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Legge di stabilità e Milleproroghe, gli aspetti positivi e negativi secondo FINCO

Uno dei nodi più spinosi della Legge di Stabilità è rappresentato dall’aumento dal 4 all’8% della ritenuta di acconto sui bonifici effettuati a fronte degli interventi per le ristrutturazioni energetiche ed edilizie. Si tratta di un drenaggio di liquidità a carico delle piccole imprese davvero ragguardevole ed in taluni casi ostativo agli interventi stessi”.
Questa una delle considerazioni di Finco (Federazione Industrie Prodotti Impianti e Servizi per le Costruzioni) in merito agli aspetti negativi della Legge di Stabilità 2015, convertita in legge dal Parlamento.
MILLEPROROGHE . Per quanto riguarda il decreto Milleproroghe – Decreto Legge n. 192/2014 presentato al Parlamento per la conversione – Finco, pur apprezzando l ’allungamento al 31 dicembre del 2015 della norma che prevede un’anticipazione del prezzo a favore dell’appaltatore, boccia
la misura a favore delle concessioni autostradali, che prevede una ulteriore proroga temporale all’obbligo di accorpamento delle tratte che consentirebbe l’allungamento, ancora senza gare, delle concessioni stesse. Per fortuna i gestori dicono che non aumenteranno più del 1,5% le loro pretese di rialzo dei pedaggi (i concessionari volevano dal 5 al 10%)!!! Da non crederci (ed infatti in Europa ci stanno guardando con sorpresa). Non si trovano sostituti agli attuali gestori? Non si rientra dagli investimenti? La scadenza delle concessioni era nota da tempo, non bisognava aspettare l’ultimo momento.
GLI ASPETTI POSITIVI DELLA LEGGE DI STABILITÀ 2015 . Della legge di stabilità 2015 la Federazione plaude la proroga fino a tutto il 2015 dell’ecobonus al 65% e l’estensione della proroga della detrazione 65% anche alla prevenzione sismica.
E’ vero ? riconosce il Direttore Generale Finco Angelo Artale ? la misura è limitata al 2015 ed alle zone sismiche 1 e 2 (non anche a quelle 3 e 4) della ormai nota Ordinanza della Presidenza del Consiglio n. 3274 del 20 marzo 2003, ma è un inizio.
La Federazione confida “si capisca, magari in occasione della prossima Legge Finanziaria o di Stabilità che dir si voglia, che è vero solo in teoria che l’allargamento territoriale dell’ammissibilità della detrazione provochi maggiori esborsi. Ciò per due motivi ormai (speriamo) riconosciuti:
a) i costi del “risparmio sismico” per l’Erario sono incommensurabilmente più alti di quelli della ricostruzione e dell’emergenza;
b) le minori entrate per l’Erario sono solo teoriche. Molti interventi infatti non si effettuerebbero senza la misura agevolativa. Nella maggior parte dei casi, quindi, lo Stato incassa un 35% aggiuntivo di investimento piuttosto che perdere il 65%. Ed occorre dare atto alle Commissioni Bilancio dei due rami del Parlamento, alla Ragioneria di Stato ed al Ragioniere Generale Franco di avere seriamente considerato questi aspetti”.
SCHERMATURE SOLARI . Quanto all’estensione della detrazione 65% alle schermature solari,
abbiamo scelto con decisione ? spiega il Vice Presidente Finco per la Sostenibilità Arch. Sergio Fabio Brivio ? di puntare sulle caratteristiche di riqualificazione energetica proprie delle schermature e dei filtri solari in un Paese in cui si affrontano maggiori costi per difendersi dal caldo che dal freddo, evitando improbabili scorciatoie che avrebbero assimilato le schermature ad elementi di arredo e gli avrebbero ? forse ? consentito di accedere alla meno “pregiata” misura del 50%.
RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE . Finco giudica positivo anche l’allargamento ai generatori di calore alimentati a biomasse combustibili, e “importantissima” la proroga fino al 31 dicembre 2015 delle detrazioni al 50% per le ristrutturazioni edilizie,
in un Paese dove (speriamo sia un dato acquisito e non solo un’enunciazione politicamente corretta dell’ultima ora e motivata dalla mancanza di mercato per le nuove costruzioni) la riqualificazione degli edifici è, e sarà sempre di più, prevalente sulle costruzioni ex novo.

