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Newsletter dal Municipio XI

Ponte dei Congressi, con la Conferenza dei Servizi si fa un ulteriore passo in avanti

Ad inizio marzo si è tenuta la Conferenza dei Servizi per la realizzazione del Ponte dei Congressi: siamo molto soddisfatti per il rispetto dei tempi previsti e per le parole del Sindaco Marino in proposito. Con la Conferenza dei Servizi, infatti, la realizzazione di questa opera fa un ulteriore passo in avanti. Il Ponte dei Congressi rappresenta una grande vittoria, in primo luogo per Roma e per il nostro Municipio che da sempre si è battuto per la sua realizzazione, grazie a cui si potrà sbloccare il nodo fortemente congestionato Colli Portuensi – Newton – Magliana – Eur, e chiudere l’anello di collegamento con la parte nord della città. Sappiamo perfettamente che è un’opera molto complessa ma è importante procedere senza indugi in questo percorso e arrivare, nel più breve tempo possibile, alla sua cantierizzazione. Ancora una volta questa Amministrazione ed il Governo si sono dimostrati seri e lungimiranti, rifinanziando un’opera che nella precedente consiliatura era stata, invece, eliminata. Infrastrutture come il Ponte dei Congressi, sono fondamentali per lo sviluppo della nostra città e contribuiscono a far diventare Roma una grande capitale europea, non più prigioniera delle sue contraddizioni e dello sviluppo urbanistico degli anni scorsi.

Rifacimento marciapiedi Via Francesco Pallavicini

Partirà il 30 marzo il rifacimento del lato destro dei marciapiedi di via Pallavicini, nel tratto tra via Bartolucci verso Largo Ruspoli. I lavori consentiranno di ripristinare la corretta percorribilità dei marciapiedi, di ridimensionare le quote dei cigli e di sostituire quelli ammalorati. Prevista anche la pulizia delle caditoie presenti. Gli interventi avranno una durata di circa 45 giorni.

 

Riqualificate le aree pedonali davanti le scuole “G. Pascoli” e “G. Perlasca”

Proseguono gli interventi per la messa in sicurezza delle aree pedonali davanti alla scuola elementare “G. Pascoli”, nel quartiere Marconi. I lavori hanno permesso la sistemazione della pavimentazione, dei parapedonali e dei dissuasori di velocità per l’accesso all’area pedonale. Contestualmente sono state sistemate anche le panchine ed i cestini. In collaborazione con la scuola, inoltre, si sta realizzando un murales sul muro di via dei Papareschi: i bambini della Pascoli hanno scelto il tema e realizzato dei disegno dai quali è stato tratto il bozzetto dell’opera.

Anche l’area pedonale davanti la scuola “G. Perlasca”, a Monte Cucco, è stata ripristinata.

 

Riqualificazione Largo Santa Silvia, spunta anche un murales!

Proseguono i lavori di riqualificazione di Largo Santa Silvia. Gli interventi riguardano la risistemazione dei giardini, con il ripristino dei giochi e della pavimentazione anti-trauma, la piantumazione di essenze erbose, l’installazione di un impianto di irrigazione e l’installazione di parapedonali intorno alla piazza per impedire l’accesso ai motorini. L’area, inoltre, è stata interessata, nei giorni scorsi, da un intervento di pulizia straordinaria da parte dei Pics. Per sabato 14 marzo, a partire dalle ore 11, è prevista una festa di inaugurazione dell’area durante la quale sarà anche mostrato il pannello con un murales realizzato appositamente dall’Associazione Scuola Viva Onlus.

Sos Azzardo, nel Municipio XI aperto il primo sportello gratuito per le vittime di ludopatie

È attivo, nel nostro territorio, un servizio totalmente gratuito contro le ludopatie. E’ stato presentato infatti il 2 marzo nella sede di Villa Bonelli, il nuovo sportello “SOS Azzardo” realizzato dal Gruppo Magliana ’80, in collaborazione con il Municipio e con il Servizio per le Dipendenze patologiche (SerD). SOS Azzardo offre programmi di accoglienza, orientamento e supporto legale, sociale e psicologico in collaborazione con psicologi, medici, avvocati ed educatori, a tutte le persone che soffrono di patologie legate al gioco d’azzardo ed a tutti i potenziali giocatori, con particolare attenzione agli adolescenti, alle donne e agli anziani.

Le problematiche relative alla dipendenza da gioco d’azzardo sono in costante crescita e rappresentano un vero e proprio allarme sociale. Questo dato di fatto ci ha portato a riflette sulla crescente gravità del problema e sulla necessità di offrire il giusto supporto a chi sta vivendo un momento di difficoltà in un contesto storico di crisi e di precarietà lavorativa ed economica, in cui le persone tendono a rinunciare a servizi e consulenze che potrebbero aiutarli a superare situazioni che mettono a dura prova la propria resistenza personale.

Lo sportello si trova in via della Magliana Nuova 160, presso la sede della Cooperativa Magliana ’80, ed è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16.

 

Prorogati i termini Premio Arvalia: vota il tuo candidato entro il 15 aprile!

Prorogati di un mese i termini per presentare le candidature per il Premio Arvalia 2015. La scadenza, originariamente fissata al 15 marzo è stata, infatti, posticipata al 15 aprile 2015, al fine di consentire una più ampia partecipazione dei cittadini del Municipio.

Il Premio è uno speciale riconoscimento che il Municipio XI ha istituito nei mesi scorsi per “dare risalto all’impegno di quanti abbiano contribuito a valorizzare le capacità e peculiarità della comunità municipale”. Il premio sarà assegnato, con cadenza annuale, a personalità, a singoli cittadini, ad organizzazioni, che operano nel territorio del Municipio e che si siano distinti per l’impegno sociale, culturale, sportivo, educativo o nella loro attività lavorativa. Una speciale commissione valuterà le candidature che potranno essere presentate, debitamente motivate e documentate, da almeno 20 cittadini residenti nel Municipio o da comitati, associazioni ed enti.

Per informazioni e candidature: www.premioarvalia.it

Il Municipio aderisce a “Spiazziamoli: 50 piazze per la democrazia e contro le mafie”

Il nostro Municipio ha aderito formalmente alla manifestazione “Spiazziamoli: 50 piazze per la democrazia e contro le mafie” del 6 e 7 marzo 2015. L’iniziativa, aperta alla partecipazione di associazioni, gruppi, comitati e cittadini, ha avuto come obiettivo la realizzazione di 50 eventi nella città per rompere il silenzio sulle mafie e la corruzione e fare di Roma un palcoscenico e una piattaforma di democrazia e impegno antimafia. Nel nostro territorio, in particolare, il 7 marzo si è svolto a Corviale, presso il Campo dei Miracoli di via Poggio Verde 455, l’evento “Un calcio contro l’illegalità contro Mafia Capitale”, che ha visto insieme la Nazionale Magistrati, l’Associazione Avviso Pubblico, e l’Associazione Calciosociale, in una giornata dedicata allo sport e al confronto. Continua, quindi, l’impegno del nostro Municipio contro le mafie e l’illegalità, iniziato a novembre 2013 con l’adesione al “Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco di azzardo” e la firma del Protocollo “Municipi senza Mafie” promosso dall’Associazione DaSud, per ribadire il proprio impegno nella diffusione dei valori della legalità e di buone pratiche di prevenzione e controllo sui fenomeni di corruzione e illegalità. Impegno che, inoltre, ha visto il Municipio partecipare alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie che si è tenuta il 22 marzo 2014 a Latina.

