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Due anziani inglesi in una cartolina
di Roger Michell. Con Jim Broadbent, Lindsay Duncan, Jeff Goldblum, Olly Alexander, Judith Davis USA 2013
Nick (Broadbent) e Meg (Duncan) per festeggiare il trentesimo anniversario delle loro nozze decidono di passare un week end a Parigi; vanno nell’alberghetto di Momtmarte che li aveva ospitati in luna di miele e (non vedendolo più con gli occhi della giovanile passione) si accorgono che è una stamberga; si trasferiscono, quindi, nella suite di un hotel a cinque stelle e, tra affettuosità, baruffe, goliardate (scappano da un ristorante costosissimo senza pagare il conto) e qualche confessione (Nick è stato prepensionato dall’università per una frase innocentemente politically uncorrect detta ad una studentessa di colore e sospetta che Meg gli sia infedele), il fine settimana sembra mettere alla luce le varie crepe del loro rapporto. Incontrano Morgan (Goldblum), saggista di grido che li invita ad una cena per il proprio compleanno; lui è narciso e superficiale ma considera Nick, suo mentore anni prima, un grande maestro di vita e di rigore politico. Morgan vive con la nuova giovane moglie Eve (Davis) e con il figlio Michael (Alexander) e Nick, tra un sorso di whisky e uno spinello, confida al ragazzo la propria paura di perdere Meg; a cena poi, al momento dei brindisi, confessa tutti suoi fallimenti all’amico che lo idealizzava. Tornati in albergo, i due scoprono di non avere i soldi per pagare l’astronomico conto della suite e dovranno chiedere aiuto a Morgan.
La storia è ben pensata, gli attori sono bravissimi, la scrittura ha il giusto alternarsi di ironia e commozione ma la macchina nel suo insieme non funziona: Michell (Notting Hill), si direbbe, ha preso la sceneggiatura di Hanif Kureishi (l’autore dello script di My beautiful laundrette) e la ha messa in scena senza particolare sforzo di fantasia. Il risultato è un film un po’ cartolinesco, come la Tour Eiffel che occhieggia ingombrante da varie inquadrature.