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Intervista a Maria Grazia Bellisario, dirigente del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Ha promosso e coordina l’attività del Tavolo di concertazione istituzionale del progetto Corviale che opera attraverso l’attiva partecipazione dell’ Associazione Corviale Domani e che dà attuazione all’atto d’ intesa sottoscritto nel 2013 dai Municipi e gli Assessorati di Roma Capitale, dalla Regione Lazio, con l’ATER Roma e l’Ente Roma Natura, dalle Università di Roma e del Molise, dal CESV, dal Forum del Terzo Settore, da Federculture e da altre istituzioni e associazioni di settore.
“Come vede il progetto di Corviale nell’attuale fase?”
Maria Grazia Bellisario: <<Il progetto Corviale si arricchisce costantemente di nuove significative tessere del mosaico che si va costruendo insieme da oltre tre anni, grazie alla collaborazione tra istituzioni, associazioni e rappresentanze dei cittadini, per fare realmente del Quadrante Corviale a Roma un luogo “intelligente, sostenibile, inclusivo”. Importanti contributi emergono in tale direzione anche dal seminario La Miniera di Corviale, tenutosi il 4 dicembre u.s. presso la sede del CESV di Roma, in preparazione del nuovo Forum della primavera 2015. La ricerca e il confronto tra i diversi soggetti che accompagnano il percorso delineato con l’atto d’intesa del novembre 2013, vede il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo condurre lo sviluppo del progetto avvalendosi del contributo prezioso di idee, sensibilità ed esperienza offerto da anni dalla comunità territoriale, innanzitutto attraverso l’Associazione Corviale Domani, ma anche dell’apporto progettuale della ricca compagine di soggetti che sono, nei diversi ruoli, anch’essi espressione della più ampia comunità dei cittadini.>>
Quindi vede buone prospettive per il lavoro cominciato già nel lontano 2008?
<<Il lavoro sulla periferia urbana di Corviale prosegue con determinazione il suo cammino, arricchendosi di contributi e risultati concreti, primo fra tutti, il via libera ai finanziamenti che la Regione Lazio ha confermato e che oggi consentiranno lo svolgimento di un concorso di progettazione internazionale per la realizzazione degli interventi di riqualificazione del complesso architettonico e del territorio nel quale s’inserisce. Rispetto al lavoro fatto dai diversi soggetti riuniti nel Tavolo di concertazione, che ha visto scambiarsi nelle scorse due edizioni del Forum Corviale 2012 e 2013 un piano di lavoro a scala europea, emergono elementi che confermano come la cultura, nei sui diversi aspetti e declinazioni, sia fulcro centrale del dibattito in corso.Oggi, grazie anche al riconoscimento di valore dell’edificio e del suo contesto paesaggistico sostenuto dal MiBACT, viene definito il piano che darà avvio alla rigenerazione del quartiere, in un’ottica di ricucitura di brani di città e funzioni che vuole favorire le interconnessioni con la restante parte della città.>>
Come vede all’interno del progetto il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni?
<<Emerge l’esigenza che le amministrazioni pubbliche si pongano in condizioni di ascoltare e cogliere dalle esperienze in corso la progettualità che proviene dai nuovi soggetti della produzione culturale, dalle espressioni di giovani e creativi in generale che dovranno animare i processi di riqualificazione e rigenerazione in corso da parte delle diverse amministrazioni territoriali.Proprio in questo periodo il MiBACT sta affrontando una nuova riflessione sui propri compiti istituzionali e sulla conseguente riorganizzazione che vedrà – anche grazie alla costituzione di una rinnovata direzione generale per il contemporaneo e le periferie urbane – una più ampia e specifica attenzione dedicata alle tematiche delle periferie e delle sue dinamiche sociali. Quella su cui oggi ci confrontiamo è una nuova opportunità e un esempio di collaborazione a più voci su aspetti che legano l’uso del territorio e l’organizzazione sociale delle nostre città. Un tema complesso, necessariamente e dichiaratamente multidisciplinare, che ci impegna a tutti i livelli a interrogarci anche rispetto alle nuove forme di aggregazione e gestione istituzionale, a partire dal tortuoso percorso delle costituende città metropolitane.>>
Che ruolo vede per il Mibact nella rimodulazione degli spazi metropolitani?