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Istat: cala il prezzo delle case usate, cresce quello del nuovo

Nel terzo trimestre 2014, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% nei confronti dello stesso periodo del 2013.
Lo rende noto l’Istat, precisando che il calo congiunturale dipende esclusivamente dalla diminuzione dei prezzi delle abitazioni esistenti (-0,7%); per le abitazioni nuove si registra invece un aumento dei prezzi rispetto al trimestre precedente (+0,7%), il primo dopo due anni.

La flessione tendenziale dell’indice generale, la cui ampiezza si riduce da -4,9% del secondo trimestre a -3,9% del terzo, è la sintesi delle diminuzioni su base annua dei prezzi sia delle abitazioni esistenti (-4,8%) sia di quelle nuove (-1,3%). Torna quindi ad ampliarsi il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei prezzi delle abitazioni nuove (3,5 punti percentuali da 2,9 del trimestre precedente).

In media, nei primi tre trimestri del 2014, i prezzi delle abitazioni diminuiscono del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sintesi di un calo del 2,4% dei prezzi delle abitazioni nuove e del 5,5% dei prezzi di quelle esistenti.

IL PARERE DI NOMISMA. I dati diffusi dall’Istat, secondo Nomisma, “confermano la dicotomia tipica delle fasi di inversione ciclica. Ad una moderata ripresa dell’attività transattiva fa riscontro una perdurante tendenza ribassista dei prezzi, seppure a tassi progressivamente decrescenti”
Sono dinamiche destinate a caratterizzare anche l’anno in corso – afferma Luca Dondi , direttore generale di Nomisma -, in cui dovrebbero consolidarsi i timidi segnali di miglioramento registrati sul finire del 2014, sempre che il Paese riesca finalmente ad uscire dalla spirale di recessione e deflazione da cui fatica a divincolarsi.
E’, infatti, impensabile  che il fragile mercato immobiliare odierno possa muoversi in controtendenza rispetto al resto dell’economia.
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No alla proroga del blocco sfratti, è polemica: le proposte dell’ANCI

Dopo il blocco alla proroga il dibattito si amplia: arriva anche un appello dai Comuni a maggiore densità abitativa
Dopo il blocco alla proroga degli sfratti contenuto nel Decreto Milleproroghe si approfondisce il dibattito su un tema davvero caldo come quello del diritto alla casa . I sindacati degli inquilini hanno infatti immediatamente espresso ampie preoccupazioni (“nei prossimi giorni circa 30mila famiglie bisognose che rischiano lo sfratto” ha detto Aldo Rossi, segretario nazionale del Sunia ) mentre 3 assessori, proprio nella giornata di ieri hanno chiesto al governo di rivalutare la decisione presa .
L’appello arriva dalle città a maggiore densità abitativa , ovverosia Roma, Milano e Napoli: la richiesta di rivedere la mancata proroga ha l’obiettivo di “scongiurare una situazione altrimenti ingestibile da un punto di vista sociale e da quello dell’ordine pubblico”.
“Chiediamo con forza la proroga del blocco degli sfratti e politiche abitative strutturali che ci consentano di uscire dalla logica dell’emergenza. Su questo sollecitiamo una urgente riunione della consulta casa dell’Anci perché sia ben chiaro il grido di dolore – affermano nella missiva inviata al Governo gli assessori alle politiche abitative delle 3 grandi città – proveniente dalle città metropolitane dove forte è il disagio”.
Per comprendere l’antefatto leggi l’articolo  Decreto Milleproroghe: la proroga al blocco degli sfratti non c’è .
Non è tardata a giungere la replica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio : “Questo governo ha messo in campo diverse misure come il fondo degli affitti e morosità . Ha dato numerosi strumenti ai cittadini ma soprattutto ai sindaci per governare l’emergenza. Gli sfratti vanno valutati caso per caso “.
Dall’altro lato, il presidente dell’ ANCI , Piero Fassino , riterrebbe opportuna una proroga , almeno temporanea, del blocco degli sfratti , ed annuncia che nella giornata di oggi la questione sarà discussa nell’incontro dei sindaci delle città metropolitane: in questa sede saranno definite le proposte da avanzare al governo.
” L’esecutivo non è stato a guardare, anzi, ha imboccato una strada nuova , cosciente che l’emergenza andava affrontata in modo più radicale e non con lo strumento vecchio e logoro della proroga gli sfratti”: queste le importanti argomentazioni addotte da Maurizio Lupi , ministro delle Infrastrutture che funge da voce rappresentativa della compagine governativa.
 

