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Riappaesiamoci nell’utero della terra

La palma d'oro al Il regno d'inverno, Matera scelta come città della cultura, l'articolo di Alfonso

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La palma d’oro al Il regno d’inverno, Matera scelta come città della cultura, l’articolo di Alfonso Appaesarci in un mondo mobile e in fuga, la scelta del tema le nuove forme dell’abitare per il prossimo forum Corviale 2015, quattro frammenti di uno stesso tema: la casa. La ricerca di un nuovo senso nella nostra vita quotidiana non più all’esterno di noi ma dentro la nostra sfera più intima.”Casa…casa…” non a caso implorava E.T.sperso nell’immensità e nell’inconoscibilità di un mondo alieno.

Potrebbe superficialmente sembrare una regressione ma qui appunto casca il punto di svolta delle “nuove forme dell’abitare”: quale migliore rappresentazione del cohousing delle splendide unità monofamiliari dell’albergo diffuso nelle grotte della Cappadocia de Il regno d’inverno?

Una famiglia allargata (uomo, moglie, sorella, ospiti, lavoranti) ognuno con una propria unità monofamiliare scavata nella roccia interconnesse tra di loro e con lo spazio d’incontro della hall-sala da pranzo.

Ma Alfonso con “appaesarci” non ci parla solo di “nuove forme dell’abitare” bensì di “nuove forme di vita” di una nuova consapevolezza del proprio essere nel mondo che, solo, può essere alla base di un nuovo contratto sociale di comunità (quello che sinteticamente e poco empaticamente chiamiamo smart comunity).

E allora ricordo il duro lavoro di critica e autocritica che i protagonisti de Il regno d’inverno svolgono per tutta il film in una scarnificazione impietosa del protagonista sino al suo abbandono di un ingombrante bagaglio culturale che gli impedisce i rapporti con gli altri.

E ricordo il sogno che nella notte successiva alla visione del film ha rafforzato la mia decisione di liberarmi dei troppi miei libri: una decisione che incontra “le nuove forme dell’abitare” in case più piccole ma con molto più spazio per la totale mancanza di tv, libri, dischi, film, quadri, fotografie tutti sostituiti da un semplice tablet di ultima generazione con annesso proiettore sulle nude pareti di immagini e filmati dal mondo: la smart comunity appunto.

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