Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone
Il complesso di edilizia residenziale pubblica di Corviale, nel quale vivono oltre seimila cittadini romani, versa in uno stato di profondo degrado.
Dopo anni di latitanza ed inerzia, su impulso degli abitanti e di un associazionismo particolarmente attivo, le istituzioni pubbliche, locali e nazionali, hanno adottato una serie di misure idonee ad intervenire sulle cause del degrado, attraverso importanti opere di ristrutturazione e ammodernamento della struttura, e di sviluppo dell’area circostante e dell’intero quartiere.
L’esecuzione delle opere previste (per un finanziamento complessivo di oltre 42 milioni di euro) è stata tuttavia bloccata, inspiegabilmente, dalla precedente Giunta Regionale (presidente Polverini).
Il Comune di Roma (sindaco Alemanno), i cui cittadini sono i reali beneficiari delle suddette opere, anziché pretendere l’esecuzione delle opere previste e già finanziate, è rimasto inerte.
Per reagire a questo stato di inerzia – che rischia concretamente di compromettere l’intero progetto di risanamento – e per contribuire a ripristinare la legalità, le associazioni IICA e CILD, insieme al Comitato Inquilini Corviale, all’associazione Corviale Domani e al Comitato di Quartiere Magliana Arvalia, hanno patrocinato una serie di iniziative legali volte da un lato ad ottenere l’esecuzione dei progetti finanziati, mediante lo strumento inedito dell’azione popolare, e dall’altro ad individuare le specifiche responsabilità di natura penale e amministrativo-contabile di coloro che – con le loro improvvide iniziative politiche o con colpevole inerzia – hanno bloccato i progetti in corso.
E’ stata proposta inoltre una innovativa azione civile collettiva degli inquilini nei confronti dell’Ente proprietario (l’ATER del Comune di Roma) per ottenere la condanna all’adempimento degli obblighi di manutenzione e il risarcimento dei danni subiti.
Di seguito una breve esposizione delle iniziative giudiziarie intraprese.
1) Ricorso al TAR Lazio mediante la proposizione di un’azione popolare.
L’art. 9 del d.ls. n. 267/2000 (T.U. degli Enti Locali) stabilisce che qualunque cittadino elettore può “far valere in giudizio le azioni e i ricorsi che spettano al comune e alla provincia” (art. 9, 1° comma, d.lgs. n. 267/2000).
Nel caso di specie, alcuni cittadini elettori del Comune di Roma, facendo propri gli interessi spettanti al Comune di Roma, rimasto inspiegabilmente inerte, hanno agito in giudizio per ottenere la condanna dell’ATER e della Regione Lazio a dare esecuzione al Protocollo di intesa sottoscritto in data 18.10.2007 dal Ministero delle Infrastrutture, dalla Regione Lazio, dall’ATER e dal Comune di Roma, che ha stanziato i fondi per realizzare le opere ristrutturazione edilizia con cambio di destinazione d’uso dei locali non residenziali siti al 3°, 4° e 5° piano dell’immobile di Corviale.
Strettamente connesse al citato progetto, vi sono inoltre le opere di verticalizzazione e compartimentazione dell’edificio, anch’esse già finanziate e in attesa di esecuzione.
Le opere di ristrutturazione edilizia approvate con il protocollo di intesa citato e finanziate dal Ministero delle Infrastrutture, a cui si era già dato un inizio di esecuzione da parte dell’ATER e del Comune di Roma, sono state bruscamente interrotte dalla Regione Lazio, che ha “invitato” l’ATER a sospendere le attività in corso.
Nonostante le diffide dei cittadini e delle associazioni impegnate sul territorio a dare esecuzione alle opere previste, ad oggi si è interrotta ogni attività, senza che l’amministrazione comunale abbia fatto alcunché per ottenere l’esecuzione di ciò che era stato precedentemente deliberato e finanziato.
Con il ricorso al TAR, pertanto, i ricorrenti si sono fatti carico del diritto del Comune di Roma di pretendere l’integrale esecuzione di quanto già pattuito e finanziato da parte della Regione Lazio e dell’ATER.
