1

Roma, in fase operativa il programma di housing sociale

Entro il 2015 190 milioni di euro per 1875 alloggi a canone calmierato. Lo scorso settembre siglata l’intesa con Cdp Investimenti Sgr.

Stampa o crea un PDF dell'articolo

A Roma entra nella fase operativa il programma di alloggi sociali destinati a impiegati e giovani coppie, anziani soli, famiglie con persone non autosufficienti, studenti e lavoratori che cercano un alloggio temporaneo, separati e divorziati, mamme sole con bambini.

Ieri sono stati presentati i primi risultati del protocollo d’intesa firmato lo scorso settembre tra Roma Capitale e Cassa Depositi e Prestiti Investimenti Sgr, che consente alla Capitale di accedere al programma del Fondo Investimenti per l’Abitare dedicato al social housing, attivo a livello nazionale dal 2010.

190 MILIONI DI EURO PER 1875 ALLOGGI. Cdp Investimenti Sgr ha già deliberato investimenti pari a 65 milioni di euro per 725 alloggi i cui cantieri sono già aperti e 150 già in costruzione. L’obiettivo entro il 2015 è di allocare altri 125 milioni di euro per 1.150 alloggi arrivando, così, ad un totale di 190 milioni di euro per 1875 alloggi distribuiti in tutta la città.

CANONI CALMIERATI. Gli alloggi nelle nuove costruzioni, realizzate tutte nell’ambito del PRG, saranno offerti prevalentemente in locazione a canoni calmierati e, in misura minore, in vendita convenzionata. La gestione degli alloggi presuppone novità nell’utilizzo degli spazi comuni – lavanderie, spazi di co-working, car sharing, attrezzature di gioco per bambini negli spazi verdi: i cittadini che hanno i requisiti per accedere al programma di social housing verranno coinvolti nella definizione dei servizi comuni e nella loro manutenzione.

Quanto al programma di residenze temporanee, sono in fase di valutazione i siti, anche in collaborazione con le università pubbliche romane.

Questo protocollo – ha spiegato l’assessore alla trasformazione urbana, Giovanni Caudo – vuole mettere sul mercato case a canone calmierato per impiegati, giovani coppie, anziani, per chi è troppo ricco per le case popolari ma troppo povero per il libero mercato. E lo facciamo con risorse del Fia (Fondo Investimenti per l’abitare), che dal 2008 fino a oggi a Roma non erano state mai utilizzate.

L’accesso sarà regolamentato con una delibera che fisserà dei limiti minimi e massimi di reddito per poter accedere a degli affitti calmierati, pari a 5 euro a metro quadro.

TRA LINEE DI AZIONE. Si tratta, in sintesi, della terza linea di intervento dell’assessorato alla trasformazione urbana a sostegno delle politiche abitative; le altre due riguardano, rispettivamente, l’applicazione della legge regionale sul Piano casa, con cantieri già aperti per 150 alloggi (nel corso del 2015 prevista l’apertura di altri cantieri per circa 800 alloggi) e l’edilizia agevolata all’interno dei piani di zona (cosiddetta manovra di chiusura, di epoca veltroniana) con l’avvio dei cantieri dei primi 15 piani su 26.

Per il 2015, le tre linee di azione comportano interventi per circa 2.200 alloggi, mentre nel prossimo triennio, progetti avviati, deliberati e programmati, l’offerta potenziale complessiva arriva a circa 8.000 alloggi in affitto o in vendita a prezzi agevolati.

Roma_Housingsociale_slide

link all’articolo




Regione Lazio, patto per le nuove case popolari in affitto

Firmato protocollo sull’housing sociale nelle aree più bisognose. Possibile anche la vendita.

Case in housing sociale, da realizzare a Roma e nei comuni a più alta tensione abitativa del Lazio, da affittare oppure da vendere, destinate a giovani coppie, sfrattati e a chi non può permettersi un mutuo. È l’obiettivo finale del protocollo di intesa del protocollo di intesa firmato questa mattina dal Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, dall’assessore regionale alle Politiche abitative, Fabio Refrigeri, e dal direttore generale della Sgr di Cassa Depositi e Prestiti, Marco Sangiorgi.

NUOVA OCCASIONE – “Un’opportunità che prima non era stata colta – ha spiegato stamattina il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti – perchè la Regione non si era mossa verso Cdp – ha aggiunto – Diamo, quindi, la possibilità di accedere a questo fondo per costruire, attraverso le Ater, delle case, con un affitto di 5 euro al mq a Roma e 4 euro al mq nelle province”. Entro dicembre le Ater dovranno presentare i progetti e “trattandosi di terreni Ater, quindi tendenzialmente finalizzati all’abitare, questo dovrebbe accelerare i processi. Si apre una competizione tra le Aziende territoriali, oggi si parte. I risultati saranno molto positivi”.
L’accordo vuole individuare progetti di nuovi alloggi, in affitto o vendita a prezzi calmierati, idonei a essere finanziati con le risorse del Fondo Investimenti per l’abitare, gestito da Cdp Investimenti Sgr e dotato di una capacità residua di 500 milioni, da allocare entro il 31 dicembre 2015. Entro questo termine andranno presentati i progetti e il protocollo prevede la realizzazione di una serie di azioni quali il coinvolgimento delle Ater, il riuso di immobili pubblici, la realizzazione di residenze per particolari categorie sociali (per esempio studenti), la riqualificazione urbana e la gestione sociale degli alloggi.

