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I dati sulle spese dei Comuni ora sono direttamente accessibili dai cittadini.
La spesa sociale locale
Gli enti locali sono i principali finanziatori della spesa sociale locale, basti pensare che nel 2011 il 62,5% di tale è spesa è stato finanziato con risorse proprie dei Comuni – a fronte del 17,1% di Fondi Regionali e 12,4% del Fondo nazionale per le Politiche Sociali (Dati Istat) (vedi anche I Comuni: le risposte dei territori alla crisi). E’ evidente quindi che le scelte degli amministratori possono avere un grande impatto sulla quantità e sulla qualità dei servizi che i cittadini ricevono, determinando forti differenze a livello territoriale. Vale a dire, il luogo in cui viviamo contribuisce a determinare il nostro “paniere di welfare”. Per questo motivo è importante che tutti i cittadini possano conoscere le scelte effettuate dai propri amministratori così da valutarne l’operato anche su questa base. Un obiettivo oggi più facile da raggiungere grazie ai nuovi strumenti tecnologici, tra cui il portale openbilanci.it.
Openbilanci
Openbilanci è un progetto realizzato e gestito da Depp srl Democrazia Elettronica e Partecipazione Pubblica – organizzazione che mira a sperimentare concretamente internet per l’informazione e la partecipazione politica – , pensato per rendere la gestione delle risorse pubbliche trasparente, comprensibile e verificabile. Si tratta di un portale dove sono disponibili i bilanci degli ultimi 10 anni dei Comuni italiani, analizzabili per indicatori, uscite, entrate per funzioni/interventi, e che comprende quindi anche la spesa per i servizi sociali (asili nido, servizi di prevenzione e riabilitazione, strutture residenziali e di ricovero per gli anziani residenti, altri). Una grande quantità di dati ufficiali in formati leggibili da computer e liberamente riutilizzabili, pronti per essere scaricati da cittadini, media e ricercatori.
I dati
In Openbilanci vengono utilizzate due tipologie di dati: quelli dei bilanci e quelli relativi ai sindaci. Riguardo ai bilanci, la fonte dei dati è la Direzione Centrale della Finanza Locale del Ministero dell’Interno cui la legge (T.U.E.L. del 2000) affida il compito di raccogliere e pubblicare i bilanci dei Comuni italiani secondo una classificazione omogenea (certificati di bilancio preventivo e consuntivo). I dati del singolo bilancio di un Comune vengono prodotti e trasmessi al Ministero dal Comune stesso che è quindi il soggetto responsabile della veridicità, esattezza e completezza dei dati presenti nella banca dati del Ministero e, di conseguenza, dei dati pubblicati in Open bilanci. La fonte dei dati relativi ai sindaci dei Comuni italiani è invece Open politici, piattaforma di Openpolis, che a sua volta fa riferimento alla base dati dell’Anagrafe Amministratori Locali e Regionali, curata dalla Direzione Centrale dei Servizi Elettorali del Ministero dell’Interno. Tuttavia i dati di Open politici non corrispondono esattamente a quelli del Ministero in quanto vengono aggiornati con maggiore frequenza.
Come funziona?
Attraverso il portale è possibile effettuare confronti tra due Comuni, fare classifiche (ad esempio, chi spende di più e per cosa?) e creare mappe. I dati possono essere filtrati e analizzati in base a svariati criteri: regione di appartenenza, numero di abitanti, andamento nel tempo, ecc. Per esempio, volendo classificare i principali Comuni italiani (cioè con popolazione superiore a 200.000 abitanti) sulla base della spesa sociale pro capite nel 2012, troviamo al primo posto il Comune di Trieste con 457,86 euro, a metà classifica Torino con 247, 82 euro e all’ultimo posto Napoli, con 47,9 euro. Più nel dettaglio, potremmo sullo stesso campione confrontare la spesa pro capite per gli asili nido, e troveremmo la stessa variabilità: dai 137,61 euro di Trieste, ai 75,80 euro di Genova, a metà classifica, fino ai 3,64 euro di Messina.
Sempre sullo stesso campione, potremmo analizzare la spesa per la gestione e costruzione delle case popolari. Anche in questo caso si riscontra un’alta variabilità territoriale, che parte dai 63,78 euro del Comune di Milano, scende quasi dimezzandosi per la “seconda classificata”, Venezia (34,02 euro) e si ferma a 2,03 euro nel Comune di Genova.
Queste sono alcune delle interrogazioni, ma moltissime indagini di ricerca sono possibili.
Basta collegarsi al sito e seguire alcuni semplici passaggi.