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"Dip. Periferie e Urbanistica hanno raffazzonato vecchie cose".
La lettura della Città eterna da parte dell’amministrazione Raggi “rimane periferica e come tali restano le Periferie”. E’ la dura critica del Coordinamento Periferie di Roma all’amministrazione M5S rispetto alla gestione del bando periferie che avrebbe potuto alimentare le reti del territorio. “E’ da poco scaduto il bando della Presidenza del Consiglio sulla rigenerazione delle periferie – spiegano in una nota le associazioni del coordinamento -. Il bando entro il 31 agosto chiamava 12 aree metropolitane o capoluoghi di provincia ad esprimersi sulle necessità e per la riqualificazione di aree periferiche a rischio inclusione per abbandono manutentivo e ambienti ostili alla qualità comunitaria o comunicativa”. Il Coordinamento delle Periferie di Roma ha individuato nella data di scadenza un vulnus alla partecipazione dei cittadini al processo di identificazione delle debolezze e delle criticità presenti nei territori da individuare. La Presidenza del Consiglio ha deciso di non valutare la possibilità individuata e il bando ha avuto seguito nei tempi previsti. “Definita questa premessa, per chiarezza dei fatti, ci saremmo aspettati di poter interloquire in ogni caso con l’Amministrazione Capitolina, anche se in tempi ristretti ed estivi. Ma non c’è stato nessun passo in tal senso. Lo stesso dicasi per i Comuni dell’area metropolitana”.
L’intera vicenda delle scelte progettuali, criticano dal coordinamento “è stata gestita dai Dipartimenti dell’Urbanistica e delle Periferie con qualche timida richiesta ai Municipi. Già questa sembra una anomalia di una Città che non è in grado di esprimere un provvedimento unitario sul medesimo argomento. E’ evidente che ognuno dei due Dipartimenti ha tirato fuori le precedenti analisi di bisogno o i progetti sedimentati e con questo armamentario ci si è presentati alla valutazione senza esprimere una visione di Città, una metodologia complessiva, un coinvolgimento dei Cittadini se non altro del Terzo Settore come per altro richiesto dal bando. A nostro vedere, tali scelte ci appaiono come tampone di basso profilo utilizzato come completamento di manutenzioni, incurie e in assenza di una visione strategica della città e di azioni di rilancio e di promozione delle qualità ambientali, culturali, produttive e sociali presenti nei territori. In cosa è evidente la visione della Città? Quale rigenerazione e ricucitura si delinea?”, continuano le associazioni, che annunciano l’organizzazione di un eventi in cui chiariranno la loro posizione. “Rimane comunque il dato chiaro di una raffazzonata apertura dei cassetti di cui non se ne capisce spesso la logica se non quella riparatoria e di una mancanza totale di qualsiasi forma di partecipazione, nonché di trasparenza nella pubblicazione degli atti e nella presentazione dei progetti allegati”, concludono.