NEL SOLCO DEL PIANO CASA – Il protocollo contribuisce anche a rendere operative le norme previste dal nuovo piano Casa perchè il Fondo Investimenti per l’Abitare può contribuire a finanziare la quota di alloggi in affitto a canone calmierato che il Piano impone agli operatori a fronte della possibilità loro concessa di cambiare destinazione d’uso a immobili, aree e premi di cubatura. I progetti dovranno avere un livello elevato di qualità edilizia e ambientale ed essere dotati di servizi e funzioni compatibili. Saranno privilegiati il recupero urbanistico ed edilizio di aree urbane e la valorizzazione di patrimoni immobiliari dismessi o in via di dismissione. Il binomio sostenibilità ambientale ed efficienza energetica rappresenterà la bussola degli interventi che, naturalmente, dovranno rispondere a tutti i requisiti di fattibilità amministrativa ed economico finanziaria.

PARLA LA CDP – “Lo scopo- ha detto il dg della Sgr di Cdp, Marco Sangiorgi- è fare abitazioni essenzialmente per l’affitto, un settore per il quale negli ultimi anni c’è una domanda straordinaria, per cui molti fondi si stanno trasformando da vendita a locazione. I prezzi di locazione sono molto bassi: parliamo di case di 70 metri quadrati a circa 300-350 euro al mese. Al momento abbiamo allocato circa 1,5 miliardi di fondi, su 217 interventi nel Paese, per 14 mila appartamenti e 6800 posti letto. Puntiamo sulla rigenerazione urbana, e abbiamo finanziato una iniziativa per individuare tecnologie costruttive a basso costo e ad alta efficienza”. Tuttavia a Roma “dove c’è più bisogno, per ora abbiamo fatto poco, ed è per questo che siamo molto attenti. Abbiamo preso due delibere, una con un fondo della Legacoop abitanti per 300 alloggi in vecchi piani di zona, e poi una iniziativa dal gruppo Toti, per un asset alla Magliana: usando il Piano casa regionale vogliamo fare un”operazione di riuso per 350 appartamenti. Due progetti da aggiungere a quelli previsti dal protocollo”.

link all’articolo




Housing sociale, nel Lazio cambiano le regole

Novità sulle modalità e sui criteri per l’alienazione degli alloggi. Prevista la creazione di una anagrafe presso gli uffici comunali e l’introduzione di sanzioni pecuniarie per i proprietari che non rispettano gli obblighi previsti dal nuovo regolamento.

Dopo l’approvazione della legge che ha modificato il Piano Casa da parte del Consiglio Regionale, avvenuta lo scorso mese di novembre, la Giunta Zingaretti ha adottato le modifiche al Regolamento per la gestione degli alloggi per l’housing sociale.

Il testo, per concludere l’iter di approvazione, è stato trasmesso alla commissione consiliare competente che potrà apportare ulteriori modifiche.
Lo ha reso noto la Regione Lazio sottolineando che sono stati rispettati i tempi previsti dalla legge per adeguare il testo del regolamento alle nuove norme.

PROCEDURE PIÙ SNELLE. Il regolamento introduce importanti novità, regole nuove e più chiare che i proprietari degli immobili dovranno rispettare nella gestione degli alloggi a canone calmierato. Sono state snellite le procedure per l’individuazione dei soggetti a cui saranno affittati gli appartamenti. Ridefiniti, migliorandoli, i criteri per la determinazione dei canoni d’affitto tenendo in considerazione gli indirizzi della normativa nazionale sulla riforma delle locazioni.
CAMBIANO LE MODALITÀ E I CRITERI PER L’ALIENAZIONE DEGLI ALLOGGI. Altre novità riguardano le modifiche relative alle modalità e ai criteri per l’alienazione degli alloggi, riferendo i prezzi di vendita alle quotazioni medie dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare. Si tratta di una scelta che tiene conto della sostenibilità economico finanziaria degli interventi, che incentiva fortemente la realizzazione di nuove case con affitti a canone calmierato, che è orientata verso il rinnovo e la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente e risponde in parte al più generale problema dell’emergenza abitativa. Per questo motivo è stata prevista la possibilità, per chi già ha realizzato gli alloggi per l’housing sociale, di adeguarsi per la gestione degli stessi ai criteri e agli indirizzi del nuovo Regolamento.
ANAGRAFE DEDICATA ALL’HOUSING SOCIALE. Con il nuovo regolamento si restituisce un ruolo centrale alle amministrazioni comunali nelle attività di controllo. Si prevede, infatti, che sia istituito presso gli uffici comunali una specifica anagrafe dedicata all’housing sociale, finalizzata al monitoraggio dei nuovi alloggi da destinare a canone calmierato. Inoltre, viene mantenuto l’obbligo da parte dei proprietari di trasmettere ai Comuni i contratti di affitto sottoscritti con i conduttori.
SANZIONI PECUNIARIE. Altra importante novità è quella relativa all’introduzione di sanzioni pecuniarie per i proprietari che non rispettano gli obblighi previsti dal regolamento.

link all’articolo