Siglato un protocollo d’intesa con Amministrazione penitenziaria per reinserimento sociale

Il Municipio Roma XI grazie ad un protocollo di intesa con il Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria del Lazio, metterà a disposizione opportunità lavorative, formative e di reinserimento sociale per lo svolgimento di lavori di utilità pubblica in favore di persone in esecuzione di pena e in messa alla prova: il Provveditorato, tramite l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Roma e Latina, individuerà un numero di persone per le quali sussistano le condizioni per l’ammissione al lavoro all’esterno e/o alle misure alternative da inserire nelle attività previste, mentre il Municipio XI metterà a disposizione opportunità lavorative, formative e di reinserimento sociale. Il Protocollo prevede il coinvolgimento, nel lungo periodo, di circa 10 persone di cui 3 nell’immediato, in lavori di utilità pubblica a titolo volontario per periodi determinati nell’attività di manutenzione del decoro urbano e delle aree verdi del Municipio XI. Grazie a questo Protocollo le persone con problemi di giustizia potranno scontare la pena in lavori di pubblica utilità, anziché in carcere. Per la prima volta un’amministrazione di Roma Capitale sigla un’intesa di questo genere. Siamo molto orgogliosi, quindi, che il nostro Municipio faccia da esempio e speriamo che sia seguito anche da altre Amministrazioni.

Corsi di italiano per donne straniere al Centro Maree

Al Centro per le Donne “MAREE” di Via Monte delle Capre, si svolgerà un corso di italiano gratuito per donne straniere. Il corso è del Livello A2, ha una durata di 80 ore e prevede un esame finale per il rilascio della certificazione valida per l’Accordo di Integrazione e il Permesso di Soggiorno UE di lungo periodo. Il Municipio ha patrocinato e promosso questo corso di “alfabetizzazione” per favorire l’integrazione delle molte persone straniere che vivono nel nostro territorio e che, soprattutto nel caso delle donne, spesso non hanno opportunità per migliorare la conoscenza della lingua italiana. Il corso si rivolge, in particolare, alle donne più vulnerabili, ospitate per ragioni di sicurezza ed incolumità presso il Centro Antiviolenza “Maree” e presso il centro per vittime di tratta “Prendere il volo”.

Presto le “Casa dell’Acqua” nei mercati rionali

In alcuni mercato rionali del nostro territorio saranno presto installate le “Case dell’Acqua”, moderni nasoni hi-tech che offrono acqua fresca, naturale o frizzante ai cittadini, con dosi da bicchiere o da bottiglia di un litro. Il Municipio ha scelto i mercati rionali per posizionare le “Case dell’acqua” con l’obiettivo di promuovere le attività degli stessi mercati, mettendo a disposizione un servizio originale che, creando un nuovo punto di interesse e di attrazione, può favorire una maggiore presenza di utenti. I mercati scelti sono: Mercato Magliana in via Fauglia, Mercato Trullo in via Campagnatico e Mercato Santa Silvia in via degli Irlandesi.

Nuove potature degli alberi in via del Trullo

Si stanno effettuando, in questi giorni, le potature degli alberi in via del Trullo. Le operazioni, che non venivano effettuate da molti anni, hanno riguardato circa 90 alberi. Questi interventi rientrano nel programma di potature previsto per 2015 dall’Assessorato all’ambiente di Roma Capitale che, nel nostro territorio, comprende anche via Blaserna e via Borghesano Lucchese.

Corviale 3D: al via progetto per over 65

Il Municipio Roma XI, in collaborazione con Arci Solidarietà Onlus e grazie al finanziamento della Regione Lazio – Direzione Politiche Sociali, Autonomie, Sicurezza e Sport, ha promosso Corviale 3D: un progetto di sensibilizzazione verso l’invecchiamento attivo e lo scambio intergenerazionale. Il suo obiettivo primario è il benessere sociale della persona anziana (over 65), attraverso l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, vero e proprio “patrimonio collettivo” in grado di moltiplicare le occasioni di incontro e confronto. Ma non solo. Corviale 3D mira a riunire, attraverso uno scambio di informazioni, esperienze e competenze due generazioni e, di conseguenza, tutto il quartiere. Il progetto, infatti, propone un modello di scambio intergenerazionale: attraverso le risorse presenti sul web, come i social media, i blog, i portali aggregatori, sarà possibile stimolare un atteggiamento solidaristico tra i giovani e gli anziani, partendo dalla trasmissione di conoscenze e competenze in entrambe le direzioni. Si partirà giovedì 12 marzo alle 16, dal Centro di Aggregazione Giovanile “Luogocomune”, frequentato dai giovani del quartiere, che si aprirà ai cittadini over 65. A partire da questo spazio i giovani e gli anziani collaboreranno per realizzare un modello di mappatura partecipata del quartiere, individuandone i luoghi di aggregazione, i servizi, gli spazi comuni e proponendo un racconto nuovo di Corviale, che sia il risultato dei due punti di vista.




