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UISP – lo sport Sociale alla Biennale di Venezia

L’allestimento Sportivo #periferiainazione alla Biennale di Architettura di Venezia.
Il saluto ai Giochi Olimpici di Rio che stanno per partire, l’Uisp lo dà così: ricordando che sport è parola dai mille significati sociali e culturali. Seguiremo le imprese dei campioni ai Giochi di Rio cercando di raccontare il sociale attraverso lo sport, un’occasione per dare forma e contenuto al fenomeno del nostro tempo.

Chi non può andare a Rio de Janeiro faccia un salto a Venezia, alla Biennale Architettura, Padiglione Italia: troverà un allestimento inedito, dedicato allo sport come “bene comune” del nostro tempo insieme a salute, ambiente, cultura, legalità.

Il tema del Padiglione è “Taking Care – Progettare il bene comune” e per la prima volta l’archietettura punta su cinque allestimenti e cinque associazioni fortemente radicate nel sociale, una per ogni “bene comune”. Per lo sport è stata scelta l’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti (guarda le pagine del Catalogo ufficiale della mostra dedicate all’allestimento sportivo To Move).

Le altre sono: Emergency, Libera, Legambiente, AIB Associazione Italiana Biblioteche. L’obiettivo della creazione degli allestimenti mobili che da novembre, data della chiusura della Biennale Architettura di Venezia, gireranno varie città è quello di abbracciare una causa comune, in un programma di recupero sociale e culturale delle periferie italiane.

Da “Taking Care-Progettare per il bene comune” (curata dal team TAMassociati), nasce il primo progetto di crowdfunding civico per agire nelle periferie italiane. Con i fondi raccolti saranno realizzati i 5 dispositivi e garantita la loro operatività nelle periferie italiane per il primo biennio. Il progetto ha una piattaforma dedicata, www.periferieinazione.it, messa a disposizione da Banca Popolare Etica, che garantisce che tutte le transazioni avvengano nel circuito virtuoso della finanza etica.

Una volta realizzati, i dispositivi si caleranno dunque nella realtà, in luoghi in cui potranno dimostrare la loro utilità sociale, portando, in un progetto di sussidiarietà, qualità, bellezza e diritti laddove questi ora manchino o risultino limitati.

In mostra a Venezia sono esposti i fac-simile di cinque dispositivi mobili, moduli carrabili frutto di un lavoro congiunto tra da cinque studi italiani e le cinque associazioni: quello sportivo ideato dall’Uisp verrà realizzato dallo studio Nowa.

Così gli altri: Emergency con Matilde Cassani, Legambiente con ARCò, Libera con Antonio Scarponi / Conceptual Devices, AIB (Associazione Italiana Biblioteche) con Alterstudio Partners,

I cinque dispositivi mobili diventeranno un presidio per l’educazione alla convivenza e alla cittadinanza attiva attraverso il gioco e lo sport, un ambulatorio mobile e centro di mediazione culturale, un centro di monitoraggio e sensibilizzazione ambientale, uno spazio di socializzazione per adulti e bambini nonché punto prestito e reference di informazioni su cultura, biblioteche e tempo libero e, in ultimo, un presidio, situato nel cuore di un bene confiscato alle mafie, aperto alla riflessione e azione della cittadinanza.

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Street Art: Tor Marancia sbarca a Venezia

Il progetto Big City Life selezionato per la Biennale

Il Progetto ormai nel quartiere lo conoscono un po’ tutti, difficile farlo passare inosservato, soprattutto per le splendide facciate dei palazzi Ater reinterpretate da grandi street artist internazionali. Big city life è stato realizzato a Tor Marancia nel 2014, grazie al Protocollo di intesa tra Municipio VIII, ATER, Associazione Culturale 999Contemporary e al contributo di Fondazione Roma.

Un progetto che ha già portato molta attenzione sul quadrante e che adesso riceve anche questo importante riconoscimento: la selezione per il Padiglione Italia alla 15° Mostra Internazionale di Architettura, che ha per tema “Taking Care – Progettare per il bene comune”. “Possiamo dirci davvero orgogliosi di portare l’eccellenza culturale del nostro Municipio VIII fino alla vetrina internazionale ‪della Biennale‬ di ‪Venezia‬ – afferma l’Assessore municipale alla Cultura, Claudio Marotta – Perché è con questo spirito che abbiamo lavorato al servizio del territorio: tentare di raggiungere risultati di eccellenza e, allo stesso tempo, insistere su ogni fronte con un attento lavoro di coesione sociale”.

