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Masterminds – I geni della truffa (Loomis Fargo)

La rapina non ha il beat

di Jared Hess. Con Kristen WiigOwen WilsonJason SudeikisZach GalifianakisKen Marino  USA 2015

David Ghannt (Galifianakis) è un portavalori della Loomis ed è innamorato della collega Kelly (Wiig), anche se sta per sposarsi con la petulante Jandice (Kate McKinnon). Un giorno l’irrequieta Kelly lascia il lavoro e va a vivere dal suo amico Steve (Owen Wilson). Questi è un ladro e convince la ragazza a sedurre David perché rapini per loro la Loomis. Lui,esasperato dagli sgarbi della fidanzata e della futura suocera (Jill Jay Clements) e innamorato cotto accetta con entusiasmo. Durante il colpo ne combina di tutti i colori: si fa sorprendere dal collega Ty (Njema Williams), rimane incastrato nel furgoncino e, soprattutto, viene ripreso da una telecamera di sorveglianza. Il colpo però riesce e frutta ben 17 milioni di dollari. Steve gli procura, sottraendoli al killer Mike McKinney(Sudeikis), dei documenti falsi e lo spedisce in Messico con 20.000 dollari e Kelly gli promette di raggiungerlo al più presto con la sua parte del bottino. David, fiducioso, parte e si tiene in contatto con la sua amata ma, quando lei sta per rivelargli di non avere nessuna intenzione di andare da lui, Steve la costringe a farsi dare l’indirizzo in Messico; David è ormai, grazie alla telecamera della Loomis, su tutti telegiornali, la grintosa detective FBI (Leslie Jones), che segue il caso sta cercando i complici e Steve è convinto che farlo arrestare sia il modo migliore per calmare le acque, certo che David non farà mai i loro nomi per non compromettere l’amata. Lui sfugge, avventurosamente, all’arresto e ora vaga per il Messico, spaventato e con pochi soldi e lancia messaggi disperati a Kelly. Steve – che, nel frattempo, ha abbandonato ogni prudenza e spinto dalla moglie Michelle (Mary Elizabeth Ellis) ha comprato un’enorme villa e vive da nababbo – assolda McKinney per uccidere David; Kelly lo viene a sapere e cerca di metterlo in guardia ma il killer arriva prima e sta per farlo a fette (è un sadico); quando dai documenti (falsi) scopre che si chiama come lui e che è nato lo stesso giorno e, interpretando questo come un segno del destino, lo abbraccia come un fratellino e gli regala anche un po’ di soldi. David chiama Steve e minaccia di denunciarlo se non gli fa un bonifico in Messico di sei milioni ma questi rapisce Kelly e minaccia di ucciderla. David torna in America il giorno dell’inaugurazione della faraonica villa dell’ex-complice e riesce a liberare la ragazza e, raggiunto da Steve, accortosi che la detective è in ascolto da un furgone dentro la villa e lo induce a vantarsi delle sue gesta. Vengono tutti arrestati ma i sei anni di carcere di David saranno lievi, sia perché troverà Kelly – anche lei condannata allo stesso numero di anni – ad aspettarlo, sia perché l’entità del bottino (il più alto della storia delle rapine in America) gli riserva un trattamento di grande rispetto da parte degli altri detenuti e, non ultimo, perché ha nascosto – durante l’incursione nella villa dell’ex-complice due bei milioncini.

La rapina è uno dei soggetti che più spesso hanno ispirato film comici – vedi I soliti ignoti di Monicelli, I mitici di Vanzina, Prendi i soldi e scappa di Allen – ed ha precedenti letterari illustri, valga per tutti la saga di Donald E. Westlake con il ladro pasticcione e sfortunato Dortmunder; questo film avrebbe tutti i presupposti per essere piacevole: la storia paradossale ma  realmente accaduta (nei titoli di coda vediamo alcuni interpreti con i veri rapinatori), il regista specialista di commedie dell’assurdo (Napoleon Dynamite, Super Nacho) e un cast di ottimi comedians (Galifianakis è esplosi con i tre Notte da leoni, la Wiig è la protagonista de Le amiche della sposa, la McKinnon era la più divertente nel recente Ghostbusters  e Sudeikis lo era nei due Come ammazzare il capo e vivere felici). Però qualcosa non gira nell’ingranaggio; ogni commedia ha bisogno di un ritmo, di un beat preciso e questa non lo ha; probabilmente le difficoltà finanziarie della Relativity Media che lo ha prodotto non hanno reso possibile un indispensabile lavoro finale di pulitura e accorpamento in fase di post-produzione; sta di fatto che quello che, con due anni di ritardo dal previsto, vediamo è un insieme di gag affastellate e situazioni e personaggi minori che lascerebbero intendere un qualche sviluppo lasciati in sospeso. Peccato; un’ occasione persa.

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