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La Camera, premesso che
l’incontro nazionale sulla rigenerazione delle Periferie, tenutosi lo scorso giovedì 23 novembre alla Camera dei Deputati, ha rappresentato un’occasione di raccordo e di confronto tra le esperienze di diversi comitati di cittadini presenti nelle periferie delle maggiori città italiane;
i rappresentanti di realtà territoriali come Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma, Palermo e Torino hanno infatti condiviso l’esigenza di un piano di azione per le periferie, preparando un documento con proposte, indicazioni e raccomandazioni;
il documento parte da un approccio alla città dove la dimensione urbanistica si apre ad un progetto collettivo fatto sia di interventi fisici sul patrimonio immobiliare che di progetti immateriali per lo sviluppo di nuovo welfare urbano;
nel documento si individuano cinque macro temi: il Recupero e riuso del patrimonio immobiliare pubblico, l’approccio multidisciplinare e multiattoriale, il Protagonismo sociale, lo Sviluppo economico e il valore del Coordinamento unico;
a ogni macro tema si accompagnano azioni possibili che questa mozione intende trasferire in richiesta di impegni al governo;
nello specifico, sul fronte del recupero e riuso del patrimonio pubblico si propone di:
Creare strutture dedicate alla rigenerazione urbana di quartiere coinvolgendo anche gli abitanti, con competenze decisionali estese dalla progettazione all’attuazione degli interventi;
Dedicare, nei portali dei Comuni italiani, spazi informativi per i cittadini, per favorire la conoscenza dei progetti di rigenerazione e la partecipazione attiva degli abitanti che ne richiedono l’accesso, per esprimere le proprie idee e opinioni;
Favorire iniziative di gruppi di cittadini per gestire portali pubblici destinati a informare gli abitanti sullo stato e della propria città o area urbana, anche per proporre azioni di volontariato per la rivalorizzazione del proprio territorio;
Ricorrere a modalità di acquisizione del consenso simili al débat public, con incontri di informazione, approfondimento, discussione e gestione di eventuali conflitti e la raccolta di proposte e posizioni da parte dei partecipanti;
Valorizzare le proposte che prevedono il coinvolgimento di una pluralità di soggetti sia come partner sia come interlocutori, attraverso la sottoscrizione di Patti e Accordi di collaborazione.
Utilizzare le superfici premiali e gli incrementi, previsti dalle normative, per operazioni di miglioramento della sostenibilità ambientale degli edifici con la partecipazione degli abitanti, trasformandoli completamente senza abbatterli.
Per la valorizzazione dell’approccio multidisciplinare e multiattoriale il governo dovrebbe promuovere le idee di:
Unificare i diversi profili di istruttoria, sia quelli di carattere ambientale, attualmente oggetto di specifiche valutazioni, con quelli relativi alla sostenibilità urbanistica nell’unica sede della Conferenza di Servizi.
Ridefinire lo strumento della Conferenza di servizi come impegno reciproco dei soggetti partecipanti i cui esiti positivi, una volta sottoscritti, assumono il valore di Accordo di Programma.
Allineare le norme della progettazione alle esigenze della co-progettazione multidisciplinare per la rigenerazione urbana, prevedendo anche la figura del RUP sociale e l’innesto di figure professionali con diverse specializzazioni nei gruppi di progettazione.
Per incentivare il protagonismo sociale si dovrebbe
Definire il metodo e il processo di coinvolgimento dei cittadini nel progetto di rigenerazione quali elementi centrali e strutturanti nella costruzione del piano.
Adottare e diffondere pratiche eco-sostenibili, non soltanto a livello individuale, ma anche coinvolgendo l’aspetto collaborativo degli individui che vi risiedono.
Prevedere adeguata attenzione ai rapporti con gli abitanti, e con i soggetti socio culturali attivi sui territori anche nell’appalto di lavori e di servizi, definendo nei bandi di gara specifici compiti di supporto operativo destinati all’animazione sociale.