Periferie al centro: la città che cambia, la mappa che la racconta

Centinaia di progetti e lavori in corso tra urbanistica, manutenzione, opere pubbliche, socialità, cultura. Il tutto nel segno della partecipazione diretta dei cittadini. Roma è tutta Roma, si chiama così il piano del Campidoglio per le periferie romane, presentato nella sua totalità dal sindaco Ignazio Marino, dal vicesindaco Luigi Nieri e dagli assessori Giovanna Marinelli (Cultura), Paolo Masini (Scuola, Sport, Qualità della Vita, Partecipazione) e Maurizio Pucci (Lavori Pubblici). Per farsi un’idea immediata del piano e della sua articolazione interna, è stata elaborata una mappa interattiva che indica il “cosa” e il “dove” di ogni intervento.
“Da aree marginali a nuove centralità”: così il sindaco Marino definisce l’operazione, prefigurando un assetto urbano policentrico, modello per eccellenza delle grandi metropoli contemporanee. Centralità che “per molti anni sono state penalizzate da disattenzione”, per cui “non sono state distribuite le risorse necessarie per i servizi essenziali: manto stradale, marciapiedi, luoghi di socializzazione”. Occorre non dimenticare che “al di fuori delle Mura Aureliane vivono circa 2,8 milioni di persone su un totale di 3 milioni”. E per questo ora si tratta di “dare la giusta rilevanza al 90% dei romani”. In altri termini, il piano “mira a restituire dignità alle periferie, perché questo significa restituire dignità a milioni di persone”. Facendo “di ogni luogo un piccolo centro” e dotandolo del necessario, “partendo innanzitutto dalla manutenzione ordinaria”.
Ecco gli interventi in corso e di prossima realizzazione:
Piazze di qualità come in centro: 14 piazze, una per Municipio escluso il I (centro storico), completamente pedonalizzate. Le caratteristiche comuni: pavimentazione rifatta con i sampietrini rimossi dalle strade del centro destinate alla viabilità; “case dell’acqua”, le tecno-fontane Acea con l’acqua liscia e gassata, lo schermo con le news e le porte Usb per ricaricare cellulari e tablet; hot spot Digit Roma per navigare gratis in wifi; altre dotazioni decise con i cittadini di ogni quartiere nel corso di assemblee e incontri. I lavori saranno coordinati dall’Assessorato alle Periferie in collaborazione con l’Assessorato ai Lavori Pubblici.
Nuova illuminazione a led: procede nel 2015 il piano Acea “luce pubblica ecologica” partito da Tor Sapienza nei mesi scorsi. Entro aprile 2015 arrivano circa 2.000 lampade led in ogni Municipio decentrato. I vantaggi: più sicurezza per i cittadini, risparmio (Roma Capitale pagherà il 55% in meno per l’illuminazione stradale, un taglio di oltre 15 milioni l’anno), affidabilità (niente manutenzione, più comfort visivo), lampioni ecologici (senza sostanze inquinanti e fatti con materiali riciclabili).
Manutenzione stradale: in corso il piano per le strade di grande viabilità, per l’80% dedicato alle periferie su scelte concordate con i Municipi (segui l’aggiornamento sulla mappa dei Lavori Pubblici). Esempi: rifacimento pavimentazione e marciapiedi Nomentana da piazza Sempione al GRA (inizio lavori giugno 2015); manutenzione straordinaria di via Salaria, tratto Aeroporto dell’Urbe – GRA (stessi tempi d’avvio della Nomentana). Prenestina Bis: cantiere completato al 45%, dal 7 marzo conto alla rovescia per la fine dei lavori. Boccea, altro countdown da fine marzo. Raddoppio Tiburtina: ripartiti i lavori dopo dieci anni di stallo, cantiere aperto per il primo lotto, avvio del conto alla rovescia entro fine aprile.
Lavori pubblici, case popolari, infrastrutture: piede sull’acceleratore per le “zone O”, d’intesa con i consorzi di “auto-recupero”. Obiettivo, destinare i fondi pubblici ad opere di pubblica utilità. Esempio: completamento raccordo via Modulo – via Borutta (Municipio VI). Contrasto al dissesto idrogeologico: approvati e consegnati lavori per impianto acque reflue via Procaccini (Prima Porta). Nuovi alloggi ERP: ripartiti il 26 febbraio i lavori per costruire 31 case in bioedilizia a Lunghezzina (consegna prevista entro settembre 2017). Al via piano per messa in sicurezza scuole: nuova segnaletica pedonale, sistemi d’allarme. In corso Scuole salubri, programma di eliminazione di materiali abbandonati e di risulta dagli edifici scolastici
Periferie a misura dei bambini, qualità della vita, sport: supporto a scuole e genitori per il tempo extrascolastico e per l’estate (incentivi all’apertura delle scuole fuori orario lezioni). Da giugno, nuovi centri estivi in 50 istituti con laboratori di teatro, musica, lingue e sport. Da aprile, online il portale degli impianti sportivi di Roma Capitale (di cui l’80% è in periferia) con informazioni, tariffe a confronto e tour virtuali delle strutture.
Cultura, ovvero diritto al sapere e alla bellezza per tutti, in ogni angolo della città. La parte del leone la fa Roma Creativa, il bando che fa delle periferie romane “un museo a cielo aperto” di cultura underground, a fianco e in intersezione con la Roma storica: 40 grandi murales nati in due mesi, a breve nuovi percorsi a base di street art e turismo alternativo. In parallelo, la programmazione di Roma Grande Formato, in corso da novembre 2014 fino a gennaio scorso. E ancora: la valorizzazione del patrimonio archeologico-paesaggistico delle periferie, spesso inesplorato (nuovi percorsi di scoperta a cura degli Assessorati alla Cultura e alle Periferie). Nuovi musei come quello dell’area preistorica di Casal de’ Pazzi, ottavo museo gratuito della città, pronto ad aprire i battenti il 30 marzo.
Manutenzione del verde: partito il piano potature 2015, con grande attenzione alle periferie e oltre 2.500 interventi prioritari. Un piano che non rincorre l’emergenza ma punta a prevenire, mirato a salvaguardare i circa 330mila alberi di Roma. Nuovo appalto da ottobre prossimo con le novità del monitoraggio e del pronto intervento h24.
Infine, il capitolo partecipazione e ascolto: lanciato su Twitter l’hashtag #ideefuoricentro per raccogliere spunti, idee, segnalazioni. Ed è solo l’inizio: nei programmi dell’Assessorato alle Periferie ci sono 14 incontri pubblici nei prossimi tre mesi, uno in ogni Municipio escluso il I, per dare voce alle proposte dei cittadini sui loro quartieri. Le migliori idee saranno votate sui social network, quelle vincenti diverranno delibere del Campidoglio (con il nome del cittadino autore della proposta), dall’intero percorso partecipativo nasceranno una pubblicazione e un video.
Otto ambiti, otto punti per rimettere la banlieue al centro, per darle uno status pieno di città. Perché – come ha detto il sindaco Marino – la periferia “non è città negata, è città vera”.

mappa interattiva

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La periferia è politica

Renzo Piano, autorevole interprete di un sobrio “rammendo”, lo dice con chiarezza: è quello delle periferie il grande pro­getto del nostro Paese. La città del futuro, quella che lasce­remo in ere­dità ai nostri figli. Eppure, non appena è calata l’intensità dei riflettori dell’emergenza mediatica, le periferie sono tornate nell’ombra. Chi ne porta la responsabilità politica pare voler lasciare discretamente la scena al protagonismo degli architetti. Non saranno i progetti, tuttavia, a render più libera la gente, ricorda Foucault. Affron­tare la peri­fe­ria solo con lo sguardo dell’architetto ne impe­di­sce la necessaria let­tura com­plessa. Tra le con­di­zioni che distin­guono le peri­fe­rie odierne da quelle degli anni ’50 e ’60 c’è la cre­scita pro­gres­siva delle disu­gua­glianze sociali. Che non verrà più sanata da alcuno sviluppo. Un tema di scarso interesse, affidato a improbabili soluzioni specialistiche da una scelta miope perché è il prezzo della disuguaglianza, come sostiene Stiglitz, il vero motore delle rivolte

Ces­sato l’allarme, la “que­stione peri­fe­rie” torna nel cono d’ombra dei media come fosse stata un feno­meno iso­lato e pas­seg­gero, un capric­cio di una parte della città delusa e abban­do­nata. Ora c’è il “pro­getto di ram­mendo” affi­dato a Renzo Piano e al suo gruppo di lavoro G124, e così la poli­tica passa volen­tieri la mano (meglio sarebbe dire la palla) all’architettura e all’urbanistica, rinun­ciando al suo ruolo guida.