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Il governo sblocca gli sfratti e il Comune lancia l’allarme

L’assessore Benelli con i colleghi di Roma e Napoli chiede una proroga «È un grave rischio per la situazione sociale e per l’ordine pubblico»
Un «grido di dolore» parte da Milano, Roma e Napoli. Perché alla situazione già esplosiva nelle case popolari, ora si aggiunge anche l’allarme sfratti visto che il ministro Maurizio Lupi non proroga al 2015 il blocco di quelli decretati per fine locazione. A denunciare il rischio dell’esplodere di una «bomba sociale» sono Daniela Benelli, Francesca Danese e Alessandro Fucito, gli assessori alle Politiche abitative di Milano, Roma e Napoli che chiedono al governo un intervento per evitare una situazione «ingestibile da un punto di vista sociale e dell’ordine pubblico».
«Sulla proroga degli sfratti – replica il ministro Maurizio Lupi – agli assessori dico che non è drammatizzando un problema che lo si risolve». Anche se i loro numeri parlano di 30-50mila famiglie a rischio. Dal 2008 al 2013, gli anni in cui la crisi si è fatta sentire, Roma ha visto 10mila sentenze per fine locazione, 4.500 a Napoli e 4mila sono state le sentenze di sfratto a Milano. Secondo gli assessori Benelli, Danese e Fucito il 70 per cento di queste famiglie avrebbe i requisiti di reddito e sociali previste dalla legge per la proroga: presenza nel nucleo di anziani, minori e portatori di handicap. Sarebbero comunque 70mila le sentenze di sfratto per fine locazione già emesse alla fine dello scorso anno e di queste sono 30mila quelle eseguite: il 90 per cento per morosità. «Spesso incolpevole», sottolineano i tre assessori che ricordano come il presupposto di una nuova proroga consistesse proprio nell’impegno del governo a sostenere con adeguati piani i Comuni. Interventi, denunciano, «non ancora visti». Oltre 120mila, invece, le richieste di intervento della forza pubblica fatte dagli ufficiali giudiziari e ogni giorno sono 140 gli sfratti eseguiti con la presenza di agenti. Sfratti che colpiscono una famiglia ogni 353. Ma escludendo proprietari di casa e assegnatari di alloggi pubblici, ogni anno una sentenza di sfratto, «quasi sempre per morosità incolpevole», tocca una famiglia su quattro. Quasi un quinto degli sfratti in Lombardia, il 15 per cento nel Lazio e l’8 in Campania. «Ecco perché – scrivono gli assessori Benelli, Danese e Fucito – torniamo a chiedere con forza la proroga del blocco degli sfratti e politiche abitative strutturali che ci consentano di uscire dalla logica dell’emergenza».
Ma secondo Lupi i dati non corrispondono a quelli della norma sulla proroga che «riguardava 2.889 casi nel 2007 (1.120 a Roma, 789 a Napoli, 239 a Milano)». La proroga dell’anno scorso 2mila. Aggiungendo che «non bisogna confondere i casi generalizzati di sfratto con quelli per cui veniva concessa la proroga». Aggiungendo che per l’emergenza casa «il governo nel 2014 ha finalmente imboccato una strada nuova, cosciente che l’emergenza andava affrontata in modo più radicale e non con lo strumento vecchio e logoro della proroga che invece di risolvere il problema lo ha sempre e solo spostato». Elencando «il fondo per gli affitti e quello per la morosità incolpevole, 200 milioni al primo, 266 al secondo; 400 milioni alla ristrutturazione delle case popolari, più i fondi per l’acquisto della prima casa e il sostegno ai mutui. In totale 2 miliardi e 300 milioni, cosa mai fatta dai governi precedenti» Dura la conclusione: «Con le nuove norme i Comuni hanno strumenti e fondi sufficienti per affrontare i casi di cui stiamo parlando».
 