Da sempre il progetto ha avuto il sostegno delle istituzioni municipali: “Un’esperienza unica, dove arte e rigenerazione urbana si sono incontrate per regalare bellezza e cultura al quartiere, al Municipio, alla città ed oggi al mondo intero, grazie alla visibilità universale della Biennale – scrive in una nota che annuncia la selezione il minisindaco uscente e ricandidato al Municipio VIII, Andrea Catarci – Big City life a Tormarancia rappresenta anche molto di più, per quel che è nato durante ed intorno alle opere dei 22 artisti internazionali. Si è attivata la partecipazione diretta degli abitanti dei lotti popolari, dove è nata l’esperienza dell’Associazione mast35 – seguita – Tanti giovani hanno abbracciato il progetto di recupero e hanno realizzato un vero e proprio museo a cielo aperto di arte contemporanea con visite guidate e cura dei lotti e delle opere”.

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Lo sport sociale alla Biennale di Venezia

Lo sport è un bene della comunità che fa bene a tutti, il simbolo per eccellenza dello stare insieme, emblema del valore della partecipazione e del coinvolgimento di tutti, senza lasciare nessuno ai margini. L’architettura, a sua volta, è uno strumento al servizio della collettività. Ecco perché lo sport sociale arriva alla Biennale d’architettura di Venezia con l’Uisp, l’Unione Italiana Sport per Tutti, che presenta il progetto To Moves – Torino Movement, Values, Expression, Sport, ovvero un presidio stabile per l’educazione alla convivenza civile, al rispetto e alla cittadinanza attiva attraverso il gioco, lo sport e il movimento.

“L’Uisp è alla Biennale Architettura di Venezia perché è parte di un progetto promosso dal ministero della Cultura”, ha detto Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp. “Abbiamo costruito, insieme ad uno studio di architetti, un dispositivo che possa essere installato nella periferia di Torino, al Parco Dora. Con questo strumento l’Uisp animerà le periferie con giochi di strada, sport, animazione e giocoleria. Lo facciamo perché c’è bisogno di rigenerare le periferie e costruire relazioni positive. Quel dispositivo sarà un presidio di costruzione di cittadinanza attiva, rispetto dell’ambiente e dei valori di solidarietà e fratellanza tra i popoli”, ha affermato.

Marco Navarra, l’architetto dello studio Nowa che ha pensato il dispositivo per l’Uisp, ha presentato il progetto spiegando che “lo sport cambia la vita delle persone perché riesce a cambiare lo spazio in cui vivono le persone, rompendo i confini in cui spesso siamo costretti a vivere. Stiamo lavorando ad un dispositivo mobile che può essere utile per le attività che l’Uisp svolge nelle periferie italiane, offrendo una serie di spazi e articolazioni che si prestano a diverse attività”.

Il progetto è stato presentato alla Biennale, nel Padiglione Italia, intitolato Taking care – Progettare per il bene comune, che promuove 20 progetti nati “dal basso”. Organizzato nelle tre sezioni Pensare, Incontrare e Agire, mostra cosa significhi utilizzare l’architettura per incidere sulle trasformazioni sociali ed economiche dell’ambiente costruito e sottolineare come l’architettura possa fare la differenza anche in contesti con grande limitazione.

To Moves fa parte del progetto più ampio Periferie in Azione e punta alla realizzazione di altri quattro container carrabili diversamente allestiti che da Venezia come destinazione cinque periferie urbane. C’è appunto lo Sport-box curato da Uisp che andrà a Torino (Nowa), un ambulatorio mobile gestito da Emergency (progetto di Matilde Cassani), un Green-box realizzato con Legambiente (cooperativa Arcò), un Legality-box che andrà a Cerignola su un terreno sequestrato alla mafia e gestito con l’associazione Libera (progetto di Antonio Scarponi) e, infine, un Culture-box con libri a disposizione realizzato con l’Associazione biblioteche italiane (Alterstudio).

