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Luoghi come le periferie, mai più non-luoghi, al centro del dibattito sulla “costruzione” della salute mentale

Al di là delle facili battutine degli amici, mi sono chiesto perché avrei dovuto intervenire all’invito ricevuto dal Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Bari, promotore del Festival della salute mentale, svoltosi a Bari alcune settimane fa. Mi hanno chiesto di parlare sapendo che mi occupo di periferie e di degrado paesaggistico ed ambientale e mi hanno spiegato che tutto ciò influisce sulla qualità della vita. Ho allora rifatto un tuffo nei percorsi tecnici per la formazione dei contratti di quartiere, un altro tuffo nei PIRP (i Piani Integrati per la Riqualificazione delle Periferie), nei PIRU (i Piani Integrati per la Rigenerazione Urbana), nei processi per la costruzione dei tanti Piani: tutto mi ha ricordato che ho parlato con la gente, ne ho richiesto il contatto, sono stato attento a sentire i loro bisogni, le proprie sofferenze. Poi ho fatto scelte tecniche.
periferie salute mentale

Ricordo quando mi hanno parlato della vita difficile in quartieri periferici, come nelle periferie dei Centri Storici che sono afflitte dall’abbandono. In verità sostengo che a volte anche nei quartieri “alti” ci sono momenti di abbandono, in cui non si sta bene con se stessi e si diventa cocainomani o peggio, ovvero irascibili a tal punto da distruggere rapporti umani e familiari. Ho allora ricordato che in un PIRP abbiamo progettato in forma partecipata case a misura d’uomo, abbattendo le previsioni di palazzi alti per favorire case più basse, con spazi verdi, a contatto con parchi: insomma più umane. Abbiamo suggerito verde attrezzato, insediamenti di contenitori culturali o attività economiche, favorito la formazione di orti urbani assegnati alla gente, sostituendoli alle grandi aree verdi mai decollate e perennemente incolte.

Ho così scoperto che è stato facile parlare: il mio percorso di vita è attinente con la salute mentale, con le sofferenze della gente con le aspettative di recupero e di rinascita. Strano come tutto questo si fonda: la salute con la città, la natura, l’uomo, il lavoro. Si intersecano tutte le sfere che attraversiamo lungo il nostro percorso di vita.

Allora ho deciso di continuare a raccontare dei migliori contributi ai processi di costruzione delle città e di riqualificazione delle periferie: i migliori sono venuti dai bambini, incontrandoli nelle scuole, apprendendo, con la sociologa che mi assisteva, che i bambini, con i propri scritti semplici o con i disegni su fogli di carta riciclata (perché in alcuni posti mancano i fogli bianchi), sono in grado di manifestare bisogni, dolori, desideri, aspettative, obiettivi. I bambini parlano della propria vita e disegnano percorsi di futuro che ci farebbero rinascere e darebbero respiro al nostro paese.

Ho poi parlato dei colloqui con i “saperi colti”: alcuni li posseggono veramente mentre altri li millantano trincerandosi in parole difficili ed incomprensibili. Ed ho poi parlato con le mamme di figli meravigliosi o che delinquono e delle mogli di mariti buoni o carcerati. Ho raccontato di averli incontrati nelle parrocchie insieme a preti meravigliosi ed ho visto la loro capacità di aprirsi e raccontare ciò che tutti dovremmo sapere prima di progettare le città o di alterare la natura. Ecco: dovremmo vivere in un luogo prima di pensare come modificarlo.

Qualcuno mi ha ricordato alcune parole che ho pronunciato: “La periferia è emarginazione? Forse sì, quando abbiamo progettato le città senza cuore ed affetto, oppure quando siamo stati politici ed abbiamo pensato alle vie dei salotti dimenticando le vie in cui c’è anche la gente semplice. O quando da giornalisti abbiamo parlato delle periferie solo in senso negativo, tralasciando di raccontare quando la gente richiede aiuto, manifesta difficoltà, chiede case, acqua, fognatura, illuminazione, giochi, contenitori per favorire la presenza di vita attiva.” Penso che per questo abbiamo “partorito”Ambient&Ambienti, per parlare di Ambiente ma anche dei tanti Ambienti che ci circondano e contribuiscono al complesso equilibrio che ciascuno di noi cerca.

