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Realtà delle periferie romane: Colle Salario, “la piccola New York” in crisi

Ci sono periferie e periferie, come ci sono topi e topi: i topi di città e i topi di campagna della favola di Esopo e i topi di Tor Bella Monaca, dove Virginia Raggi è andata a vedere come i bambini imparano l’aritmetica non col pallottoliere ma contando i topi che razzolano nel pattume del degrado.

Si può discutere su quanto sia ormai improprio parlare di periferie, ora che le città si sono talmente allargate da formare un unicum con le appendici urbane più distanti dal centro storico. Parliamo di Colle Salario, quartiere dall’estrazione sociale più eterogenea, dove i problemi si presentano all’ordine del giorno come in ogni tessuto urbano, dove non mancano gli incapienti supportati dalla parrocchia, ma dove l’iniziativa dei privati cittadini riesce a mantenere una situazione quanto più decorosa dell’abitato interno ed esterno e far giocare i suoi bambini coi topi di peluche.

Qui il verde lussureggiante della vegetazione – dai pini ai salici piangenti, ai folti cespugli di oleandri che dal bianco esplodono nelle gradazioni più vivide del rosa e del rosso – mitiga il rigore verticale del cemento per l’ alto grado di umidità esalante dal Tevere di sotto che gli fa da corona e sentinella.

La piccola New York

Questo nucleo abitativo, sorto sopra Fidene da una trentina di anni, col suo skyline di grattacieli non può non attirare l’attenzione di chi si trova a circolare a nord est del raccordo. E, non a caso, l’orgoglio popolare dei suoi primi residenti volle denominarlo abbastanza pomposamente “la piccola New York”.

Oggi, il Colle è luogo di continuo smistamento del traffico proveniente dall’anulare verso i quartieri limitrofi del Nuovo Salario, Talenti, Nomentano, Monte Sacro, Prati Fiscali e, considerato lo sviluppo demografico registrato negli ultimi decenni, si è visto accrescere di numerose attività appartenenti ad ogni categoria commerciale nonché dei servizi sociali più strettamente necessari.

Tempo di crisi

Gli anni della crisi, però, si fanno sentire e ad oggi tante sono le saracinesche di negozi che si sono abbassate non potendo più sostenere l’onerosità dei canoni d’affitto. Ha chiuso già da alcuni anni per fallimento lo storico supermercato “Sidis” rimpiazzato dal mastodontico “Castoro” che, alla base del Colle, costringe gli abitanti più anziani senza automobile a un assai faticoso saliscendi dall’autobus (che passa ogni venti minuti se va bene) o ad inerpicarsi in salita con il carrello della spesa.

Fasti e nefasti dell’edilizia pubblica e privata

Il quartiere nacque per la maggior parte come monopolio immobiliare dell’IACP (Istituto Autonomo Case Popolari), poi trasformato in ATER (Azienda Territoriale Edilizia Residenziale), con a fianco iniziative di Enti e Gruppi immobiliari privati che vanno a coprire l’ area soprastante di Via Monte Giberto fino al “Parco delle Sabine”, ampio territorio in mano ad una sfrenata speculazione edilizia pronta a cavalcare le necessità dei più giovani nuclei familiari in cerca di soluzioni abitative.
periferie
Veduta parziale del Parco delle Sabine

Va detto che l’ATER sta presentando negli ultimi anni tutte le sue criticità per una gestione non esattamente oculata, con il rischio sempre alle porte di fallimento per i miliardi di debiti contratti nei confronti del Comune. Attualmente l’Azienda è sotto commissariamento, laddove l’unica soluzione di salvataggio appare quella del taglio dei costi di gestione – già da anni ai minimi storici a nocumento degli inquilini regolarmente paganti – rivoluzionando altresì i sistemi di assegnazione degli alloggi in un “bando unico” onde contrastare il fenomeno ormai diffuso delle occupazioni abusive, effetto della endemica lentezza nelle assegnazioni.

Il Comune, da parte sua, ha lasciato i marciapiedi del quartiere pressoché impraticabili, pieni di crepe o avvallamenti causati dalle radici degli alberi, provocando in tal modo facili cadute con conseguenze anche gravi e continue cause legali a scopo risarcitorio.

Terreno fertile per la politica: pre-elezioni con panini e porchetta

Alle ultime consultazioni elettorali per la nomina della nuova giunta municipale, Colle Salario ha visto susseguirsi un andazzo di personaggi della politica, a cominciare – e ci sembra utile l’annotazione postuma – dall’entourage di Alfio Marchini. Il bell’Alfio (che non si è fatto ammirare di persona, né con l’utilitaria di lavoro e né, bontà sua, con la sua Ferrari grigia), si era premurato di disporre per gli abitanti del Colle una merenda a base di pane e porchetta. Ci risulta che in molti hanno… abboccato, ma il bel ferrarista non ce l’ha fatta.

Anche il giovane Paolo Marchionne (presidente uscente Pd del III Municipio- ex IV, cui appartengono Colle Salario-Fidene), si è dato da fare in vista della tornata elettorale del 5 giugno per l’apertura del cavalcavia ferroviario che da Fidene porta a Villa Spada e i cui lavori, iniziati nel 2013, erano rimasti bloccati per pastoie tecniche e burocratiche. Già prima dell’apertura del cavalcavia, venne effettuata la sua… inaugurazione nell’autunno 2015 alla presenza del ex sindaco Marino (sic!).

Ma anche Marchionne si è visto surclassare dall’avanzata dei Pentastellati nella persona della giovane Roberta Capoccioni, la quale già viene fatta bersaglio di critiche per una certa propensione al gusto della “parentopoli” nelle nomine della nuova Giunta. Ma se gli amici degli amici e i parenti dei parenti sono bravissimi, allora… “Fiat Giunta Tua”.

Non va sottaciuta una nuova e particolare presenza nel quartiere, quella di Casa Pound, insediata a Colle Salario ad inizio 2016 dopo aver vinto un bando di concorso Ater: blindato – ci dicono – il giorno dell’inaugurazione della nuova sede a un tiro di schioppo dalla palestra popolare, regno dell’occupazione “rossa”. Ma il forzato connubio pare non abbia destato problemi di sorta, secondo le dichiarazioni dei responsabili tartarugati di volersi mantenere come “alternativa politica”. Mutatis mutandis, la loro azione nel quartiere si sta muovendo nel campo sociale con l’offerta agli inquilini Ater di assistenza legale gratuita per la soluzione dei loro problemi. Pare che si siano anche adoperati come volontari muniti di ramazza per la pulizia dei giardini nel limitrofo Parco delle Sabine sopra citato. Considerati certi loro pregressi di esecrante estremismo politico, non si sa quanti proseliti riescano a fare sul Colle, ma sicuramente tutti coloro che non si sentono protetti nel decadimento di un patrimonio immobiliare pubblico, unica ricchezza popolare.

Ci si augura che il nuovo Sindaco di Roma riesca dal Campidoglio a mantenere un vigile e costante controllo sulle neo- governance municipali, finora affidate alle cricche di quanti hanno fatto il bello e il cattivo tempo.

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