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Solo i morti sopravvivono
di Jim Jarmusch. Con Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton, Chloë Sevigny, Steve Buscemi USA 2019
Nel minuscolo paese Centreville, il Capo della Polizia Cliff Robertson (Murray) e il suo vice Ronnie Peterson (Driver) sono nel bosco per diffidare l’Eremita Bob (Tom Waits), che il possidente Frank Miller (Buscemi) ha accusato del furto di un suo pollo. Il vagabondo li accoglie con un rozzo e quasi innocuo fucile e, dopo una breve ramanzina, i due se ne tornano in ufficio. Lì c’è l’agente Mindy Morrison (Sevigny), che è un bel po’spaventata perché in una cella c’è il cadavere dell’ubriacona Mallory O’Brien (Carol Kane), che la stravagante impresaria delle pompe funebri Zelda Winston (Swinton) non ha ancora ritirato. I due agenti escono e il Capo va a dormire nella cella rimasta libera. L’indomani al bar del paese la barista Fern (Rosal Colon) sta servendo la colazione allo scorbutico Frank che non risparmia sarcasmo razzista al proprietario dell’emporio Hank Thompson (Danny Glover). Poco dopo nel negozietto di dvd e gadget vintage del nerd Bobby “Frodo” Wiggins (Caleb Landry Jones) arrivano, a bordo di una rombante Pontiac Le Mans del ’68, tre hipster, Jack (Austin Butler), Zack (Luka Sabbat) e Zoe (Selena Gomez), e lui – che si è subito innamorato della ragazza- li indirizza al motel di Danny Perkins (Larry Fessenden). Intanto, nel locale riformatorio, il recluso Geronimo (Jahi Winston) se la deve vedere con il duro custode (Kevin McCormck) perché sgattaiola nella sezione femminile a trovare le sue amiche Stella (Maya Delmont) e Olivia (Taliyah Whitaker). Ronnie e L’Eremita – Bob perché coglie i segni della natura e l’agente perché ha letto il copione (sic) – percepiscono un pericolo imminente e infatti dalle tombe vengono fuori due zombie (Iggy Pop e Sara Driver) assetati di caffè che vanno al bar e – dopo aver sbranato Fern e la sua aiutante Posie (Rosie Perez) – ne portano via vari bricchi. L’indomani i tre poliziotti accorrono sulla scena del crimine e lanciano l’allarme: una o più bestie selvagge si aggira nei paraggi e si attivano per convincere tutti (o quasi: Cliff non avverte l’odioso Miller) a barricarsi in casa. La notte – sotto lo sguardo divertito dell’Eremita – dalle tombe escono zombie a frotte; uccidono Danny, Frank, i tre hipster e i custodi del riformatorio, consentendo ai tre ragazzi di fuggire. Ronnie e Bobby sanno cosa fare (“bisogna ammazzargli la testa”) e quest’ultimo si barrica con Hank nel suo negozio con fucili a pompa, asce e cesoie da giardino. Zelda, dopo essersi allenata nelle arti marziali, trucca di colori vivaci due cadaveri ma, quando questi cercano di alzarsi, tronca loro di netto la testa con la katana e, facendosi largo in quel modo tra i morti viventi, raggiunge l’Ufficio di Polizia, dove Murray ha decapitato Mallory che si era destata chiedendo dello chardonnay; qui convince i tre agenti a recarsi in pattuglia mentre lei si tiene in contatto radio con il comando centrale. Appreso che – probabilmente a causa dello spostamento dell’asse terrestre, dovuto all’inquinamento atmosferico – tutto il Paese (e forse il mondo) è assediato dai non-morti, prende la due posti di Ronnie e, tagliando la testa a vari zombie, va incontro ad una sorprendente salvezza. Ronnie, intanto, continua a ripetere che la faccenda si metterà male e i fatti gli daranno ragione.
Jarmush, dopo il delicato e poetico vampyr movie Solo gli amanti sopravvivono, ci riprova con gli zombie ma non gli va altrettanto bene: il film è stato accolto malissimo a Cannes e, oggettivamente, è poco più di un gioco cinefilo. Però va detto che l’audience della Croisette (probabilmente delusa nelle alte aspettative sulla ritrovata vena del regista che Solo gli amanti e, soprattutto, l’inteso Paterson avevano creato) è stata un po’ ingiusta: anche se è un divertissement lo è ad un piacevolissimo livello: le prodigiose inquadrature tipiche del genere negli anni ’50 e ’60 sono riprodotte miracolosamente bene e senza la pesantezza splatter del Rodriguez di Dal tramonto all’alba o di Grindhouse–Panet Terror, le musiche del gruppo del regista (che nasce musicista), gli SQURL, e la coinvolgente Dead men don’t die scritta e cantata da Sturgill Simpson danno un bel ritmo al racconto e infine non si può non amare il cast che vede volti storici (Tom Waits, Steve Buscemi, Sara Driver, Eszter Balint, Iggy Pop, Bill Murray, Chloe Sevigny, Rosie Perez) e nuovi (Adam Driver, Tilda Swinton) dei film di Jarmush, insieme a vecchie glorie (Danny Glover, Carol Kane), ad attori emergenti (Caleb Landry Jones) e musicisti prestati al cinema (RZA, Selena Gomez), oltre a top model, tenniste e lo stesso Sturgill Simpson nei ruoli di se stessi in versione zombie. E’ vero: è un’operazione di pura cinefilia (anche se alla fine la tirata anticapitalista dell’Eremita Bob cerca di dare un tono di serietà distopica al racconto) ma il livello è altissimo: la zampata del raffinato Jarmush si sente eccome! Basti pensare al nome del regista Samuel Fuller messo su di una tomba; pochi hanno colto l’allusione: lui non ha mai diretto horror ma ne ha interpretato nel 1987 uno, il dimenticatissimo (ma non da Jarmush) I vampiri di Salem’s Lot. Forse, invece, il gioco di uscire dalla finzione scenica per raccontare il dietro le quinte (i commenti di Driver che ha letto l’intero copione e la stizza di Murray che ha avuto solo le sue scene) come in Helzapoppin’ e nei vecchi Road to.. con Bob Hope e Bing Crosby è un poco disturbante ma non fino a guastare il divertimento.