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APPasseggio: sabato 11 e domenica 12 aprile

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Roma, domenica 12 aprile 2015, dalle 10,00 alle 13,00
Walkshop ecologico: Tra le erbe del Parco della Caffarella

Come ultimo appuntamento nell’ambito dell’iniziativa “Ecologicamente: passeggiate, pedalate e walkshops ecologici nel Municipio Roma VII”, proponiamo una passeggiata-laboratorio dove insieme agli alberi ed ai cespugli coltivati a scopo ornamentale, scopriremo le specie erbacee commestibili che crescono spontaneamente fra i prati o al bordo dei vialetti. Impareremo a riconoscerle e ad apprezzarne la variabilità dei colori e delle forme: gli strigoli, l’erba stella, le orecchie d’asino, gli ingrassaporci, la cicerbita, l’acetosella, il tarassaco, la bardana e molti altri.

Punto d’incontro: Largo Pietro Tacchi Venturi, all’ingresso del parco
Coordinate: 41.867269, 12.525675
N. max partecipanti: 30
Info: 3393585839
Costo: gratuito

CEDOLA DI PARTECIPAZIONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/253/modulo-ecologicamente-12-aprile-2015

Le successive informazioni sono corrette.

Roma, sabato 11 aprile 2015, dalle 10,00 alle 13,00
Il Borghetto del Pigneto
Accompagna: Chiara Morabito

Gli stili architettonici del Borghetto del Pigneto sono tra i più svariati e le tipologie edilizie eterogenee: dai villini della città giardino ai palazzetti di edilizia popolare, ai palazzi di stile umbertino, alle case di edilizia popolare intensiva. Oggi il Pigneto conta circa 60.000 abitanti con una grandissima concentrazione di anziani, gli abitanti storici che costituiscono l’anima popolare del borghetto e che ancora ricordano gli anni in cui il Pigneto era frequentato da Pasolini. Numerose comunità di immigrati provenienti per lo più dal sud-est asiatico e dall’Africa hanno aperto attività commerciali nel quartiere. Negli ultimi anni, il Pigneto è divenuto zona di “movida”, ricca di locali e ritrovi trendy. Un itinerario questo ricco di punti d’interesse storici, urbanistici, architettonici, cinematografici, artistici che includerà anche una breve visita alla Biblioteca Mameli con un’introduzione in anteprima alla mostra digitale “Lettori di strade: itinerari multimediali sui quartieri Pigneto e Tor Pignattara”, realizzata dalla nostra associazione.

Punto d’incontro: Via del Pigneto 22, di fronte alla Biblioteca comunale “Goffredo Mameli”
Coordinate:41.889572, 12.524018
Punto di arrivo: Ponte Casilino
Lunghezza: circa 3 km
Info: 339-3585839
Max 20 persone
Costo: offerta libera

CEDOLA DI PRENOTAZIONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/132/modulo-online-per-la-prenotazione-della-passeggiata-al-pigneto

Roma, sabato 11 aprile 2015, ore 11,00
Presentazione della Mostra digitale
“Lettori di strade: itinerari multimediali nei quartieri del Pigneto e di Tor Pignattara”

L’11 aprile alle 11:00 presso la Biblioteca Goffredo Mameli in via del Pigneto 22, si terrà l’evento conclusivo del Progetto “Lettori di Strade-Itinerari multimediali per raccontare la storia del tuo quartiere”, promosso dalla nostra associazione.
Con l’occasione sarà presentata ai cittadini del Pigneto e di Tor Pignattara, in un’atmosfera insolita di “porte aperte” in biblioteca, la mostra virtuale di Lettori di Strade, realizzata grazie ai materiali raccolti e digitalizzati dai ragazzi partecipanti ai 4 laboratori didattico-formativi, organizzati nel corso del progetto e a molti residenti che si sono offerti di arricchire il patrimonio raccolto.

Ingresso libero.

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Dal 9 maggio 2015:
Laboratorio creativo “Come diventare un buon narratore di storie”

a cura di Stefania Fabri e Maurizio Caminito

Partirà il prossimo 9 maggio, il Laboratorio creativo “Come diventare un buon narratore di storie” organizzato dalla nostra associazione presso la sede di Monteverde Living Lab (MOLL) in via Andrea Busiri Vici, 10.

Il laboratorio intende dare strumenti e conoscenze per diventare un buon narratore di storie che mirano a stupire l’uditore utilizzando luoghi particolari. Ed è molto utile per ogni tipo di storytelling, per i giovani che vogliano esprimersi in maniera più brillante, per tutti i  creativi di ogni età che vogliano sapersi far apprezzare.

