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È grande letteratura: è un film
di Kenneth Lonergan. Con Casey Affleck, Michelle Williams, Kyle Chandler, Lucas Hedges, Gretchen Mol USA 2016
Lee Chandler (Affleck) è il tuttofare di un complesso di abitazioni nella periferia di Boston e vive da solo in sottoscala. Chiuso e cupo, fa il suo lavoro senza nessuna reazione alle chiacchere e alle provocazioni delle condomine (Virginia Loring Cooke, Quincy Tayler Bernstine, Missy Yager). Un giorno gli arriva una telefonata e, dopo aver preso accordi con il suo capo (Stephen Henderson), va a Manchester by the Sea, la sua città natale. E’ morto suo fratello Joe (Chandler), che soffriva da tempo di cuore. In ospedale lo aspetta George (C.J. Wilson) amico e socio del defunto, che si offre di aiutarlo e di telefonare alla ex-moglie di Lee, Randy (Williams), con la quale lui non si sente di parlare. Lui invece va a dare la notizia al nipote Patrick (Hedges), che si sta allenando ad hockey; a questo nipote lui è sempre stato molto legato e, quando era piccolo (Ben O’Brian), lo portava spesso a pescare con la barca di Joe. La sera arrivano un paio di amici del ragazzo, C.J. (Christian J. Mallen), Joel (Oscar Wahlberg) e Silvie (Kara Hayward), con la quale lui passerà la notte, raccomandando allo zio di non dire ai genitori di lei che hanno dormito nello stesso letto. Wess (Josh Hamilton), l’esecutore testamentario, convoca Lee e gli comunica che Joe ha predisposto tutto perché lui possa fargli da tutore fino al compimento del 21nesimo anno. Lee, spaventato, prende tempo e cerca una soluzione ma non è facile: della madre del ragazzo, Elise (Mol), alcolista e malata di nervi, si sono perse le tracce (in realtà, Patrick è in contatto, di nascosto, con lei via mail) e gli altri zii vivono molto lontano. I funerali sono, intanto, rinviati: la terra è troppo ghiacciata per poter scavare e il corpo è conservato il un congelatore; Pat ne soffre e una sera, aprendo il frigorifero, fa cadere della carne dal freezer ed ha un attacco d’angoscia, per il quale Lee gli sta vicino sino a che non si addormenta. Una sera lo zio lo accompagna dalla sua altra ragazza, Sandy (Anna Baryshnikov), dove prova con la sua band e la madre della ragazza, Jill (Heather Burns), lo invita a cena ma lui, schivo come sempre, rifiuta. Nel frattempo cerca lavoro ma nessuno vuole darglielo; sappiamo che tende ad essere rissoso quando beve ma, via via, scopriamo il suo segreto: lui era felice con Randy e i loro tre bambini quando, una sera in cui aveva bevuto e fumato erba con gli amici, era uscito, accendendo male il camino; nell’incendio che ne era derivato i suoi tre figli erano morti. Alla stazione di polizia, dopo essere stato interrogato, aveva tolgo la pistola ad un agente e tentato di spararsi, fermato da Joe e dal padre (Tom Kemp). Qualche sera dopo, Patrick gli chiede di tenere compagnia a Jill – che si è un po’ invaghita di lui- mentre lui e Sandy fanno l’amore per la prima volta; lui rimane muto per tutta la sera e Jill, imbarazzata, disturba di continuo i due ragazzi. Arriva il giorno del funerale e vi partecipa anche Randy, incinta al nono mese, con il nuovo marito (Liam McNeill), che, nel vederlo, si commuove. Lee, dopo aver cercato di spiegare al nipote che non possono permettersi di tenere la barca – alla quale il ragazzo tiene molto – perché non hanno i soldi per rifare il motore, trova una soluzione, vendendo la collezione di fucili di Joe. Elise si fa viva e invita a pranzo il ragazzo; ora ha un nuovo marito – il religiosissimo Jeffrey (Matthew Broderick) – e dichiara di essere uscita dall’alcool ma dopo pochi bocconi ha una crisi di panico e scappa in cucina, forse a bere. Lee sta cercando una soluzione per poter stare con Patrick, che lo vorrebbe con se ma un giorno incontra Randy mentre porta a spasso il neonato, che scoppia in lacrime, gli chiede perdono per le cose orribili che gli aveva detto dopo la tragedia e gli dice di amarlo ancora. Lui scappa e va a bere in un pub, dove fa scoppiare l’ennesima rissa. Poco dopo, compreso che non ce la fa a tornare a vivere a Manchester, chiede a George e alla moglie Janine (Jami Tennille), di ospitare Patrick, in cambio dei soldi che Joe aveva lasciato. Lui va a fare il portiere in città e promette al deluso Patrick che non scomparirà. Nell’ultima inquadratura li vediamo pescare insieme nella loro barca.
Kenneth Logan ha una storia registica complessa: sceneggiatore di successo (Terapia e pallottole, Gangs of New York), nel 1999 ha diretto Conta su di me, piccolo film di grande spessore narrativo che lo ha subito fatto apprezzare ma il suo secondo film, Margareth, per problemi legali, è uscito, un po’ in sordina, sette anni dopo la realizzazione e, perciò, solo l’anno scorso ha potuto scrivere e dirigere Manchester by the Sea, che è stato già premiato al BAFTA per la sceneggiatura e l’interpretazione di Affleck e che ha ben 6 nomination per l’Oscar. Meritatissime perché è un gran film, scritto ed interpretato benissimo ma, soprattutto, girato splendidamente. Manchester by the Sea è uno degli esempi alti di come il cinema americano sappia essere, per intero, letteratura; non tanto e non solo per qualità di scrittura ma per la capacità di “scrivere” stati d’animo ed emozioni con la macchina da presa. Qui i desolati paesaggi innevati, la misera periferia di Boston, la stessa railway, percorsa quasi in tempo reale, ci raccontano una solitudine abissale e un dolore trattenuto esattamente come la dolente fissità dello sguardo dell’intenso Affleck. Non ne uscirete allegrissimi ma, certamente, emozionati dalla straordinaria capacità di racconto.