Per questo abbiamo parlato delle “visioni” di città (per vedere oltre, dove pochi vedono ma che rappresentano la guida) e abbiamo parlato della progettazione partecipata, ottenendo adesione e ricevendo quel conforto che giustifica la voglia di continuare a costruire le città del futuro, con i servizi che servono per generare ricchezza da distribuire a chi ne ha bisogno. Questi sono gli Ambienti in cui operiamo. Forse anche l’ambiente è una medicina che contribuisce alla salute, compresa quella mentale: interviene per farci stare meglio con gli altri e con noi stessi.

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Nasce il coordinamento italiano Sanità e aree disagiate e periferiche

E’ giunto finalmente a termine il lavoro preparatorio inaugurato dall’Assemblea di Roma del 22 luglio 2016 e proseguito con l’Assemblea di Bologna del 10 settembre 2016 sull’elaborazione della Piattaforma Programmatica Comune per la tutela del Diritto alla Salute nelle Aree Periferiche e Disagiate d’Italia, base e fondamento ideale per la costituzione del Coordinamento Italiano Sanità Aree Disagiate e Periferiche, per avere maggior forza di contrattazione, visibilità e portare con più forza all’attenzione della politica nazionale e regionale, nonché delle istituzioni, i problemi della sanità nelle aree emarginate, ancora una volta ignorate nel convegno del 18 ottobre 2016 sull’attuazione del Decreto 70/2015 promosso da Federsanità Anci presso l’Auditorium del Ministero della Salute. Eppure, la carenza del Decreto 70 in materia è ormai lampante e sotto gli occhi di tutti, per le criticità non risolte ed affrontate in tema di sicurezza, appropriatezza, efficacia ed efficienza della rete e dei servizi di emergenza/urgenza, lasciati troppo al fai da te delle Regioni e alla loro improvvisazione, nonché ad una visione puramente economicistica di tagli lineari e di ridimensionamento della sanità nelle periferie, con la quasi totalità degli investimenti dirottati sui grossi centri, che rendono estremamente precario il Diritto alla Salute nei territori montani, insulari, disagiati e periferici d’Italia, favoriscono desertificazione e spopolamento, e causa la mancanza di una seria rete territoriale alternativa mai costruita o malfunzionante ed incapace di fare filtro, soprattutto nelle Regioni in piano di rientro, determinano la congestione dei centri sanitari maggiori ed espongono a disagi e vicissitudini inenarrabili i cittadini italiani viventi nelle periferie. Per questo motivo, con un cammino iniziato a Volterra il 12 marzo e proseguito con le Assemblee di Roma, del 22 luglio, e di Bologna, del 10 settembre, un gran numero di comitati delle Aree Disagiate e Periferiche d’Italia hanno cominciato un percorso comune di riflessione, di confronto e approfondimento che ha prodotto un Documento Proposta/Piattaforma Programmatica sulle criticità, urgenze e specificazioni o correzioni da richiedere al Governo e alle Regioni per la piena applicazione del Decreto 70/2015 che garantisca i Lea e l’appropriatezza, l’efficace, l’efficienza, la sicurezza e l’organicità dell’organizzazione del sistema sanitario in queste Aree all’interno delle Reti, in modo da assicurare anche ai cittadini ivi viventi il Diritto alla Salute. Tale base programmatica sarà il motivo fondamentale che il 5 novembre 2016 a Firenze vedrà la nascita ufficiale del Coordinamento Italiano Sanità Aree Disagiate e Periferiche (CISADeP), presso la stanza delle Compagnia delle Stigmate, dove si terrà la prima Assemblea Ufficiale con firma della Piattaforma Programmatica Comune, dell’Atto Costitutivo, dello Statuto e l’elezione del primo Consiglio Nazionale, dopodiché inizierà la discussione ufficiale con il Governo, il Parlamento e la Conferenza Stato Regioni per cambiare o specificare in meglio i punti oscuri del Decreto 70 in materia di Aree Disagiate e Periferiche. Intanto, a livello locale, ogni comitato inizierà a far sì che la Piattaforma Programmatica Comune sia recepita da ogni Regione e sia discussa sia con i Governi Regionali che con i Consigli Regionali, parlando ad una sola voce in tutta la Penisola, per l’affermazione del sacrosanto diritto alla Salute dei cittadini delle periferie d’Italia.

