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Nella piazza Don Bosco l’antimafia è vera

Roma, piazza don Bosco circa 500 persone si raccolgono gioiosamente intorno ad una dichiarazione di contrasto alle mafie e di socialità. Tanti bambini, tanti scout, Antimafia sociale e Cinecittà bene comune, iniziano a giocare intorno alle frasi colorate dei manifesti, tavoli, panche , gazebo, e giochi di piazza. Gli anziani si raccolgono sul muretto della aiuola centrale. Gli Stand di Libera e una raccolta di firme per ampliare il Policlinico di Tor Vergata, un comitato di sviluppo locale, l’associazione del Settimo biciclettari. Ecco il cluod antimafia proposto da Link e tante domande. Rispondono Danilo Chirico dell’associazione da Sud e la giornalista di Repubblica Federica Angeli raccontano le minacce e l’intreccio dei gruppi di mafia di Ostia. Le persone ascoltano in silenzio la narrazione di una comune violenza quotidiana. Dietro il palco improvvisato affiora lo striscione del Comitato di quartiere e del Coordinamento Spiazziamoli che il 6 e il 7 marzo 2015 ha mobilitato 100 piazze di iniziative antimafia. Si domanda è si risponde di scuola, diritti, dignità. Molti dei presenti non sono del quartiere, sono raccolti in associazioni, movimenti, famiglie interessate al loro futuro e decisi a dire la propria. Alle ore 18 si accende una lampada per rammentare a tutti che terrà accesa la nostra attenzione e promuove una comunità consapevole. Sotto la lampada lo striscione dello sportello di aiuto per la prevenzione dell’usura. Cinecittà bene comune chiede l’apertura del parco di Centocelle e il contenimento dei voli all’aeroporto di Ciampino come previsto dalla legge. La Comunità territoriale, un coordinamento che raggruppa quasi tutti i comitati di quartiere rappresentato da Ferrari, sottolinea la funzione di controllo sul territorio, producendo trasparenza, legalità e partecipazione. Parla Marco Petruccioli di Scoup riporta due casi di speculazione, Via Nola 5 ex Motorizzazione svenduta e abbandonata e poi demolita distruggendo la palestra sociale e il centro di aggregazione, un nuovo spazio sociale è poi nato a via stazione Tuscolana. Parla poi la Diversamente coop che educa al contrasto all’azzardo. A Roma gli anticorpi ci sono eccome!

 




Regione Lazio, ecco le nuove misure anti-corruzione

Albo dei commissari, piattaforma informatica e patto d’integrità negli appalti pubblici.
Sono queste le tre nuove misure anti-corruzione, attive da settembre prossimo, varate dalla Regione Lazio per venire incontro “alla legittima domanda di trasparenza di cittadini e istituzioni” a seguito dell’inchiesta su Mafia Capitale. Le tre nuove norme si aggiungono a quelle già varate (Centrale unica acquisti, protocollo con Anac e criteri per pagamenti a fornitori sanitari e non) nei primi due anni di governo dall’attuale amministrazione regionale. A presentare le novità è stato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. La prima è l’albo dei commissari che andranno a comporre le commissioni giudicatrici delle gare d’appalto. Dall’albo, suddiviso per sezioni, profili e specializzazioni a seconda delle tipologie di beni e servizi oggetto di gara, verranno estratti a sorte i membri delle commissioni.

I sorteggiati verranno poi esclusi automaticamente dall’estrazione successiva. Sarà, inoltre valutata l’eventuale incompatibilità dei commissari e in caso verranno sostituiti da membri ”supplenti”, anch’essi scelti con sorteggio. Il secondo punto è la piattaforma e-procurement. Niente più carta e tutte le gare avverranno con procedure telematiche, per implementare, ha spiegato Zingaretti, “criteri di tracciabilità, conoscenza e trasparenza”. Ogni passaggio sarà dunque tracciato a livello informatico e una volta aperta l’asta elettronica le offerte saranno lanciate on line per una “assoluta par condicio tra i concorrenti”. La piattaforma consente di acquisire modalità organizzative, procedure e beni e servizi attraverso internet grazie all’impiego di software ad hoc. Su questo strumento si svolgeranno le gare aggregate regionali, le gare in unione d’acquisto tra le Aziende sanitarie e le gare autonome delle stesse. Altra novità è il ricorso alle aste elettroniche per l’aggiudicazione di forniture di beni e servizi.

Infine, i patti di integrità negli ambiti degli appalti pubblici. Questi consistono in un accordo tra pubblica amministrazione e imprese che partecipano alle gare: nessuna delle parti contraenti, secondo il patto, offrirà o accetterà indebite utilità o si accorderà con le altre aziende che hanno partecipato alla gara, sia in fase di aggiudicazione che nella fase successiva. Qualsiasi violazione comporterà l’esclusione dell’impresa dall’albo. Un meccanismo quindi operativo dal primo settembre e che “riguarderà gare importanti come la nuova gara cup e il recup che stiamo bandendo in questi giorni e le cui commissioni- ha spiegato il segretario regionale della Giunta regionale, Andrea Tardiola – le andremo a costituire dopo l’estate perchè la fase di candidatura dei partecipanti avviene dopo la banditura”. “Nel momento in cui andremo a comporre le commissioni- ha aggiunto- anche per le gare che bandiamo prima di settembre, avremo operativo il meccanismo di estrazione”. “Nessuna commissione- ha sottolineato Zingaretti- sarà costituita senza questi criteri”.