È invece utile non sot­to­va­lu­tare quanto è suc­cesso nelle nostre peri­fe­rie (e quello che potrebbe ancora acca­dere) ricor­dando le parole di una lunga inter­vi­sta a Fou­cault («spa­zio, sapere e potere»), a chi gli chie­deva quale fosse il ruolo dell’urbanistica e dell’architettura nella società moderna: «All’inizio del XVII secolo si smette di con­ce­pire la città come un luogo pri­vi­le­giato, come un’eccezione all’interno di un ter­ri­to­rio costi­tuito da campi, fore­ste e strade. D’ora in poi le città, con i pro­blemi che sol­le­vano e le con­fi­gu­ra­zioni par­ti­co­lari che assu­mono, ser­vono da modelli per una razio­na­lità di governo che verrà appli­cata all’insieme del territorio».

E del resto lo stesso Renzo Piano con­ferma come «il grande pro­getto del nostro Paese sia quello delle peri­fe­rie: la città del futuro, la città che sarà, quella che lasce­remo in ere­dità ai nostri figli. Sono ric­che di uma­nità, qui si trova l’energia e qui abi­tano i gio­vani cari­chi di spe­ranze e voglia di cam­biare». Tut­ta­via incal­zato dai suoi allievi che gli chie­dono se certi pro­getti archi­tet­to­nici pos­sono rap­pre­sen­tare delle forze di libe­ra­zione o, al con­tra­rio, delle forze di resi­stenza, Fou­cault risponde: «La libertà è una pra­tica. Dun­que può sem­pre esi­stere in effetti un certo numero di pro­getti che ten­dono a modi­fi­care deter­mi­nate costri­zioni, ad ammor­bi­dirle, o anche ad infran­gerle, ma nes­suno di tali pro­getti, sem­pli­ce­mente per pro­pria natura, può garan­tire che la gente sarà auto­ma­ti­ca­mente più libera».

Il con­tri­buto di Renzo Piano al pro­blema delle peri­fe­rie , sia pure mosso da buoni pro­po­siti, ha il punto debole (non impu­ta­bile a lui) nell’affrontare la que­stione solo nella dire­zione dell’architettura e dell’urbanistica: «Si deve inten­si­fi­care la città, costruire sul costruito, sanare le ferite aperte. Di certo non biso­gna costruire nuove peri­fe­rie oltre a quelle esi­stenti: devono diven­tare città ma senza espan­dersi a mac­chia d’olio, vanno ricu­cite e fer­ti­liz­zate con strut­ture pubbliche.È neces­sa­rio met­tere un limite a que­sto tipo di cre­scita, non pos­siamo più per­met­terci altre peri­fe­rie remote, anche per ragioni eco­no­mi­che». Su que­sta que­stione, nel pro­ce­dere dell’intervista, Fou­cault si esprime con molta deter­mi­na­zione: «Penso che l’architettura (e l’urbanistica, ndr) possa pro­durre, e pro­duca, degli effetti posi­tivi quando le inten­zioni libe­ra­to­rie dell’architetto coin­ci­dono con la pra­tica reale delle per­sone nell’esercizio delle loro libertà».

Ora biso­gna rico­no­scere che Renzo Piano è uno dei più bravi archi­tetti ita­liani per cul­tura, serietà e pro­fes­sio­na­lità, ma ha ragione Ema­nuele Picardo ad affer­mare  (il mani­fe­sto del 30/12/2014) che: «Affron­tare la peri­fe­ria solo con lo sguardo dell’architetto è un pec­cato ori­gi­nale che ne impe­di­sce una let­tura com­plessa e arti­co­lata». E qui è neces­sa­rio resti­tuire di nuovo la parola a Fou­cault: «L’esercizio della libertà non è del tutto insen­si­bile alla distri­bu­zione degli spazi, ma esso può fun­zio­nare sol­tanto dove si dà una certa con­ver­genza; se vi è diver­genza o distor­sione l’effetto pro­dotto è imme­dia­ta­mente con­tra­rio a quello ricer­cato». Que­sto è quello che è acca­duto al pro­getto rutel­liano delle «cento piazze». Alcune di esse, come a San Basi­lio, hanno avuto un certo suc­cesso; altre, come al Quar­tic­ciolo, stanno per essere sman­tel­late per­ché gli abi­tanti le sen­tono estra­nee e vogliono ritor­nare alla piazza che c’era negli anni ’50.

Dun­que un pro­getto architettonico-urbanistico o viene con­ce­pito e rea­liz­zato diret­ta­mente (e auto­ri­ta­ria­mente) dal Prin­cipe, oppure, in epoca moderna, non può che sca­tu­rire (sia pure con l’autonomia neces­sa­ria) all’interno di una cor­nice poli­tica che detta una pro­pria visione della società, una poli­tica intesa come media­zione di inte­ressi in gioco, inter­pre­ta­zione dei biso­gni, espli­citi o meno, degli abi­tanti che quei luo­ghi li abi­tano e li attra­ver­sano quo­ti­dia­na­mente. Se la poli­tica delega in toto la solu­zione dei pro­blemi sociali all’architettura e all’urbanistica, il pro­getto che ne con­se­gue risulta monco, affi­dato al libero arbi­trio (ed estro) del suo Pro­get­ti­sta che viene gra­vato di un com­pito impro­prio e improbo, ovvero quello di risol­vere que­stioni sociali che non gli com­pe­tono diret­ta­mente, il che facil­mente dege­nera in opere auto­ce­le­bra­tive che a Roma, per fare un esem­pio, si chia­mano la “Nuvola” o lo “Sta­dio del nuoto” (e rimane solo da spe­rare che tra di esse non com­paia infine anche il nuovo sta­dio della Roma a Tor di Valle).

È vero che il “pro­getto di ram­mendo” delle periferie di Piano ha una sen­si­bi­lità diversa e si rivolge ai quar­tieri peri­fe­rici senza cer­care effetti sor­pren­denti né sen­sa­zio­na­li­smi e uti­liz­zando poche risorse (poco più dello sti­pen­dio di sena­tore a vita messo a dispo­si­zione da Piano), ma è la cor­nice poli­tica che manca, ciò che a suo tempo dava senso alle geniali ini­zia­tive di Nico­lini nello sce­na­rio poli­tico impo­stato da Petro­selli. Per­ché a fronte di tante dema­go­gie popu­li­ste biso­gna pur affer­mare e difen­dere l’autonomia delle scelte pro­get­tuali — archi­tet­to­ni­che o urba­ni­sti­che — che mai deb­bono essere pie­gate al volere dei poteri domi­nanti quale che siano, come avve­niva già nel Rinascimento.

Una delle prin­ci­pali con­di­zioni che distin­gue le attuali peri­fe­rie da quelle degli anni ’50 e ’60 è la cre­scita pro­gres­siva delle disu­gua­glianze sociali. Anche nelle prime peri­fe­rie urbane, la causa del degrado nasceva dalle con­di­zioni di povertà ma, all’epoca, c’era l’attesa e la quasi cer­tezza che lo svi­luppo e il benes­sere prima o poi, avrebbe rag­giunto tutti gli strati sociali. Que­ste con­di­zioni di povertà sono diven­tate ora strut­tu­rali, cro­ni­che, fisi­che, esi­sten­ziali, tra­sfor­mate in con­di­zioni di mise­ria, senza che si abbia più la per­ce­zione che esse pos­sano miglio­rare, in un qua­dro sociale imbar­ba­rito dove pre­vale il morbo indi­vi­dua­li­sta del «spe­riamo che io me la cavo».