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Se lo Stato scommette sulla pubblicità

win4lifeVincite facili, possibilità di cambiare il proprio destino e di provare il “brivido” di un’emozione ogni 5 minuti. Sono queste le informazioni veicolate dalle varie pubblicità di gratta e vinci, scommesse sportive, poker online e lotto in tutti i suoi formati.

Lo Stato non solo autorizza il gioco d’azzardo ma lo promuove attraverso martellanti campagne pubblicitarie create ad hoc, specialmente televisive e in rete. I circa 500 milioni di euro l’anno investiti in pubblicità, favoriscono l’aumento esponenziale del volume generale delle giocate.

L’azzardo legalizzato rappresenta un fattore importante per le casse dello Stato, circa 8 miliardi di euro l’anno: solo profitti e business a scapito, però, di costi sociali enormi. Un’attività talmente pericolosa che impone di domandarsi quanto sia legittimo un messaggio promozionale di esaltazione del rischio e di spinta alla scommessa. Per tutelare la salute dei cittadini e anche per evitare al servizio sanitario nazionale rilevanti costi diretti e indiretti, sarebbe auspicabile applicare all’azzardo i limiti imposti al tabaccoil cui uso è libero ma la promozione pubblicitaria è vietata dalla legge.

https://www.youtube.com/watch?v=H_6ZazgjIQ4

Dietro ai 30 secondi di uno spot che vediamo in tv o ascoltiamo alla radio, come dietro ai messaggi lampeggianti che invadono i siti web, si celano dinamiche comunicative ben strutturate e pensate da esperti operatori per rapire l’attenzione degli utenti. Sono tre le caratteristiche peculiari della comunicazione pubblicitaria: di forma, di contenuto e didiffusione. Colori attraenti, suoni orecchiabili, poche parole chiave da ricordare: questa è la forma di una pubblicità che faccia centro, come quella di Tombola.it. In un clima di carnevale di Rio de Janeiro, volteggianti bussolotti del bingo “colorano” le grigie vite delle persone che ne vengono colpite.

Una forma di comunicazione con queste caratteristiche è compatibile con la salute fisica e mentale dei cittadini? La risposta non può che essere negativa. “E pensare – ha dichiarato il sociologo Maurizio Fiasco – che si potrebbe imporre lo stop alla “pubblicità di Stato” con un semplice decreto ministeriale”. Eppure la pubblicità non si tocca: in ballo ci sono enormi interessi della lobby dell’azzardo, dei media e dello Stato stesso.

https://www.youtube.com/watch?v=407jFKGDEhI

L’unica misura imposta altro non è che un espediente ipocrita: l’obbligo di inserimento negli annunci pubblicitari di avvertimenti, scritti in caratteri minuscoli e pronunciati in fretta, a giocare solo se maggiorenni e responsabilmente. Come se queste fredde avvertenze marginali bastassero da sole a rendere “razionale” la promozione del caso, del rischio, del piacere di vincere facile.

