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Centrifuga è il titolo di una prossima antologia, in uscita in settembre: tanti autori per ragazzi e non solo con racconti che mostrano come le periferie abbiano molto da dire al centro, molto da aggiungere e insegnare.
Centrifuga, un’immagine che non solo evoca mescolanza ma “fuga del centro”. E ancora, suscita anche l’idea di motore di forze vive che possono diffondersi e modificare, creare nuova energia. In questi giorni si parla molto di periferie. Se ne parla a proposito degli investimenti del governo, ma anche spesso a proposito proprio di quelle buone idee e pratiche che le periferie portano. Il bell’articolo di Renzo Piano sul Sole 24 ore di Domenica 29 maggio parla esattamente di periferie come “crogioli di energia, libertà passione e persino pensiero”. “Difendo la periferia anche perché è un concentrato di energia, qui abitano i giovani carichi di speranze e voglia di cambiare”, scrive Renzo Piano.
Mi capitò -un paio di anni fa- di far parte della giuria del premio del Comune di Roma al miglior tema della maturità che quell’anno aveva tra le tracce proprio una frase di Renzo Piano sulle periferie. E scrissi qui, a proposito del valore dei libri e della lettura che “per avere fiducia nei ragazzi che leggono basterebbe leggere i temi di maturità degli studenti romani. Ragazzi preparati e lettori (grazie alla scuola!) che hanno piena consapevolezza dei mali responsabili del degrado, dell’ignoranza, dell’indifferenza”.
Mi capita spesso, come editrice per ragazzi, di frequentare le scuole, le biblioteche, le librerie di periferia. E capita che – come abbiamo visto grazie al progetto di Roma che Legge promosso dal forum del libro – a Tor Bella Monaca, a Borgata Finocchio, a Boccea avvengano miracoli. Reti tra scuole e biblioteche pubbliche, coinvolgimento di cittadini e di amministrazioni. Senza lamenti ma con forza ed energia nascono biblioteche innovative nelle scuole (senza alcuna normativa per ora che le regolamenti, anche se ben speriamo nella attenzione del bando del Miur che forse apre a delle possibilità) mentre nel centro di Roma una scuola con un bellissimo locale per la biblioteca fatica a realizzarla: impedimenti burocratici, scarsa volontà di chi la deve gestire. E uno pensa: ma come? Qui sarebbe molto più facile!
Evidentemente mancano motivazioni e determinazione. Quelle che ci sono a c’è a San Giuseppe Jato, dove è nata una biblioteca scolastica aperta al territorio in un luogo apparentemente vuoto di tutto, tra l’altro bellissima. Eh sì, perché – come ci ricorda Renzo Piano – le periferie possono essere belle e possono avere “spazio per piantare nuove piante”.
Periferica nella sua centralità è Lampedusa, dove ragazze e ragazzi autogestiscono una biblioteca di pubblica lettura, non appena grazie a Ibby Italia hanno avuto la possibilità di capire cosa fosse una biblioteca. Leggete che bello il racconto che fa di questo Fabio Stassi, che è stato l’autore adottato per il Salone del Libro ed è stato ospite di quella biblioteca.
Periferica è Isola del Piano, nelle Marche, dove in un bene sottratto alla mafia si costruiscono progetti di formazione ed educazione alla lettura e dove da poco si è festeggiato.
Periferica è la bella biblioteca da poco inaugurata a Roma, la Collina della Pace. Periferica
è la libreria Centostorie, che ha solo libri e giochi di qualità. E che li vende, a Centocelle.
Periferica è la libreria premiata dal premio intitolato a Gianna e Roberto Denti promosso dalla rivista Andersen e dall’Associazione Italiana Editori, la Libreria Controvento, con Filomena Grimaldi, libraia che dopo oltre dieci anni di esperienza in varie librerie italiane, è tornata nel suo paese, a Telese Terme “perché dove ci sono persone devono esserci libri”.
Ecco ditemi o no se tutto questo (e molto altro ancora che vi invito a scoprire, nelle periferie delle nostre città e del nostro paese) non sono meravigliose centrifughe?