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Concorso Rebuild, i premiati

park associatiI progetti in gara sono stati selezionati secondo una complessa griglia di valutazione di efficienza energetica, sostenibilità ambientale, comfort e qualità costruttiva, sostenibilità economica e sociale
Il 26 Novembre, durante l’Aperitivo REbuild, è stato assegnato il Premio REbuild, il primo concorso in Europa per progetti di riqualificazione sostenibile. A classificarsi per primo è stato il progetto di Lombardini 22 presentato da Marco Amosso. Secondo e terzo rispettivamente Laboratorio di Architettura, presentato da Andrea Rinaldi, e Park Associati, presentato da Filippo Pagani.
IL RUOLO PRIMARIO DELLA RIQUALIFICAZIONE. «Lead by example, i migliori progetti che fanno da esempio per il mercato: questo il senso del Premio REbuild 2013», spiega Alberto Ballardini di Habitech, uno degli ideatori di questo contest. «Il premio è stato concepito per dare visibilità a quelle realizzazioni che in una fase di contrazione degli investimenti e di disorientamento hanno dimostrato la capacità mantenere la rotta verso una realtà di mercato dove il lavori si sposteranno dai nuovi volumi alla riqualificazione degli esistenti.».

L’80% DEI VOLUMI CHE AVREMO NEL 2050 SONO GIÀ PRESENTI OGGI. La prima edizione del premio, ideato da Habitech e Fraunhofer Institute per REbuild, intercetta i recenti sviluppi nel mercato della riqualificazione e la sensibilizzazione verso un consumo più consapevole delle risorse energetiche e del territorio. Un concorso per dimostrare come la riqualificazione sostenibile del patrimonio esistente rappresenti una risorsa immensa per l’ambiziosa sfida di riformare il mercato, limitare gli impatti e migliorare il paese. Secondo una ricerca di Think Project, infatti, l’80% dei volumi che avremo nel 2050 sono già presenti oggi.

CRITERI DI VALUTAZIONE. La griglia di valutazione è stata appositamente elaborata da Fraunhofer Italia con il supporto di Habitech per poter misurare i progetti di qualificazione e costituire un primo database di benchmark di progetti. Spiega Gabriele Pasetti Monizza, del Fraunhofer Institute, ideatore della griglia di valutazione del premio REbuild: «la metodologia messa a punto per il premio deve necessariamente evidenziare che gli aspetti prestazionali sono un elemento imprescindibile di un complesso quadro che include anche aspetti ambientali, economici e sociali. Sulla base di questa riflessione, i candidati sono stati valutati attraverso una griglia multicriteria, pesando algebricamente parametri che dovrebbero sempre essere considerati in occasione di interventi di risanamento.»

PRIMO PREMIO. In prima posizione troviamo il progetto Segreen Business Park, un’idea della società di progettazione architettonica Lombardini22. Si tratta di un esempio di riqualificazione immobiliare improntata al futuro e alla sostenibilità, posizionato in un’area che da sempre è un nodo strategico per il settore terziario direzionale, a 10 km dal centro di Milano e a 5 Km dall’Aeroporto di Milano Linate. Uno sviluppo di CBRE Global Investors, progettato interamente da Lombardini22.

SECONDO PREMIO. In seconda posizione ecco “Brennone21″, un’opera di architettura realizzata a Reggio Emilia da Laboratorio di Architettura Architetti Associati ed esempio reale di sperimentazione sul recupero a zero emissioni della città storica.

TERZO PREMIO. Il terzo premio è andato infine allo studio Park Associati Architetti per la loro ristrutturazione dell’edificio per uffici “La Serenissima”, sito in Via Turati, nel centro di Milano, una struttura progettata negli anni ‘60 da Ermenegildo e Eugenio Soncini.
* Sono state inoltre consegnate 5 menzioni speciali ad altrettanti progetti che hanno saputo eccellere in una delle 10 aree di valutazione. Le menzioni speciali vanno: Efficienza Energetica a Laboratorio Architettura, Sostenibilità e Ambiente a Agenzia CasaClima Srl, Comfort e qualità costruttiva a Park Associati Srl, Sostenibilità Economica a Lombardini22, Sostenibilità Sociale a C+D Architetti Associati.
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La bonifica, sessione plenaria del forum Corviale (22 novembre 2013)

Alfonso Pascale scrittore romano

Alfonso Pascale scrittore romano

Il Progetto Corviale 2020 si fonda sull’idea che la coesione sociale è una premessa, non l’esito dello sviluppo.