Il laboratorio prevede una passeggiata con raccolta di documentazione nel quartiere Ostiense, 4 incontri nella sede di MOLL e l’ingresso finale al “Piccolo Festival dei Narratori” che si terrà nel mese di settembre 2015.

Sul sito di MOLL il programma dettagliato del laboratorio:http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/173/come-diventare-un-buon-narratore-di-storie

Per far partire il laboratorio è necessario il raggiungimento minimo di 10 adesioni.

INFO: monteverdelivinglabcorsi@gmail.com – cell. 3393585839 (dal lunedì al venerdì: ore 10:00-18:00)

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ALTRE ATTIVITA’ presso la nostra sede a Monteverde Living Lab (MOLL), via Andrea Busiri Vici 10)

Il calendario degli incontri che proponiamo nei prossimi mesi è consultabile al link:http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/159/corsi-seminari-incontri-professionali

Gruppi di conversazione in lingua inglese:
http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/91/archivio-eventi/62/gruppi-di-conversazione-libera-in-inglese-e-francese

Laboratori di lettura gratuiti per bambini dai 5 agli 8 anni (ripartiranno l’11 aprile)
http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/91/archivio-eventi/64/leggendo-si-diventa-grandi-letture-per-bambini-dai-5-agli-8-anni

Dal 13 marzo al 24 aprile 2015
Mostra: Storie di sarti, nasi lunghi e fantasmi benevoli
Fiabe illustrate da Rosalba Catamo, Orsola Damiani, Marilena Pasini, “L’ago” di Luigi Capuana, “Il compagno di viaggio” di Andersen, “Desiderio e Vezzosetta” di Madame de Beaumont

a cura di Stefania Fabri e Maurizio Caminito
presso Monteverde Living Lab (via Andrea Busiri Vici 10).
Apertura della mostra ogni sabato ore 11-12 e su appuntamento.

Maggiori informazioni sul sito di Monteverde Living Lab al link seguente:http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/91/archivio-eventi/65/mostra-storie-di-sarti-nasi-lunghi-e-fantasmi-benevoli

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CONTATTI

Progetto APPasseggio
Associazione culturale GoTellGo
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appasseggio@gmail.com




APPasseggio: Caravaggio e il quartiere INA tra i nuovi appuntamenti

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Ecco il programma per il fine settimana:

Sabato 14 marzo 2014, dalle 10,00 alle 13,00
Caravaggio e la Roma del suo tempo: passeggiando tra vicoli e tele
Accompagna: Chiara Morabito

Nei decenni a cavallo fra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 Roma vide realizzarsi le radicali trasformazioni urbanistiche e innovazioni artistiche che i pontefici dell’epoca (Sisto V Peretti primo fra tutti, e poi Paolo V Borghese) le vollero imprimere, con lo scopo tutto controriformistico di restituire alla città il ruolo di capitale del cattolicesimo, mentre in Europa imperversava ancora la “tempesta” della Riforma luterana. Decine di artisti si riversarono nella Città Eterna, pronti a mettere scalpelli, progetti e pennelli al servizio dei potenti mecenati dell’epoca. E Caravaggio, che a Roma soggiornò fra il 1593 circa e il 1606, fu tra questi: proprio durante gli anni romani della sua breve vita (nacque a Milano nel 1571 e morì a Porto Ercole nel 1610) il geniale pittore realizzò alcune fra le sue opere più alte, godendo della protezione dei potenti ma al tempo stesso sovvertendo i canoni artistici dettati dalla Controriforma e dando vita a una nuova forma di realismo in pittura. Passeggiando per i vicoli degli attuali rioni Parione, Eustachio e Campo Marzio, dove Caravaggio si muoveva e viveva conducendo un’esistenza difficile e tormentata, ammireremo le famosissime opere che egli dipinse per le chiese di Santa Maria del Popolo, Sant’Agostino e San Luigi dei Francesi, ripercorreremo vari episodi della sua intensa vita e, parallelamente, ricostruiremo l’atmosfera della Roma della prima età barocca, una Roma popolare e aristocratica al tempo stesso, vivace e violenta, chiedendoci di volta in volta: Caravaggio avrà visto le stesse grandi piazze, le stesse lunghe strade, gli stessi stretti vicoli che vediamo noi oggi?! La risposta passeggiando!…