fonte: il giornale. it
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Istat, III trimestre 2014: prezzi delle case nuove a sorpresa in aumento

Nel terzo trimestre 2014, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% nei confronti dello stesso periodo del 2013.

Il calo congiunturale dipende esclusivamente dalla diminuzione dei prezzi delle abitazioni esistenti (-0,7%); per le abitazioni nuove si registra invece un aumento dei prezzi rispetto al trimestre precedente (+0,7%), il primo dopo due anni.

La flessione tendenziale dell’indice generale, la cui ampiezza si riduce da -4,9% del secondo trimestre a -3,9% del terzo, è la sintesi delle diminuzioni su base annua dei prezzi sia delle abitazioni esistenti (-4,8%) sia di quelle nuove (-1,3%).

Torna quindi ad ampliarsi il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei prezzi delle abitazioni nuove (3,5 punti percentuali da 2,9 del trimestre precedente).

La riduzione dell’ampiezza delle flessioni tendenziali dell’IPAB si verifica in presenza di segnali di ripresa dei volumi compravenduti (+4,1% è l’incremento registrato, su base annua, nel terzo trimestre del 2014 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale).

In media, nei primi tre trimestri del 2014, i prezzi delle abitazioni diminuiscono del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sintesi di un calo del 2,4% dei prezzi delle abitazioni nuove e del 5,5% dei prezzi di quelle esistenti.
fonte: monitorimmobiliare.it
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Sfratti Roma, Danese: Renzi prenda posizione, politiche abitative sono priorità

Servono conferenze città per città, sul vivere oggi una città metropolitana.

“Mi aspetto che Renzi prenda una posizione in tal senso, sarebbe il caso di cominciare a fare un ragionamento da subito, da domattina”. Così l’assessore alle Politiche sociali e alla Casa di Roma Capitale, Francesca Danese, ospite stamattina di Radio Città Futura, ha ribadito la necessità, da parte del governo, di prorogare il blocco degli sfratti a Roma, Napoli e Milano. “Servono conferenze città per città, su come e cosa significa abitare oggi una città metropolitana, parlare con i piccoli proprietari e le agenzie immobiliari, iniziare a fare politiche sociali attive per dare risposte economiche. Teniamo presente che con l’apertura delle cinture di queste tre aree metropolitane, ci saranno ulteriori problemi e ulteriori competenze. Finora il tema della casa non è mai stato al primo posto rispetto a come si vive la città, a quali spazi e a quali patrimoni abbiamo”. I dati li abbiamo attinti da fonti istituzionali, anche se un vero monitoraggio continuo su questo tema, non è mai stato fatto – ha continuato l’assessore Danese – Questa è una lotta fra poveri, perché anche i piccoli proprietari hanno le loro ragioni. Ma come faccio a dare risposte a una donna di 77 anni con una malattia cronica invalidante e una pensione al minimo, che mi ha scritto per dirmi che non sa dove andare? Ora servirebbe una proroga, ma poi vorrei che in queste città si cominciasse a programmare la vita in maniera diversa. Bisogna trovare una svolta nelle politiche abitative, un modo per non far finire in mezzo a una strada una donna di 77 anni”.

fonte: il velino.it
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Inflazione mai così bassa, un guaio per l’immobiliare

tasso medio di inflazione nel nostro Paese chiuderà il 2014 a +0,2%, in rallentamento di un punto percentuale – questo almeno dicono le stime preliminari – rispetto a quanto visto nel 2013, quando si è assestata a quota +1,2%, ma soprattutto ad un livello mai così basso dal lontano 1959.