A Roma – ma anche in altre parti del Paese – questa idea si può considerare come una tradizione innovativa. Oggi la stiamo riscoprendo, ma è antica almeno quanto Roma Capitale d’Italia.

Se andiamo a vedere i progetti di bonifica integrale elaborati nei primi decenni del secolo scorso nell’Agro romano e poi, successivamente, quelli riguardanti la riforma agraria del secondo dopoguerra – che hanno interessato anche una porzione importante del Comune di Roma – notiamo che alla base dello sviluppo della nostra città, per un lungo periodo, c’è stata una visione sistemica del territorio. Una visione in cui  i legami comunitari, le relazioni umane, le forme dell’abitare, l’istruzione, la cultura, l’arte, i servizi socio-sanitari precedono e condizionano le iniziative per la crescita economica.

E’ una tipicità della cultura tecnica, economica e sociale della prima metà del Novecento quando si produssero significativi esperimenti di bonifica integrale con interventi idraulici, civili, urbanistici, socio-educativi e igienico-sanitari di grande spessore. Un filone utopico che è stato colpevolmente rimosso dalla memoria storica.

I guai seri per la nostra città sono iniziati quando si è abbandonata la visione sistemica dello sviluppo territoriale e si è imposta quella urbanocentrica, caratterizzata dalla separazione e frammentazione delle funzioni urbane e dalla riduzione delle aree agricole, di fatto, ad un ruolo di mera riserva in attesa di essere edificate.

E così da una visione integrata del paesaggio agrario – nel senso che ad esso dava Emilio Sereni come “forma impressa dall’uomo, nel corso e ai fini delle sue attività produttive agricole, al paesaggio naturale” – si è passati ad una visione meramente naturalistica del paesaggio. E tale cambio di ottica ha prodotto una sorta di “divisione del lavoro”  (un perenne e infruttuoso armistizio!) tra chi pianifica e realizza i quartieri e i servizi a questi connessi e chi gestisce le aree agricole sempre più residuali, a partire dalle aree protette.

Più che all’idea di rigenerazione – che richiama la falsa mitizzazione nostalgica dei bei tempi di una volta – dovremmo rifarci all’idea di bonifica integrale come processo perenne di trasformazione territoriale – abbandonando ovviamente ogni risvolto dirigistico e utopico del passato – da declinare, mediante l’utilizzo diffuso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, come bonifica della crosta urbana.

Europa 2020 è una grande opportunità per impostare con siffatta visione la crescita dei territori della nostra città. Una grande opportunità se il Comune di Roma e la Regione Lazio sapranno coglierla scegliendo di adottare l’approccio integrato nell’utilizzo dei Fondi europei.

Sei anni fa, quando si negoziò con Bruxelles la Programmazione 2007-2013, l’Amministrazione capitolina si disinteressò di questi aspetti e non pose al centro della propria iniziativa il ruolo che avrebbe potuto svolgere l’agricoltura urbana al servizio della città e l’esigenza di una strumentazione specifica plurifondo.

Subimmo così l’esclusione dagli incentivi destinati dalla politica di sviluppo rurale alle attività multifunzionali e di diversificazione che avrebbero offerto una qualche prospettiva alle aziende agricole della Campagna romana e, al contempo, una risposta concreta alle nuove sensibilità per lo sviluppo sostenibile manifestate in modo crescente dall’insieme dei cittadini.

Questa volta, è augurabile che Roma non perda di nuovo il treno.

Spetta alla Regione Lazio decidere se estendere l’approccio Leader, finora utilizzato solo nelle aree rurali, anche alle città e se i Partenariati pubblico-privati che nasceranno potranno utilizzare contestualmente i diversi Fondi comunitari. Il Comune di Roma farebbe bene a sollecitare la Regione a compiere questa scelta se vuole creare nei territori cittadini delle vere e proprie comunità.