Punto di partenza: Piazza del Popolo (di fronte alla chiesa di S. Maria del Popolo)
Coordinate: 41.911427, 12.476058
Punto d’arrivo: Ponte Sant’Angelo
Lunghezza: circa 3 km
Info: 339-3585839
Max 20 persone
Costo: offerta libera

CEDOLA DI PRENOTAZIONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/134/modulo-online-per-la-prenotazione-della-passeggiata-roma-al-tempo-di-caravaggio

Sabato 14 marzo 2014, dalle 15,00 alle 16,45
Il quartiere INA Casa al Tiburtino
Accompagna: Emiliana Camarda

Il quartiere si trova nella zona est della capitale al Km 7 dell’omonima via che collega Roma e Tivoli, oggi importante polo industriale. Il quartiere venne progettato nel 1949, anno in cui nacque ufficialmente il programma edilizio dell’Ina Casa, ovvero il piano statale per realizzare edilizia residenziale pubblica su tutto il territorio nazionale alla fine della seconda guerra mondiale con fondi gestiti da un’apposita organizzazione presso l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni. L’intervento gestito dall’Ina Casa voleva favorire il rilancio dell’edilizia e dell’occupazione e la costruzione di alloggi per famiglie a basso reddito. Durante la passeggiata avremo modo di osservarele realizzazioni degli architetti Quaroni, Fiorentino e Busiri Vici. Pasolini descrive così la nascita del quartiere progettato come risposta urbanisticamente forte al degrado edilizio delle vicine borgate: “ecco che un giorno cominciarono a impiastrare di palazzi tutto lì intorno, sulla Tiburtina, poco più su del Forte: era un’impresa dell’Ina Case, e le case cominciarono a spuntare sui prati. […] la gente cominciava a chiamare quei caseggiati Alice nel Paese delle Meraviglie, Villaggio Fatato, o Gerusalemme: tutti quelli che abitavano nelle borgate e nei paraggi, cominciarono a pensare: ‘Aaaah, finalmente anche a me danno un harem!'”.

Punto di partenza e di arrivo: Uscita Metro B Pietralata, lato via di Pietralata
Coordinate: 41.914065, 12.555561
Lunghezza: circa 2 km
Info: 339-3585839
Max 25 partecipanti
Costo: offerta libera

CEDOLA DI PRENOTAZIONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/184/modulo-online-per-la-prenotazione-della-passeggiata-ina-casa

Domenica 15 marzo 2015, dalle 10,00 alle 12,30
Roma città aperta 1943-1944
Nove mesi di occupazione nazista: il quartiere Ludovisi
Accompagna: Stefania Ficacci

Gli edifici in stile liberty di inizio XX secolo situati nel rione Ludovisi fra via Veneto e le strade limitrofe, che furono poi negli anni ’60 i luoghi della “Dolce vita” e dei paparazzi, negli anni dell’occupazione tedesca (ottobre 1943-giugno 1944) furono i quartier generali del potere fascista e nazista – alloggi delle truppe, uffici, rimesse, magazzini, centri di controllo, prigioni – ma anche luoghi di ritrovo clandestini di partigiani e collaboratori della Resistenza. Andando alla ricerca di palazzi, targhe, sculture, la passeggiata si snoda dunque fra Via Veneto e le strade limitrofe (via Emilia-Romagna, via Lucullo, via Ludovisi, via Bissolati), per guardare, con gli occhi della consapevolezza storica, quelli che oggi sono luoghi di svago e benessere, ma che ieri furono i centri di eventi storici fra i più tragici della nostra storia.Lasciato il rione Ludovisi, scendendo lungo via Veneto verso piazza Barberini e via del Tritone, riportando alla memoria i ricoveri antiaerei pubblici attrezzati sotto al traforo omonimo, sotto il quale la popolazione civile inerme trovava alloggio durante i bombardamenti, si procede poi verso via Rasella, luogo dell’azione partigiana che scatenò la ben nota rappresaglia nazista.

Punto di partenza: Via Veneto lato Porta Pinciana, accanto all’Harris Bar
Coordinate: 41.909297, 12.488266
Punto di arrivo: Via Quattro Fontane di fronte a Palazzo Barberini
Lunghezza totale: 2,5 km
Info: 339-3585839
Max 25 partecipanti

CEDOLA DI PRENOTAZIONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/136/modulo-online-per-la-prenotazione-della-passeggiata-nove-mesi-di-occupazione-nazista

Domenica 15 marzo 2015, dalle 10,00 alle 12,30
Appia In Bici! Dalla Regina Viarum al Parco dell’Appia Antica
A cura dell’Associazione culturale Festina Lente nell’ambito dell’iniziativa “Ecologicamente: passeggiate, pedalate e wolkshops ecologici” nel Municipio Roma VIII.