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oltremedianews.it




Zingaretti: nuova rete per prevenire e curare tumore alla mammella

Presentato anche il nuovo sito www.salutelazio.it

Nel Lazio parte una nuova rete oncologica per prevenire e curare il tumore alla mammella. Nel contempo si annunciano altre iniziative rivolte sempre a migliorare i servizi e l’innovazione sanitaria.
“Il piano approvato – spiega Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, riferendosi alla nuova organizzazione oncologica – crea una rete diffusa, qualificata, riconoscibile. Oggi il sistema assistenziale per questo tipo di patologia, invece, non è di facile accesso perchè disarticolato e questo pesa ed ha pesato sulla vita delle donne del Lazio che spesso sono state lasciate sole di fronte al male. Con la nuova rete puntiamo a cambiare passo: dare loro cure migliori con maggiore tempestività, per creare speranza e porre un argine alla solitudine”.
La nuova rete è articolata su 39 centri di screening, 36 strutture di diagnostica clinica e 15 centri di senologia dove saranno effettuati gli interventi chirurgici e di ricostruzione. L’obiettivo è quello di fornire alle donne una risposta ai diversi bisogni assistenziali indicando un percorso che stabilisca la presa in carico dallo screening, l’accertamento diagnostico, la diagnosi, fino all’intervento terapeutico riabilitativo.
Nel 2013 sono stati stimati nella Regione Lazio circa 3.000 casi di incidenti e 55.000 casi prevalenti di tumore maligno alla mammella. Tra i decessi oncologici, tale patologia risulta essere la prima causa di morte nelle donne in tutte le fasce di età.
Il Centro di Senologia è responsabile dell’intero percorso assistenziale, coordinandosi anche con il medico di medicina generale e con i nodi della rete di terapia del dolore.
Zingaretti quindi annuncia anche altri nuovi servizi della sanità che si sviluppano nel Lazio, come il sito www.salutelazio.it, dove “c’è la mappa georeferenziata per trovare il proprio ambulatorio di medicina generale aperto nei week end, gli ambulatori aperti dal lunedì al venerdì, c’è il referto online da scaricare. Nuovi servizi che spesso i cittadini non sanno che esistono proprio perché nuovi”.
“Ora i servizi ci sono e con salutelazio.it – afferma Zingaretti – iniziamo la promozione, sapendo che sta andando benissimo perché i referti scaricati sono già oltre 130 mila e questo è un dato molto positivo. Anche i Poliambulatori aperti nei week end stanno andando bene, i cittadini si rivolgono spesso a queste nuove strutture che prima non c’erano a Roma e ora sono già 15, e presto saranno 18. Sul sito c’è anche una sorta di ‘TripAdvisor della sanità’ – ha sottolineato Zingaretti – una altra grande novità. Noi chiediamo agli utenti, su cinque ‘capitoli’ diversi, come ‘liste d’attesa’, ‘ricoveri’, ‘pronti soccorso’, ‘segnalazioni’, ‘accoglienza’, di indicarci opportunità, critiche, cose che si possono cambiare. E oltre agli Urp delle Asl lo facciamo qui come Regione per iniziare a costruire una banca dati sulle maggiori criticità ma anche sui grandi successi della sanità. Ci sono ogni anno milioni di casi di cui non si parla – ha sottolineato Zingaretti – e sono tantissimi quelli di buona sanità”.
Infine una battuta sui servizi d’urgenza: “diciamo a tutti: attenzione non c’è più solo il pronto soccorso a cui rivolgersi ci sono altre strutture che è importante siano valorizzate”.
Tra queste i poliambulatori aperti a Roma nei weekend e nei giorni festivi, le case della salute e gli studi medici associati. La rete degli ambulatori aperti nei week end e nei giorni festivi oggi conta 15 strutture che diverranno 18 entro la metà di febbraio. Dal 6 dicembre, giorno di avvio di questa sperimentazione, ad oggi le 15 strutture hanno registrato 6.014 accessi. Ogni weekend si recano negli ambulatori oltre 650 persone, in questo fine settimana gli accessi sono stati 677.

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Mal di testa, oltre 200 tipi: sabato l’incontro a Corviale sulle emicrania