E’ ormai sempre più palese che le trasformazioni territoriali non si possono più né programmare né pianificare con gli strumenti che abbiamo utilizzato finora. Si possono solo accompagnare con percorsi partecipativi condivisi, da progettare “ad alta risoluzione”. Ma questa modalità richiede una rigenerazione – qui è proprio il caso di usare questo termine! – della funzione pubblica che deve acquisire la cultura partecipativa e quella della sussidiarietà e la capacità di riconoscere alla società civile la funzione di autorganizzarsi sulla base di valori comunitari per gestire i beni collettivi.

In sostanza, ci vogliono nuovi occhi perché gli spazi aperti, quelli edificati, le attività non vanno più visti come entità rigide, separate e monofunzionali, ma vanno scomposti e ricostruiti in modo polivalente. I singoli soggetti e i gruppi che li compongono non vanno più separati per categorie e ingabbiati in determinati interessi specifici. Si tratta, invece, di cogliere la molteplicità e, al contempo, l’unitarietà dei bisogni degli individui, ricomponendone i frammenti.

Oggi l’agricoltura non è più soltanto un settore produttivo – come lo abbiamo immaginato quando eravamo pervasi di cultura fordista – ma è anche un’attività che fornisce alla città servizi sociali, culturali, ricreativi e ambientali e che ha pertanto bisogno di spazi edificabili.

Oggi il Welfare in trasformazione non è soltanto il vecchio Stato sociale redistributivo ma è anche un Welfare produttivo.  Altro che fine del sociale! Siamo ad un suo rilancio ma su nuove basi: un Welfare che dismette le forme assistenzialistiche del passato per produrre esso stesso – in forme imprenditoriali – ricchezza, occupazione, benessere collettivo.

Dobbiamo, dunque, progettare gli spazi e le attività come insediamento nell’antispazio delle reti informatiche, come nodi delle reti, polivalenti, interscambiabili. Senza rigidità e separatezze. Dobbiamo costruirli come sensori, quasi interfacce di computer.

Per costruire le interconnessioni bisogna praticare senso di comunità e fraternità civile e avere sotto gli occhi le mappe del territorio. Più un territorio autorappresenta le sue funzioni sotto forma di mappatura in continuo divenire, più il suo destino evolve in un processo di ri-appropriazione collettiva dell’identità. Un’identità perennemente mutevole perché aperta al diverso.

Il Progetto Corviale 2020 non ha più nulla di utopico perché la sua realizzazione avviene nella concretezza quotidiana della pratica relazionale generativa di fiducia e dell’utilizzo diffuso delle tecnologie di nuova generazione. E’ questo il significato dello slogan “Il territorio è la sua mappa”. E qui si colloca anche un’evoluzione della logica distrettuale, che diventa capacità di una comunità in movimento di autodefinirsi, modificando continuamente – con l’innovazione sociale – la mappa delle sue funzioni.

 

 




Piano Nazionale di Rigenerazione Urbana‏

rigenerazioneIl tema della rigenerazione urbana sostenibile, a causa dell’esaurimento delle risorse energetiche e delle pessime
condizione del patrimonio edilizio costruito nel dopoguerra è, per gli architetti italiani, la questione
prioritaria nelle politiche di sviluppo dei prossimi anni.
Questione da intendersi non solo come materia rilevante nella pratica urbanistica, ma come una politica per
uno sviluppo sostenibile delle città, limitando la dispersione urbana e riducendo gli impatti ambientali insiti
nell’ambiente costruito: frenare il consumo di nuovo territorio, attraverso la densificazione di alcuni ambiti
solo a fronte della liberalizzazione di altre aree urbanizzate, da tramutare in servizi e luoghi di aggregazione.
In città sempre più disgregate a causa dell’incontrollata crescita degli ultimi decenni, la riqualificazione delle
periferie deve essere il punto di partenza per poter dare una svolta ad una situazione precaria sia a livello edilizio
che ambientale. L’assenza di spazi pubblici di qualità e il consumo del suolo arrivato al livello di guardia,
il costo energetico non più in grado di sopportare sprechi e lo smaltimento dei rifiuti e dei materiali non riciclabili,
hanno determinato consapevolezza da parte dei cittadini con richiesta di interventi e di soluzioni.
Piano_Nazionale_per_la_Rigenerazione_Urbana_Sostenibile




