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Ridateci James Bond!
di Sam Mendes. Con Daniel Craig, Léa Seydoux, Ralph Fiennes, Ben Whishaw, Naomie Harris USA 2015.
James Bond (Craig) è a Città del Messico e, dopo un lungo inseguimento, uccide Marco Sciarra (Alessandro Cremona), membro di un’ignota organizzazione criminale che stava pianificando un attentato. Bond prende l’anello dell’uomo e torna a Londra, dove il nuovo M, Gareth Mallory (Finnies), lo sospende per aver agito senza autorizzazione, causando un grave incidente diplomatico. Successivamente, M incontra il nuovo capo dei servizi segreti congiunti, Max Debingh (Anrew Scott) – nome in codice “C”-, che lo informa della sua volontà di unire i servizi segreti di tutto il mondo e le loro conoscenze e di voler sospendere l’ “antiquato” programma 00. M ne segue disciplinatamente le direttive ma cominci a nutrire qualche perplessità. Bond, accompagnato dall’agente Tanner (Rory Kinnear) che lo sorveglia, si reca da Q (Whishaw), che- da ordini superiori – gli inietta un trasmettitore che lo rende sempre rintracciabile e gli consegna, al posto della solita macchina piena di congegni avveniristici che stava preparando per lui, un semplice orologio esplosivo. Eve Moneypenny (Harris), va a casa sue per portargli nascostamente gli effetti di Sciarra e lì lui le mostra un video postumo nel quale la precedente M (Judy Dench) gli chiede di uccidere Sciarra e di raggiungerne la vedova. Bond –al quale Q ha garantito 48 ore di invisibilità – ruba dal laboratorio la macchina che gli era stata negata e si reca a Roma per presenziare al funerale di Sciarra e conoscerne così la vedova Lucia (Monica Bellucci). Dopo averla sedotta, riesce, grazie all’anello di Sciarra ad infiltrarsi nella riunione della SPECTRE ma, dopo aver appreso che i più importanti traffici illegali del mondo fanno capo all’organizzazione che ha anche organizzato recenti, spettacolari attentati, viene scoperto dal capo di questa, Franz Oberhauser (Waltz), che dichiara di conoscerlo da tempo. Bond atterra il capo della sicurezza Lorenzo (Peppe Lanzetta) e riesce a fuggire inseguito rocambolescamente dal feroce Hinx (Dave Bautista), un gigante con due unghie in acciaio ai pollici con le quali acceca gli avversari. La corsa finisce sul Tevere con la macchina di Bond, che si lancia furi, nel fiume e quella di Hinx distrutta. Bond ha appreso, con l’aiuto di Moneypenny, che la SPECTRE vuole eliminare il suo vecchio nemico mr. White (Jesper Chistensen) e che questi è nascosto in uno chalet austriaco. Lo trova debole e morente per un avvelenamento da tallio inflittogli dall’organizzazione e gli promettere che proteggerà sua figlia, Madeleine Swann (Lea Sydoux), la quale, in cambio, lo condurrà a L’American, dove troverà le indicazione per rintracciare Oberhauser. White, ottenuta la promessa, si suicida. James raggiunge la clinica privata sulle Alpi in cui Madeleine lavora come psicologa, e lì viene raggiunto anche da Q a cui consegna l’anello dell’organizzazione perché lo esamini. Dopo che Bond ha salvato Madeleine da Hinx, Q gli dice che l’analisi sull’anello rivela che era passato per le mani di Le Chiffre, Dominic Greene, Mr. White e Raoul Silva, vecchi nemici di Bond, tutti collegati tra loro da una sola persona, Franz Oberhauser, che però pare essere morto vent’anni prima in una valanga assieme al padre. C, intanto, accompagnato dal sempre più dubbioso M e da Tanner, partecipa ad un summit che dovrebbe approvare il programma “Nove Occhi” per l’unificazione dei dati delle intelligence dei nove paesi più importanti del mondo; la votazione richiede l’unanimità e il Sudafrica vota contro ma, dopo che un violento attentato della SPECTRE colpisce Città del Capo, anche il governo sudafricano decide di aderire al programma. Madeleine e James sono giunti a Tangeri e, in una vecchia stanza dell’albergo L’American, che