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Mia Madre

Moretti commuove e divide.

 

il ballo

il ballo

A fine film la maggior parte degli spettatori sono rimasti seduti più di quanto non accada normalmente, fermi lì al loro posto, ho pensato che fosse la commozione che suscita il film a creare quella sorte di fermo immagine nella sala, si, commozione, perché il film di Moretti “Mia madre” di questo sentimento ne suscita tanto.

Ci sono almeno due narrazioni in questo film, una intima che riguarda tutti coloro che vivono, seppur da punti di vista diversi, la perdita di Ada e quella dei protagonisti maggiori del film, tra cui l’attore Burry Huggins interpretato splendidamente da John Turturro; l’altra che guarda invece, con un film accanto al film, alla realtà esterna, ed in particolare al lavoro, alla sua mancanza, al conflitto in atto nel mondo del lavoro.

in ospedale

in ospedale

Giovanni e Margherita sono i due figli che seguono l’ultimo percorso della loro cara madre, Ada. Lentamente ma inesorabilmente arriva il momento in cui i due fratelli capiranno che la vita della loro mamma sta giungendo al termine, questa presa di coscienza li riavvicina e nello stesso tempo segna la tragica consapevolezza che la vita ha una fine e che tutto ciò che ha rappresentato quella vita non sappiamo dove andrà. Quel tempo trascorso insieme svanisce quando la persona che lo rappresentava non c’è più, muore. Così un vuoto incolmabile si apre dentro di noi, un vuoto che fa emergere dolore e smarrimento. Ecco, questo sentimento ci viene trasmesso con grande forza dal film di Moretti.
Ma come nella realtà il lutto deve convivere con lo scorrere della vita così il film ci offre oltre alla commozione altri sentimenti e momenti veramente notevoli.
La smemoratezza del protagonista del film che sta girando Margherita, ma anche la sua simpatia e il suo talento che possiamo ammirare in una meravigliosa scena di ballo che rifà il verso a Quentin Tarantino.
L’amore filiale di Margherita e il primo marito che traspare in modo semplice quando i due insegnano alla loro figlia ad andare in motorino.
Ma su tutto aleggia lo smarrimento, il grande dolore della morte, si può e si deve non esserne travolti, ma non si può evitare, così il pianto di Livia quando la nonna muore, la decisione di Giovanni rispetto al suo lavoro per seguire la madre giorno per giorno e l’andare via dal set di Margherita quando viene chiamata perché Ada sta morendo; la stessa Ada che affronta con dignità la fine, ma anche con grande dolore e smarrimento.
Così dopo Habemus Papam, Nanni Moretti torna al biografico e questo tema gli offre la possibilità di farlo con una scrittura universale, con un film che riesce a parlare con grande misurazione di un momento che prima o poi la maggioranza delle persone deve affrontare.

mia madrePoi come sempre Moretti divide anche e alcuni tra gli amici che lo hanno visto non hanno gradito quell’aria che può sembrare o minimalista se vissuta in positivo o ruffiana e distante se vissuta in negativo. Moretti o si ama o non si sopporta, eppure io credo che soprattutto dopo La stanza del figlio e Habemus Papam, la stoffa di grande regista si vede.

Trailer:
https://youtu.be/hGtT3H1rBjI

Così scrive chi non ha invece gradito:
http://www.badtaste.it/2015/04/19/bad-movie-mia-madre-di-nanni-moretti/124147/

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Questo articolo è pubblicato anche su  http://webappunti.blogspot.it/

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