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Il piano parte dal quartiere con più alta densità di stranieri. L’obiettivo è sviluppare nuovi modelli di integrazione e gestire potenziali tensioni.
Una squadra di psicologi “di strada” per intercettare bisogni e problemi di chi vive in via Padova, il quartiere più multietnico della città. La proposta è dell’Ordine degli psicologi e ha avuto il finanziamento del consiglio di Zona 2. Per tre mesi un gruppo di esperti parlerà con i cittadini e con i rappresentanti delle comunità straniere e delle associazioni di volontariato. Al termine di questi incontri e dialoghi a più voci, si cercherà di fare una mappa dei temi da approfondire e anche una prima proposta di iniziative per far fronte ai disagi che potranno emergere nei colloqui.
Il piano che parte dal quartiere con più alta densità di immigrati in realtà è stato pensato per tutte le periferie milanesi, “luoghi in cui, ogni giorno, la contaminazione tra idee, nazionalità, costumi e religioni si traduce in opportunità per lo sviluppo di nuovi modelli di integrazione e in potenziali tensioni da gestire, anche sul piano del benessere mentale”, spiegano all’Ordine degli Psicologi della Lombardia che ha in mente un approccio nuovo di lavoro, col metodo della prossimità ai cittadini e della presenza capillare, concreta, in sinergia con i consigli di Zona, che sono poi i terminali dell’istituzione locale dove la gente va a presentare le sue richieste e doglianze.
Gli psicologi sonderanno bene la zona attorno al Parco Trotter, luogo di ritrovo delle famiglie con i bambini, ma anche dei giovani delle comunità sudamericane. “Crediamo che iniziative di welfare integrativo reale possano e debbano nascere a partire dalla comune volontà di depositare piccoli semi, anche economici, in grado però di far sbocciare grandi cambiamenti nel vissuto delle famiglie, delle comunità, dei quartieri – dice Riccardo Bettiga, presidente dell’Ordine – Le periferie metropolitane possono essere straordinari laboratori, in cui realizzare progettualità inedite, immaginare risposte nuove a nuove esigenze, incrociare energie e far crescere idee”.
Quello della “Psicologia di Zona” è uno dei progetti all’interno della piattaforma generale per una “psicologia sul territorio della città”, con cui gli psicologi si sono offerti di presidiare e dare attenzione alle zone più decentrate della città di Milano, in collaborazione col Comune e le zone. “L’obiettivo è quello di
comprendere e rispondere in modo sempre più articolato ai bisogni di cura e di benessere mentale dei cittadini invitati a partecipare a gruppi di discussione e a immaginare soluzioni tutti assieme”, conclude Bettiga. La logica è quella della prevenzione dello scontro sociale con l’ascolto e con le risposte concrete a problemi che magari non sono di grande entità: questioni di normale convivenza in un territorio delicato per mescolanza etnica, religiosa e culturale.