E al tempo stesso la que­stione sociale al cen­tro di tante e famose opere let­te­ra­rie dell’800 e della prima metà del ’900, da Zola a Stein­beck, da Bal­zac ad Hugo, come affer­mava qual­che giorno fa Alberto Asor Rosa su La Repub­blica, «non vive più nelle coscienze delle per­sone. La per­ce­zione e la con­danna delle disu­gua­glianze sociali è stata respinta ai mar­gini, non inte­ressa». La stessa sorte capita agli urba­ni­sti, ai socio­logi, agli antro­po­logi per i quali la que­stione delle disu­gua­glianze in quanto sud­di­vi­sione della società tra chi pos­siede molto e chi non pos­siede niente, si con­suma e si dis­solve nella ricerca di impro­po­ni­bili solu­zioni specialistiche.

Per­fino i gio­vani ricer­ca­tori la aggi­rano: anche loro inda­gano casi par­ti­co­lari, seg­men­ta­zioni sociali, quasi che que­sti fos­sero iso­la­bili dal con­te­sto sociale più gene­rale. Ci si occupa di rifu­giati, pro­fu­ghi, Rom, bar­boni, occu­panti di case, sto­rie iso­late di vicende per­so­nali. È come se que­sta società si fosse fatta distratta, avesse rimosso il tema del con­flitto sociale e non tenesse più in conto di quello che Sti­glitz chiama il prezzo della disu­gua­glianza, il vero motore delle rivolte. Se il mondo diventa sem­pre più duale e la peri­fe­ria rap­pre­senta quel 99% di chi non pos­siede niente che asse­dia le comu­nità blin­date di quel l’1% che pos­siede tutto, la solu­zione può essere solo quella di cam­biare dire­zione, e politica.

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Pittura energetica Metodo Melajna

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Federica Galloni risponde. Prima intervista al direttore generale per l’arte contemporanea

Artribune domanda, il Direttore Generale per Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del Ministero per i Beni Culturali risponde”. Così scrivevamo il 6 febbraio, pubblicando le risposte di Federica Galloni ad alcune domande raccolte da vari operatori dell’arte durante ArteFiera a Bologna. Le ritrovate qui, insieme ad altre cinque domande e altrettante risposte. Se sarà adottata la medesima rapidità nella pratica, non possiamo che aspettarci grandi cose…

Quali sono le istituzioni pubbliche che promuovono le attività degli artisti italiani? In particolare, esiste una precisa strategia del Mibact a tale riguardo, in termini di indirizzo e coordinamento di iniziative sul territorio?
Rimane prioritario il ruolo indiscusso che le istituzioni pubbliche svolgono all’interno del sistema museale italiano. Va inoltre riconosciuto quello più dinamico e di ricerca delle fondazioni e delle gallerie di arte contemporanea che contribuiscono a promuovere gli artisti italiani e a sviluppare una rete del contemporaneo.
Se di strategia dobbiamo parlare, penserei non solo e non tanto a un’azione di indirizzo e coordinamento delle iniziative e/o degli interlocutori, ma anche a una condivisione di indirizzi, una concreta e condivisa sinergia tra pubblico e privato. Per fare un esempio, il Piano per l’arte contemporanea, oggi decisamente ridotto nell’importo complessivo rispetto a un decennio fa, si rivela uno strumento ancora valido e consentirà alla Direzione generale l’incremento delle collezioni statali – anche tramite il sostegno di mostre e concorsi – e la promozione dell’arte italiana all’estero. Colgo l’occasione per ringraziare i colleghi del Mibact che in questi anni hanno lavorato con successo su questi temi.
Il Ministero e la Siae hanno recepito in termini restrittivi per le gallerie la direttiva 2001/84/CE sul Diritto di Seguito, obbligando le stesse alla pubblicazione – unico esempio in Europa – delle proprie fatture di vendita sul sito Siae. Il Ministero è al corrente del fatto che ciò lede il diritto alla privacy? Sempre in merito al Diritto di Seguito, perché le gallerie lo devono far pagare anche per le opere vendute, ma che erano in galleria soltanto a titolo di rappresentanza di un artista? L’acquisto di un’opera d’arte da parte di un privato costituisce un fatto segnalato nel redditometro fiscale, disincentivando gli acquisti: tale fatto sarà confermato anche in futuro?
Sui quesiti di natura fiscale, legati a scelte economico-politiche, mi impegno a farmi portavoce col Ministro affinché possa valutare le soluzioni più opportune.

Il progetto di William Kentridge per i muraglioni del Tevere
Esiste una eccessiva discrezionalità delle Soprintendenze in merito ai criteri di notifica e di esportazione temporanea, e delle Dogane in merito alle aliquote fiscali per le esportazioni: il Ministero ha intenzione di emanare delle direttive al riguardo?
“Migliorare le procedure per la circolazione dei beni” è uno degli obiettivi prioritari nell’atto di indirizzo politico emanato dal Ministro con DM 23 settembre 2014. Dal canto mio ritengo che il prestito debba essere incentivato in quanto forma importantissima di promozione dell’arte, ovviamente con tutte le cautele del caso, prima fra tutte la verifica dello stato di conservazione e il pieno rispetto degli standard museali.
Quali sono le competenze del Ministero in merito al tema delle Periferie Urbane? Si tratta di dare un indirizzo di politica urbanistica per la riqualificazione di aree degradate, di segnalare dei casi virtuosi, di supervisionare i piani regolatori dei Comuni?
Le competenze del settore Periferie Urbane sono indicate, al livello generale, all’art. 16 DPCM n. 171/2014 e nel DM del 27/11/2014.
Visto che la competenza urbanistica è evidentemente una prerogativa territoriale, cosa intende fare il Ministero nei rapporti con tali enti? È previsto o prevedibile un vincolo nei casi di “brutti” interventi di nuove costruzioni o di riqualificazione? Se sì, in base a quali criteri porre il vincolo?
Il vincolo include un bene, riconosciuto di particolare interesse, nel patrimonio culturale della nazione; se capisco bene la domanda: devo quindi intendere che, in questo caso, per vincolo si pensi a un potere di veto “nei casi di brutti interventi di nuove costruzioni o di riqualificazione“. Per non scadere nel “mi piace / non mi piace“, penso che i nuovi interventi debbano essere regolati su larga scala da una legge sulla qualità architettonica intesa come ricerca progettuale e tipologica (la qualità è nemica della quantità) come pure, più in generale, di wellness dell’abitare (ecocompatibilità, ecosostenibilità), la verifica della effettiva realizzazione dei servizi alla residenza e certamente molto altro.

