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Woody Allen salva il film.
di John Turturro. Con John Turturro, Woody Allen, Sharon Stone, Sofía Vergara, Vanessa Paradis USA 2013
Murray (Allen) vende libri rari e il suo amico Fioravante (Turturro), di tanto in tanto, lavora con lui; gli affari vanno male e Murray è costretto a chiudere ma la sua dermatologa, la signora Parker (Stone) gli ha chiesto se può presentarle un gigolò e lui convince Fioravante – non bello, non giovane ma esperto e gentile- a farsi avanti. L’incontro, dopo qualche timidezza iniziale, va bene e i due amici decidono di mettersi in affari, con i nomi d’arte di Virgil (Fioravante) e Don Bongo (Murray). Tutto procede e molte facoltose signore si avvalgono dei servizi del disponibile Virgil, tra questa la focosa Selima (Vergara), amica della Parker. Un giorno Murray porta da Fioravante Avigal (Paradis), giovane vedova di un rabbino della comunità ortodossa; lui si limita a praticarle un massaggio rilassante e a farla ballare e così farà in una serie di incontri successivi. Un giorno però Murray viene sequestrato da Dovi (Liev Schreiber )- un poliziotto innamorato di Avigal – e sottoposto ad un vero e proprio processo dalla severa comunità, mentre Fioravante , impegnato in un menage a trois con la Parker e Selima, fa cilecca e capisce di essere innamorato della vedova. Murray, difeso dell’ avvocato Sol (Bob Balaban), viene assolto e spiega a Dovi che Avigal ha bisogno delle attenzioni che Fioravante aveva saputo darle; il poliziotto si dichiara e lei saluta per sempre, con gratitudine, Fioravante. Quest’ultimo ha deciso di partire ma, proprio quando i due amici si stanno salutando, l’avvenente Loan (Loan Chabanol)… Turturro è al suo quinto film da regista (sesto, se si considera l’incompiuto Prove per una tragedia siciliana) e si conferma autore sensibile ma non sempre capace di dare una composizione unitaria alle proprie opere. Disperso in troppi rivoli , con un cast –paradossalmente- troppo ricco , Gigolò per caso si salva per la solida confezione (merito anche dei nostri Marco Pontecorvo alla direzione della fotografia e Simona Paggi al montaggio) e, soprattutto, per la presenza di Woody Allen in un ruolo non originalissimo ma appoggiato sul suo tradizionale, e sempre divertente, cinismo ebraico. Interessante la colonna sonora, dove troviamo anche vecchie canzoni popolari italiane (echi, probabilmente, del suo precedente Passione) quali Il torrente, nella versione francese di Dalidà e Tu sì ‘na cosa grande, cantata da M’Barka Ben Taleb, conosciuta da Turturro sul set di Passione e da allora sua compagna.