Se l’idea vi piace, se credete che le periferie italiane siano luoghi ricchi di potenzialità e progettualità, se pensate che valga la pena sostenere processi di riqualificazione e rigenerazione urbana, allora potete visitare il sito dedicato al progetto Periferie in Azione, sul quale è stata lanciata la compagna congiunta di crowdfunding civico che contribuirà alla realizzazione di tutti i dispositivi.

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Fare tanto con poco in luoghi marginali

E’ il messaggio del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2016
Il tema svelato da Tam associati: «Taking care – Progettare per il bene comune»

Il Padiglione Italia alla 15a Biennale di Architettura di Venezia parlerà della capacità dell’architettura di saper creare bellezza e di operare per il bene comune in luoghi marginali, nonostante la scarsità di risorse. Un’assenza di mezzi che spesso – come alcuni esempi italiani di rigenerazione ci insegnano – viene bilanciata dalle energie del luogo, da associazioni, da cittadini attaccati al loro territorio e pronti ad agire, se interpellati. Energie capaci di sostenere le idee e di facilitarne la realizzazione.

Un messaggio rivolto non solo agli architetti interessati ad operare per il bene comune, ma anche ai committenti e ai decisori politici. È quanto è emerso dalla presentazione dei contenuti dell’allestimento curato da Tam Associati all’interno del Padiglione che rappresenterà l’Italia alla Biennale.
Qual è la buona architettura e in che modo questa può fare il bene della comunità, è il tema al quale dare risposta. Un tema non scontato se per buona architettura, come ha affermato Massimo Lepore (curatore dell’allestimento insieme a Simone Sfriso e a Raul Pantaleo), intendiamo quella capace di creare bellezza e armonia intorno a sé, tanto da generare condivisione, appropriazione e rispetto del luogo.

«La cura dei luoghi è attenzione agli individui», ha ricordato ancora l’architetto Lepore. Dunque è soprattutto una responsabilità dei decisori politici, è obbligo della politica affrontare i problemi delle periferie, promuovere l’inclusione e la lotta alla marginalità. E se si dimostra che si possono ottenere risultati anche con poco, impegnando piccole risorse, allora si dimostra anche che le azioni sono possibili e che non ci sono alibi per iniziare ad agire.
I progetti in mostra e la creazione di dispositivi mobili sostenuti dal crowdfunding

In mostra ci saranno progetti realizzati che sono stati in grado di trasformare i luoghi a vantaggio delle comunità. Progetti di piccola scala ma ricchi di energia. Saranno venti gli studi italiani che parteciperanno, pronti ad evidenziare molteplici approcci, varietà di attori, pluralità di obiettivi dei lavori svolti. La selezione spazia in campi come l’abitare, il lavoro, la salute, l’istruzione, la cultura e valorizza il rapporto tra una committenza variegata (pubblica, privata, associativa, civica) e un’architettura parte attiva nel processo di partecipazione e condivisione.
20 progetti di studi italiani all’interno del Padiglione Italia

Non si conoscono i nomi dei partecipanti, non sono stati svelati. Così come restano avvolti nel mistero i nomi dei progettisti chiamati a progettare cinque dispositivi mobili insieme ad associazioni nazionali impegnate nel contrasto alla marginalità in aree periferiche del nostro Paese.

Saranno realizzati 5 artefatti personalizzati in un lavoro congiunto tra progettisti e associazioni, che porteranno – in un progetto complessivo di sussidiarietà sociale -, qualità, bellezza e diritti laddove manchino o risultino limitati.

Per la realizzazione dei dispositivi all’apertura della Biennale sarà attivata un’azione di crowdfunding, in modo da ottenere altre risorse oltre a quelle messe in campo dagli sponsor.

La selezione dei progetti spazia in campi come l’abitare, il lavoro, la salute, l’istruzione, la cultura e valorizza il rapporto tra una committenza variegata (pubblica, privata, associativa, civica) e un’architettura parte attiva nel processo di partecipazione e condivisione.

