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Il premier alla riunione sulla sicurezza con i capigruppo «Al momento nessuna minaccia specifica all’Italia».
Cultura, cultura e ancora cultura: per contrastare l’emergenza terrorismo bisogna anche «mettere denari veri sulle aree urbane», parola del premier Matteo Renzi, che così ha voluto aprire la riunione sulla sicurezza con i capigruppo parlamentari a palazzo Chigi. «Serve un gigantesco investimento in cultura, sulle periferie urbane, un investimento sociale – ha sottolineato il premier – Continuo a pensare che l’aspetto educativo per sconfiggere minacce nate e cresciute in Europa sia fondamentale».
E ancora: «Abbiamo, come tutti i partner, messo in campo tutte le misure di sicurezza necessarie, anche se non risulta ad ora una minaccia specifica in Italia», è stata una lunga riunione, oltre due ore, ieri mattina a Palazzo Chigi con i capigruppo di maggioranza e opposizione sulla sicurezza interna del Paese, all’indomani degli attentati che hanno colpito aeroporto e metropolitana di Bruxelles.
«Occorre stringere sui meccanismi di intelligence fra i Paesi europei e non solo, valorizzare Europol, lavorare su una struttura condivisa. E mettere denari veri sulle aree urbane. Serve un gigantesco investimento in cultura, sulle periferie urbane, un investimento sociale. Continuo a pensare che l’aspetto educativo per sconfiggere minacce nate e cresciute in Europa sia fondamentale», ha specificato il premier.
Il presidente del Consiglio ha ribadito ancora la necessità di superare le «divisioni politiche e partitiche» per poter recuperare il «senso di comunità» necessario a fare fronte alla minaccia terroristica. Ecco, allora, la decisione di riconvocare il vertice che, in passato, è seguito alle giornate drammatiche di Parigi, ma che era stato convocato più volte per tenere aggiornati i gruppi Parlamentari sullo stato dell’arte per quel che riguarda la sicurezza.
Allo stesso tavolo, oltre ai capigruppo, sedevano il premier, i ministri Alfano e Gentiloni, il sottosegretario con delega ai servizi Marco Minniti. Nella stessa riunione è stata data anche la notizia che ci sarebbe – il condizionale è d’obbligo a verifiche in corso – una vittima italiana tra quanti hanno perso la vita negli attentati. Si tratterebbe di una donna, che ha perso la vita nell’esplosione della metro di Molenbeek, risultata dispersa e il cui corpo è stato reso irriconoscibile dalla violenza della deflagrazione. I famigliari sono ora al consolato per avviare le procedure per il riconoscimento, ha riferito il presidente dei deputati Ncd, Maurizio Lupi.
«Ci hanno aggiornato sulle ultime notizie e una riunione riservata e compito nostro non divulgare informazioni delicate», ha tenuto a dire il capogruppo di FI al Senato, Paolo Romani: «Ci è stato fornito un aggiornamento efficace ed efficiente. Il ministro Alfano ci ha rassicurato su un’opera di prevenzione che viene fatta nel nostro Paese».
«Il problema è capire se l’attentato avvenuto ieri è stato in conseguenza dell’arresto di Salah o se fosse preordinato. Probabilmente c’era una progettualità già in campo che ha subito una accelerazione dall’arresto», è stata la risposta di Alfano. «Il fatto sorprendente è che Salah è rimasto lì a poche centinaia di metri da casa sua…».