A prima vista un dato positivo – nel 1959 non tirava infatti aria di boom economico? – su cui pesa l’idea (positiva nel breve, ma preoccupante nel medio lungo periodo) che un abbassarsi del livello generale dei prezzi di beni e servizi – e di un aumento quindi del potere d’acquisto della moneta – possa faci solo bene.

In tesi assoluta sì, ma non in una situazione dove gli indicatori sul Pil danno un -0,4% a fine 2014, dato rivisto in ribasso rispetto alle stime dell’inizio dell’anno scorso che parlavano di Prodotto interno lordo a +0,8% – e il mercato del lavoro è in sofferenza (ultimo dato Istat diffuso oggi: disoccupazione al 13,4%, record storico in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a ottobre. Nella fascia di età tra i 15-24 anni – detta in soldoni, quella che dovrebbe iniziare a mettere da parte per affittare o comprare la prima casa – il dato tocca al 43,9%, in rialzo di 0,6 punti percentuali su ottobre).

Il tutto in un quadro in cui Eurolandia è entrata a dicembre in deflazione : per la prima volta infatti dal 2009, secondo la stima preliminare diffusa oggi da Eurostat, i prezzi al consumo hanno registrato un calo dello 0,2% su base annua, a fronte del +0,3% di novembre.

Questi elementi, presi nel loro insieme, gettano qualche nube in più sulla situazione del mattone in Italia (con in prima fila il mercato delle case), su cui negli ultimi mesi dell’anno scorso erano invece girate voci di cauto ottimismo.

Quali le ricadute dunque per l’immobiliare?

Il mercato della casa potrebbe tornare a rallentare: non tanto per quanto riguarda i prezzi, dove nessuno sano di mente si aspettava dal 2015 un’inversione di tendenza rispetto 2014 (quindi ancora quotazioni in ribasso, ma senz’altro con rasature minori rispetto a quelle viste nel biennio horribilis del 2011-2012).

La partita era aperta invece sui volumi di compravenduto, dove ci si aspettava un rimbalzo, cioè una leggera ripresa del numero di transazioni complessive che nel 2014 non hanno superato le 415-420mila unità scambiate .
Così come dal mercato del credito per l’acquisto della casa, dove le banche sembravano seriamente intenzionate a riaprire i rubinetti .

“Siamo solo all’inizio dell’anno, quindi è affrettato azzardare bilanci sul 2015 – mette giustamente in premessa Luca Dondi (foto) , direttore generale di  Nomisma , dove ricopre anche il ruolo di responsabile del dipartimento di Real estate, sentito da Monitorimmobiliare  – ma in ogni caso oggi lo scenario va rivisto alla luce di queste ultime indicazioni.

La debolezza dell’economia italiana – che i nuovi dati rafforzano, invece che alleggerire – tolgono ossigeno a quella flebile ripresa del mattone residenziale, di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi.

Non mi aspetto un crollo delle vendite, anche perché i livelli di transato sono arrivati a livelli talmente ridotti da non poter subire questo tipo di contraccolpi”.

Più delicato invece il discorso del credito perché le banche, di fronte a questi indicatori macro – disoccupazione in aumento, redditi delle famiglie in calo e all’orizzonte il pericolo di deflazione, come già accadendo in Europa – saranno certamente reattive.

“Sul fronte mutui – torna a parlare Dondi – potrebbe verificarsi una nuova frenata dell’erogazione, a cui potrebbe accompagnarsi anche una frenata della domanda di mutui da parte delle famiglie, che invece nell’arco degli ultimi 12 mesi si sono riaccostate al finanziamento della casa ”.