L’allestimento di Taking care avviene inoltre all’insegna del ‘low-cost’, privilegiando la riduzione del superfluo e la creazione di valore aggiunto, ottimizzando costi, efficienza e riuso.
Le domande da cui è partita la scelta dei progetti del Padiglione Italia

In cosa risiede il valore sociale dell’architettura?
Quali sono i parametri che permettono di definire un’opera di architettura come esemplare?
Perché una comunità dovrebbe riconoscersi nel lavoro dei suoi architetti?
Come può l’architettura contribuire a creare un bene comune che tutti utilizzano e di cui tutti si appropriano?
In che modo parlare di architettura laddove i mezzi sono limitati?
Le periferie sono sempre più periferie dei diritti: come può l’architettura promuovere l’inclusione e la lotta alla marginalità?

PADIGLIONE ITALIA
Biennale di Architettura 2016

28 maggio – 27 novembre 2016
Tese delle Vergini, Arsenale 30122 Venezia.

Sito ufficiale del Padiglione Italia 2016: www.takingcare.it

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Italia tra periferie e riscatto

Biennale Architettura: il Padiglione Italia della prossima mostra di Venezia si intitola “Taking care”. Gli ideatori: progettare per il bene comune riduce esclusione e marginalità.
Architettura come servizio alla comunità, attenzione agli individui, attenzione agli spazi, ai luoghi e alle risorse. Ecco la spinta propulsiva che ha portato alla creazione del Padiglione Italia dal titolo: «Taking care», sottotitolo, Progettare per il bene comune, che sarà aperto per la 15. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, presentata (lunedì 4 aprile) a Roma. «Un’architettura che faccia la differenza» è il proposito di TaMassociati, il team curatoriale dell’edizione 2016 del Padiglione, composto da Massimo Lepore, Raul Pantaleo e Simone Sfriso. «Un’architettura partecipata e intelligente, in grado di scardinare gli status quo e di immaginare un futuro migliore». Un progetto proposto alla Biennale Architettura 2016 con l’intenzione di radicarsi e riprodursi al di fuori di essa, per generare una nuova consapevolezza civica. Un’architettura al servizio del bene comune sociale, baluardo contro le frontiere create da marginalità ed esclusione.
Un progetto molto apprezzato dal Ministro Dario Franceschini, ospite alla presentazione assieme al presidente della Biennale Venezia Paolo Baratta. E proprio il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha sottolineato quanto questo procedere per il bene comune debba interessare soprattutto le periferie, in quanto rappresentano «la vera sfida del XXI secolo, luoghi in cui vive lavora e sogna la grande maggioranza degli abitanti delle nostre città. Organizzare questi spazi, connetterli ai grandi flussi metropolitani rispettandone le identità, restituire loro bellezza e armonia è il grande ruolo che gioca l’architettura in questo contesto». Politiche perciò, volte a sostenere processi virtuosi di riqualificazione.
Il tema di Biennale Architettura 2016 è stato scelto dal Direttore artistico Alejandro Aravena, proprio perché indagasse la necessità di comprendere in un unico insieme, l’architettura con la qualità della vita delle persone. E infatti il presidente Baratta avverte: «Abbiamo temuto che l’architettura rischiasse di non avere altre alternative, oltre a quella della realizzazione di interventi spettacolari o di bricolage. Questa Biennale vuol dirci che l’architettura è partecipe di una grande finalità: dar forma allo spazio comune».
All’interno del Padiglione Italia, venti progetti di studi italiani in cui si evidenziano differenti approcci. La selezione spazia in campi come l’abitare, il lavoro, la salute, l’istruzione, la cultura e valorizza il rapporto con la committenza, pubblica o privata, associativa o civica. Nel percorso espositivo, una rassegna di scatti fotografici e cinque progetti inediti realizzati in un lavoro congiunto tra progettisti e associazioni nazionali impegnate nel contrasto alla marginalità in aree periferiche del Paese.

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Biennale di architettura, Sfriso è il curatore del padiglione Italia

Lo annuncia il ministro Dario Franceschini. La scelta è avvenuta dopo una selezione tra dieci personalità invitate a presentare un progetto espositivo.
Sarà Simone Sfriso il curatore del padiglione Italia alla 15. Biennale di architettura di Venezia: lo annuncia il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, che specifica come la scelta sia avvenuta a seguito di una procedura di selezione a cui sono state invitate dieci personalità di elevata competenza e professionalità del panorama dell’architettura nazionale, tutte invitate a presentare un proprio progetto espositivo.

