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Dalla pulizia delle strade alla valorizzazione dei beni archeologici. Il vicesindaco di Roma Luigi Nieri detta le linee guida di quella che sarà il suo piano per le periferie e annuncia: la prima piazza pedonale decentrata con i sampietrini tolti dalle vie ad alta percorrenza del centro di Roma «sarà realizzata in tempi rapidi, comunque entro il 2015».
Martedì intanto è previsto un incontro tra l’amministrazione comunale e i comitati degli abitanti di Tor Sapienza, il quartiere della Capitale della rivolta anti-immigrati. In quell’occasione l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giovanni Caudo presenterà un progetto per trasformare viale Giorgio De Chirico da «autostrada» a «boulevard urbano».
«Iniziamo il processo di ascolto dei municipi per la realizzazione di 14 piazze pedonali in 14 municipi di Roma, fatta eccezione per il primo municipio, centro storico – annuncia Nieri – L’idea è realizzare piazze che siano luoghi veri e gli unici luoghi che funzionano sono quelli scelti con i cittadini. Pensiamo a vere e proprie isole pedonali con quante più funzioni possibili».
Quanto al piano per le periferie, «dobbiamo lavorare sui servizi affinchè chi ci abita non si senta più un cittadino di serie B. Dobbiamo coordinare gli interventi: dalla pulizia delle strade ai trasporti, fino a alle iniziative culturali decentrate. Serve valorizzare i siti archeologici fantastici che ci sono, ad Ostia Antica come sull’Appia, e le esperienze giovanili».
I fondi? «Li dobbiamo intercettare – risponde – Il sindaco ha detto che concentreremo i fondi sulle grandi necessità della città e le periferie sono tra queste». L’incontro di martedì tra il sindaco Ignazio Marino, il vicesindaco Nieri e l’assessore Giovanni Caudo da una parte e i comitati di Tor Sapienza non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo.
«A Tor Sapienza c’è uno stradone largo 60 metri e lungo circa 1,5 km, viale Giorgio De Chirico, che faceva parte di un progetto di tangenziale che non è mai stato realizzato – dice Caudo – È rimasto solo questo pezzo di autostrada in città che noi vogliamo trasformare in un un boulevard urbano.
Se si portasse a 35 metri di larghezza la strada si recupererebbero 3 ettari da utilizzare per dare un nuovo carattere a tutta la zona: una via con marciapiedi, dove passeggiare, con servizi. Si tratta di un progetto pilota per fare capire come si lavorerà anche su altre zone di Roma. Intendiamo operare in un nuovo rapporto pubblico-provato, attraendo fondi europei, mentre il Comune metterà a disposizione il suolo. Non siamo, comunque, ancora nella fase operativa».