Ludo a Torpignattara – foto Alberto Blasetti
Il tema delle Periferie Urbane è oggetto di molteplici studi e analisi da parte di università italiane, Ordine degli Architetti, istituti di urbanistica: intende il Ministero coordinare le attività di tali prestigiosi attori e dare un indirizzo comune?
Fra gli obiettivi operativi della linea d’azione, il censimento e la collaborazione con i soggetti che già operano nel settore è fondamentale e doverosa e alcuni contatti sono già stati avviati. Anche in questo caso non penso proprio di coordinare un lavoro svolto da altri, quanto piuttosto di trarne spunti comuni di scambio e di conoscenza al fine di programmare interventi condivisi ottimizzando così le risorse, strumentali e umane, che hanno già prodotto risultati.
Ammesso che il Mibact abbia dei fondi per le Periferie Urbane, come intende spenderli senza correre il rischio di finanziare interventi effimeri e scoordinati con gli enti territoriali?
Assegnate le risorse finanziarie, non si potrà certo prescindere da un censimento delle realtà locali. Attraverso un bando pubblico, i Comuni presenteranno le proprie proposte; una commissione individuerà quelle ritenute più meritevoli e quindi, tenendo sempre presente il bilanciamento territoriale (nord, centro e sud), l’amministrazione finanzierà o concorrerà al finanziamento per l’effettiva realizzazione.
Di quali risorse umane e culturali intende dotarsi la sua Direzione? Si stanno già cercando figure professionali competenti all’interno del Ministero?
La Direzione Generale ha assorbito il personale (circa 15 unità) del Servizio Arte e Architettura Contemporanee, l’organico prevede la nomina di due dirigenti per i rispettivi servizi: Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane. Successivamente saranno avviate le procedure di mobilità volontaria del personale di profilo tecnico e amministrativo che dovrà formare un organico di circa 29 unità. Ulteriore personale qualificato sarà reclutato e formato in linea con la riforma della pubblica amministrazione.
Le competenze del settore Periferie Urbane:
www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/Uffici/Struttura-organizzativa/visualizza_asset.html_263742727.html

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Tor Sapienza, la periferia fatta da noi

Oggi Tor Sapienza la conoscono un po’ tutti. Su quel pezzo di periferia romana si sono accesi di colpo i riflettori e per un attimo molti hanno visto cosa sono le periferie in questo momento, “savane urbane” dove si consuma una macelleria sociale senza tregua. I fatti di Tor Sapienza hanno scosso l’intera comunità locale, a cominciare dagli abitanti del complesso abitativo Morandi che si sono ritrovati al centro della scena mediatica, rimanendo in parte prigionieri dei suoi effetti superficiali.

Chi vive o lavora da anni sul territorio sa bene che quanto accaduto è il risultato del profondo disagio sociale, alimentato da diverse forme di deprivazione. Una combinazione complessa e distruttiva di fattori territoriali negativi diffusi in molte periferie. La crisi economica accentua le conflittualità e mancano le risposte in grado di incidere in maniera strutturale sulle emergenze socio-economiche di questi territori marginali.

Al Morandi, come in altre periferie a rischio, si registra una povertà urbana articolata, non solo economico-finanziaria, ma culturale e relazionale: comunità isolate con network sociali frammentati. In tale scenario è forte il bisogno di progettualità concrete che nascano dalle realtà del territorio e che siano finalizzate a superare l’isolamento rispetto al resto della città. Gli interventi organici di rigenerazione urbana dovrebbero essere il nuovo orizzonte d’azione politica, affinché vengano avviati progetti pluriennali e plurisettoriali orientati alla conversione ecologica e sociale. Sebbene ancora in fieri, un tentativo in questa direzione è il Progetto Urban Re-Block di Tor Sapienza: da circa due anni un gruppo di organizzazioni territoriali, insieme all’Università Roma Due di Tor Vergata, sta provando a elaborare un piano di azione locale di rigenerazione efficiente ed efficace degli insediamenti urbani attraverso pratiche di economia alternativa e solidale.

L’area di riferimento è il complesso Morandi a Tor Sapienza, caratterizzata da un’alta densità abitativa e dalla presenza di edifici di edilizia pubblica in forte stato di degrado. La scelta di operare nel Complesso Morandi raccoglie diverse sfide, tra cui quella di sperimentare una priorità centrale della periferia romana, cioè l’inclusione sociale anche a fini occupazionali e di riqualificazione edilizia sostenibile. L’azione ha come obiettivo il migliorando della qualità di vita dei residenti, attraverso l’attivazione di un processo partecipativo, che proponga progetti di sostenibilità ambientale e sociale e riqualificazione del territorio, a partire da interventi sulle strutture abitative fino alla progettazione di interventi di riqualificazione socioeconomica. L’idea è di elaborare, attraverso percorsi partecipati, un nuovo patto locale che definisca piani di zona territoriali, fondati sulla conversione ecologica e sociale e in cui i valori che regolano la convivenza sociale vengano definiti dal basso. Tale obiettivo, però, è realizzabile soltanto se si inizia a ripensare anche l’idea di economia locale.

Le problematiche territoriali affrontate da RE-Block sono comuni a molte periferie o insediamenti urbani, ad alta densità abitativa. In Italia sono stati mappati 167 aree simili a quella di Tor Sapienza. Al gruppo di supporto locale hanno partecipato oltre trenta organizzazioni, a dimostrazione della ricchezza del tessuto associativo locale, che è stato poco valorizzato e sempre tenuto ai margini dalla politica locale. In questi due anni, grazie ad un’analisi approfondita delle esigenze della comunità locale fondata su una metodologia partecipata, è stata ridata voce e dignità a quel fermento sociale. Sulla base di queste analisi, infatti, sono state proposte soluzioni e costruiti alcuni progetti.

Questi ultimi fanno parte del Piano di Azione Locale Morandi-Tor Sapienza, cosi come richiesto dal programma Urbact, che è in fase avanzata d’attuazione. La sintesi delle proposte aperte, emerse da questo percorso, sono riassumibili in queste linee di azione:

AreeProgettualideiWorking Groups ProgettiIndividuati  
  RIABILITAZIONE URBANA DEL COMPLESSO MORANDI Riqualificazione dell’intero complesso:scarsa o inesistente manutenzione delle strutture fisiche. 1
Riqualificazione della spina centrale, sia per uso abitativo, sia per servizi (spazi per le associazioni). 2
Azioni di efficientamento energetico: ripartire dalla proposta ATER 2007, attualizzarla attraverso le nuove tecnologie. 3
  AZIONI DI RIGENERAZIONE PER-NELLO SPAZIO PUBBLICO Riqualificazione della Scuola Vittorini per attività sociali e culturali che abbiano un effettiva ricaduta sul complesso Morandi e sul territorio di Tor Sapienza. 4
Il riutilizzo sociale ed economico dell’attuale Mercato Rionale per attività di aggregazione dei Giovani o attività mirate all’occupazione giovanile. 5
      ECONOMIA LOCALE ED INCLUSIONE SOCIALE Promuovere una filiera produttiva locale legata al settore del riuso e del riciclo, collegata ad una filiera corta artigianale che coinvolga il lavoro informale dei raccoglitori di materiali di scarto e residui solidi urbani. 6
Creare una relazione tra le attività di Agricoltura Urbana nelle aree verdi della zona e in concessione al vicino parco della Mistica con il tessuto localedi Tor Sapienza. 7
Promuovere attività culturali e di socialità utilizzando la chiave della multiculturalità e l’integrazione, attraverso il potenziamento dei Centri Culturali Municipali Morandi eMichele Testa 8
Creazione di un Centro di promozione e sostegno all’occupazione giovanile che offre servizi   diinformazione,orientamento, formazione,consulenza   per auto imprenditorialità.Creazione di un Servizio di consulenza e accompagnamentoalle piccole imprese locali   e allo start up di impresecooperative e artigianali (nel nuovo mercato)Favorire azioni di supporto allo sviluppo dell’identità “artistica” del quartiere e dell’arte come strumento di emancipazione sociale, di trasformazione culturale e di sviluppo economico.  9
  Servizio di consulenza alla progettazione per lo sviluppo locale sostenibile, inclusivo e l’empowerment di comunità 10

