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#Libera: presentati oggi dati di tre anni di attività di Fondazione nazionale Antiusura Interesse Uomo

Fondazione nazionale Antiusura Interesse Uomo
in collaborazione con Libera presenta dati sulle attività antiusura
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129 persone minacciate dall’usura, il 70% riguarda le regioni del sud;
32 persone minacciate da usura di mafia e che hanno denunciato alla magistratura.
La Fondazione nazionale antiusura Interesse Uomo in collaborazione degli sportelli del “Servizio SOS giustizia” di Libera, in quasi tre anni di attività sull’intero territorio nazionale ha incontrato circa 700 persone registrando tra il 2012 e il 2014 un aumento complessivo del 113%.

Tre anni di attività di ascolto di persone in difficoltà, colpite e minacciate dalla piaga dell’usura. La  Fondazione nazionale antiusura Interesse Uomo grazie alla collaborazione degli sportelli del “Servizio SOS giustizia” di Libera ha presentato stamattina a Potenza alla presenza di
don Marcello Cozzi, Presidente fondazione Antiusura Interesse Uomo e responsabile Sportelli SOS Giustizia di Libera, On. Filippo Bubbico, Viceministro dell’Interno, Dott. Santi Giuffrè, Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket.i dati, numeri e storia di  in quasi tre anni di attività sull’intero territorio nazionale: circa 700  persone incontrate registrando tra il 2012 e il 2014 un aumento complessivo del 113%.

Si tratta essenzialmente, di lavoratori autonomi e persone con reddito fisso. Nel 2014  rispetto al 2013 si registra un tracollo pari a -44,1% dei cosiddetti lavoratori dipendenti o pensionati.
Le storie, i numeri presenti nel Rapporto ci fotografano un aumento esponenziale delle situazioni debitorie procapite che genera  sempre piu’  rassegnazione che induce tanti a non cercare più alcuna soluzione a copertura dei propri debiti dovendo scegliere drammaticamente tra la chiusura del debito e la sussistenza quotidiana.

L’usura incontrate , 129 persone che si sono rivolti agli sportelli,  colpisce soprattutto il sud, circa il 70% dei casi. Fanno riflettere i dati del Piemonte (terzo) e del Veneto (ottavo), a conferma, soprattutto questi ultimi, dei dati preoccupanti riportati nella relazione della DIA relativa agli anni 2012-2014.
Le vittime incontrate sono prevalentemente uomini (84%) e soprattutto lavoratori autonomi (53%) le cui storie  dicono che sono vittime due volte, prima della crisi e poi dell’usura. Nel 57% dei casi, infatti, si è fatto ricorso al prestito usuraio per far fronte alle difficoltà economiche delle proprie imprese o attività commerciali e nel 64% dei casi i soldi avuti dagli usurai sono serviti per cercare di risolvere quelle stesse difficili situazioni, spesso inutilmente.

“Grazie al lavoro degli operatori degli sportelli- commenta Don Marcello Cozzi, Presidente fondazione Antiusura Interesse Uomo e responsabile Sportelli SOS Giustizia di Libera  – abbiamo accompagnato alla denuncia il 14% delle persone, ed è molto  significativo che in una regione difficile come la Calabria ciò sia avvenuto nella stragrande maggioranza delle persone incontrate (il 70,8%)  e che quasi sempre ci hanno confidato storie di usura gestita da clan mafiosi. L’usura di mafia è quella che maggiormente abbiamo incontrato nel 2014; ce ne hanno parlato, infatti, 32 vittime delle 57 che da nord e sud hanno deciso di denunciare. “

È vero- si legge nel Rapporto della Fondazione Nazionale Antiusura Interesse Uomo- che l’Istat evidenzia un lieve aumento delle denunce negli ultimi tre anni , è anche vero però che sono tantissimi a non denunciare anche perché non incoraggiati dalle storie di chi lo ha fatto ed è rimasto impantanato tra lungaggini burocratiche riguardo gli accessi ai benefici delle leggi e lentezze giudiziarie.

Tuttavia il dato complessivo di questo triennio ci parla prima di tutto della crisi in atto. E se i nostri numeri ci dicono, come anche la DIA e l’Istat confermano, che Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta rappresentano una sorta di isole felici sia sul versante dell’usura che su quello del rischio usura (non ci è pervenuta nessuna richiesta di aiuto), nello stesso tempo confermano, che la crisi flagella in modo particolare il Sud: il 78% delle richieste di aiuto infatti ci sono pervenute dal sud e dalle isole.

“Proprio questo- conclude Don Marcello Cozzi- ci porta a considerare che, alla luce delle disastrose situazioni economiche che ascoltiamo nel racconto di tanti e delle situazioni debitorie sempre più senza rimedio, tutto ci parla di una crisi strutturale di più grande portata, dinanzi alla quale noi avvertiamo sempre più di rappresentare solo una specie di Lampedusa di un sistema sociale ed economico complessivo che scarta sempre più persone e del quale l’usura, da un lato è semplicemente una conseguenza devastante, e dall’altro un male necessario. Alla fine i disperati che approdano sulle nostre coste sono solo una minima parte dei tanti altri che invece si perdono e perdono tutto per strada.”

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