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Prosegue l'azione del Forum terzo settore Lazio, la redazione ringrazia i partecipanti al dibattito e i sottoscrittori della presente lettera
Caro Presidente,
Le scriviamo per rappresentare alla Sua attenzione la grande opportunità di aumentare la qualità delle relazioni tra il Terzo Settore operante nella regione Lazio e l’organismo politico e amministrativo da lei rappresentato, così come già avviene in altre Regioni italiane che hanno codificato legislativamente tali relazioni. Una per tutte la legge della Regione Liguria.
Nel nostro territorio sono mancate le importanti funzioni legislative, di indirizzo, programmazione e pianificazione della Regione, cioè gli alti compiti che la Costituzione affida alle Regioni e che un regionalismo maturo avrebbe dovuto assumere come massimo obiettivo da affermare.
Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a una mancanza di visione istituzionale e di lungimiranza politica che ci fa ritrovare negli ultimi posti tra le Regioni in Italia. Le ragioni sono tante e complesse: lo status eccezionale di Roma, il suo peso e le sue contraddizioni sul territorio regionale, una visione ristretta all’amministrazione quotidiana e spesso alla pura emergenza, un prevalere di interessi di parte e, a volte, personali.
In questo contesto, il Terzo Settore è cresciuto e si è radicato nel tessuto civile ed economico della Regione come ha potuto, tentando di interpretare bisogni, di sperimentare proposte di welfare, salute, integrazione sociale e modelli educativi, di tutelare i diritti dei consumatori così come i diritti dei deboli, di confortare e accompagnare vite dolenti, di salvaguardare l’ambiente e lo sport non agonistico e, non ultimo, di promuovere la legalità. E ciò senza una legge quadro che permettesse una coerente azione di indirizzo e di azione, senza una chiara definizione dei ruoli, subendo una invasività della politica locale e una lettura spesso legalistica o formale, qualche volta arbitraria della pubblica amministrazione.
Siamo cresciuti e di questo si è avvantaggiata la cittadinanza e la qualità civica e partecipativa dei cittadini che hanno trovato possibilità di auto-organizzazione per fronteggiare i loro bisogni profondi. Siamo cresciuti anche senza leggi e regole di indirizzo in una devastante difformità di comportamento degli enti locali, così come delle ASL.
Secondo l’Istat nel Lazio negli ultimi dieci anni siamo cresciuti del 33.5% come numero di organizzazioni e del 42,8% come numero di addetti rappresentando il 5,6% della forza lavoro regionale, anche se non siamo pagati per i servizi resi e se sono mancati criteri certi e profili professionali per il lavoro sociale.
Nel breve tempo della Sua presidenza abbiamo sentito con fermezza che il clima stagnante era stato messo da parte. Stiamo assistendo finalmente a una gestione corretta dei fondi, a un risanamento dei conti, soprattutto della sanità, a uno sforzo immane per risalire la china portando il Lazio tra le regioni virtuose. Stiamo assistendo a un ripensamento della organizzazione amministrativa e la spinta verso una integrazione socio-sanitaria ne è testimone.
Le notizie di cronaca provenienti dall’indagine della Procura di Roma denominata “Mondo di mezzo” indicano all’opinione pubblica i gravissimi comportamenti e le responsabilità di esponenti di alcune, pochissime, cooperative sociali. L’indagine che vede la nostra condivisione e consenso fotografa reati e illeciti intollerabili, specialmente perché rivolti verso soggetti deboli.
La stragrande parte della famiglia del Terzo Settore ne è ferita e stupita. È questo il messaggio che vogliamo portarLe: lo stupore e la ferita di tanti operatori sociali, di tante organizzazioni di Cooperazione Sociale, di Associazioni di Promozione Sociale, di Volontariato che sentono in tutto ciò la negazione della loro scelta di vita e il contrario di tutto ciò per cui si sono impegnati e si impegnano quotidianamente.
La Regione Lazio, con lungimiranza ha promosso e sottoscritto un Patto per la Legalità con i soggetti imprenditoriali tra cui anche quelli di Terzo Settore. Alla luce dei fatti emersi, sentiamo l’urgenza di approfondire quel patto, perché vada allargato a tutto il Terzo Settore includendo così Associazioni e Volontariato che possono dare un grande contributo per contrastare quella cultura dell’illegalità nella quale prospera la corruzione e la presenza malavitosa.
È evidente che le responsabilità sono personali, sia nel Terzo Settore che nella imprenditoria, sia nella politica che nella pubblica amministrazione, ma regole chiare e fattive, pianificazione delle risorse, tempi certi nei pagamenti e comportamenti coerenti, definizione delle competenze, chiarezza degli obbiettivi e controllo e verifica dei risultati, cioè una buona amministrazione, asciugano l’area grigia in cui discrezionalità e cattivi comportamenti allignano. Ci sono molte cose positive a livello legislativo che vorremmo condividere con Lei per accelerare il passo di alcuni provvedimenti, per ipotizzarne di nuovi, per dare un merito ai tanti operatori che con loro sforzo e impegno personale hanno aumentato la qualità di vita nella Regione.
Gianni Palumbo [portavoce@terzosettorelazio.it]
Eugenio de Crescenzo [eugenio.decrescenzo@agcilazio.it] Vice presidente regionale AGCI
Roma, 5 febbraio 2015