Il percorso progettuale che si sta delineando insieme agli attori locali può diventare un esempio di come strutturare i percorsi di rigenerazione urbana. Infatti, il processo Urbact sperimentato nell’area Morandi-Tor Sapienza contiene degli elementi innovativi rispetto alle precedenti pratiche operate nei quartieri romani, così sintetizzabili:

  • Il partenariato. Gli stakeholders individuati hanno memoria ed esperienza su ciò che è accaduto e accade nel quartiere, nonché un’effettiva capacità di comunicare e intermediare con i cittadini.
  • La giusta scala d’azione. Individuare i progetti in base alle esigenze e capacità locali, non andare fuori target.
  • La ricerca di un’integrazione degli attori istituzionali. Saper indirizzare su aree specifiche diverse competenze e risorse.
  • L’attenzione verso la programmazione Comunitaria.
  • Un approccio multi-tematico e multi-settoriale alla rigenerazione urbana che mette al centro le persone, in relazione alla dimensione ecologica e sociale della qualità del vivere.

Il processo partecipativo attuato nel Morandi sta riscontrando un notevole apprezzamento in altri paesi: è stato presentato in seminari internazionali come un percorso di definizione della progettualità locale innovativa sia nei contenuti proposti, sia nelle modalità gestionali. Intanto a Roma si fa fatica a trovare riscontri presso le istituzioni comunali, nonostante siano state più volte sollecitate a contribuire a queste progettualità mettendo a disposizioni risorse e competenze. Per questa ragione sono stati promossi diversi incontri con i cittadini, il Municipio e gli assessorati competenti, cercando di mettere assieme  possibili risorse proposte da far confluire nel piano di azione locale.

Di sicuro, per ricucire il tessuto sociale delle periferie non occorre solo coinvolgere gli enti locali, sempre più atrofizzati dai vincoli del Patto di stabilità, ma serve prima di tutto sperimentare anche dal basso nuovi strumenti per dare le gambe a piccoli progetti con cui contribuire a “superare”, qui e ora, situazioni sempre più esplosive.

Sabato 21 febbraio alle ore 16, presso la Sala Giovanni XXIII a Tor Sapienza, si terrà un incontro di presetazione del Progetto Re-block.

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#FortePortuense: apertura al pubblico

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21 febbraio 2015 ore 10,30

Municipio Roma XI Arvalia-Portuense: percorsi storico-archeologici.




Orti, bici e libri: così nasce la rete sociale delle periferie

Critical MAS è il progetto che mette insieme associazioni cittadine, Comune e gruppi spontanei per aumentare la coesione sociale in tre quartieri intorno alla città. Rinascono spazi e spuntano nuove iniziative.

C’è chi coltiva la verdura all’ombra dei palazzi di periferia e chi “accompagna” i nuovi residenti delle case popolari a inserirsi nel quartiere, ci sono gli incontri con i sapori della cucina nordafricana e quelli con i formaggi artigianali dei Gruppi d’Acquisto Solidali. E ancora – in cantiere – una biblioteca di quartiere e una ciclofficina popolare. Nella periferia di Gallarate cresce la rete solidale e comunitaria, il progetto si chiama Critical MAS, con una sigla che fa riferimento alle iniziali dei tre dalle quartieri interessati: partendo da un consistente finanziamento di Fondazione Cariplo, da un anno e mezzo le associazioni locali hanno avviato le diverse iniziative di coesione sociale in tre rioni intorno al centro di Gallarate.

Arnate è un quartiere cresciuto negli anni intorno ad una frazione dalla forte identità, è il rione dove per certi versi più facile è individuare spazi da condividere, luoghi dove fare socialità (la rete comprende anche l’associazione arnatese Buon Vicinato). La villa comunale di via Marco Polo da ex sede di Circoscrizione comunale è divenuto uno degli spazi più frizzanti animati da Critical MAS. In via Marco Polo si ritrova da due anni e mezzo Gaspensa, il gruppo di acquisto solidale che ogni due settimane vede i partecipanti “smistare” in cassette di legno la frutta e la verdura biologica che arrivano da produttori locali e d’Italia. La rete ha consentito di aiutare a crescere l’esperienza anche in altre zone della città: «Gaspensa ha accompagnato la nascita di GasAuser, che oggi ha una ventina di famiglie aderenti» spiega Cristina Rizzelli di Aislo (una delle realtà che promuovono Critical MAS). «I due gruppi fanno anche acquisti insieme, ad esempio quelli di olio e formaggi».

Ad Arnate la Fondazione Exodus sta seguendo l’utilizzo del campo di via Forze Armate, spazio comunale che è frequentato spontaneamente dai residenti della zona (anche dai bambini) e dai ragazzi del gruppo Ultimi Mohicani. Le associazioni di Critical MAS hanno anche promosso l’evento al canile cittadino lo scorso 13 settembre, in collaborazione con l’associazione Apar: i ragazzi della cooperativa Naturart hanno realizzato un murale per ravvivare questo spazio in estrema periferia e il gruppo spontaneo Gallarate Pedala – nato nell’ultimo anno – ha promosso una ” gita di scoperta” dal centro di Gallarate.

«La rete tra le associazioni sta funzionando bene, si sta ampliando e dà maggior valore a tutte le forze presenti in città e aumentando le occasioni di socialità» commenta Cinzia Colombo, assessore alla partecipazione. «I numeri sono in crescita, sono attività che servono a valorizzare forze che già erano presenti. E abbiamo in cantiere anche nuove iniziative frutto anche di suggerimenti da cittadini e associazioni coinvolte». Non solo un progetto “chiuso”, ma un insieme di attività in evoluzione: così nella villa di via Marco Polo stanno germogliando altre due esperienze. È quasi ai nastri di partenza la “biblioteca di quartiere”: «Non si tratta di una vera biblioteca, quanto di uno spazio per la promozione della lettura, che sarà animato da volontari». I primi incontri hanno portato a formare una prima dotazione di libri, mentre dentro al festival Filosofarti 2015 sarà promosso un incontro. L’altro progetto è quello della Ciclofficina Popolare, un’esperienza che un gruppo di ciclisti ha iniziato ad avviare e che troverà “casa” appunto in via Marco Polo, animando gli spazi in altri momenti della settimana (l’edificio era già usato ad esempio dalla Corale Arnatese, realtà associativa molto legata al rione).