<<Il confronto sui processi di rigenerazione urbana deve intrecciare le tematiche della cultura con quelle della coesione sociale, della sostenibilità ambientale come della gestione consapevole del patrimonio storico, di aggregazione, inclusione e partecipazione democratica, sempre nella ricerca innanzitutto di un benessere complessivo per la qualità della vita delle persone. Si tratta quindi di favorire quelle espressioni della creatività e della sensibilità contemporanea capaci di mantenere il rapporto equilibrato tra nuove realizzazioni e rispetto del patrimonio culturale e dell’ambiente naturale, dell’identità dei luoghi, secondo principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Qualità e sostenibilità dunque nella loro accezione più ampia, espressa nelle diverse componenti senza trascurarne la capacità attrattiva in termini di offerta turistica specialistica.>>
E il ruolo dell’Europa?
<<Stiamo confrontandoci con gli strumenti comunitari, con il loro carico di potenzialità e complessità. Studi, rapporti, raccomandazioni pubblicati nei vari Paesi europei indicano come le industrie creative possano svolgere un ruolo di fondamentale stimolo all’innovazione, spesso più di quanto le politiche pubbliche per la cultura riescano a riconoscere e comprendere.Per fortuna si va diffondendo un crescente interesse delle istituzioni per queste tematiche e all’operatività di molte città si vanno affiancando alcuni strumenti di livello nazionale. Nel nostro settore più di recente vanno dal cd decreto valore cultura del 2013 e da ultimo, ai riflessi del decreto cd art bonus del 2014. Il decreto Valore Cultura – e più, specificamente, l’art.6 dell’attuale legge del 7 ottobre 2013 n. 112 – seppure registri qualche rallentamento attuativo, ha aperto una significativa e positiva attenzione alle esigenze di libera espressione della creatività giovanile; oltre a rispondere a un’oggettiva carenza di spazi e opportunità per dare ospitalità alle attività d’arte, chiama a confrontarsi con le forme della gestione degli spazi stessi e con le numerose esperienze già in corso in ambiti nazionali e internazionali, spesso caratterizzate da percorsi difficili di occupazioni forzate o formalmente non regolate. I beni immobiliari afferenti allo Stato e agli enti locali, costituiscono una ricchezza straordinaria che risulta oggi avere modesti rendimenti, a fronte di alti costi di gestione. L’impegno del Ministero deve necessariamente svilupparsi in più direzioni per la qualità degli interventi di riqualificazione del territorio.>>
Come s’interfaccia tutto ciò col concorso per Corviale?
<<Poter condividere oggi la proposta di un concorso internazionale per Corviale ci porta ad attuare concretamente la selezione delle migliori soluzioni progettuali per il bene comune e a cercare una sponda forte e un sostegno all’offerta culturale che deve animare la partecipazione sociale, a partire dalle giovani generazioni. In sintesi, va confermandosi la piena volontà di sostenere questo percorso di rigenerazione e riqualificazione urbana che è anche sperimentale che delinea un modello trasferibile anche in altre realtà a vantaggio di tutti. Dobbiamo saper integrare saperi, esperienze, competenze, per cogliere la domanda che proviene dalla giovani generazioni, che nelle loro migrazioni spontanee, organizzate o di necessità, portano espressioni di culture ed esperienze diverse, per trovare soluzioni progettuali innovative che siano anche frutto dell’ascolto delle comunità di riferimento e di un lavoro partecipato aggiornato.Vanno perseguite soluzioni organizzative e gestionali che consentano nel tempo il permanere e l’efficacia dei risultati raggiunti attraverso la ricca progettualità già in corso da anni. E’ necessario coniugare la conoscenza e il rispetto dei luoghi e recuperare, nella misura possibile i messaggi e le identità tradizionali che gli stessi luoghi esprimono nella loro storia, collegando saperi e azioni positive che nel tempo diventano trasversali a più generazioni in un’ottica di gestione integrata del territorio e di scambi maggiori tra territori diversi. Anche il MiBACT è dunque chiamato oggi a un impegno crescente che affianchi e rafforzi le forme tradizionali della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale, per sostenere, incentivare, diffondere le esperienze di qualità, a vantaggio delle diverse comunità territoriali.Un percorso che può apparire complesso e tortuoso, in quanto passa per la cura della questione sicurezza, per la sensibilizzazione e la formazione, per le forme d’incentivazione e promozione. Ma è soprattutto un percorso comune: richiede il contestuale impegno degli amministratori pubblici, del sistema universitario nelle diverse discipline, degli Ordini professionali, del sistema delle associazioni e delle imprese. Dei cittadini tutti.>>