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Green Economy, le indicazioni dell’indagine conoscitiva conclusa alla Camera

green-economy-150x150Attuare una riforma fiscale ecologica che sposti il carico fiscale, senza aumentarlo, a favore dello sviluppo degli investimenti e dell’occupazione green.

“Il percorso di riconversione in chiave green del sistema produttivo italiano deve passare, e sta passando, non solo attraverso il fattore “capitale”, espresso dall’impegno delle imprese nell’investire in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni e trasferire un di più di competitività ai beni e servizi prodotti, ma anche attraverso quello del “lavoro”, per mezzo della ricerca di figure professionali le cui competenze, se ben formate, sono in grado di imprimere all’impresa un salto di qualità verso la frontiera della green economy”.

È quanto si legge nella proposta di documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulla green economy, approvato il 18 settembre scorso all’unanimità dalle Commissioni Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici e Attivià Produttive della Camera dei Deputati.

RIORIENTARE RISORSE, INVESTIMENTI, COMPORTAMENTI. “La green economy fa già parte del presente della nostra economia. E può diventarne il futuro”, sottolinea il documento. “Affinché ciò avvenga e si imbocchi definitivamente la strada della green economy, in Italia bisogna immaginare e tradurre concretamente un vasto programma di riforme strutturali in grado di riorientare risorse, investimenti, comportamenti.

Se questo è vero allora green economy significa investimenti ingenti su scuola, formazione e ricerca; significa ridare impulso ad una politica che sia in grado di programmare e orientare nel medio-lungo periodo; significa cura scrupolosa del territorio nelle sue diverse declinazioni: città, ambiente, cultura, agricoltura, paesaggio, infrastrutture”.

DAL POSSESSO DEI BENI ALL’ACCESSO A SERVIZI. Green economy, sottolinea il documento conclusivo, “significa massimizzare l’efficienza in tutte le sue declinazioni: nella trasformazione delle materie prime, nell’uso di energia, nell’uso del suolo, efficienza nell’impiego di prodotti e servizi.

In particolare Green economy sposta l’attenzione dal possesso dei beni all’accesso a servizi. Questo significa ripensare la produzione di massa dei beni di consumo da un lato, e dall’altro, invertire l’attuale tendenza alla sempre più rapida obsolescenza dei prodotti di consumo sostituendo parte della produzione di beni, con la produzione di servizi di manutenzione e riparazione, nonché con forme di accesso a beni condivisi”.

LE PRIORITÀ. In tal senso “è possibile individuare alcune priorità e urgenze intorno a cui rafforzare, in questi mesi e nei prossimi anni, un impegno istituzionale capace di aiutare il Paese a superare alcuni suoi limiti e ritardi e imboccare la strada della crescita”:

– Attuare una riforma fiscale ecologica che sposti il carico fiscale, senza aumentarlo, a favore dello sviluppo degli investimenti e dell’occupazione green.

– Incentivare la penetrazione di strumenti credibili ed oggettivi di quantificazione degli impatti ambientali associati alle attività umane, con lo scopo di misurarne la sostenibilità.

– Attivare programmi per un migliore utilizzo delle risorse europee e per sviluppare strumenti finanziari innovativi per le attività della green economy.

– Attivare programmi di informazione in merito ai finanziamenti esistenti anche in termini qualitativi e quantitativi.

– Attivare programmi di semplificazione e di trasparenza in merito all’accesso al credito sia nell’ambito degli investimenti pubblici che privati.

– Attivare investimenti che si ripagano con la riduzione dei costi economici, oltre che ambientali, per le infrastrutture verdi, la difesa del suolo e le acque.

– Innovare le procedure previste per i bandi pubblici e le gare d’appalto mettendo al centro la qualità dei materiali usati, la qualità del prodotto finale, la qualità e la sicurezza del lavoro.

– Un programma nazionale per l’efficienza e il risparmio energetico eliminando le barriere allo sviluppo dell’efficienza energetica; barriere culturali, barriere economiche, barriere normative.

– Attuare misure per sviluppare le attività di riciclo dei rifiuti.

– Promuovere il rilancio degli investimenti per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.

– Effettuare programmi di rigenerazione urbana, di recupero di edifici esistenti, nonché di eventuale sostituzione di edifici, di bonifica, limitando il consumo di suolo non utilizzato.

– Rendere stabili le misure di incentivazione su ristrutturazioni edilizie, risparmio ed efficienza energetica nelle abitazioni e negli immobili.

– Investire nella mobilità sostenibile urbana.

– Valorizzare le potenzialità di crescita della nostra agricoltura di qualità.

– Promuovere la valutazione degli effetti occupazionali dei diversi interventi “green”.

– Attivare un piano nazionale per l’occupazione giovanile per una green economy.

indagine conoscitiva sulla green economy della camera dei deputati

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