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La mappa delle proprietà riassegnate dal Comune. Nascono social market, si creano spazi per le start up e perfino per una ciclofficina. L’assessore Benelli: “La nostra missione è trasformare le situazioni”
In via Leoncavallo 12 meno di dieci anni fa si organizzava il traffico di droga tra Milano e Palermo. Da oltre un anno è qui che l’associazione Terza settimana gestisce il primo social market della città, con pane e latte a prezzi scontati, se non gratis per chi ha serie difficoltà economiche. I passaggi: un bene confiscato alla mafia, convertito al sociale dal Comune una volta che ne ha potuto disporre, una nuova vita. Welfare ma anche cultura. In via Val Trompia 45, a Quarto Oggiaro, in uno spazio vuoto è nato Fabriq, un incubatore dedicato all’innovazione, con 15 start up, dietro ciascuna un’idea imprenditoriale da coltivare.
È la strada della rinascita degli spazi pubblici della città: dall’inizio del mandato, in tre anni, la giunta Pisapia ha riassegnato oltre 300 sue proprietà ad associazioni già strutturate ma anche a piccole cooperative di varia natura. Erano edifici vuoti o dismessi, ora sono già vivi o con un progetto avviato da sviluppare. Il percorso non è ancora finito, la strada è lunga. Ci sono grandi ferite da risanare, le Scuderie De Montel a San Siro e l’ex Marchiondi a Baggio sono solo due casi di un futuro che oggi, difficilmente, si intravede. Ma l’obiettivo è ambizioso: entro la fine del mandato l’amministrazione punta a completare la missione riempiendo di idee e persone le altre decine di luoghi ancora senz’anima della città.
La politica negli ultimi anni in questo settore si è evoluta. Una necessità per andare incontro alla fame di spazi che in città è un’esigenza insaziabile. Così, si sono cambiati approccio e regole: si punta meno sull’anzianità delle associazioni che si fanno avanti e più sul progetto che c’è dietro, e che deve tenere conto della storia di quel luogo, delle necessità di chi lo vive, dei progetti sociali o turistici che possono trovare lì una casa. E ancora dove si può si abbattono gli affitti, chi ristruttura spesso non paga il canone per un certo periodo, ci sono regole più semplici con bandi aperti spesso anche alle associazioni ancora in fase di costituzione. E la risposta della città è stata talvolta entusiasta. Al bando ‘Fatevi spazio’, che assegna 23 locali ad associazioni, chiuso da poco, le proposte arrivate sono state 130 e 650 i sopralluoghi effettuati. Segno che un interesse della città, da intercettare, c’è.
Dopo mesi di lavoro tra vari assessorati comunali, oggi la mappa degli spazi comunali disponibili con i relativi piani di riutilizzo è pronta, il Comune l’ha pubblicata online. Ci sono i 45 progetti socioculturali (che con ‘Fatevi Spazio’ saranno 70), come il primo albergo sociale nell’ex scuola di via Mambretti e la Casa dei diritti di via De Amicis. Ci sono i 100 beni confiscati alle mafie, trasferiti dallo Stato al Comune, che stanno riaprendo gradualmente. E poi la novità di start up e incubatori, realtà sorte da bandi come ‘Risorse in periferia’ e ‘Tira su la clèr’, che hanno dato un indirizzo e risorse a nuove aziende aperte in periferia, col doppio intento di riaprire le porte a strutture dimenticate e di rivitalizzare i quartieri più decentrati.
Anche con le cascine l’assessorato all’Urbanistica sta provando una strada simile, promuovendo il recupero di quelle più storiche come la Monluè, sede oggi di attività culturali e di accoglienza. E ancora sono promossi gli spazi di socialità per i quartieri, punti di ritrovo per i residenti delle zone popolari. Anche il verde è un futuro possibile: tra i giardini condivisi che hanno preso il posto del nulla ci sono quello dedicato a Lea Garofalo a Porta Volta o l’Isola Pepe Verde.
La nuova vita può anche essere a tempo determinato. Uno degli esempi più significativi del riuso temporaneo è la Palazzina 7 in viale Molise 68, oggi ciclofficina. Poi ci sono negozi comunali vuoti, rinati spesso in librerie a canone agevolato, oltre a 40 recuperi già avviati. Ma la rinascita non è finita: «La caccia agli spazi prosegue e man mano che si trovano immobili liberi cerchiamo di assegnarli — dice l’assessore al Demanio, Daniela Benelli — dietro ogni caso c’è un grande lavoro, il bando, sopralluoghi, le proposte, i controlli. La nostra missione prosegue e contiamo di arrivare a fine mandato riempiendo tutti gli spazi pubblici oggi ancora vuoti».