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Papa Francesco: il welfare non è un costo

Incontrando gli iscritti alle Acli il Papa ha detto: “È una importante battaglia culturale quella di considerare il welfare una infrastruttura dello sviluppo e non un costo”

Papa Francesco incontra le Acli in occasione del 70° anniversario della fondazione delle Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani e alza forte la sua voce contro le storture del mercato del lavoro e le ingiustizie che esso si porta dietro e lo ricorda alla politica: “E’ una importante battaglia culturale quella di considerare il welfare una infrastruttura dello sviluppo e non un costo. La proposta di un sostegno non solo economico alle persone al di sotto della soglia di povertà assoluta, che anche in Italia sono aumentate negli ultimi anni, può portare benefici a tutta la società”.

“Non possiamo – il suo appello – tarpare le ali a quanti, in particolare giovani, hanno tanto da dare con la loro intelligenza e capacità; essi vanno liberati dai pesi che li opprimono e impediscono loro di entrare a pieno diritto e quanto prima nel mondo del lavoro”. Bergoglio insiste quindi sulla necessità di un lavoro che sia davvero ‘solidale’: “Ogni giorno voi incontrate persone che hanno perso il lavoro, questo fa piangere, o in cerca di occupazione; persone che vogliono portare a casa il pane per la loro famiglia. A queste persone bisogna dare una risposta. In primo luogo, è doveroso offrire la propria vicinanza, la propria solidarietà”.

Si rivolge poi così ai delegati: “I tanti ‘circoli’ delle Acli, che oggi sono da voi qui rappresentati, possono essere luoghi di accoglienza e di incontro. Ma poi bisogna anche dare strumenti ed opportunità adeguate. È necessario l’impegno della vostra Associazione e dei vostri servizi per contribuire ad offrire queste opportunità di lavoro e nuovi percorsi di impiego e di professionalità”. “Libertà, creatività, partecipazione e solidarietà. Queste caratteristiche – ricorda il Papa – fanno parte della storia delle Acli. Oggi più che mai siete chiamati a metterle in campo, senza risparmiarvi, a servizio di una vita dignitosa per tutti”.

“Troppo spesso il lavoro è succube di oppressioni a diversi livelli – ha continuato Papa Francesco -: dell’uomo sull’altro uomo; di nuove organizzazioni schiavistiche che opprimono i piu’ poveri; in particolare, molti bambini e molte donne subiscono un’economia che obbliga a un lavoro indegno che contraddice la creazione nella sua bellezza e nella sua armonia. Dobbiamo far si’ che il lavoro non sia strumento di alienazione, ma di speranza e di vita nuova”. E poi ancora sui ragazzi che “sono in pericolo di cadere nella malavita o di andare a cercare orizzonti di guerra come mercenari” senza l’opportunità di un lavoro.

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