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L’opera da tre euri (in crowdfunding)
di Francesco Dafano, Chiara De Marchis, Matteo Giancaspro, Cristian Iezzi, Gianluca Mangiasciutti, Giovanni Battista Origo, Solange Tonnini. Con Edoardo Pesce, Riccardo De Filippis, Alberto Di Stasio, Michele Bevilacqua, Luca Scapparone
Una speaker radiofonica (Azzurra Locchi) apre e chiude, con impietosa ironia, sei vicende di ordinario precariato:
Primo episodio: Santo Graal di Giovanni Battista Origo
Luciano (De Filippis) e Aurelio (Pesce), per sbarcare il lunario, fanno gli svuotacantine. Un giorno il nobile Partecipazi (Sergio Basile) dà loro un baule da portare via, dopo averli accolti con modi bruschi in una casa piena di suoi ritratti in fogge di varie epoche. Quando, nel bar di Bruno (Bruno Pavoncello), aprono il baule davanti al rigattiere Nando (Di Stasio) per vendergliene il contenuto, tra il ciarpame viene fuori una coppa di legno. Nando, intuendone il valore, chiama l’antiquario Dino (Stefano Corsi) che la riconosce come il Sacro Graal, la coppa dell’Ultima Cena che dà l’immortalità a chi vi beve dentro. Bruno porta del vino ma nessuno se la sente di provare: Dino è ebreo e con lui non funzionerebbe, Nando dovrebbe farla bere a tutti i suoi familiari, e Aurelio – interpretando anche il pensiero del suo socio, non intende passare l’eternità nella vana ricerca di un lavoro. Il pensionato Remo (Umberto Montorsi), però …
Secondo episodio: I Precari della Notte di Sole Tonnini e Gianluca Mangiasciutti
Cinque giovani, in jeans e gilet di pelle, Bellachioma (Bevilacqua), Lo Zoppo (Scapparone), Cucciolo (Alessandro Giuggioli), Pacco (Manfredi Saavedra) e Cesarino (Vittorio Giardina), i Precari, vanno con l’ultima corsa della metropolitana all’EUR per prenotarsi ad un bando dell’INPS ma sono in anticipo di un giorno e, tornando indietro, dovranno difendersi dalle temibili bande dei Cassintegrati e dei Lavoratori in Nero.
Terzo episodio: Curriculum vitae di Matteo Giancaspro
Francesco ha un curriculum invidiabile per gli studi e i master brillantemente superati ma non riesce a trovare lavoro. Non se ne capacita, nonostante la brutale chiarezza con la quale lo yuppissimo boss (Francesco Montanari) della Leader, avveniristica agenzia di lavoro, gli spiega che è proprio la sua competenza a spaventare i datori di lavoro. Quando l’ennesimo capo del personale (Lucio Patanè), letto il curriculum, lo caccia in malo modo, Francesco, disperato, sale al terrazzo e fa per buttarsi di sotto. La folla sottostante cerca di dissuaderlo e il pizzettaro Bruno fa una colletta e raccoglie ben 800 euro. Ma allora…!?
Quarto episodio: Crisalide di Cristian Iezzi e Chiara De Marchis
Laura (Emanuela Mascherini) è contenta: e stata assunta come pubblicitaria; il Direttore (Alberto Gimigniani) dell’agenzia le fa però firmare un foglio di dimissioni da far valere nel deprecabile caso di una maternità. Pazienza. Lei e il marito Marco (Remo Stella) festeggiano la provvidenziale assunzione; un po’ troppo, però: poco dopo lei si scopre incinta. L’unica soluzione è far finta di niente in ufficio, mangiare ostentatamente troppo per giustificare l’aumento di volume e di peso e, allo psicologo (Bruno Crucitti) dell’azienda giustificare gli sbalzi d’umore, inventando un adulterio del marito ma come si fa se, durante il parto, il capo ti chiama al telefono?
Quinto episodio: Il Parassita di Francesco Dafano
Un brillante creativo (Alessandro Giuggioli), inventa personaggi per una piccola società di merchandisng artigianale. La crisi e le malferme condizioni di salute, costringono il suo Capo (Ciro Scalera) a licenziarlo. Come se non bastasse, a casa trova un avviso di sfratto. Il nostro non si dà per vinto: va a casa del capo e, all’insaputa di questi, vive una vita speculare alla sua: mangia e dorme lì e, di giorno, quando l’anziano boss è via, gli corregge i progetti, creando un supereroe di grande successo. Se poi la malattia del Capo farà il suo corso, il piano sarà perfetto, sinché…
Sesto episodio: Il Posto Fisso di Sole Tonnini
Pietro (Scapparone) e Paolo (Bevilacqua) sono disoccupati alla costante ricerca di un lavoro, all’osteria, dove stanno bevendo un bicchiere di vino, arriva loro, riservatissima. la notizia di un posto fisso; Paolo si lascia scappare qualcosa e tutti gli avventori offrono loro dei soldi – la locandiera (Francesca Fago), se stessa – in cambio di quell’opportunità. Loro resistono e, lungo la strada, ammazzano con una fiondata il concorrente Corradini (Marco Bernardi), eludono il Bagarino (Simone Spinazzè) che offre biglietti per colloqui, legati a lavori improbabili e quasi si scontrano con Wonder Woman (Francesca Pisanello) che corre anche lei per arraffare un impiego. Arrivano a destinazione e dopo aver giurato eterna fedeltà all’Uomo del Colloquio (Edoardo Sala)…
In bici senza sella è un piccolo miracolo: un gruppo di giovani attori, sceneggiatori e registi, capitanato dal geniale e caparbio Alessandro Giuggioli ha deciso di fare un film che raccontasse in modo divertente la propria (ed universale) condizione di precariato. Nel loro cammino hanno incontrato, non a caso, la Tandem di Enzo Giulioli, storico produttore che 38 anni fa produsse il primo film di Nanni Moretti, Ecce Bombo. Parecchie porte si sono loro chiuse in faccia ma non si sono arresi e, con il sistema di crowdfunding – una raccolta di fondi porta a porta, molto diffusa tra le produzioni indipendenti americane e nordeuropee– hanno trovato i soldi necessari per completare il film. Alcuni noti attori (Montanari, De Filippis, Pesce, Di Stasio, tra gli altri) hanno partecipato all’operazione accontentandosi della paga sindacale, contribuendo non poco a dare all’operazione un taglio di commedia all’italiana moderna. Di questo, infatti, si tratta: di una riproposta intelligente e attualissima degli stilemi del nostro genere più blasonato. Come nella migliore tradizione, il film presenta vari piani di lettura: si ride di gag esilaranti, si medita sullo sperpero delle ultime generazioni, si gode di citazioni colte (I guerrieri della notte, Indiana Jones, Brecht, Beckett, addirittura Sergio Tofano e il suo Bonaventura, nel personaggio del nobile Partecipazi). Il film è già cult: Colin Firth, Stanley Tucci e Rupert Everett, ai quali il bulldozer Giuggioli l’ha fatto vedere, hanno rilasciato giudizi entusiastici (Firth lo ha addirittura accompagnato in una proiezione all’Università La Sapienza). Solo dei giovani potevano scherzare con efficacia sulla precarizzazione della loro generazione e loro ci sono riusciti benissimo.