Mal di testa: ne esistono più di duecento diverse forme e nel mondo ne soffrono due miliardi e mezzo di persone, 9 milioni in Italia. Ma adesso un aiuto può arrivare anche dalla ginnastica posturale. L’emicrania è quella che colpisce di più (12% della popolazione), la crisi dolorosa può essere anche molto intensa tanto da spingere il soggetto ad isolarsi al buio e in silenzio. Un disturbo troppo spesso sottovalutato e affrontato con l’abuso di farmaci, che nel tempo portano alla cronicizzazione del dolore. Le soluzioni, però, possono essere anche diverse: un aiuto può arrivare in alcuni casi dalla ginnastica posturale così come da certi stili di vita. Vittime più le donne degli uomini: il rapporto è 5 a 1. Le cause? Ormoni, predisposizione genetica e familiarità. Un disturbo per niente banale tanto che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha promosso una campagna globale contro le cefalee considerate la settima malattia più disabilitante (in particolare per le donne tra i 15 e i 44 anni) e in buona compagnia – per il dolore che provocano – con metastasi ossee, infarto e colica renale. Il generico mal di testa si colloca al secondo posto per nuove diagnosi all’anno con la cefalea di tipo tensivo (20,77%, adolescenti compresi) e al terzo con l’emicrania (15%) dopo la carie dentale. Emicrania con o senza aura (i sintomi che la precedono); cefalea di tipo tensivo (ne soffrono uomini e donne allo stesso modo) e cefalea a grappolo (tipica patologia del sesso maschile, detta anche cefalea del suicidio) le principali forme di cefalea primaria. Poi ci sono le cefalee secondarie, dovute a cause esterne come traumi, tumori, lutti, separazioni. Di prevenzione si parlerà sabato 24 gennaio,durante l’incontro gratuito «Mal di testa è donna: come riconoscere la cefalea, l’emicrania, i disturbi di pressione e le vertigini» promosso e organizzato a Roma, nella Parrocchia San Girolamo a Corviale (via dei Buonvisi 3) dalla onlus Atena Donna presieduta da Carla Vittoria Cacace Maira. Il professor Francesco Di Sabato, dal 2004 direttore dell’unità operativa Diagnosi e cura delle Cefalee del Policlinico Umberto I di Roma illustrerà come fare prevenzione, in fatto di mal di testa, dall’adolescenza alla menopausa. Obiettivo di Atena, l’associazione della Fondazione Atena di Giulio Maira, professore di Neurochirurgia presso l’Humanitas di Milano e il Campus Biomedico di Roma, è avvicinarsi a quelle donne che più di tutte hanno bisogno di aiuto, spiegare loro in come tutelare la salute, cancellando falsi miti e paure. «La cefalea è una patologia complessa che si manifesta con diversi sintomi. Tra i quali nausea e vomito, disturbi alla luce, agli odori e ai rumori, sensazione di sbandamento – spiega Di Sabato – ma che ha in tutti i casi il dolore che la rende invalidante. Ho in cura pazienti che da anni quotidianamente assumono ansiolitici, antidepressivi, antiepilettici e betabloccanti come fossero acqua fresca. Un abuso farmacologico che però non sempre è risolutivo». Non bastano le pillole. «Alcuni forme si possono curare con la ginnastica posturale, ad esempio. Ma occorre fare attenzione con l’attività motoria. Lo sport infatti peggiora la situazione nel caso in cui la persona soffra di emicrania in fase acuta. Per la cefalea di tipo intensivo, infatti, è meglio una camminata a passo veloce o una biciclettata lenta». Sulla prevenzione: «Evitare fattori scatenanti – sottolinea Di Sabato – come sono alcuni cibi (cioccolato, crostacei, formaggi stagionati, insaccati, frutta secca, bevande gassate, alcol), ma anche il freddo e il vento, lo stress e gli sbalzi di temperatura. Mai digiunare e dormire sempre le ore giuste».

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Diritti, approvata in municipio XI mozione per diritto alla salute

Oggi, il consiglio del Municipio XI, ha approvato una mozione importante per la città, perché con la salute e la dignità delle persone non si può più giocare. Con questo atto, il presidente e la giunta del Municipio potrà e dovrà chiedere al Campidoglio di attivarsi per sostenere le possibilità di accesso alla cura e prevenzione per i cittadini e di funzionamento concreto dei consultori”.

Lo dichiarano, in una nota, Rossella ColtortiGiulia Fainella, Emanuela Mino, Rosella Paniconi, membri della commissione Elette Municipio Roma XI.
Noi vigileremo – aggiungono – perché quanto chiediamo, come le iniziative per informare la cittadinanza o la gratuità della contraccezione, vengano effettivamente realizzate. La crisi attuale acuisce tutti i problemi e, ora, diventa tutto più difficile. Un aspetto importante, per esempio, è quello del rapporto tra i generi. Tutto questo, rende urgente agire con azioni concrete e solide che aiutino tutte le fasce sociali, anche le più fragili. Tutti devono poter vivere serenamente una vita completa, una genitorialità consapevole, e devono poter accedere alla possibilità di prevenire le malattie sessualmente trasmissibili.

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Per evitare i concreti sabotaggi al diritto alla contraccezione e alla salute, il presidente Zingaretti ha già compiuto un ottimo passo rispetto agli obiettori di coscienza che lavorano nei consultori. E su questa strada intendiamo continuare con fermezza. Non solo perché ogni disagio e ogni malattia ha un costo economico per la comunità, ma soprattutto perché il “costo sociale” deve essere vissuto dalle istituzioni come una ferita, perché il singolo cittadino non è un’ entità astratta e statistica ma una persona che le Istituzioni devono accompagnare e tutelare.