Forum per Corviale: tre giorni di laboratori verso un nuovo ‘Serpentone’“

roma todayDal 21 al 23 novembre nello scenario del ‘kilometrone’. Cantieri, incontri e inziative che coinvolgeranno quasi 200 tra amministratori, ricercatori, artisti, architetti, ma anche e soprattutto cittadini“
Da simbolo di degrado a esperimento di rigenerazione urbana, nel segno della filosofia ‘smart’. Il ‘serpentone’ di Corviale sarà al centro di una tre giorni di incontri, happening artistici, mostre e laboratori per gettare le basi di un quadrante che da anni aspetta la sua rinascita.
Il sogno di Fiorentini, l’architetto che progettò nel’ 77 i ‘grattacieli orizzontali’ che oggi ospitano 6 mila famiglie, guarda all’Europa, all’efficienza energetica, all’architettura contemporanea, a nuove vocazioni sociali e culturali, alla valorizzazione internazionale di un paesaggio cittadino rivendicato con orgoglio dai residenti come il simbolo del secondo ‘900 romano.
IL FORUM – Corviale 2020 – Intelligente, Sostenibile, Inclusivo, è un forum che si svolgerà dal 21 al 23 novembre nello scenario del ‘kilometrone’. Tanti i temi che verranno affrontati nei 21 tra cantieri, incontri e inziative che coinvolgeranno quasi 200 tra amministratori, policy maker, ricercatori, artisti, architetti, pensatori, ma anche e soprattutto cittadini e realtà associative del quartiere: dall’arte contemporanea alle opportunità connesse alla strategia comunitaria Europa 2020, dalle tecnlogie per l’energia sostenibile agli orti slow, passando per il tema chiave dello sviluppo delle periferie.
L’iniziativa è stato presentata oggi in Campidoglio dagli assessori capitolini allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana, Paolo Masini, e alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Flavia Barca. Sono intervenuti Maria Grazia Bellisario – Direttore del Servizio architettura e arte contemporanee MiBAC, Daniel Modigliani – Commissario Ater di Roma, Maurizio Gubbiotti – Commissario straordinario RomaNatura, Pino Galeota – Presidente CorvialeDomani onlus.
IL PROGRAMMA – Apriranno i lavori, giovedì 21 novembre, i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel progetto: Mibact, Comune, Regione, Municipio XI e XII, Ater e Università La Sapienza. A seguire abbiamo dal censimento, il primo, della comunità di Corviale ai cantieri di lavoro con il mondo della ricerca, dai dibattiti sulla mobilità sostenibile, sul recupero urbaistico di due piazze del quartiere e sul progetto orti slow per Corviale alle visite guidate nella Tenuta dei Massimi e nella Valle dei Casali, curate da Roma Natura, per la giornata di sabato.
Il Forum sarà il punto d’avvio di un Tavolo di Concertazione Istituzionale. L’obiettivo è la definizione di un progetto di riqualificazione del quadrante di Corviale da candidare al finanziamento dei programmi comunitari 2014/2020.
IL COMUNE – “Intorno a questo tavolo sono seduti tutti coloro che contribuiranno, e hanno già contribuito al miglioramento di questo quadrante della città. Come giunta Marino abbiamo già avviato un lavoro capillare sulla riqualificazione e valorizzazione dei quartieri periferici della città. Corviale è tra questi”.
Così l’assessore allo Sviluppo delle Periferie, Paolo Masini, che ha annunciato l’avvio del “secondo stralcio dei lavori nella scuola Mazzacurati e l’illuminazione a breve dell’area davanti al serpentone”. Questo nell’immediato. “Poi è fondamentale lavorare sul quarto piano dei palazzoni, occupato da decenni”.
MIBACT – Presente anche la dottoressa Mariagrazia Bellisario del Mibac. “Abbiamo già avviato un protocollo di intesa nel 2012 per il quartiere di Corviale, un ‘programma comune di attività di promozione, ricerca e documentazione relative ai valori architettonici, paesaggistici, culturali e socio economici della zona’”. Un partecipazione passata e oggi riconfermata che sancisce l’intento del Ministero: proseguire in un percorso “di tutela maggiore del patrimonio di epoca contemporanea” e “in una ricerca sui grandi temi dell’abitare”.
Parole di soddisfazione e di incoraggiamento anche dall’assessore alla cultura, Flavia Barca. “Questo forum è un primo pezzo di un percorso molto significativo cominciato da qualche mese. Ringrazio il Mibact per la sfida che ha lanciato, al quartiere, alla città e alla cultura. Uno dei temi fondamentali è l’idea di cultura come punto di rilancio del territorio. C’è una grande attenzione a Corviale come laboratorio di idee”.
ATER – “Siamo impegnati da tantissimi anni per migliorare le condizioni di Corviale, dai primi anni ’80”. Presente al tavolo del Campidoglio anche la prorietà degli edifici, Ater, che ricorda brevemente una storia di piccoli successi e grandi fallimenti. “Alcuni interventi di riqualificazione sono stati già effettuati dal ’97 in poi, ma il più deve essere fatto. Corviale ha una valenza culturale enorme, già vivacissima ma assolutamente da potenziare”. Così il presidente Dario Modigliani.
“C’è da lavorare su sicurezza e legalità del fabbricato di Corviale, una prima operazione da fare è sui corpi scala, poi c’è il recupero del quarto piano, quello occupato abusivamente dall’82, nell’accordo di programma è previsto un intervento di costruzione di nuove case”. Un progetto che già esiste, ma i fondi sono stati bloccati nel 2009 dalla Regione Lazio. E ancora sono fermi.
IL MUNICIPIO – Tra gli attori del tavolo per il ‘kilometrone’ c’è anche il presidente dell’XI Municipio, Maurizio Veloccia. “Negli anni passati c’era addirittura chi voleva abbatterlo. E chi il centro commerciale lo ho chiamato con il nome del quartiere più vicino, Casetta Mattei, perché il nome Corviale era un marchio di degrado. La vera vittoria sarà quella di dare forza al quartiere, di farlo diventare un marchio che attiri operatori economici e culturali. E’ importante che Corviale si apra a nuove realtà, un nuovo mix funzionale e sociale. Realtà che non siano solo residenziali”.
CORVIALE DOMANI – Ma chi davvero vive il quartiere da sempre e si batte per renderlo ogni giorno migliore è Corviale Domani, l’associazione di quartiere in prima linea in tutti i progetti, passati e presenti. E tra i protagonisti anche del Forum che partirà giovedì. A parlare in Campidoglio è il presidente Pino Galeota.
“il nostro obiettivo civile e politico è il ripristino a Corviale, e nell’intera città, dell’etica della responsabilità: in politica e nell’amministrazione. Il blocco di 42 milioni di euro per la ristrutturazione di Corviale delle giunte Alemanno-Polverini, in un momento di crisi e di disoccupazione ha comportato per gli abitanti e per tutti i cittadini un danno finanziario che configura un reato civile, penale ed erariale. Oggi la questione di Corviale, passa dalla dinamite che lo voleva abbattere alla dinamite della questione politica, di un territorio che inizia con la lotta e la progettazione la sua rigenerazione”.
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Corviale 2020, tre giorni di dibattito sulla riqualificazione del ‘Serpentone’

