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Anche Barcellona riqualifica gli scali ferroviari con un parco sopraelevato

‘Jardins de la Rambla de Sants’ è un parco sopraelevato di 20mila mq che nasconde e abbellisce la linea ferroviaria di Barcellona
Si chiama ‘Jardins de la Rambla de Sants’ il parco sopraelevato di 20.000 mq che è stato inaugurato quest’anno a Barcellona. Ricorda i progetti di riqualificazione degli scali ferroviari di Parigi (Promenade plantée) e New York (High Line) ma in realtà è qualcosa di diverso perché la ‘rambla’ non prende il posto della linea ferroviaria ma la nasconde grazie a una sorta di ‘scatola’ contenente più di 160 alberi e 85mila piante organizzati in diversi gradini.

I lavori sono durati più di 10 anni e ora il progetto, realizzato dagli architetti Sergi Godia e Ana Molino è stato ultimato: una passeggiata di 760 metri, il cui ingresso è stato realizzato a Plaza de Sants, che offre una vista spettacolare sulla città e una serie di spazi pubblici da ususfruire.

Il parco sopraelevato è sorretto da un sistema strutturale di travi tamponate e vetrate, che consentono ai visitatori di vedere anche i treni che passano. In alcuni punti la struttura si erge a 12 metri sopra il livello della strada ed è qui che sono state piantumate delle piante rampicanti che hanno già iniziato a salire sulla parete in cemento.

L’obiettivo è quello di fondere la natura con la civiltà metropolitana.

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Spazi verdi urbani e periurbani, pubblicata la Prassi di Riferimento UNI

parchiLe linee guida per la pianificazione, progettazione, realizzazione e manutenzione nell’ottica dello sviluppo sostenibile

Fornire le linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi, urbani e peri-urbani, quali i parchi e giardini pubblici e privati, i parchi e giardini storici, le alberate stradali, il verde a corredo delle infrastrutture, i parcheggi alberati, i percorsi ciclo-pedonali, parchi e percorsi fluviali ed aree spondali in ambito urbano, parchi divertimento, verde di pertinenza delle strutture turistico/ricettive, ecc.

Questo l’obiettivo della Prassi di Riferimento UNI/PdR 8:2014 “Linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi – Pianificazione, progettazione, realizzazione e manutenzione”, frutto della collaborazione tra UNI e le Associazioni Landeres e BAI – Borghi autentici d’Italia.

Supporto all’applicazione della Legge n. 10/2013

Il documento può essere utilizzato anche a supporto dell’applicazione della Legge n.10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.27 dell’1 febbraio 2013 e in vigore dal 16 febbraio 2013.

prassi di riferimento UNI

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Il Parco di Centocelle è il vero polmone di Roma La riqualificazione è un investimento per tutti

ParcoCentocelle_fullE’ uno dei polmoni verdi più grandi di Roma. Ma i suoi 120 ettari aspettano ancora di essere riqualificati e diventare il sogno di cittadini e associazioni: il primo “Ecomuseo urbano”. Autorottamatori con distese di carcasse di auto e materiale inquinante sono ancora lì, a soffocare il lato del parco su via Togliatti. Tutto resta nell’immobilismo tra delibere non rispettate e fondi stanziati che, però, non vengono utilizzati. Martedì 11 un tavolo fra Regione, Comune e Municipio prova a far ripartire la bonifica

Un polmone verde, uno dei parchi più grandi di Roma. Villa Ada? Villa Borghese? No, è il Parco di Centocelle. Centoventi ettari da riqualificare, immersi nel Comprensorio Casilino, nel cuore del sud-est della città, tra l’omonima strada, via Casilina, via Togliatti e via Papiria.

UN PASSO VERSO LA CINTURA DEI PARCHI – Una porzione di agro romano recuperata solo in minima parte, connessa al Parco da Villa De Sanctis e villa Gordiani, che si estende fino alla Stazione Prenestina e al Parco di Tor Cervara. Una risorsa naturale che, se valorizzata e bonificata, potrebbe chiudere il cerchio della prima ‘Cintura dei Parchi’ della Capitale, costituita dalla Caffarella, la Riserva della Valle dei Casali, Villa Doria Pamphili, Parco del Pineto, Riserva di Monte Mario, Villa Ada e la Riserva della Valle dell’Aniene. Ad oggi però quella che potrebbe diventare una grande opera naturale è una grande ‘incompiuta’.

UN PARCO DA SALVARE – Nonostante le proteste di associazioni, cittadini e comitati, che da anni si battono per la riqualificazione, solo 33 ettari di parco sono stati restituiti alla città, altri 15 ettari dovrebbero ancora essere sistemati e attrezzati dal ‘Servizio giardini’. Degrado, incuria e inquinamento la fanno da padroni e nonostante sull’area, tra i Municipi V, VI e VII, ci sia un vincolo archeologico-paesaggistico per le antiche ville romane presenti, gli autorottamatori che per un chilometro occupano viale Togliatti, sono ancora lì. Montagne di carcasse, di metalli e scarti potenzialmente inquinanti che, secondo una delibera, la 451 del dicembre del 2009, dovevano essere spostati fuori dal grande raccordo. Sfasci incompatibili anche con il Piano particolareggiato adottato dalla Regione nel 2006. Mentre la delibera n. 220 del Consiglio comunale il 5 novembre 2007 stanziava sei milioni di euro per “la progettazione e realizzazione degli interventi di natura ambientale previsti nei comprensori direzionali di Pietralata, Tiburtino e Centocelle – Quadraro, in attuazione degli strumenti esecutivi approvati per il Parco di Centocelle” e  per “ la valorizzazione delle Ville romane”. Fondi ridotti poi a 4 milioni e 100 mila euro nel 2009, con una delibera successiva. A nulla sono valse le proteste e le manifestazioni per portare il problema all’attenzione di amministrazioni e dell’opinione pubblica.

“FUORI GLI SFASCI DAL PARCO” – E dire che la giunta Alemanno aveva anche individuato cinque siti dove gli ‘smorzi’ avrebbero dovuto traslocare. Il “Centro integrato via Prenestina-viale P. Togliatti”, di proprietà di Impreme s.pa./Mezzaroma, avrebbe avuto nuova sede vicino alla Centrale del Latte oppure tra via Palombarese e il confine con il Comune di Guidonia. “A tal riguardo il Consorzio autodemolitori e rottamatori di Roma Est e Roma Est 2 – si legge nella delibera  – il 20 luglio 2009 in assemblea pubblica hanno accettato il nuovo sito”. Dov’è finita “l’urgenza e la delicatezza della situazione”, che descriveva la delibera? E dove è finita la giunta annunciata ad inizio anno dal sindaco marino per affrontare “la ferita di viale Togliatti”?

UN PASSO VERSO L’ECOMUSEO? – Uno stallo, che potrebbe iniziare a sbloccarsi il prossimo 11 febbraio quando Regione Comune e Municipio V siederanno ad un tavolo per sboccare l’iter impantanato. Un passo importante per dare vita al progetto partecipato di “Ecomuseo urbano”, per valorizzare la storia e la cultura di una parte della città, recuperare i beni archeologici come quelli che gli scavi della metro C hanno portato alla luce e anche a dare vita a nuove attività imprenditoriali legate al turismo.

DI ELEONORA FORMISANI

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