Tra mausolei e catacombe, piccole e grandi ville suburbane, la Regina Viarum offre uno spaccato della vita della città fuori le mura. Dall’Appia di ieri a quella di oggi, continua l’impegno di cittadini e istituzioni per tutelare da abusivismo e speculazioni quest’angolo affascinante della città. Percorreremo la via Appia Antica dalla Villa dei Quintili fino al sepolcro di Cecilia Metella, per terminare il nostro tragitto presso l’area archeologica di Capo di Bove. Il percorso è adatto a tutti. Nei tratti in cui la pavimentazione è molto sconnessa procederemo a piedi.

Punto d’incontro: Via Appia Antica 290, all’altezza della Villa dei Quintili
Lunghezza totale: 3,5 km (solo andata)
Info: 3335934734
Max 40 partecipanti

CEDOLA DI REGISTRAZiONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/253/modulo-ecologicamente-15-marzo-2015

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Altre informazioni

Dal 13 marzo al 24 aprile 2015
Mostra: Storie di sarti, nasi lunghi e fantasmi benevoli
Fiabe illustrate da Rosalba Catamo, Orsola Damiani, Marilena Pasini
“L’ago” di Luigi Capuana, “Il compagno di viaggio” di Andersen,
“Desiderio e Vezzosetta” di Madame de Beaumont
a cura di Stefania Fabri e Maurizio Caminito
presso Monteverde Living Lab (via Andrea Busiri Vici 10)

Inaugurazione mostra: venerdì 13 marzo 2015, ore 18,00
Apertura della mostra ogni sabato ore 11-12 e su appuntamento.

Maggiori informazioni sul sito di Monteverde Living Lab al link seguente: http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/91/archivio-eventi/65/mostra-storie-di-sarti-nasi-lunghi-e-fantasmi-benevoli

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APPASSEGGIO NELLA ROMA ANNI 70
Abbiamo in programma di elaborare una serie di itinerari nella Roma degli Anni Settanta dal centro alle periferie, da proporre a partire dal prossimo autunno.
Vi invitiamo a collaborare con noi.
Inviateci immagini di luoghi ed eventi, storie e ricordi dei locali che frequentavate, delle scuole in cui studiavate, dei negozi in cui vi vestivate, dei luoghi di aggregazione dove vi riunivate e cosi’ via.
Scriveteci ad appasseggioromaanni70@gmail.com, ma ricordate di aggiungere sempre, oltre al commento, la data o il periodo e i luogo, possibilmente l’indirizzo preciso. Potete inviare immagini, MP3, testi, video.
Grazie!

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CORSI E SEMINARI presso la nostra sede a Monteverde Living Lab (MOLL), via Andrea Busiri Vici 10)
Il calendario degli incontri che proponiamo nei prossimi mesi è consultabile al link: http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/159/corsi-seminari-incontri-professionali

Sempre a MOLL, continuamo poi i gruppi di conversazione in lingua inglese:
http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/91/archivio-eventi/62/gruppi-di-conversazione-libera-in-inglese-e-francese

e i laboratori di lettura per bambini dai 5 agli 8 anni:
http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/91/archivio-eventi/64/leggendo-si-diventa-grandi-letture-per-bambini-dai-5-agli-8-anni




Collaborative mapping: se la mappa viene dal territorio

mappacorviale_d0In questi anni stiamo assistendo alla crescita di una nuova generazione di geografi, sono i mappers di OpenStreetMap: esperti GIS, informatici, ma anche ciclisti, blogger locali e semplici appassionati accomunati dal desiderio di collaborare alla più sorprendente mappa mundi di tutti i tempi. Il progetto raccoglie ogni giorno migliaia di contributi che permettono di dar vita a iniziative di empowerment della cittadinanza a progetti “umanitari” e anche prodotti commerciali. Maurizio Napolitano, tecnologo di FBK e ambasciatore della Open Knowledge Foundation (OKF), ci ha raccontato le peculiarità e potenzialità per i territori di questa mappa in fieri.

