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San Snowden dei computer
di Oliver Stone. Con Joseph Gordon-Levitt, Shailene Woodley, Melissa Leo, Zachary Quinto, Tom Wilkinson USA, Germania 2016
2013. Edward Snowden (Gordon – Levitt) è, in incognito, in un hotel di Hong Hong, insieme alla documentarista Laura Poitras (Leo) e ai giornalisti di The Guardian Glenn Greenwald (Quinto) e Ewen MacAskill (Wilkinson) ai quali sta facendo importanti dichiarazioni. Lui, figlio di un militare, da giovane, abbondonati gli studi informatici, nel 2004 si era arruolato nelle Forze Speciali con la speranza di andare a combattere in Iraq ma il duro addestramento con uno zaino di 40 chili sulle spalle gli aveva spezzate entrambe le gambe. Congedato, aveva fatto il test per entrare nella C.I.A. e l’ufficiale Corbin O’ Brian (Rhys Ifans), che l’ha esaminato, lo ammette, pur con qualche falla nelle risposte, per il suo entusiasmo patriottico. Durante i corsi viene, però, fuori il suo enorme talento per l’informatica e gli vengono subito assegnati compiti delicati. Comincia a collaborare con Gabriel Sol (Ben Schnetzer) che gli mostra i programmi di controllo dell’Agenzia e lo prende in giro, chiamandolo “Biancaneve”, quando lui si stupisce vedendo che questi non riguardano solo possibili agenti nemici ma milioni di persone. In quel periodo conosce Lindsay Mills (Woodley), una ragazza progressista che diventerà presto la sua compagna. Stringe amicizia anche con il suo docente d’informatica, Hank Forrester (Nicolas Cage), che gli rivela di aver messo a punto in passato un sistema molto sofisticato, che però era stato misteriosamente messo da parte. Finito con successo il corso, Snowden viene inviato in Svizzera e qui comincia ad avere sempre più chiaro che la C.I.A. controlla praticamente tutti coloro che hanno un sistema di comunicazione elettronico (telefonini, mail, apps); gli viene dato in primo incarico da spia: deve trovare un banchiere che accolga conti di nazioni colluse con il terrorismo; lui aggancia Marwal Al-Kirmani (Bhasker Patel), viene a conoscenza di problemi della sua figlia quattordicenne, li segnala all’agente senior Geneva (Timothy Oliphant), con il quale lavora e questi non esita a rovinare la vita del finanziere per penetrare nei suoi conti, creando a Snowden una violenta crisi di coscienza. Trasferito in Giappone lavora alacremente ai programmi di controllo (scoprendo che sono una versione deviata del progetto di Forrester) ma con Lindsay le cose non vanno bene: lui è troppo assente e concentrato sul lavoro e lei sta per lasciarlo. Questa situazione, in aggiunta allo stress, gli procura una crisi epilettica (lui aveva sempre trascurato questa sua malattia perché i farmaci per tenerla sotto controllo gli toglievano lucidità nel lavoro). Decide così di dimettersi e lavora presso dei privati, sempre però nell’ambito della Sicurezza Nazionale. Gira il mondo, con compiti di coordinamento dei sistemi NSA, finchè O’Brian non lo convince ad andare alla base militare Waipu, alle Hawaii, per coordinarne gli avanzatissimi programmi informatici. Qui, sotto gli ordini dell’ufficiale Trevor James (Scott Eastwood), coordina la squadra degli informatici; i dubbi che l’hanno sempre tormentato diventano certezze quando vede varie scene di civili uccisi dai droni che da lì partono, avendo come bersaglio dei terroristi – ovunque e con chiunque si trovino – e gli appare chiaro che la nazione con più individui sotto controllo (più di 5 milioni) sono gli Stati Uniti. Dopo aver racchiuso in una chiave Usb i dati della NSA e aver convinto Lindsay a tornare a casa, lui va a Hong Kong e, con una lunga intervista, fornisce al Guardian e al Washington Post il materiale per montare una travolgente inchiesta sui servizi segreti americani. Messo sotto accusa, è difeso dall’avvocato Robert Tibbo (Ben Chaplin), che lo aiuta a rifugiarsi in Russia.
Stone è la figura centrale del cinema d’impegno americano: ha raccontato, con grande partecipazione politica, tre Presidenti americani (JFK, Nixon, W.), ha più volte condannato le guerre del suo paese (Salvador, Platoon, Nato il 4 Luglio) , con i due Wall Street ha messo a nudo la disumanità dell’alta finanza: tutti questi titoli, a prescindere dall’adesione o meno ai loro contenuti, hanno sempre mantenuto un forte valore di qualità cinematografica (alla pari di quelli che io considero i suoi film migliori: Natural born killer e Ogni maledetta domenica). Snowden, invece, non ce la fa a prendere respiro: Gordon-Lewitt è preciso, il cast è ottimo e di grande richiamo – a partire dalla Divergent Woodley – ma sembra di essere di fronte ad un costoso ed ottimo tv-movie. E’ probabile che la contemporaneità dei fatti raccontati abbiano costretto la produzione a rispettare le volontà dei veri protagonisti della vicenda (i personaggi C.I.A., a partire da Corbin O’Brian, sono tutti, peraltro, di fantasia) per evitare problemi giudiziari. Sta di fatto che la complessità e la tragicità di Edward Snowden e le chiare ambiguità del personaggio, sono annullate in un racconto senza chiaroscuri –in fase di scrittura ma, di conseguenza, anche dal punto di vista registico – che dà al protagonista un ruolo di santino informatico, molto lontano dalla capacità, quasi scespiriana, di Stone di tratteggiare i suoi personaggi.