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Roma e Berlino, periferie a confronto. La mostra

Il Corviale e gli edifici di Le Corbusier negli scatti di Officine Fotografiche. A ospitarli, fino all’11 marzo, il Teatro Ambra alla Garbatella

Corviale e l’Unité d’habitation. Mario Fiorentino e Le Corbusier. Sono queste le realtà racchiuse nella mostra Corviale Strasse organizzata dall’associazione Officine Fotografiche e ospitata dal Teatro Ambra di Garbatella fino all’11 marzo. Scatti che ripercorrono l’evoluzione dello spazio urbano, dai quartieri di Berlino di Hansaviertel alla Portuense, dove si staglia il Serpentone.

 PERIFERIE A CONFRONTO – Un’esposizione collettiva in cui i 12 fotografi, coordinati da Maurice Carucci, si sono fatti guidare dai residenti del Serpentone e della “Unité d’habitation Typ Berlin” nella loro quotidianità. Interminabili corridoi che diventano spazi di gioco, interi piani un tempo pensati per ospitare servizi e poi abbandonati all’incuria del tempo. E poi, tra aree ricreative che sono distese di cemento, ascensori e citofoni malfunzionanti, ci sono loro, i volti di chi quegli spazi li abita. Così il percorso fotografico disposto su due file di scatti, Roma in alto, Berlino in basso, permette di riflettere sulle trasformazioni di questi quartieri: come erano stati pensati e cosa sono diventati oggi.
LE CORBUSIER E MARIO FIORENTINO – L’intuizione dell’architetto svizzero Le Corbusier, l’Unité d’habitation, è la creazione di edifici autosufficienti, dotati di appartamenti ma anche di servizi per i residenti. Una novità assoluta che segna l’avvio dell’urbanistica modernista, uno spazio realmente a “misura di cittadino”. A Berlino, l’idea si concretizza nella Mostra Internazionale dell’edilizia del 1957, in occasione della quale viene ricostruito il quartiere Hansaviertel, raso al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche l'”Unité d’habitation Typ Berlin” sorge in questo periodo.

IL SERPENTONE, UN KM DI PROMESSE MANCATE – In Italia, lo stesso modello di spazio collettivo viene sperimentato da Mario Fiorentino al quartiere Corviale.

Nasce, così, il Serpentone. Costruito nel 1972 e consegnato ai residenti dieci anni dopo, è un’utopia che si trasforma in un chilometro di cemento. Ospita più di 6 mila persone e 120 nuclei familiari, sin dall’inizio privati di servizi a lungo promessi. Al loro posto, una quotidianità fatta anche di abbandono e scarsa manutenzione.
LA RIQUALIFICAZIONE – Oggi, però, qualcosa potrebbe cambiare grazie al progetto “Chilometro Verde”. Un intero piano del Serpentone destinato a ballatoi, giardini d’inverno, servizi e luoghi d’incontro. A ideare l’opera, vincitrice nel 2008 della gara indetta da Ater (Azienda territoriale di edilizia residenziale), l’architetto e docente Guendalina Salimei, fondatrice di T studio. Il suo è un innovativo piano di riqualificazione che colma gli spazi vuoti dell’edificio. Quelli che avrebbero dovuto ospitare farmacie, supermercati e luoghi di aggregazione e che, invece, da decenni sono occupati abusivamente.
LA VITA AL CORVIALE – Tra disagi di oggi e speranze per il domani, c’è la vita di migliaia di residenti. “Sono delusi per quel che è stato del progetto originario – spiega il curatore della mostra, Maurice Carucci – ma provano amore per i loro luoghi”. A Corviale si respira un forte senso d’appartenenza. “Qui, i ragazzi non vanno a giocare al campo di calcetto. Vogliono tirare le loro pallonate contro il muro del garage, al Serpentone”.

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