un tempo White affittava per sé stesso e per la propria famiglia, trovano una mappa e delle indicazioni sulla base della Spectre. Nel treno che li porta a destinazione vengono aggrediti da Hinx e riescono a metterlo fuori combattimento. La stazione nella quale scendono è una baracca diroccata in mezzo al deserto e di lì a poco vengono raggiunti dall’ autista (Walid MumunI) di una Rolls Royce che li conduce alla base della SPECTRE, situata in un cratere. Qui, Oberhauser li prende prigionieri e, dopo aver rivelato di avere come alleato C e di aver organizzato gli attentati per far approvare il programma “Nove Occhi” con il quale avrà le notizie top secret di tutto il mondo, si appresta a torturare 007: lui è il figlio dell’uomo che crebbe Bond dopo che questi rimase orfano, e, per gelosia uccise il genitore e si finse morto, entrando nel mondo del crimine con il nome di Ernst Stavo Blofeld. L’agente, inoltre era stato il più pericoloso nemico della SPECTRE ed ora Franz si appresta a praticargli una lobotomia perché dimentichi tutto ma lui si libera grazie all’ orologio-bomba fornitogli da Q, fuggendo con Madeleine dalla base che finisce distrutta da un’esplosione. Tornato a Londra, Bond, M, Moneypenny e Tanner, si organizzano per fermare l’imminente avvio di “Nove Occhi” . Mentre M penetra nella sede di C, Bond si reca all’ex-sede della M16 e si trova davanti a Blofeld, sfigurato ma vivo. Questi, dopo aver minato l’edificio, gli dice che Madeleine è intrappolata lì dento .Q riesce a fermare l’attivazione dei “Nove occhi”, a ad uccidere C e James salva, all’ultimo istante, Madeline ed insegue con un motoscafo sul Tamigi Blofeld che sta fuggendo su un elicottero. Bond abbatte l’elicottero e, nonostante sia incitato dallo stesso Blofeld a farlo, preferisce non ucciderlo e lo consegnarlo a M. Tempo dopo, James si presenta da Q per ritirare la sua storica Aston Martin e con questa parte da Londra assieme a Madeleine.
P.G. Wodehouse nella sua raccolta di saggi umoristici Più forte e più allegro, parodiando i romanzi polizieschi di Edgar Wallace, immaginava che un cattivo di quei romanzi, volendo uccidere una zanzara, anziché assestarle una ciabattata, le facesse dare un misterioso appuntamento da un losco cinese e la legasse ad un complicatissimo marchingegno mortale. La conclusione dei film di Bond è spesso simile ma l’allegro spirito di avventura sopra le righe che li pervade rende plausibile anche la strana attitudine del malvagio di turno che lo cattura e gli rivela i suoi piani anziché – come nell’episodio del primo Indiana Jones, ripreso da Un americano alla corte di re Artù di Mark Twain – mettere fine ad ogni pantomima con un colpo di pistola. Questa considerazione – che varrebbe per tutti i 24 007 – nasce dall’incongruità del Bond del duo Mendes/Craig: al vecchio James ,fracassone, snob, allegramente e irresistibilmente macho e maschilista (in Goldfinger “guarisce”, buttandola sul fieno, Pussy Galore dall’omosessualità!) si lasciava passare qualunque incongruenza mentre Mendes, al suo secondo Bond, conferma la sua natura di autore (American Beauty e il piccolo gioiello American life) e accentua nel “proletario” Bond di Craig le caratteristiche di personaggio dolente ed empatico che già dal suo primo film della serie, Casinò Royale, gli erano state attribuite. Il racconto è un patchwork di episodi e personaggi dell’intera saga (Hinx, per dire, è un aggiornamento del Jaws di La spia che mi amava e Moonraker, Blofeld è il cattivo di tutti i primi Bond e via citando) ma 007 innamorato infelice (anche Moneypenny non lo fila per niente), che regge poco l’alcool ( talvolta beve addirittura una birra!), femminista e non violento – nel sottofinale butta la pistola – è uno sfregio al mito. Il film, è vero, sta andando bene, però anche il politically correct Soldato blu fu un buon successo ma segnò la fine del western.