Ricordo rapidamente l’antefatto (cioè il plot del primo “Hunger games”): in un prossimo futuro , un governo centrale autoritario tiene sotto il tallone della repressione e della miseria i 12 distretti nei quali è divisa la popolazione; ogni anno vengono sorteggiati un maschio ed una femmina per distretto per partecipare agli Hunger Games , olimpiadi violente nelle quali i concorrenti debbono eliminarsi a vicenda , finchè non rimane un solo vincitore che sarà ricco e famoso ; Katniss (Lawrence) e Peeta (Hutcherson) avevano partecipato per il dodicesimo distretto alla 74’ edizione e , contro tutte le regole, erano rimasti vivi entrambi .
Ora sono in tour per essere festeggiati ma in ogni distretto colgono sintomi di ribellione ; il Presidente Snow (Donald Sutherland) , che ha mal sopportato la decisione dei due di non combattere tra di loro –e che per questo ha eliminato il precedente Stratega dei giochi Seneca (Wess Bentley- nomina un nuovo Stratega , Plutarch Haevensbee ( Philip Seymour Hoffman ) e decide di far partecipare ai 75’ Giochi i vincitori , due per distretto, delle precedenti edizioni . Katniss e Peeta sono di nuovo in ballo e sanno che stavolta non potranno salvarsi entrambi ; eccoli , di nuovo in team con il preparatore Haymitch (Harrelson), con lo stilista Cinna (Lenny Kravitz) e con la svalvolata p.r. Effie (Banks) , cercare alleati per la prima parte dei giochi . Stringono alleanza con Finnick (Sam Claflin) e Mags (Lynn Cohen) e quando la gara mortale ha inizio capiscono che il terreno è disseminato di trappole letali , si uniscono anche al sapiente Beetee (Jeffrey Wright ) e alla ribelle Johanna (Jena Malone ) ma mentre stanno mettendo a segno un colpo vincente …
Per questo secondo episodio l’adrenalinico Lawrence (“Io sono leggenda”) sostituisce il riflessivo Gray (“Pleasantville”) e i risultati si vedono : anche se in entrambi i film i giochi finali sono preceduti da linghi antefatti , qui le scene nal campo di combattimento sono molto ben mosse e i vari combattenti hanno carattarestiche ben delineate e anche i preamboli sono gestiti con buona suspense e senza le sbavature del precedente ( ad es. il mellifluo presentatoretelevisivo , affidato al grande Stanley Tucci, ha solo pochi essenziali scene , senza il moralismo eccessivamente giudicante del primo) . Resta da capire come mai i romanzi di Suzanne Collins, prima, ed i film , dopo, abbiano un così vasto seguito di giovani fan : probabilmente così come la saga “Twilight” rappresentava bene la solitudine e l’auto-mostrificazione di adolescenti in cerca del sé adulto, “Hunger games” sollecita fantasie di rivolta distruttiva , propria della difficile fase della crescita. Il film è , comunque, molto piacevole e sapientemente infarcito di eccezionali attori in solidi camei.