Questa è la politica delle donne.




Vaccinazioni: luci, ombre e nuove politiche sanitarie

vaccinazioni_obbligatorie_bigI vaccini sono entrati nella nostra quotidianità da molti anni e negli ultimi tempi sono sorte diverse polemiche sul loro uso così esteso. Ma facciamo un passo indietro: la loro struttura si basa su frazioni proteiche di cellule estranee al nostro organismo costituite da microorganismi (o parti di essi) inattivati che, iniettati ,stimolano la produzione di anticorpi. In Italia esistono vaccini obbligatori e raccomandati. Quelli obbligatori sono quattro: antiepatite B, antipolio, antidifterica, antitetanica, mentre i raccomandati sono pertosse, morbillo, parotite, rosolia, meningite, papilloma virus e influenza. Le campagne vaccinali operate in tutto il mondo per debellare queste gravi malattie hanno dato risultati straordinari,anche se non si può parlare della loro completa eliminazione. Attualmente con l’arrivo incontrollato di popolazioni non vaccinate è ancora più importante il rispetto delle normative soprattutto nei bambini. Tuttavia stanno sorgendo da alcuni anni comitati di genitori che si oppongono al trattamento sui loro figli. Il tutto è partito da un caso sollevato da un medico inglese che aveva correlato l’insorgere di una grave patologia come l’autismo, in un bambino, dopo la vaccinazione ,per la presenza di mercurio nel prodotto. Da quel momento sono scoppiate polemiche e prese di posizione da parte di molti genitori sul far vaccinare o meno i propri figli. Alcune cause dove è stata dimostrato il danno vaccinale hanno avuto forti risarcimenti dalle case farmaceutiche. E’ anche vero che se un figlio contrae la malattia perché non è stato vaccinato, l’asl di riferimento può far causa ai genitori. Quindi la decisione non è così immediata. La comunità scientifica è molto divisa sia sui risultati che sulla necessità di operare in modo così esteso. Alcuni farmacologi sostengono che la riduzione di queste epidemie sia dovuta anche ad una maggiore igiene e ad un’alimentazione più ricca.

La vaccinazione antinfluenzale è stata largamente consigliata da diversi anni a tutte quelle categorie a rischio come gli anziani, gli immunodepressi, gli asmatici, gli operatori sanitari e gli insegnanti.Grazie a questa sensibilizzazione sono diminuiti i ricoveri da complicanze broncopolmonari che negli anziani sono una causa frequente di morte. Altro fattore importante è la conseguente riduzione del contagio.L’aspetto più spiacevole che si può riscontrare è la contrazione di un’influenza legata ad una variante del virus,anche se più attenuata. Qui il rapporto rischio-beneficio è a tutto vantaggio del secondo.

E’ di questi giorni la notizia che la Regione Friuli Venezia Giulia eliminerà le vaccinazioni obbligatorie: antipolio, epatite B, tetano e difterite in linea con le indicazioni europee.

Gloria Bedocchi, farmacista

Gloria Bedocchi, farmacista

Molti medici di famiglia si stanno rifiutando di fare l’antinfluenzale per eventuali reazioni allergiche gravi.

Il 5 ottobre 2013 si è svolto il primo congresso nazionale sulle vaccinazioni di massa a Padova. L’organizzatore è il dott. Roberto Gava cardiologo e farmacologo clinico, da questo primo importante incontro è emerso che ogni vaccinazione deve essere sempre valutata dopo un’accurata visita medica considerando il rapporto rischio-beneficio. Per i bambini ,soprattutto quelli a rischio, sarebbe opportuno prima della vaccinazione. un esame ematochimico. La medicina naturale può aiutare l’organismo ad affrontare meglio il rischio influenza con preparati che aumentano notevolmente le difese immunitarie e sono pressoché privi di effetti collaterali. Le piante più utilizzate sono: echinacea, acerola, rodiola, rosa canina ,da sole o unite ad oligoelementi come rame e zinco. Esiste da anni anche un vaccino omeopatico che da buoni risultati. Oggi possiamo essere attivi protagonisti della nostra salute insieme al medico o al naturopata di fiducia percorrendo così una nuova strada della medicina.

parodia dei vaccini di Beppe Grillo

https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=J7zwTtzh9c4