Coinvolgere gli investitori e i promotori dei progetti nel confronto con i territori e con i cittadini fin dalle prime fasi di definizione dei programmi.
lo sviluppo economico nelle periferie deve tenere conto dell’esigenza di
Riconoscere il “valore sociale“ dei beni relazionali definiti da indici legati alla cultura, alla pratica sportiva, al contrasto al disagio attraverso attività solidali e educative, alla difesa e cura dell’ambiente che dovranno essere inserite fra gli attivi del “bilancio sociale”;
Riconoscere la specificità del no-profit, profit-light o B Corp sia nei piani di investimenti, della comunicazione, nell’accesso alle reti e nei contratti sociali, da promuovere e definire, per i servizi primari (es. energia, rifiuti, idrico) per il funzionamento delle strutture sia pubbliche – date in gestione – che per i presidi socio-culturali privati riconosciuti dalle amministrazioni;
Riconoscere vantaggi fiscali alle aree oggetto di rigenerazione anche tramite il ricorso alle Zone Franche Urbane (ZFU) anche in singoli quartieri delle aree metropolitane;
Esaminare un possibile intervento sull’IMU dovuta dalle varie ATER/ALER ecc. ai Comuni in quanto patrimonio immobiliare pubblico con funzioni di servizio e non di rendita.
Adottare forme di riutilizzo dei ribassi d’asta per ulteriori interventi di co-progettazione nello stesso territorio da cui sono generati.
Favorire processi che sviluppino una consapevolezza diversa di utilizzo dello spazio della città superando gli schemi tradizionali della rendita fondiaria in favore di forme innovative di sviluppo di economie.
Individuare e favorire forme di densificazione di alcune aree nei Piani di Zona per l’edilizia residenziale pubblica mirate a sviluppare una maggiore mixitè di abitanti, attraverso collaborazioni tra Aziende pubbliche di Edilizia Residenziale, Amministrazioni e Investitori esterni per realizzare alloggi in Social Housing.
Introdurre crediti d’imposta a favore di cittadini o imprese che svolgono attività socio culturali in partnership con le Amministrazioni negli spazi pubblici.
La promozione del coordinamento unico e della semplificazione passa da due punti imprescindibili:
Concentrare le responsabilità in pochi soggetti che possano assumere anche competenze dei partecipanti inerti o inadempienti.
Valorizzare il ruolo del Responsabile Unico del Procedimento come il soggetto garante per l’attuazione degli interventi.
I rappresentanti delle realtà territoriali di Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma, Palermo e Torino convengono infine sull’opportunità e sulla necessità di rinnovare anche nella prossima legislatura l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie e chiedono alle forze politiche un impegno unanime sul punto anche alla luce dell’ottimo lavoro svolto dalla commissione istituita nella XVII legislatura;
Impegna il governo a mettere in campo iniziative normative a favore delle periferie coerenti e conseguenti con i punti programmatici esposti in premessa, mirando principalmente a:
Promuovere, in occasione di progetti di rigenerazione, modalità di coinvolgimento dei cittadini e acquisizione del consenso simili al débat public, con incontri di informazione, approfondimento, discussione e gestione di eventuali conflitti e la raccolta di proposte e posizioni da parte dei partecipanti;
Introdurre miglioramenti allo strumento della Conferenza di servizi anche sotto forma di impegni reciproci dei soggetti partecipanti i cui esiti positivi, una volta sottoscritti, assumano il valore di Accordo di Programma;
Introdurre forme di riutilizzo dei ribassi d’asta per ulteriori interventi di co-progettazione nello stesso territorio da cui sono generati
Garantire l’attuazione degli interventi per le periferie creando, a partire dal bilancio 2018, una voce specifica per l’attuazione di un piano decennale con risorse rivenienti da prelievo statale IMU per interventi di rigenerazione urbana nelle aree più deboli e socialmente sensibili e promuovere il coordinamento unico;
Intervenire sugli attuali criteri di riparto del Fondo di solidarietà comunale, con maggiore attenzione dei territori tramite l’indicatore di BES ( Benessere Equo e Sostenibile).