I progetti, in linea con il tema specificato dal curatore della mostra Alejandro Aravena, indagano la necessità di coniugare l’architettura con l’esigenza di una migliore qualità dell’ambiente edificato e quindi della vita delle persone. La proposta di Sfriso, secondo Franceschini, affronta con coraggio il tema della riqualificazione delle periferie urbane, luoghi che costituiscono la grande sfida del secolo, su cui investire con interventi di riqualificazione e innesti di architettura contemporanea. “Ecco perché – spiega il ministro – è stato espressamente chiesto ai curatori di affrontare il tema delle periferie e dello sviluppo delle città, una scelta in continuità con l’azione del governo che con la recente riforma del Mibact ha creato una direzione generale ad hoc nel ministero e approvato norme che incentivano i Comuni, anche economicamente, a trasferire molte iniziative culturali dai centri storici alle periferie urbane”.

Sfriso è stato scelto da Franceschini nell’ambito della terna proposta dal direttore generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane. Il titolo della sua proposta curatoriale, “Taking Care – progettare per il bene comune”, vuole essere una prova tangibile di come l’architettura possa contribuire a diffondere e rendere efficaci i principi di cultura, socialità, partecipazione, salute, integrazione, legalità in qualsiasi luogo e a qualsiasi scala.
Il nuovo curatore del padiglione Italia è nato nel 1966: nella sua carriera ha svolto l’attività di progettista e consulente nei settori dell’architettura bioecologica della riqualificazione urbana e degli spazi pubblici, della pianificazione e direzione dei cantieri urbani. Si è occupato inoltre degli aspetti progettuali ed esecutivi nei processi di progettazione partecipata e comunicativa. Nel 2013 ha ottenuto il premio Aga Khan per l’architettura per l’eccellenza rappresentata dal Centro Salam di cardiochirurgia in Sudan, il premio internazionale Ius-Capocchin per la realizzazione dell’ospedale pediatrico più sostenibile al mondo e il Curry Stone Design Prize per l’insieme della sostenibilità (sociale e ambientale) dei recenti progetti realizzati nel mondo. Nel 2014 ha vinto lo Zumtobel Group Award per l’innovazione e la sostenibilità rappresentate dall’ospedale pediatrico di Port Sudan. È Architetto Italiano dell’anno 2014.

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Il racconto di Corviale. Storie di un altro mondo

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Raccontare Corviale per come è stato, come è, come diventerà. Protagonisti l’edificio ideato dal gruppo di

Mario Fiorentino, ma anche e soprattutto le persone che vivono Corviale.  Un racconto di emozioni, suggestioni e

proposte per il futuro e di suggerimenti per il presente. Un racconto di un’Italia che non si arrende.

Ore 14,30

Perchè Corviale alla Biennale

Messaggi di saluto

Dario Franceschini

Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo

Nicola Zingaretti

Presidente Regione Lazio

Ore 15

Il racconto di Corviale. Storie di un altro mondo

Saranno letti e commentati testi, immagini e video di progetti, idee e suggestioni sul futuro di Corviale

Conduce il racconto: Andrea Volterrani (Università Tor Vergata)

Interverranno:

Maria Grazia Bellisario ( MiBACT)

Paolo Masini (Roma Capitale)

Daniel Modigliani (Ater Roma)

Pietro Barbieri (Forum Nazionale del Terzo Settore)

Tommaso Capezzone (cordiale.com)

Lucina Caravaggi (Universitò Sapienza)

Francesca Danese (Vice Presidente CSV-NET)

Pino Galeota (Corviale Domani)

Stefano Panunzi (UniMolise)

Claudio Rosi (Ater Roma)

Paola Rossi (Area Concorsi ordine degli Architetti paesaggisti e pianificatori di Roma e Provincia)

Collegamenti con New York e Roma

Ore 17,30

Video Poetitaly

Regia di Romeo Costantini – Letture di Tolja Djokovic e Simone Zacchini

Interventi artistici di Monica Melani – Fotografie di Roberto Galasso

Si ringrazia la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia e laguna per l’attiva collaborazione

Contatti stampa: Tommaso Capezzone 3355833110 – tommasocapezzone@hotmail.com

                                 Alessandra Pivetti 3474272186 alessandra.pivetti@beniculturali.it

                                 www.pabaac.beniculturali.it – www.corviale.com

                                 dg-pbaac.servizio5@beniculturali.it – 0667234815