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In Parlamento, dall’anno scorso è bloccata la proposta di legge per rendere obbligatorio il wi-fi libero in tutti i luoghi pubblici: negozi, sedi di associazioni, taxi e bus. La settimana scorsa il Senato ha fatto il primo passo concreto verso la copertura delle nostre città con l’Internet «free». Ha approvato il disegno di legge della riforma della pubblica amministrazione che lo impone negli uffici pubblici per tutti h 24. Ma come siamo messi a Torino? Bene, ma solo se si vive in Centro. E non si sposta lo sguardo altrove, come a Milano: sotto la Madonnina è più facile cercare un ristorante o l’orario dei pullman connettendosi alla rete gratuita del Comune. Ci sono ben quattrocento hotspot (punti di connessione): il quadruplo dei nostri.
Il caso di Barriera
E come al solito le ragioni sono economiche. Di città «on-line» se ne parla da anni, ma il servizio di web connessioni legate principalmente alla rete «Torino Facile», va avanti a piccoli passi. E se le casse sono vuote, ci si affida al buon cuore dei negozianti. L’esempio è Barriera di Milano, il quartiere che ha tanti problemi, ma un primato. È la periferia più connessa. Merito del progetto Urban. Wi-fi al parco Peccei, in piazza Crispi e Foroni e davanti 17 vetrine del borgo. «Installando una specie di router condividiamo la nostra rete a 120 metri di distanza: vogliamo rendere più bello e servito il nostro quartiere. Non serve ad aumentare i nostri affari», dice Pietro Ciavarella, 46 anni dietro il bancone della secolare ferramenta di corso Vercelli. «Per i bar, il wi-fi vuol dire anche più clienti – corregge il tiro il presidente dell’associazione Co.Ver., Fabrizio Alladio -. Peccato che spesso si fa fatica a connettersi. Andrebbe migliorato il sistema».
Funziona bene
Come funziona la rete wi-fi libera di Torino? Bene nelle grandi piazze e davanti le sedi del Comune, meno davanti i negozi. Poi, qualche problema è fisiologico. Davanti al Palazzaccio, il servizio è andato ko per alcuni giorni per un guasto. In più, dipende quante persone cercano di connettersi contemporaneamente agli access-point (le antenne) che fanno funzionare i singoli hotspot. Sulla mappa sono 91, ma aumenteranno. «Compatibilmente con le risorse – dice l’assessore allo Sport, Stefano Gallo -. Oltre alle piazze centrali, per minimizzare i costi, abbiamo illuminato i posti condividendo la rete dei nostri palazzi. Come abbiamo fatto per le sedi delle associazioni sportive».
Sport e edifici comunali
Un’intuizione interessante per le periferie. Così il wi-fi è arrivato alle Vallette davanti alla bocciofila di via delle Pervinche, in corso Taranto nei dintorni dell’Accademia Scherma Marchesa e al Campo del Centrocampo di via Petrella. Mentre per le piazze auliche e davanti le stazioni le strade sono state diverse. In piazza San Carlo, il Comune, non potendo contare su suoi uffici nelle vicinanze, ha montato una antenna ad hoc ed è stata costretta da accollarsi un nuovo contratto telefonico. Davanti a Porta Susa, in piazza XVIII dicembre, invece, ne ha montata una sul totem turistico che era già munito di connessione Internet.
Le richieste per le piscine
Il wi-fi libero rende più facile la vita. E gli apprezzamenti li troviamo nelle biblioteche. Fino a qualche anno fa, studiare in quelle del Comune voleva dire subire il blackout di Internet. Oggi non è più così. E sono felici anche i meno giovani. Con la connessione libera sono aumentati i partecipanti (e gli stessi corsi) alle serie di lezioni che insegnano agli anziani ad usare pc e tablet. «Non ci fermiamo, andremo avanti. Puntiamo a portare la rivoluzione del wi-fi nell’intera città», assicurano dal Comune. Per l’estate si potrebbe partire dalle piscine. Complice la bella stagione, è da bordo vasca che arrivano le richieste di allargamento della rete della Torino wi-fi.