Più complessa – anche perchè giocata su dinamiche economiche internazionali – la situazione sugli altri segmenti dell’immobiliare, su tutto quello che non è casa, ma real estate vero e proprio, dominato dai fondi immobiliari che devono vendere gli immobili in portafoglio e dagli investitori stranieri che – opportunistici o long term – sono tornati a riaffacciarsi sul mercato italiano, a caccia di buoni affari.

Con questi chiari di luna, la partita rischia di tornare indietro nel tempo, quando i capitali dall’estero evitavano accuratamente il nostro Paese, preferendo puntare su mercati più sicuri e performanti.

Oggi – tanto per restare in Europa e in un Paese vicino – stanno ad esempio per prendere la via di una Spagna che ha saputo voltare pagina meglio e prima di noi .
articolo di Cristina Giua

 
fonte:monitorimmobiliare.it
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Sfratti – Bolis: “Subito proroga del blocco, gravi rischi sociali”

“L’emergenza abitativa che colpisce le nostre città rende quanto meno opportuna la proroga del blocco degli sfratti per finita locazione, almeno per i nuclei di persone particolarmente fragili e problematici”. Lo afferma il delegato alle Politiche abitative e Lavori Pubblici dell’ANCI, Alessandro Bolis, che chiede ‘’un immediato incontro al Governo sulla questione’’.
‘’Prevedendo questa proroga – aggiunge Bolis – il Governo eviterebbe che nuclei familiari con bassi redditi e in condizioni di grave fragilità vadano ad ingrossare, pur avendo sempre pagato il canone di locazione, le fila di coloro che vivono nello strato più profondo del disagio abitativo’’.
‘’Inoltre – aggiunge l’esponente dell’ANCI – la mancata proroga del blocco degli sfratti, che riguarda un numero molto limitato di famiglie, appesantirebbe la situazione gia’ complicata che i Comuni si trovano a fronteggiare sul versante del welfare. In una situazione in cui i fondi stanziati sono esigui e le poche risorse arrivano con ritardo, oltre alle misure già attivate, occorre affrontare il problema abitativo con politiche strutturali e non emergenziali’’, conclude Bolis.
Per fare il punto su questo e altri problemi il delegato ANCI ha deciso di convocare la Consulta Casa  per la prossima settimana.

fonte: anci.it
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Nuovo catasto, si pagherà di più o di meno?

Rifare il catasto fabbricati (che entrerà in vigore, comunque, all’incirca fra cinque anni) è nell’interesse di tutti, ma dei proprietari anzitutto. A patto, però, che esso censisca i reali redditi ed i reali valori immobiliari”.
Lo ha ribadito ancora una volta il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, in un nuovo intervento dal titolo “Il catasto che verrà”.