Da sempre abbiamo avuto bisogno di rappresentare simbolicamente il territorio sulle mappe. Maurizio Napolitano della Fondazione Bruno Kessler racconta che la mappa era anticamente il panno di lino che guidava i pastori e le loro greggi. Le mappe sono state da sempre strumenti preziosi per esplorare, conoscere e governare, ma anche strumenti di potere, di controllo e conquista dei territori. Proprio per questo motivo venivano custodite gelosamente, come accadeva in Europa, oppure venivano distribuite e condivise perché si arricchissero di informazioni durante le esplorazioni, come nel caso dell’America. Nel corso della storia si sono susseguite diverse tecniche cartografiche e molti sono stati i tagli dati alla rappresentazione (planimetrica, a veduta prospettica, a volo d’uccello, etc).

Le mappe raccontano molto della storia del tempo: nelle rappresentazioni cartografiche si addensano questioni sociali, economiche, espressioni di potere e conoscenza. Nei secoli la tecnica si è evoluta e, soprattutto negli ultimi anni, con l’avvento dirompente della tecnologia per tutti, anche in questo mondo si è assistito a una grande innovazione nei sistemi di produzione e rappresentazione. “Dal momento in cui è diventato facile produrre dati geografici georeferenziati, chiunque può farlo e lo fa, e questo ha portato a una vera rivoluzione”, fa notare Napolitano. I mezzi e gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione ci hanno trasformato potenzialmente in un’enorme comunità di neogeografi. “Piuttosto che essere destinatari passivi di una distribuzione top-down della mappa, le persone ora hanno l’opportunità di rivendicare sovranità sui processi di mappatura”[1].

Condividere la conoscenza del territorio

Attualmente, strumenti come uno smartphone ci mettono nella condizione di poter condividere la conoscenza del territorio. Così è nato il tour virtuale della città de L’Aquila realizzato da Graziano Di Crescenzo. Il progetto del ciclista neogeografo, HelloL’Aquila, è un ottimo esempio di quanto oggi siamo in grado di fare condividendo informazioni georeferenziate. (Qui l’intervista video a Barnaby Gunning, durante #SCE2014)
In questo orizzonte in cui le tecnologie ci suggeriscono che è tempo di innovare, nasce OpenStreetMap. Si tratta di un progetto ambizioso, ideato nel 2004 dell’ingegnere britannico Steve Coast esupportato dall’omonima fondazione: il più grande sforzo di collaborative mapping al mondo. L’idea è creare una mappa mundi ben diversa da tutte le altre: una mappa che viene dal territorio, dalle persone, e si offre gratuitamente e in modalità open al territorio. “Un prodotto come Wikipedia, ma per le mappe”, racconta Napolitano. Ad oggi, a distanza di dieci anni dalla nascita, la comunità di mappers è costituita da oltre due milioni di cittadini sparsi in tutto il mondoche contribuiscono, impiegando tempo ed energie nell’iniziativa. Nell’ultima settimana sono stati attivi circa 10.000 membri (fonte: OSMstats), i quali hanno raccolto le più svariate informazioni sul territorio: dalle fontanelle di Roma (nasoni) al tipo di asfalto delle strade, dal numero degli alberi di una strada al numero di gradini per accedere a un parco, etc.

Rendere visibile ciò che è invisibile

Negli anni il progetto di OSM ha stimolato la nascita di numerose iniziative umanitarie, di collaborative mapping ed empowerment delle popolazioni. Nell’agosto 2010, immediatamente dopo il terremoto di Haiti, è nata l’organizzazione HOT (Humanitarian OpenStreetMap Team): un punto di connessione tra gli attori umanitari e le comunità di open mapping. L’ONG americana, supportata anche dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti attraverso MapGive (qui la versione italiana), ha presto dato vita a nuovi progetti interessanti come il Missing Maps Project, che ha l’obiettivo di mappare i luoghi più vulnerabili nel mondo in via di sviluppo affinché ONG internazionali e locali, così come gli individui, possano usare liberamente mappe e dati per meglio rispondere alle crisi che interessano le aree.
Un’altra entusiasmante iniziativa, avviata nel 2008, è MapKibera. Kibera è infatti il nome di un luogo non riconosciuto, un blank spot: il più grande slum della città di Nairobi, uno spazio invisibile alle mappe, macon un’altissima concentrazione demografica (circa un milione di persone vive in questa baraccopoli, la più estesa di tutta l’Africa subsahariana). Il motto del progetto è stato “rendere visibile ciò che è invisibile”. Oggi le toilette pubbliche di Kibera, i generatori dove ricaricare le torce elettriche, la sua stessa toponomastica sono riconoscibili grazie alla mappa di OSM e ciò invita a riflettere. Secondo dati ONU, entro il 2030 circa due miliardi le persone vivranno in shantytowns, bidonvilles, slums, favelas, etc. Per quella data saranno ancora luoghi invisibili?

