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Nel 2005 la legge Bersani per lo sviluppo nelle periferie riconosce che il progetto socio-culturale Mitreo è una risorsa per la riqualificazione di un territorio complesso e difficile: il Corviale.
La scommessa, definita impossibile, che racchiude passione, competenza e capacità relazionali, apre le porte nel 2007.
In quegli anni a Corviale i taxi rifiutavano spesso di venire, il centro commerciale che era la piazza del territorio si chiamava e si chiama ancora Casetta Mattei, la stessa risposta la dava chi viveva nel Serpentone. Lo stigma era totale.
Un senso di colpa diffuso delle istituzioni e le lotte di abitanti e operatori come Monica Melani costruirono il poi con la Biblioteca, il Centro di formazione professionale, il Calcio sociale, le strutture sportive di pregio…..
In questo contesto il Mitreo ha contribuito, nel rispetto delle regole, a far vivere quotidianamente la cultura nelle sue più svariate attività e forme. Un presidio che ha dato e dà risposte positive sia in termini di sicurezza sociale che di formazione.
Un presidio a cui l’Amministrazione comunale deve molto e che avrebbe dovuto accompagnare ricercando soluzioni che tenevano conto che la cultura è un binomio inscindibile dal sociale.
Il Mitreo in questo 2020 è stato quasi sempre serrato a causa di forza maggiore per il Covid 19 che ne ha imposto la chiusura. Il risultato è che nessuna delle attività previste sono state svolte con danni sia economici che per quelle risposte quotidiane che dava alla comunità del Corviale e non solo.
Sabato 28 alle 10.30 saremo davanti al Mitreo in via Mazzacurati 61 ( link per partecipare online: https://us02web.zoom.us/j/81957128346 ) per ribadire la centralità dei presidi socio-culturali che la nostra città deve tutelare e sostenere.
Oltre 2500 cittadini hanno chiesto di trovare una soluzione degna del contributo che è stato dato nelle periferie di Roma.