E’ stato richiesto, inoltre, sempre a favore del Comune, il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi da Roma Capitale per il ritardo inescusabile nell’esecuzione delle opere previste negli atti sopra indicati, nonché il risarcimento per il danno all’immagine subito dalla città di Roma.
Il ricorso, patrocinato dagli avv.ti Giuseppe Lo Mastro e Stefano Rossi, è attualmente pendente avanti al TAR Lazio (r.g. n. 2260/2013).
Fino ad ora il Comune di Roma non si è costituito in giudizio, perpetuando in tal modo l’incomprensibile inerzia nel pretendere l’esecuzione di importanti opere di ristrutturazione e recupero già deliberate e finanziate.
2) Denuncia alla Procura della Repubblica
Si è inoltre provveduto a presentare una denuncia penale, redatta dall’avv. Deborah Maidecchi e dall’avv. Stefano Rossi, nella quale si sono rappresentate due significative fattispecie.
La prima riguarda l’illecita interruzione dell’iter procedimentale degli interventi di riqualificazione dell’edificio, a cui sono stati destinati rilevanti finanziamenti pubblici, regolarmente erogati dal Ministero delle Infrastrutture, ricevuti dalla Regione Lazio, ma mai utilizzati per l’esecuzione dei lavori programmati.
La seconda concerne la crescente, insostenibile e grave situazione di pericolo che si sta determinando per l’incolumità pubblica, la sicurezza e l’ordine pubblico a seguito degli omessi interventi da parte delle Autorità competenti su una serie di illeciti commessi ai danni degli inquilini di Corviale.
In entrambi i casi vengono in rilievo comportamenti attivi e omissivi di soggetti che hanno provocato o, pur avendone i poteri, non hanno impedito gravissimi danni alla cittadinanza.
3) Denuncia alla Procura regionale della Corte dei conti
L’interruzione illegittima dell’iter procedimentale di riqualificazione dell’edificio di Corviale è causa di ingenti danni erariali derivanti sia dalle spese sostenute per le attività propedeutiche all’esecuzione dei progetti (su tutte il censimento degli occupanti abusivi, che ha impegnato in modo significativo il Comune e l’ATER) sia dai maggiori costi che il Comune e l’ATER saranno chiamati a sostenere per gli interventi futuri sull’edificio.
Con apposita denuncia, pertanto, si chiede alla Procura regionale di accertare e valutare se l’inerzia che si è determinata abbia prodotto un danno erariale e, in caso affermativo, se sia configurabile una responsabilità per danno erariale da parte dei soggetti che hanno ricoperto incarichi di vertice negli organi politici ed amministrativi di Roma Capitale, Regione Lazio e ATER del Comune di Roma.
4) Azione civile per chiedere all’ATER il risarcimenti dei danni subiti dagli inquilini di Corviale per l’omessa manutenzione dei beni e degli spazi comuni da parte dell’ATER
Tra gli assegnatari degli appartamenti siti nell’edificio di Corviale e l’ATER si è instaurato un regolare rapporto di locazione, caratterizzato dalle reciproche obbligazioni intercorrenti tra locatore e conduttore.
Nel fabbricato di Corviale si verifica un sistematico inadempimento delle obblighi di manutenzione da parte l’ATER del Comune di Roma, che determina una grave e persistente limitazione nel libero e completo godimento del bene locato da parte degli inquilini.
Con una innovativa azione civile, pertanto, gli inquilini di Corviale, rappresentati e difesi dall’avv. Giuseppe Lo Mastro e dall’avv. Stefano Rossi, hanno chiesto al Tribunale di Roma di condannare l’ATER al risarcimento di tutti i danni subiti a causa dell’inadempimento agli obblighi di manutenzione dei beni comuni facenti capo al proprietario dell’immobile.
L’udienza per la discussione della causa avanti al Tribunale di Roma, VI sez., Giudice dott.ssa Nardone, è fissata per il prossimo 3 marzo 2014.