roma italiaTrasformare la periferia dimenticata in una smart city innovativa. Il sogno (non irrealizzabile) prende vita di nuovo: il “Serpentone“, come è conosciuto dai romani il progetto edilizio “Nuovo Corviale“, torna ad essere al centro del dibattito pubblico. Da giovedì 21 a sabato 23 novembre, nel cuore del Municipio XI si succederanno incontri, visite ai cantieri e inaugurazioni di mostre e laboratori artistici, in una tre giorni intitolata “Corviale 2020“.
Questa mattina la conferenza stampa di presentazione in Campidoglio. In presenza di Paolo Masini, assessore allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana e di Flavia Barca, assessore alla Cultura, è stato esposto il programma del forum, giunto alla sua seconda edizione. Riqualificazione degli spazi, efficientamento dei servizi e interventi di ristrutturazione, i temi in cima all’agenda.
Il “Serpentone” lungo un chilometro ospita circa 1200 appartamenti, più 120 alloggi realizzati abusivamente al quarto piano. E’ proprio dalla messa in sicurezza degli appartamenti abusivi che parte la rinascita di Corviale: l’Ater ha programmato la ristrutturazione, a cui seguirà il bando per l’assegnazione dei locali. La compartimentazione dell’edificio in 27 ingressi diversi, che tuttavia non altereranno la forma della struttura, è il passa successivo.
Ma la riqualificazione del “Serpentone”, promessa dalle istituzioni ma mai completamente attuata, passa soprattutto attraverso il miglioramento dei servizi e interventi mirati a fare di Corviale una smart city viva ed autosufficiente. “È necessario dare un nuovo senso all’abitare mediante percorsi partecipativi, educativi e culturali che pongono l’esigenza di una diversa regolazione del metabolismo urbano costruendo e definendo in progress la mappa del territorio in trasformazione – scrive in una nota Pino Galeota, ex consigliere comunale e ora membro dell’associazione “Corviale Domani” -. Uno sviluppo fondato sull’equilibrio tra bisogni sociali, attività economiche e ambiente e sulla volontà della popolazione di svolgere un ruolo attivo nella trasformazione da un welfare assistenziale a un welfare produttivo che dia profitti sociali sia alla prevenzione che alla coesione. Elementi fondanti, insieme allo spazio pubblico di qualità, ad un attualizzato welfare pubblico”.
In sostanza – affermano i comitati – Corviale rinasce solo se si investe in sostenibilità e se si incentiva la cultura, l’artigianato e le attività di formazione. E’ dello stesso parere Masini, che a margine della conferenza stampa ha assicurato: “Entro i prossimi sei mesi si potranno avviare i lavori per il recupero e la messa a norma della scuola di via Mazzacurati, per la riqualificazione dello spazio pubblico vicino le entrate del palazzone di Corviale e per la nuova illuminazione”. Nel programma coperto dal Comune anche la realizzazione di una ludoteca in via Mazzacurati e la riqualificazione del parco in via dei Sampieri, per un totale di circa 3,4 milioni di euro.
Giulio Canini
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CORVIALE, QUARTIERE SMART