LE TRE NOVITÀ DEL NUOVO CATASTO . Per come è stato delineato dalla legge delega dell’11 marzo 2014, il nuovo catasto presenterà tre novità assolute: 1) “non sarà solo reddituale come l’attuale (almeno, formalmente) ma sarà, per così dire, un catasto bifronte e cioè un catasto sia reddituale che patrimoniale. Infatti, attribuirà ad ogni unità immobiliare un valore patrimoniale (novità assoluta) e anche una rendita”; 2) “rendite e valori patrimoniali saranno individuati attraverso algoritmi (e cioè, attraverso funzioni statistiche), che serviranno ad applicare i valori e i redditi rilevati alla consistenza delle singole unità immobiliari”; 3) “la realtà dei fabbricati non sarà più espressa in vani catastali come è oggi (differenti da zona censuaria a zona censuaria), ma in metri quadrati. Con effetti, da questo punto di vista e salvo che per gli immobili storico-artistici (caratterizzati da grandi spazi), indubbiamente perequativi”, sottolinea Sforza Fogliani.
Gli anni di riferimento sui quali dovranno lavorare le Commissioni censuarie provinciali (ed, eventualmente, la Commissione censuaria centrale) per stabilire i valori patrimoniali e le rendite saranno quelli del triennio 2011/2013 o del triennio 2012/2014. Sul punto – osserva il presidente di Confedilizia – vi è incertezza, sia per la strana dizione della legge delega – che fa riferimento “al” decreto legislativo di attuazione, quando invece tali decreti saranno ben di più – sia perché non è ancora stato pubblicato in Gazzetta il primo, e unico finora, decreto attuativo, e cioè quello sulla composizione delle Commissioni censuarie.
IMPOSSIBILE AL MOMENTO STABILIRE SE SI PAGHERÀ DI PIÙ O DI MENO . Secondo Sforza Fogliani “È impossibile, in questo momento, stabilire se col nuovo catasto si andrà a pagare di più o di meno. Per farlo, occorrerebbe sapere quali redditi e quali valori patrimoniali saranno accertati, tenendo in ispecie presente la caduta del mercato che si è realizzata particolarmente negli ultimi anni. In ogni caso, il discorso in questione dovrà essere all’evidenza collegato al livello delle aliquote impositive e soprattutto dovrà essere rispettoso del principio dell’invarianza del gettito stabilito dalla legge delega, invarianza da calcolarsi, come suggerito da Confedilizia e accettato nella legge delega, a livello comunale (e, quindi, facilmente controllabile)”.
Il numero uno di Confedilizia evidenzia inoltre che “Le garanzie per un catasto in contraddittorio delle parti interessate sono comunque precise, finché saranno rispettate (o non modificate).
Le funzioni statistiche , anzitutto, andranno pubblicate . Lo si è ottenuto, ed è un risultato assolutamente inedito. Anche gli studi di settore, infatti, sono redatti con algoritmi, che peraltro non vengono assolutamente resi pubblici.
Ancora, i rappresentanti delle associazioni del mondo immobiliare saranno chiamati a far parte delle commissioni censuarie (che fra i primi loro compiti hanno proprio quello della validazione degli algoritmi).
Da ultimo – come ricordato dal Presidente Capezzone e per quanto previsto dalla legge delega – i contribuenti dovranno avere la possibilità di difendersi anche nel merito e di far valutare valori e rendite nella loro congruità ”.
ACCOLTO ORDINE DEL GIORNO PER AVVIARE LA REVISIONE CATASTALE «TENENDO IN MAGGIOR CONTO LA REDDITIVITÀ DEI FABBRICATI » . Ma, si chiede Sforza Fogliani, “di dove si comincerà ad attuare il nuovo catasto? Il governo, al proposito, ha accettato un positivo ordine del giorno dell’onorevole Pagano che impegna l’esecutivo ad avviare la revisione catastale « tenendo in maggior conto la redditività dei fabbricati e avviando da questo elemento la revisione del processo estimativo ». Naturalmente, ai fini di un compiuto giudizio sulla riforma, molto dipenderà dai contenuti del secondo decreto legislativo di attuazione, previsto a breve. Il suo percorso dovrà essere attivamente monitorato perché pieno sia il rispetto dei principii stabiliti dalla legge delega. Al proposito, le maggiori organizzazioni nazionali di categoria (ABI, Confindustria, Rete Imprese, Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Ance, Ania, Fiaip) si sono già costituite in Coordinamento interassociativo intorno alla Confedilizia”.
 

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Sfratti: Anci, opportuna una proroga

Tema da discutere nell’incontro tra sindaci aree metropolitane

(ANSA) – TORINO, 6 GEN – “L’emergenza abitativa, particolarmente acuta nelle grandi città sollecita una valutazione sulla opportunità di una proroga, almeno temporanea, del blocco degli sfratti”: lo sostiene in una nota diffusa a Torino il presidente dell’Anci, Piero Fassino, precisando che questo “sarà uno dei temi che discuteremo domani, nell’incontro dei sindaci delle città metropolitane, definendo in quella sede le proposte da avanzare al governo”.
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Fonte: Ansa


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