocate, quindi, sufficiente che le opere risultino cantierabili. Ci significa che dovranno esserci le condizioni perchè i cantieri partano, ma non che i cantieri siano necessariamente aperti entro la fine dell’anno.

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Province, esuberi oltre quota 20mila

Province:  c’è da gestire una trasformazione che secondo le stime governative più aggiornate può spostare anche oltre 20mila dipendenti, lasciandone 18mila per le funzioni fondamentali che rimangono alle Province «di secondo livello», cioè non più elette direttamente dai cittadini, e altri 10mila per le attività in collaborazione con Regioni e Comuni.
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Cooperative di comunità, l’Italia dimenticata

Le cooperative di comunità, un modello di sviluppo lanciato dall’Alleanza delle cooperative italiane (la centrale dove sono riunite Legacoop, Confcooperative e Agci), con cui si punta a favorire il protagonismo dei cittadini nella gestione dei servizi e nella valorizzazione dei territori. Si tratta di coop polifunzionali che provvedono ai bisogni degli anziani (con la cura o la consegna a domicilio di spesa e farmaci); al potenziamento del turismo laddove la proloco ha chiuso (tracciando itinerari paesaggistici o organizzando eventi per attirare visitatori); alla creazione di lavoro per le nuove generazioni (soprattutto nell’ambito del dissesto idrogeologico nelle molte aree nazionali considerate a rischio).
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