Che sono “di legalità e trasparenza e che abbiamo concepito per mettere anticorpi nella pubblica amministrazione. Noi oggi continuiamo affinchè gli spazi all’arbitrio e i rischi dell’infiltrazione si riducano al minimo possibile”. “Dai cittadini, dalle imprese e la scorsa settimana anche da maggioranza e opposizione del Consiglio regionale- ha concluso il presidente della Regione Lazio- è emersa la domanda di aumentare ancora di più lo sforzo per la trasparenza e contro la corruzione. Non dobbiamo restare insensibili a quanto emerge dai racconti della Procura”.

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Raffaele Cantone: “Corruzione, non la sconfiggeremo mai davvero del tutto, si può solo limitarla”

 

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l presidente dell’Anticorruzione: “Orlando fa bene a non sottovalutare il fenomeno. Positive le decisioni del governo su Expo, voto di scambio e autoriciclaggio”

di LIANA MILELLA 


ROMA – Un aggettivo per definire la corruzione in Italia?

“Stabile e duratura”.

L’anno in cui non ci sarà più?
“Mai. Non riusciremo mai a sconfiggerla del tutto perché nessuno degli Stati moderni ne è indenne”.

Non è la triste ammissione di una sconfitta?
“Assolutamente no, perché l’obiettivo è ridimensionarla nei limiti fisiologici “.

È questa l’analisi del presidente dell’Authority Anti-corruzione Raffaele Cantone.

Corruzione “intollerabile” dice Orlando. È il solito slogan della politica per coprirsi le spalle?
” Ho letto integralmente il suo intervento. Quella definizione è inserita in un’analisi di contesto che mi pare assolutamente corretta. E comunque la condivido”.

Parlare male della corruzione i questi tempi non è un modo per sgravarsi la coscienza?
“È vero il contrario. È coraggioso non sottovalutare il fenomeno. Chi è al governo di solito lo fa, invece quella di Orlando è un’analisi giusta”.

Davvero pensa che ci vogliano 10 anni per far calare gli indicatori della corruzione?
“Ho volutamente esagerato. La prevenzione non è un processo i cui risultati si apprezzano subito. La prevenzione non è un arresto. Ci vorranno meno di 10 anni. Ma la politica deve capire che non può usare la logica della trimestrale di cassa… I problemi complessi hanno bisogno di soluzione complesse e di tempi non brevi”.

Non le pare che il governo, a parte la sua nomina, sia terribilmente in ritardo nelle misure anti-corruzione? Se ne parla, ci si vanta, ma non si approva nulla…
“Non sono d’accordo. Sono state fatte cose importanti. È stato rafforzato il potere del mio ufficio in modo significativo, sono stati messi in sicurezza i lavori dell’Expo, tant’è che l’Ocse è venuto a Milano e ha apprezzato i nostri controlli e vuole esportarli. Sono stati approvati voto di scambio e autoriciclaggio. È un pezzo di un percorso, ma Renzi ha promesso altri poteri per noi e c’è il pacchetto di Orlando… “.

…Non è un pannicello caldo portare da 8 a 10 anni la pena massima della corruzione e lasciare il resto com’è?
“Nella lotta alla corruzione, più che aumentare pene, preferisco approvare il nuovo codice degli appalti. Bisogna smetterla di pensare che i problemi si possano risolvono mettendo mano al diritto penale”.

Guardi la prescrizione… siano ai primissimi passi. E già si litiga sulla norma transitoria.
“Questa riforma è ineludibile, quanto meno per i reati di corruzione, perché si tratta di correggere un errore della ex Cirielli che ha ridotto a metà i tempi della prescrizione”.

Deve valere o no per i processi in corso?
“La faccenda non mi entusiasma. Sarebbe utile se le nuove regole potessero valere per i processi in corso, ma sarebbe un segnale importante anche se valessero per il futuro”.

Falso in bilancio, le soglie, il guazzabuglio sulla delega fiscale. È un grande pasticcio.
“Parliamoci chiaro, una cosa sono i reati tributari, un’altra i falsi in bilancio. Sono due delitti completamente diversi. Nei primi il danneggiato è il fisco, per cui è irrilevante il livello di ricchezza di chi evade ai fini del danno, al massimo potrà essere un’attenuante avere un reddito più alto. Nel falso in bilancio invece il danneggiato è la fede pubblica, l’esatta esposizione della situazione economica di una società. Di conseguenza é chiaro che, entro certi limiti di tolleranza, lo spostamento dal vero può anche essere non punibile. Ma la percentuale non può essere molto elevata e soprattutto non convince che ci sia un pezzo di perseguibilità a querela”.

Se la corruzione è “intollerabile ” perché premiare chi non paga le tasse?
“Reputo giusto che nei reati tributari ci sia una soglia al di sotto della quale il giudice penale non deve intervenire, non stabilita in percentuale, ma fissa e uguale per tutti i cittadini. Al di sotto il fatto resta sanzionato in via amministrativa “.

Gli evasori non meriterebbero di restar fuori dalla vita pubblica? Ma qui si discute di agibilità politica per Berlusconi….
“Bisogna uscire dalla trappola di guardare ogni norma con la lente dell’utilizzabilità per l’ex premier. Ne esistono di non corrette a prescindere da lui. L’evasione fiscale è un reato grave e merita una stigmatizzazione sociale rilevante. È necessario un cambiamento culturale”.

Milano e Roma, Expo e Mafia capitale. Chi sta peggio?
“All’Expo si sono verificati fatti molto gravi, ma c’è stata una prevenzione antimafia e anticorruzione che sta funzionando. Mafia capitale ha colto tutti di sorpresa. Se un sistema corruttivo poteva essere immaginato, l’ampiezza accertata e il coinvolgimento della mafia sono un pugno nell’occhio”.

È normale che non si commettano reati solo se c’è il commissario?
“Non lo è affatto, ma è il segnale che pezzi delle istituzioni stanno provando a mettere in sicurezza gli appalti. C’è una parte del sistema sana, che vuole essere garantita”.