sala

COMUNICATO STAMPA
Tre giorni di dibattiti sul futuro del “serpentone”
CONFERENZA STAMPA
SALA DELLE BANDIERE IN CAMPIDOGLIO
MARTEDÌ 19 NOVEMBRE ALLE ORE 11.00
Al via giovedì 21 novembre il Forum “Corviale 2020 – Intelligente, sostenibile, inclusivo”.
Tre giorni di incontri con apertura straordinaria delle attività e delle strutture nel quartiere della periferia ovest di Roma per presentare l’avvio della riqualificazione e lo sblocco dei lavori dopo anni di lotte, manifestazioni, denunce e convegni.
Il progetto si connette alla ricchezza ambientale culturale e sportiva del territorio ed è occasione per un rilancio in linea con le scelte comunitarie Europa 2020. Tecnologie per l’efficienza energetica, agricoltura urbana e bonifica della crosta urbana, inversione della filiera produttiva e dei consumi, reti intelligenti e di intelligenza, formazione degli abitanti, artigianalità per reti di riuso e rifiuti a km 0, bosco urbano come risorsa ecologica e relazionale sono alcuni temi–chiave dello sviluppo delle periferie.
Programma e contenuti saranno presentati nel corso della conferenza stampa.
Interverranno:
Paolo Masini, Assessore alle Periferie Roma Capitale
Flavia Barca, Assessore alla Cultura Roma Capitale
Maurizio Veloccia Presidente Municipio XI
Maria Grazia Bellisario, Direttore del Servizio architettura e arte contemporanee MiBAC
Daniel Modigliani, Commissario Ater di Roma
Maurizio Gubbiotti, Commissario straordinario RomaNatura
Pino Galeota, Presidente CorvialeDomani onlus