Nel quartiere di Madonna in Campagna Critical MAS è soprattutto orti urbani: qualche decina di “coltivatori”, «un gruppo forte e molto unito» dice Stefania Vanetti referente per Fondazione Exodus. Nel gruppo ci sono molti anziani e pensionati del quartiere, ma anche giovani famiglie e alcuni dei “gasisti”, cioè dei partecipanti ai Gruppi d’Acquisto Solidale. «La funzione di coesione sociale – spiega ancora Rizzelli di Aislo – in questo caso sta funzionando davvero bene, il 28 di settembre c’è stata la festa Verde Salvia, organizzata dagli stessi ortisti, ha partecipato anche l’agronomo Antonio Mazzarella che ha fornito consigli per l’orticoltura anche per altre persone interessate, ad esempio per chi vuole fare gli “orti in balcone”». Gli orti urbani sono stati anche al centro di polemiche politiche e di qualche attrito con i “vicini di casa” che abitano i palazzi vicini: situazioni viste anche in altre realtà con orti urbani che si tenta di superare man mano con attenzione ad alcuni nodi problematici, come la gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata.

La zona di Madonna in Campagna ha anche una grande concentrazione di case popolari ed è qui che Fondazione Exodus – capofila del progetto Critical MAS – ha attivato uno sportello di mediazione sociale, aperto al giovedì in via Allende (nel mezzo di una zona di case popolari e in cooperativa. «Uno spazio che è anche in rete con servizi sociali, punto di raccolta di informazioni e bisogni che vengono trasmessi ad associazioni o Comune» spiega ancora Stefania Vanetti. Exodus sta avviando anche un servizio di accompagnamento per i nuovi assegnatari di alloggio popolari, che aiuta a districarsi tra documenti e burocrazia ma che passa anche dall’introduzione tra i vicini di casa e dalle eventuale mediazione linguistica, per stranieri. Alcune associazioni di stranieri hanno promosso (negli spazi dell’oratorio) feste solidali, dove la condivisione parte dai piatti cucinati secondo le tante tradizioni diverse. Il quartiere ha visto anche una festa multietnica solidale, promossa dall’associazione Yad Fi Yad, e la riapertura di una sede locale Auser.

Più lenta è la crescita degli interventi di Critical MAS a Sciarè, quartiere che ancora oggi è povero di spazi comuni di aggregazione e ritrovo. Exodus ha promosso l’uso dello spazio Girandola in via Olona-Vigorelli, aperto alle associazioni di rione ma anche al Summer Camp Exodus. C’è poi il parchetto di via Bergamo: uno spazio comunale mai pienamente recuperato, che lo scorso 25 ottobre ha ospitato una castagnata. Stefania Vanetti non nasconde qualche difficoltà: «Da molti via Bergamo è considerata solo un luogo di passaggio, più che una zona da frequentare. In primavera partiremo con la riqualificazione del verde e riallaccio dell’acqua». È la nuova sfida di Critical Mas per il 2015, tra spazi comuni da far rivivere e socialità.

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No alle “zone rosse” è ottima notizia per le città

Roma non avrà le “zone-rosse”, non ci saranno enclavi in cui la prostituzione sarà “tollerata, un decisione presa dalla Giunta capitolina che ha scelto, su tutta la città, di mettere in campo una strategia che combatta lo sfruttamento e la tratta e tuteli la salute delle donne e ne favorisca l’emancipazione. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI.

E’ in questo contesto che nasce la decisione della Giunta capitolina di sostenere il progetto “Roxanne”, definanziato dalla Giunta Alemanno, che ha lo scopo di realizzare attività di prevenzione e consulenza per tutti i soggetti presenti su strada (donne, uomini, trans), di sostegno e reinserimento per le vittime della tratta e contro il racket. Questa decisione è un segnale chiaro che riporta il dibattito da una questione di mero decoro, sicurezza ed ordine pubblico a quella più pertinente che vede la prostituzione, il suo sfruttamento e la tratta che innesca, come forma di violenza contro le donne, da combattere con l’ausilio di interventi sociali e culturali efficaci che permettano, a chi è vittima, di poter essere recuperata e reinserita.

Un passo importante compiuto grazie all’Assessora ai Servizi Sociali Francesca Danese che ha pianificato una strategia di intervento che prevede una serie di strumenti: vie di fuga e appartamenti protetti, sinergia con le forze dell’ordine e le ASL per una mediazione sociale e sanitaria e l’apertura di un tavolo permanente con Questura e Municipi sulla questione della tratta e con l’obiettivo di spezzare le gambe alla criminalità organizzata.

Al Presidente del Municipio IX Santoro, va comunque la mia vicinanza perché conosco da vicino quanto sia difficile per un ente di prossimità di dover farsi carico di problemi che hanno bisogno di ben altri strumenti per esser risolti che quelli a disposizione di un Municipio.

La sua iniziativa, che anche con la Commissione per le Pari Opportunità del Municipio XI avevo già criticato aderendo alla lettera aperta al Sindaco Marino inviata dall’Associazione “Rising – Parita’ di genere”, ha avuto però il merito di far crescere la consapevolezza e porre a livello cittadino e nazionale un tema che andava affrontato e nei confronti del quale non si poteva più guardare dall’altra parte e, ancora una volta, l’Amministrazione capitolina ha risposto nella maniera migliore.




APPasseggio

Cari Gowalkers,

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inviamo una “edizione straordinaria” della nostra newsletter per comunicarvi che la passeggiata di sabato 14 febbraio a Monteverde Vecchio è stata annullata per motivi organizzativi e che la riproporremo a breve.

Con l’occasione, vi informiamo per tempo di un itinerario infrasettimanale, in aggiunta alle consuete passeggiate del weekend, che abbiamo organizzato per giovedì 19 febbraio. Ecco i dettagli:

Roma, giovedì 19 febbraio 2015, dalle 14,30 alle 17,00
Palcoscenici di Roma dall’antichità ai nostri giorni

Accompagna: Chiara Morabito

Ci incontreremo davanti al Teatro di Marcello per incamminarci lungo un percorso che toccherà alcuni dei più bei teatri di Roma, dall’antichità ai giorni nostri, molti ancora esistenti ma molti altri oggi solo da immaginare…
Questa passeggiata include una visita di circa 40 minuti nell’interessantissimo Museo teatrale del Burcardo (dietro il Teatro Argentina), al cui interno si conserva la più importante raccolta teatrale romana costituita da maschere, costumi, bozzetti, scenografie e molto altro.
Alcune letture animeranno ulteriormente la camminata, che si concluderà ricordando le vicende del Teatro Tordinona, sul Lungotevere Tordinona.

La passeggiata sara’ effettuata solo se raggiungeremo un numero minimo di 10 partecipanti. Ci raccomandiamo di non presentarsi senza aver effettuato la prenotazione.

Punto d’incontro: Via del Teatro di Marcello (di fronte al cancello d’ingresso del teatro)
Coordinate: 41.892074, 12.479904
Punto di arrivo: Lungotevere Tordinona
Partecipanti: Minimo 10 persone.
Info: 3393585839
Costo: offerta libera

CEDOLA DI PRENOTAZIONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/244/modulo-prenotazione-palcoscenici-di-roma