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Si chiama “Sicurezza WhatsApp”, un quartiere in chat per dire no al degrado. Ladri, buche, cumuli di immondizia, scippi, roghi tossici. A Roma c’è Tor Sapienza, quadrante della periferia est, che da tempo sta cercando nuovi modi per combattere il degrado. “Abbiamo attivato il servizio da qualche giorno, ed è molto usato” spiega Roberto Torre del comitato di quartiere Tor Sapienza.
Lo stesso quartiere dove scoppiò la rivolta contro i migranti nel centro di accoglienza di viale Giorgio Morandi, lo stesso soffocato da anni dai roghi tossici che partono nei pressi del campo nomadi di via Salviati. E lo stesso dove è morta la ventenne cinese Yao Zhang, scippata nella stazione deserta di Tor Sapienza, travolta da un treno mentre tentava di inseguire i ladri. Ci provano ancora, dopo aver creato gruppi su Facebook, aver scritto decine di e-mail al municipio e al Comune. “Siamo abbandonati” l’eco delle parole dei residenti. Ora c’è questo numero (338.6105342) diffuso dal gruppo Fb del comitato di quartiere che invita “tutti i cittadini a memorizzare questo numero e ad inviare foto e segnalazioni sul territorio. Le segnalazioni saranno inoltrate dal Comitato a tutti gli uffici di competenza”.
Ci proveranno, ancora una volta, a sostituirsi al vuoto. Così come hanno fatto tempo fa i residenti delle Cinque Colline. Stavolta siamo a Roma sud, sulla Laurentina al confine con Pomezia. La loro battaglia contro gli incivili che lanciano sacchetti dell’immondizia a terra è stata vinta installando cartelli che avvisano: “Area sottoposta a videosorveglianza”. In attesa che qualcuno installi telecamere, sono i residenti a riprendere con gli smartphome chi abbandona immondizia. Seguono un vademecum condiviso con le forze per l’ordine. Anche loro, i residenti delle Cinque Colline, fanno ovviamente il “controllo del vicinato”.