Il potere di tracciare la rotta

Il progetto OSM enfatizza la conoscenza locale del territorio e mette propriamente nelle mani delle persone il potere di scegliere cosa mappare. Prerogativa solo apparentemente simile, ad esempio, alle mappe di Google che, pur essendo oggi aperte a contributi volontari grazie a Google Map Maker, restano sempre mappe commerciali, di proprietà di una multinazionale, che mantiene il pieno controllo su cosa viene pubblicato sulla propria mappa. “Quello che c’è sulla mappa lo decide chi fa la mappa”, insiste e sottolinea Napolitano, “se io decido di far sparire una cosa, quella cosa sparirà”. E questo è effettivamente il punto nodale. OpenStreetMap si distingue profondamente da ogni altro progetto simile perché mette al centro di tutto il processo i cittadini, che sono al contempo artefici, fruitori e “proprietari” dei dati, nonché potenziali inventori di nuovi prodotti a partire da questi. “We’re giving people the freedom to play with the data, whereas [other services] keep it to themselves”, scrive Coast. Non si tratta soltanto di un progetto crowdsourced, ma soprattutto di un progetto open. I dati di OSM sono resi disponibili secondo la ODbL (Open Database License), rendendoli a tutti gli effetti open data, riutilizzabili e condivisibili a patto di garantire la stessa libertà agli altri. La visualizzazione della mappa è quindi solo la punta dell’iceberg: i dati aperti consentono diverse rappresentazioni, evidenziando molteplici aspetti del territorio, e diverse modalità di fruizione. Le mappe di Google o Bing sono invece accessibili esclusivamente tramite modalità predeterminate dalla multinazionale che le rende disponibili e che può in ogni momento cambiarle o renderle indisponibili, a seconda della propria convenienza e in base alle proprie logiche commerciali.

Le PA al bivio

Nell’articolo Why the World Needs OpenStreetMap – divenuto rapidamente popolare – Serge Wroclawski spiega come un governo, o una PA in questo caso, avrebbe bisogno di rimanere sempre imparziale, anche nella scelta di che tipo di mappe del territorio veicolare. Dando in outsourcing le proprie mappe, di fatto affida il controllo di queste a terzi, ad esempio consentendo a Google di scegliere quali attività commerciali mostrare sulla mappa (già oggi vengono favorite le attività commerciali che maggiormente curano il proprio profilo sui siti Google). Scegliere di utilizzare una mappa aperta e libera significa invece mantenersi imparziali rispetto a interessi commerciali estranei al bene della comunità, riconoscendo allo stesso tempo ai cittadini un ruolo attivo nella produzione di conoscenza relativa al territorio.
Nel corso di questo decennio, la comunità italiana di OpenStreetMap ha organizzato molti mapping party sul territorio. Si tratta di momenti strutturati in sessioni di lavoro collaborativo (mappature) e conviviali, in cui si approfondiscono i significati e il valore del condividere la conoscenza di un territorio. Alcune regioni italiane – Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Sardegna – si sono incuriosite molto e hanno preso parte al progetto ottenendo risultati interessanti, sensibilizzate anche da Simone Cortesi, uno dei pionieri di OpenStreetMap in Italia e a livello internazionale.
Già nel 2010, per fare un esempio, l’Autorità per la Partecipazione della Regione Toscana ha promosso il progetto Libero accesso, accesso libera tutti! per il Comune toscano di Castelfiorentino. Utilizzando i dati e la mappa di OSM si sono organizzati laboratori per raccogliere dati sulle barriere architettoniche all’interno del tessuto urbano. Uno strumento di resilienza del territorio “che è solo il punto di partenza per poi potere ripianificare l’assetto urbano”. Durante l’alluvione del 2013 la Regione Sardegna si è servita della mappa SardSOS che ha aiutato la comunità sarda a gestire il momento di crisi, informando la popolazione in tempo reale con segnalazioni geolocalizzate.

Solo un paio di giorni fa a Torino si è tenuto un Mappathon, un workshop promosso da Piemonte Visual Contest per imparare ad utilizzare OSM e implementare e raccogliere dati del territorio piemontese.
Un altro esempio è la mappatura della città di Matera su OSM, che in vista dell’elezione a capitale europea della cultura è cresciuta esponenzialmente.

[1] M. Dodge C. Perkins, Reclaiming the map: British Geography and ambivalent cartographic practice, 2008

link all’articolo